Brani scelti s.IRENEO

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Credente
00venerdì 19 settembre 2014 22:21
La luce di Dio ci viene comunicata solo dalla Chiesa

(Contro le eresie, 5,20,1)

I sentieri di coloro che appartengono alla Chiesa conducono a tutto il mondo, perché la tradizione apostolica è ferma e sicura. Essa mostra chiaramente a noi tutti che unica e identica è la fede di tutti coloro che ammettono un solo Dio Padre, che credono nell`identica economia dell`incarnazione del Figlio di Dio, che conoscono gli stessi doni dello Spirito Santo, che osservano gli stessi precetti, che conservano la stessa costituzione ecclesiale, che aspettano la stessa venuta del Signore; essi attendono un`identica salvezza per tutto l`uomo, cioè per l`anima e il corpo. Vera e sicura è la predicazione della Chiesa, che segue apertamente e in tutto il mondo una sola e identica via di salvezza. Ad essa è stata affidata la luce di Dio, e per questo motivo la sapienza di Dio, che salva tutti gli uomini, canta all`uscita delle strade, si mostra disinvolta nelle piazze, predica dall`alto dei muri e parla continuamente alle porte della città (Pr 1,20). Infatti la Chiesa predica la verità dappertutto: è la lucerna a sette braccia, che diffonde lo splendore di Cristo.
Credente
00venerdì 19 settembre 2014 22:23
L`autorità è al servizio di Dio (Contro le eresie, 5, 29,1-3)

Non è il demonio che stabilisce i regni di questo mondo, ma è Dio: Il cuore del re è in mano di Dio (Pr 21,1), dice il Verbo; e ancora, per bocca di Salomone: Per mia disposizione i re regnano e i potenti amministrano la giustizia (Pr 8,15). Anche l`apostolo Paolo parla di ciò, dicendo: Siate soggetti alle autorità costituite, perché non vi è autorità se non da Dio. Quelle che esistono, infatti, esistono per disposizione di Dio (Rm 13,1), e ancora, parlando sempre dell`autorità, dice: Non è senza motivo che porta la spada: è ministra di Dio, incaricata di castigare chiunque opera il male (Rm 13,4). Non ha detto ciò delle potestà angeliche, né dei dominatori invisibili, come osano interpretare alcuni; ma lo ha detto proprio delle autorità terrene, perché soggiunge: Per questo pagate i tributi, infatti sono ministri di Dio e, in ciò, compiono un servizio (Rm 13,6). Anche il Signore ha confermato tutto ciò: egli non obbedì alle imposizioni del diavolo, ma diede ordine ai suoi di pagare il tributo per lui e per Pietro, perché le autorità sono "ministri di Dio e, in ciò, compiono un servizio".

Poiché l`uomo, lontano da Dio, è giunto a tal punto di efferatezza da considerare nemico anche il fratello, da abbandonarsi alle risse, all`avarizia, all`omicidio senza timore alcuno, Dio lo ha assoggettato al timore degli uomini - dato che non conosce timore di Dio -, dominato così da un`autorità umana, vincolato dalle sue leggi, segue in qualche modo la giustizia, si modera nei confronti degli altri uomini, per timore della spada pubblicamente ostentata, come dice l`Apostolo: "Non è senza motivo che porta la spada: è ministra di Dio, incaricata di castigare chiunque opera il male". Per questo ai magistrati, che amministrano la giustizia ammantati della legge, non verrà chiesto conto né verrà inflitta pena per ciò che fanno, se pur agiscono con giustizia e legalità; ma se danno disposizioni dannose alla giustizia, inique, empie, illegali, se si comportano da tiranni, troveranno la morte, perché il giusto giudizio di Dio giunge a tutti con somma imparzialità né mai viene meno. Dio dunque costituisce i regni terreni per il bene delle genti, non certo il diavolo che non ha pace e non vuole che le genti vivano in pace. Dio ha stabilito l`autorità perché gli uomini, temendo il potere terreno, non si divorino l`un l`altro come pesci, ma, stimolati dall`emanazione delle leggi, accantonino le molteplici espressioni di ingiustizia che vediamo tra le genti. In questo senso sono "ministri di Dio" coloro che esigono da noi i tributi, e in questo senso "compiono un servizio".

Dunque: le autorità costituite sono stabilite da Dio. E` chiaro perciò che il diavolo mentisce quando dice: Tutti i regni sono stati dati a me, e io li do a chi voglio (Lc 4,6). Per volere di colui, al cui cenno gli uomini nascono, vengono costituiti i re; ed essi sono adatti a coloro su cui devono regnare. Alcuni di loro, infatti, vengono dati al loro popolo per il bene, per il progresso dei sudditi e perché tra di questi viga la giustizia; altri invece, per incutere loro timore, per castigarli e punirli; altri, infine, per deriderli, oltraggiarli, opprimerli: a tutti come ne sono degni. Il giusto giudizio di Dio, come abbiamo detto, raggiunge tutti con somma imparzialità. Ma il diavolo, che è un angelo apostata, può solo ciò che fece anche all`inizio [in paradiso]: sedurre l`uomo, inducendolo a trasgredire i precetti di Dio; accecare, a poco a poco, la mente di chi si sforza di servirlo, facendogli dimenticare il Dio vero e istigandolo ad adorare lui stesso come se fosse Dio.
Credente
00venerdì 19 settembre 2014 22:24
La felicità e lo splendore della nuova terra (Contro le eresie, 5,34-35)

Ezechiele annuncia chiaramente la gioia alla risurrezione dei giusti, dicendo: Ecco, aprirò i vostri sepolcri e vi farò uscire dalle vostre tombe; libererò il mio popolo dalle sepolture. Vi darò lo spirito e vivrete; vi stabilirò sulla vostra terra, e comprenderete che io sono il Signore (Ez 37,12-14). E ancora: Questo dice il Signore: "Raccoglierò Israele da tutte le genti ove è stato disperso, e mostrerò la mia grandezza in loro, al cospetto di tutti gli uomini. Li farò abitare sulla loro terra che diedi a Giacobbe mio servo, vi dimoreranno nella speranza, edificheranno case, pianteranno vigne, vi dimoreranno sicuri, il giorno in cui farò giustizia di tutti coloro che li avevano disprezzati, di tutti coloro che li circuivano, ed essi conosceranno che io sono il Signore, il loro Dio, che sono il Dio dei loro padri" (Ez 28,25-26).

Isaia dichiara che, per volere di Dio, ogni creatura crescerà e prospererà, per portare frutti e nutrimento tanto abbondanti: Su ogni monte eccelso, su ogni colle elevato scorrerà acqua in quei giorni, molti periranno e le mura saranno distrutte. La luce della luna sarà come la luce del sole, il giorno sarà sette volte più chiaro, quando il Signore curerà l`afflizione del suo popolo, e ne guarirà le piaghe dolorose (Is 30,25-26). Il dolore di queste piaghe è quello con cui fu afflitto l`uomo che all`inizio disobbedì in Adamo, cioè la morte, da cui Dio ci guarirà risuscitandoci alla vita e restituendoci all`eredità dei padri, come dice Isaia: Avrai fiducia nel Signore ed egli ti farà entrare nella sua terra ti darà il cibo colto dal terreno ereditato da Giacobbe, padre tuo (Is 58,14). Tutto ciò viene espresso anche dal detto del Signore: Beati quei servi che il Signore, di ritorno, troverà vigilanti. Vi dico in verità che egli si cingerà, li farà accomodare e passerà a servirli. E se verrà alla veglia vespertina e li troverà vigilanti, beati loro, perché li farà accomodare e li servirà. E anche se verrà alla seconda o alla terza veglia, sono beati (Lc 12,37-38)... E anche Daniele ripete ciò: Il dominio, la potenza, l`onore è stato dato ai santi del Dio altissimo; il suo regno è eterno e tutti i prìncipi lo serviranno e gli obbediranno (Dn 7,27). E perché non si creda che questa promessa si riferisca ai nostri tempi, il profeta aggiunge: E tu va` alla fine e riposa; poi sorgerai per ricevere la tua sorte alla fine dei giorni (Dn 12,13).

Ora, le promesse sono state fatte non solo ai profeti e ai patriarchi, ma anche alle Chiese radunate tra le genti, Chiese che lo Spirito Santo chiama isole, perché, esposte alle tempeste delle bestemmie, sono porto di salvezza ai naviganti in pericolo, e offrono rifugio a chi ama le altezze e si sforza di fuggire l`abisso dell`errore. Dice infatti Geremia: Udite, o genti, la parola di Dio e fatela sentire alle isole più lontane. Dite: "Colui che ha disperso Israele, ora lo custodisce come un pastore il suo gregge". Infatti il Signore ha redento Giacobbe, lo ha liberato dalle mani di uno più forte. Verranno festanti al monte di Sion, raggianti di gioia per i beni del Signore; per il frumento, per il vino, per l`olio, per i parti dei greggi e degli armenti. Il loro animo sarà come un albero fruttuoso e non avranno afflizione. Allora si allieterà nella danza la vergine, i giovani e i vecchi godranno; muterò il loro lutto in gioia, li riempirò di letizia, li glorificherò e impinguerò l`animo dei sacerdoti figli di Levi, e il mio popolo si sazierà dei miei beni (Ger 31,10-14).
Credente
00venerdì 19 settembre 2014 22:25
Il regno dei santi (... ibid c.s.)
Sul regno dei santi dice Geremia: Guarda a oriente, Gerusalemme, e vedi la gioia che ti viene proprio da Dio. Ecco, tornano i tuoi figli che hai redento, si radunano tutti, dall`oriente all`occidente, alla sua santa parola, lieti per lo splendore del tuo Dio. Togli, o Gerusalemme, l`abito del tuo lutto e del tuo dolore; vestiti della magnificenza che ti viene dal tuo Dio, dello splendore eterno; indossa il doppio abito della giustizia di Dio e mettiti sul capo la mitra di una gloria eterna. Dio mostrerà a chiunque sia sotto il cielo tutto il tuo fulgore; egli, per sempre ti chiamerà col nome: "Pace-al-giusto" e "Gloria-a-chi-onora-Dio". Sorgi, Gerusalemme, sali in alto e guarda a oriente; vedi i tuoi figli radunati dal sorgere del sole fino all`occidente, nella sua santa parola, lieti perché Dio si è ricordato di loro. Erano partiti a piedi da te, quando i nemici li deportarono. Dio li condurrà a te portati con gloria, come su trono regale. Egli infatti ha decretato che ogni monte eccelso sia spianato, che le valli siano riempite, perché il cammino sia piano e Israele vi proceda sicuro, a gloria di Dio. Anche le selve e ogni albero odoroso spanderanno ombra a Israele, per comando di Dio. Dio infatti precederà nella gloria del suo splendore, insieme con la misericordia e la giustizia che vengono da lui (Bar 4,36-5,9).

Queste, e tutte le espressioni simili, non si possono intendere di ciò che sta al di sopra dei cieli; infatti si dice: "Il Signore mostrerà a chiunque sta sotto il cielo tutto il suo fulgore". Si tratta invece del tempo del regno, quando la terra sarà rinnovata da Cristo, quando Gerusalemme sarà riedificata sul modello della Gerusalemme di lassù... Giovanni nell`Apocalisse l`ha vista discendere, tutta nuova sulla terra... Vidi un cielo nuovo e una terra nuova; il cielo e la terra di prima, infatti, erano spariti, e anche il mare non era più. E vidi la città santa, la Gerusalemme nuova, che discendeva dal cielo, preparata come sposa adorna per il suo sposo. E udii una gran voce dal trono che diceva: "Ecco la tenda di Dio tra gli uomini; egli abiterà con loro: essi saranno il suo popolo, e Dio stesso sarà il loro Dio. Egli cancellerà ogni lacrima dai loro occhi, non vi sarà più morte, non più lutto o gemito, non vi sarà più dolore, perché tutto ciò che era prima è passato" (Ap 21,1-4). Lo stesso ripete anche Isaia: Vi sarà infatti un cielo nuovo e una terra nuova; non si ricorderanno più del passato, che più non li affliggerà in cuor loro, in essa avranno letizia ed esultanza (Is 65,17-18)... Non si può affatto dare un`interpretazione allegorica a ciò: tutto è certo, è vero, è concreto, ed è stato voluto da Dio per la gloria degli uomini giusti. Come è veramente Dio che fa risuscitare l`uomo, così è veramente l`uomo che risuscita dai morti; non in modo allegorico, come abbiamo ripetutamente mostrato. E come risorge veramente, così veramente si allenerà all`incorruttibilità, aumenterà e si rinvigorirà, nel tempo del Regno, per potere accogliere poi la gloria del Padre. Quando poi tutto sarà rinnovato, egli abiterà veramente nella città di Dio.
Credente
00venerdì 19 settembre 2014 22:26
Passa la figura di questo mondo (Contro le eresie, 5,36)

La sostanza, la realtà del creato non viene distrutta (è vero e saldo colui che l`ha costituita), ma passa la figura di questo mondo (1Cor 7,31), quello cioè in cui vi è stato il peccato, e nel quale l`uomo è invecchiato. Per questo la "figura di questo mondo" è temporanea, secondo il volere di Dio che tutto sa... Quando questa figura se ne sarà passata, quando l`uomo sarà stato rinnovato e sarà maturo per l`incorruttibilità, quando cioè non potrà più invecchiare, allora vi sarà un cielo nuovo e una terra nuova, in cui l`uomo resterà per sempre, sempre conversando con Dio. Tutto ciò durerà in eterno; per questo dice Isaia: Come infatti il cielo nuovo e la terra nuova che io faccio dura per sempre al mio cospetto, dice il Signore, così durerà la vostra discendenza e il vostro nome (Is 66,22).

Dicono gli anziani che coloro, i quali saranno degni della conversazione celeste, se ne andranno lassù, cioè nei cieli; alcuni godranno le gioie del paradiso, altri gioiranno per la bellezza della città; ovunque si vedrà il Signore, come ciascuno sarà degno di vederlo. Vi è differenza infatti in quella santa dimora fra chi avrà portato il cento per cento di frutti, chi il sessanta e chi il trenta per cento... Per questo ha detto il Signore che presso il Padre vi sono molte dimore. Tutto è proprietà di Dio, il quale prepara per ciascuno il luogo adatto. Come dice il suo Verbo, il Padre dà a ciascuno i suoi beni a seconda che ciascuno ne è o ne sarà degno. E` questo il triclinio in cui si adageranno coloro che saranno invitati alle nozze.

E questo è l`ordine, la disposizione di coloro che si salveranno - come dicono gli anziani discepoli degli apostoli -. E nei gradi di questo ordine essi avanzano e accedono per opera dello Spirito al Figlio; per opera del Figlio ascendono al Padre, poiché il Figlio cede al Padre la sua opera, come dice l`Apostolo: Infatti è necessario che egli regni, fino a quando avrà posto tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi. Alla fine sarà distrutta la morte nemica (1Cor 15,25-26). Nel tempo del regno l`uomo giusto che vivrà sulla terra si dimenticherà ormai della morte. Ma quando la Scrittura dice che tutto gli sarà soggetto, esclude evidentemente colui che tutto assoggetta. Quando poi tutto a lui sarà assoggettato, allora egli stesso, il Figlio, si assoggetterà a colui che tutto gli ha assoggettato, affinché Dio sia tutto in tutti (1Cor 15,27-28).

Giovanni ha previsto con tutta esattezza la prima risurrezione dei giusti e come essi erediteranno la terra del regno; i profeti hanno parlato in pieno accordo con lui. Ciò è stato insegnato anche dal Signore, che ha promesso di mescere con i suoi discepoli un nuovo calice nel regno. L`Apostolo ha proclamato che tutto il creato sarà libero dalla schiavitù della corruzione, per la libertà della gloria che godranno i figli di Dio. E in tutto ciò e per tutto ciò si manifesta un unico e identico Padre, che ha plasmato l`uomo, che ha promesso ai padri la terra in eredità e che la donerà loro, alla risurrezione dei giusti, adempiendo le sue promesse nel regno del Figlio suo; e donerà loro con bontà paterna i beni che occhio non vide, orecchio non udì e cuore d`uomo mai sospettò (1Cor 2,9). Uno è il Figlio che ha adempiuto la volontà del Padre, uno è il genere umano in cui si realizzano i misteri di Dio, misteri che gli angeli desiderano vedere (1Pt 1,12), perché non possono sondare la sapienza divina, sapienza per cui la creatura di Dio giunge a perfezione, conformandosi e unendosi in un solo corpo al Figlio. La divina progenie, il Verbo primogenito discende nella creatura, nel plasma umano, e viene da questo accolto; la creatura dall`altro lato accoglie il Verbo e ascende a lui, sale al di sopra degli angeli e viene ad essere realmente a immagine e somiglianza di Dio.
Credente
00venerdì 19 settembre 2014 22:26
Garanzia della nostra salvezza

(Dimostrazione della predicazione apostolica, 3)

Dobbiamo mantenere ferma e costante la norma della fede e osservare i comandamenti di Dio: credere cioè in Dio, temerlo perché è il Signore, e amarlo perché è nostro Padre. Ora, l`adempimento di queste opere lo si consegue con la fede, come dice Isaia: Se non avete fede, non potrete comprendere (Is 7,9). La verità ci porta alla fede, perché la fede ha per oggetto cose che esistono veramente: così che noi crediamo in esseri che davvero sono, e proprio perché realmente sono, manteniamo costantemente ferma la nostra convinzione a loro riguardo. Dato poi che la fede è garanzia della nostra salvezza, dobbiamo prenderci gran cura di acquistare una vera intelligenza delle realtà che veramente esistono. Ed è la fede che ce la procura, come ci hanno tramandato gli anziani che furono discepoli degli apostoli.

In primo luogo (la fede) ci raccomanda di ricordare che abbiamo ricevuto il battesimo per la remissione dei peccati, nel nome di Dio Padre e nel nome di Gesù Cristo, il Figlio di Dio incarnato, morto e risorto, e nello Spirito Santo di Dio; (di ricordarci) inoltre, che questo battesimo è il sigillo della vita eterna ed è la nostra nuova nascita in Dio, così che ora noi non siamo più figli di uomini mortali, ma figli del Dio eterno; (e di ricordarci) infine, che l`Essere eterno è Dio, che è al di sopra di ogni cosa creata; che tutto è a lui soggetto perché egli ha fatto tutte le cose. Perciò Dio non ha autorità e dominio sopra realtà create da un altro, ma su ciò che viene da lui, e ogni cosa è di Dio; per questo motivo, Dio è onnipotente, e ogni cosa proviene da Dio.
Credente
00venerdì 19 settembre 2014 22:27
Tutto fu creato e ordinato con la Parola e lo Spirito

(Dimostrazione della predicazione apostolica, 4-10)

Tutte le cose create necessariamente derivano da una causa prima il fondamento della loro esistenza: il principio di tutto è Dio. Egli infatti non è stato creato da nessuno, ma da lui tutte le cose sono state create. Perciò è necessario riconoscere in primo luogo che vi è un solo Dio, Padre, che ha creato e formato tutto l`universo, che fa esistere ciò che prima non esisteva e che, contenendo tutto, da nessuna cosa può essere contenuto. Ora, in quest`universo rientra anche il nostro mondo, e nel mondo l`uomo: dunque anche questo nostro mondo quaggiù è stato formato da Dio.

Ecco come si espone la presente dottrina: vi è un solo Dio Padre, increato, invisibile, creatore dell`universo; al di sopra di lui non vi è altro Dio, e dopo lui non vi è altro Dio; Dio, inoltre, è intelligente, perciò la creazione di tutte le cose fu opera di intelligenza. Dio è spirito, perciò con lo Spirito tutto ha disposto, come dice il profeta: Con la Parola (Verbo) del Signore furono creati i cieli, e col suo Spirito, tutta la loro potenza (Sal 32,6).

Dunque, poiché il Verbo crea, cioè opera nella carne e dona gratuitamente l`esistenza, mentre lo Spirito plasma e forma le varie potenze angeliche; a buon diritto, perciò, il Verbo è chiamato Figlio e lo Spirito Santo, Sapienza di Dio. Così Paolo, suo apostolo, dice rettamente: Un solo Dio Padre, il quale è sopra tutti, e tra tutti e in tutti noi (Ef 4,6). Infatti al di sopra di tutte le cose c`è il Padre, tra tutte le cose c`è il Verbo, poiché per mezzo di lui il Padre ha creato ogni cosa; e in noi vi è lo Spirito che grida: Abbà, Padre (Gal 4,6), e modella l`uomo a somiglianza di Dio. In conclusione lo Spirito rivela il Verbo, ed è per questo che i profeti annunciarono il Figlio di Dio; ma il Verbo spinge ad operare lo Spirito: è lui che parla ai profeti, e innalza l`uomo fino al Padre.

Eccola la regola della nostra fede, il fondamento dell`edificio, e ciò che rende salda la nostra condotta: Dio Padre, increato, non circoscritto, invisibile, unico Dio, creatore dell`universo; è questo il primo articolo della nostra fede.
Credente
00venerdì 19 settembre 2014 22:29
Il secondo articolo è questo: Il Verbo di Dio, il Figlio di Dio, Cristo Gesù nostro Signore, che si è manifestato ai profeti in forme diverse secondo il genere della loro profezia e secondo i disegni provvidenziali del Padre; per la cui opera è stata creata ogni cosa; che poi, alla fine dei tempi, s`è fatto uomo tra gli uomini per ricapitolare ogni cosa, s`è fatto visibile e tangibile, per distruggere la morte, rivelare la vita e operare l`unità tra Dio e gli uomini.

Il terzo articolo è questo: Lo Spirito Santo, per mezzo del quale i profeti hanno profetato, i Padri hanno appreso la scienza di Dio, e i giusti sono stati guidati nella via della giustizia; che alla fine dei tempi è stato diffuso in modo nuovo sull`umanità, per far nuovo l`uomo su tutta la terra, e riportarlo a Dio.

Perciò alla nostra nuova nascita, in grazia di questi tre articoli si compie il battesimo che ci accorda la grazia della nuova nascita in Dio Padre per mezzo del Figlio nello Spirito Santo. Infatti coloro che portano in sé lo Spirito di Dio vengono condotti al Verbo, cioè al Figlio; il Figlio poi li presenta al Padre, e il Padre dona loro l`incorruttibilità. Dunque, senza lo Spirito non è possibile vedere il Figlio di Dio, e senza il Figlio nessuno può appressarsi al Padre, dato che la conoscenza del Padre è il Figlio, e la conoscenza del Figlio di Dio si attua per mezzo dello Spirito Santo. Lo Spirito poi, viene dispensato dal ministero del Figlio, secondo il beneplacito del Padre, cioè come e a chi il Padre vuole.

Se dallo Spirito, il Padre viene chiamato altissimo, onnipotente e signore di ogni potenza, questo è perché dobbiamo convincerci che Dio è veramente tale, cioè che è creatore del cielo, della terra e di tutto questo universo; creatore degli angeli, degli uomini, e signore di tutto; per lui tutte le cose esistono e ciascuno riceve il suo nutrimento; è misericordioso, pietoso e pieno di tenerezza; buono, giusto, Dio di tutti, e dei giudei, e dei pagani e dei credenti. Ma dei credenti è Padre, perché alla fine dei tempi ha aperto il testamento dell`adozione; dei giudei è signore e legislatore, perché nei tempi di mezzo gli uomini, avendo dimenticato Dio, si erano allontanati e ribellati a lui, ed egli per questo li aveva ridotti in servitù per mezzo della legge, affinché apprendessero di avere un padrone, un creatore e fattore, che dona il soffio della vita e al quale dobbiamo rendere omaggio giorno e notte. Per i pagani, poi, è creatore e demiurgo onnipossente. Ma per tutti, senza eccezione, è dispensatore di nutrimento, è re e giudice: nessuno infatti sfuggirà al suo giudizio, né giudeo, né pagano, né alcun credente che abbia peccato, né gli angeli. Quanti rifiutano ora di credere alla sua bontà, conosceranno allora al momento della condanna, la sua potenza, come dice il beato Apostolo: ...ignorando che l`amore di Dio ti chiama a conversione, con la tua ostinazione e l`impenitenza del tuo cuore tu vai accumulando su di te ira per il giorno dell`ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio, il quale renderà a ciascuno secondo le proprie opere (Rm 2,4-6).

E` lui, che viene detto, nella legge, Dio di Abramo, Dio d`Isacco e Dio di Giacobbe: Dio dei viventi. Perciò ineffabile è l`altezza e la grandezza di questo Dio.

Il secondo articolo è questo: Il Verbo di Dio, il Figlio di Dio, Cristo Gesù nostro Signore, che si è manifestato ai profeti in forme diverse secondo il genere della loro profezia e secondo i disegni provvidenziali del Padre; per la cui opera è stata creata ogni cosa; che poi, alla fine dei tempi, s`è fatto uomo tra gli uomini per ricapitolare ogni cosa, s`è fatto visibile e tangibile, per distruggere la morte, rivelare la vita e operare l`unità tra Dio e gli uomini.

Il terzo articolo è questo: Lo Spirito Santo, per mezzo del quale i profeti hanno profetato, i Padri hanno appreso la scienza di Dio, e i giusti sono stati guidati nella via della giustizia; che alla fine dei tempi è stato diffuso in modo nuovo sull`umanità, per far nuovo l`uomo su tutta la terra, e riportarlo a Dio.

Perciò alla nostra nuova nascita, in grazia di questi tre articoli si compie il battesimo che ci accorda la grazia della nuova nascita in Dio Padre per mezzo del Figlio nello Spirito Santo. Infatti coloro che portano in sé lo Spirito di Dio vengono condotti al Verbo, cioè al Figlio; il Figlio poi li presenta al Padre, e il Padre dona loro l`incorruttibilità. Dunque, senza lo Spirito non è possibile vedere il Figlio di Dio, e senza il Figlio nessuno può appressarsi al Padre, dato che la conoscenza del Padre è il Figlio, e la conoscenza del Figlio di Dio si attua per mezzo dello Spirito Santo. Lo Spirito poi, viene dispensato dal ministero del Figlio, secondo il beneplacito del Padre, cioè come e a chi il Padre vuole.

Se dallo Spirito, il Padre viene chiamato altissimo, onnipotente e signore di ogni potenza, questo è perché dobbiamo convincerci che Dio è veramente tale, cioè che è creatore del cielo, della terra e di tutto questo universo; creatore degli angeli, degli uomini, e signore di tutto; per lui tutte le cose esistono e ciascuno riceve il suo nutrimento; è misericordioso, pietoso e pieno di tenerezza; buono, giusto, Dio di tutti, e dei giudei, e dei pagani e dei credenti. Ma dei credenti è Padre, perché alla fine dei tempi ha aperto il testamento dell`adozione; dei giudei è signore e legislatore, perché nei tempi di mezzo gli uomini, avendo dimenticato Dio, si erano allontanati e ribellati a lui, ed egli per questo li aveva ridotti in servitù per mezzo della legge, affinché apprendessero di avere un padrone, un creatore e fattore, che dona il soffio della vita e al quale dobbiamo rendere omaggio giorno e notte. Per i pagani, poi, è creatore e demiurgo onnipossente. Ma per tutti, senza eccezione, è dispensatore di nutrimento, è re e giudice: nessuno infatti sfuggirà al suo giudizio, né giudeo, né pagano, né alcun credente che abbia peccato, né gli angeli. Quanti rifiutano ora di credere alla sua bontà, conosceranno allora al momento della condanna, la sua potenza, come dice il beato Apostolo: ...ignorando che l`amore di Dio ti chiama a conversione, con la tua ostinazione e l`impenitenza del tuo cuore tu vai accumulando su di te ira per il giorno dell`ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio, il quale renderà a ciascuno secondo le proprie opere (Rm 2,4-6).

E` lui, che viene detto, nella legge, Dio di Abramo, Dio d`Isacco e Dio di Giacobbe: Dio dei viventi. Perciò ineffabile è l`altezza e la grandezza di questo Dio.
Credente
00venerdì 19 settembre 2014 22:30
Questo nostro mondo è circondato da sette cieli nei quali abitano potenze innumerevoli, angeli e arcangeli che prestano culto a Dio onnipotente e creatore di tutto. Egli non ne avrebbe bisogno, ma essi lo fanno per non restare oziosi, inutili e chiusi nel loro egoismo. E` chiaro, perciò, che la presenza interiore dello Spirito di Dio è molteplice; essa viene definita dal profeta Isaia in sette diverse forme di ministero, che sono discese tutte sul Figlio di Dio, cioè sul Verbo, al momento della sua venuta come uomo. Dice infatti Isaia: Su lui riposerà lo Spirito di Dio: Spirito di sapienza e di intelletto, Spirito di consiglio e di fortezza, Spirito di scienza e di pietà; e lo riempirà poi lo Spirito del timore di Dio (Is 11,2).

Dunque il primo cielo, a partire dall`alto, quello che contiene tutti gli altri, è il cielo della sapienza; il secondo è quello dell`intelletto; il terzo, quello del consiglio; il quarto, contando a partire dall`alto, è quello della fortezza; il quinto, poi, quello della scienza; il sesto, quello della pietà, e il settimo, cioè questo firmamento che circonda il nostro mondo, è pieno del timore di quello Spirito che illumina i cieli. Mosè ne aveva ricevuto il simbolo: il candeliere a sette braccia, acceso perennemente nel Santo; egli infatti aveva ricevuto le prescrizioni rituali, modellate sui cieli, come gli aveva detto il Verbo: Farai tutto secondo il modello che hai visto sul monte (Es 25,40).

Dunque, questo Dio viene glorificato dal suo Verbo, che è suo Figlio in eterno, e dallo Spirito Santo, che è la sapienza del Padre di ogni cosa. Le loro potenze - quelle cioè del Verbo e della Sapienza - che vengono dette cherubini e serafini, glorificano Dio con inni che mai cesseranno; e tutto ciò che esiste, tutto ciò che si trova nei cieli, rende gloria a Dio Padre di ogni cosa. Egli, per mezzo del suo Verbo, ha donato l`esistenza al mondo intero, e anche agli angeli che pure esistono in questo mondo; a questo mondo poi ha stabilito come legge, che ciascuno resti al suo posto senza varcare i limiti stabiliti dalla volontà di Dio, e che ciascuno compia l`opera che gli è stata assegnata.
Credente
00venerdì 19 settembre 2014 22:31
Libertà e purezza dello stato originario

(Dimostrazione della predicazione apostolica, 11-14)

Dio creò l`uomo con le sue mani, prendendo dal suolo ciò che vi è di più fino, mescolando così armoniosamente la sua potenza con la terra; egli infatti impresse sulla carne da lui plasmata la sua forma, in modo che anche una creatura visibile portasse la forma divina, essendo stato l`uomo plasmato sulla terra a immagine di Dio.

Affinché poi vivesse, Dio gli soffiò sul volto un alito di vita, perché così l`uomo divenisse simile a lui nello spirito, oltre che nella carne. Con ciò, l`uomo fu libero e padrone di sé, avendolo Dio creato perché avesse autorità su ogni essere della terra. Dio poi gli diede questo grande mondo, da lui preparato prima della formazione dell`uomo; e glielo diede perché fosse la sua sede con tutto ciò che esso contiene in sé. In questo regno prestavano l`opera loro anche i servitori di Dio creatore di tutte le cose (angeli); la sede era sotto la giurisdizione dell`intendente chiliarca (Lucifero), che era stato costituito capo dei suoi conservi. I servi erano gli angeli, mentre l`intendente chiliarca era l`arcangelo.

Avendo dunque Dio costituito l`uomo signore della terra e di tutto ciò che essa contiene, segretamente lo costituì anche signore di quelli che in essa hanno l`ufficio di servi. Ma mentre essi erano pienamente maturi, il loro signore, cioè l`uomo, era piccolino, era infante, e doveva crescere ancora per giungere a maturità. Perché poi potesse nutrirsi e crescere nella gioia, gli fu preparata una dimora migliore di questo mondo: piena d`aria, di bellezza, di luce, di cibo, di piante, di frutti, di acque e di tutto ciò che è necessario alla vita. Quel luogo si chiamava il Giardino (paradiso terrestre). E questo Giardino era tanto bello e buono, che il Verbo di Dio vi passeggiava costantemente e si intratteneva con l`uomo, prefigurando gli eventi futuri: cioè affermando che con l`uomo avrebbe abitato, avrebbe conversato, con lui sarebbe rimasto a insegnargli la giustizia. Ma l`uomo era fanciullo e non aveva ancora sviluppato il discernimento, e perciò fu facile al seduttore ingannarlo.

Mentre l`uomo passeggiava nel Giardino, Dio poi gli condusse davanti tutti gli animali, dandogli ordine di imporre a tutti un nome; ogni nome che Adamo diede a un essere vivente, è rimasto il suo vero nome.

Inoltre Dio volle fare per l`uomo un aiuto, ed ecco come si espresse al proposito: Non è bene che l`uomo sia solo; facciamogli un aiuto a lui conforme (Gen 2,18). Perché fra tutte le creature viventi non se ne era trovata nessuna che fosse un aiuto uguale, pari e simile ad Adamo. Dio stesso perciò fece scendere un sopore estatico su Adamo e lo fece addormentare, per poter realizzare un`opera da un`altra opera. Dato che il sonno non esisteva nel Giardino, esso discese su Adamo solo per volontà di Dio; questi poi prese una costola di Adamo e riempì il suo posto di carne; la costola che aveva presa la plasmò in donna e così la presentò ad Adamo. Questi vedutala disse: Ecco davvero l`osso delle mie ossa e la carne della mia carne: ella si chiamerà donna perché è stata tratta dall`uomo (Gen 2,23).

Adamo ed Eva - questo è infatti il nome della donna - erano nudi e non ne avevano vergogna, perché i loro pensieri erano innocenti come quelli dei fanciulli: non potevano rappresentarsi nello spirito, né pensare nessuna di quelle cose che, sotto il dominio del male, s`originano nell`anima dai desideri voluttuosi e si accompagnano ai piaceri turpi. Erano in uno stato di integrità, conservavano a pieno la loro natura, perché quello che era stato soffiato sulla carne plasmata era un soffio di vita. Ora, mentre che questo soffio resta nel suo ordine e nella sua virtù, l`uomo non pensa certo, né immagina cose ignobili; per questo essi non si vergognavano di baciarsi e di abbracciarsi castamente come fanno i fanciulli.
Credente
00venerdì 19 settembre 2014 22:32
Fatica e dolore fuori del paradiso terrestre

(Dimostrazione della predicazione apostolica, 15-18)

Al fine di evitare che l`uomo, per l`autorità concessagli e per la sua libertà di avvicinarsi a Dio, nutrisse pensieri di superbia e si inorgoglisse come se non avesse padrone, e per evitare che peccasse oltrepassando i suoi limiti e, compiacente di sé, concepisse pensieri d`orgoglio contro Dio; per evitare tutto ciò, gli fu data da Dio una legge, perché così egli riconoscesse che aveva per Signore il Signore di tutte le cose. Dio gli impose certi limiti: se avesse osservato il comando di Dio sarebbe rimasto per sempre quello che era, cioè immortale; ma se non l`avesse osservato, sarebbe diventato mortale, si sarebbe dissolto nella terra dalla quale era stata tratta e plasmata la sua carne. Ed ecco l`ordine divino: Di tutti gli alberi che sono dentro il Giardino tu potrai mangiare i frutti; solo dell`albero da cui viene la conoscenza del bene e del male, voi non ne mangerete, perché il giorno in cui ne mangiaste, certamente morireste (Gen 2,16-17).

L`uomo non osservò quest`ordine, ma disobbedì a Dio... e Dio lo cacciò lontano dal suo volto, lo allontanò e lo fece abitare su una strada presso il Giardino, poiché il Giardino non può accogliere peccatori.

Espulsi dal Giardino, Adamo e la sua donna, Eva, caddero in molte miserie; così nella tristezza, nella fatica e tra lamenti passarono la loro vita su questo mondo. Sotto i raggi cocenti del sole l`uomo lavorava la terra, ma questa gli produceva spine e rovi, castigo del peccato. Si compì allora anche quest`altro passo della Scrittura: Adamo conobbe la sua donna; ella concepì e diede alla luce Caino; dopo di lui partorì Abele (Gen 4,1-2). Ma l`angelo ribelle, che già aveva spinto l`uomo alla disobbedienza, che aveva fatto di lui un peccatore e che aveva ottenuto che fosse cacciato dal Giardino, non soddisfatto del primo male ne pensò un secondo a danno dei due fratelli. Riempì Caino del suo spirito e ne fece un fratricida: così Abele morì assassinato dal fratello - presagio che in futuro alcuni sarebbero stati perseguitati, afflitti e messi a morte, e che i malvagi avrebbero tormentato e ucciso i giusti -. L`ira di Dio scese pesantemente su Caino - che fu maledetto - e avvenne che tutta la stirpe da lui originata, a mano a mano che i suoi discendenti si succedevano, fu simile al suo capostipite...

La malvagità si diffuse enormemente, raggiunse e invase tutte le stirpi degli uomini, al punto che tra loro rimase ben poco seme di giustizia.

Credente
00venerdì 19 settembre 2014 22:33
Il dominio del principe della pace

(Dimostrazione della predicazione apostolica, 59-61)

Dice Isaia: E uscirà un ramo dalla radice di Iesse, un fiore uscirà dal suo tronco; e riposerà su di lui lo Spirito di Dio: spirito di sapienza e di intelletto, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di scienza e di pietà; e lo riempirà lo spirito del timor di Dio. Non giudicherà secondo le apparenze e secondo ciò che si dice; bensì secondo giustizia egli giudicherà in favore del povero e avrà pietà per i miseri della terra e percuoterà la terra con la parola della sua bocca, con l`alito delle sue labbra distruggerà l`uomo empio. I suoi fianchi saranno cinti di giustizia e di verità. E il lupo andrà a pascolo con l`agnello, il leopardo col capretto, mentre il vitello e il leone pascoleranno insieme; un tenero fanciullo potrà cacciare la mano nel nido delle vipere, nella tana dei figli delle vipere e queste non gli faranno male. In quel giorno la radice di Iesse si leverà a dominare sulle nazioni e in essa le genti spereranno. E la sua risurrezione sarà gloriosa (Is 11,1-10)...

A proposito dell`unione, armonia e pace tra gli animali di diversa specie, per natura ostili e nemici l`un l`altro, gli anziani sostengono che ciò avverrà realmente alla parusia di Cristo, quando egli verrà per estendere su di tutti il suo dominio. Viene così simbolicamente preannunciato il radunarsi in pace concorde d`uomini di razze diverse, ma resi uguali nell`animo nel nome di Cristo, perché ai giusti insieme radunati, i quali vengono paragonati ai vitelli e agli agnelli, ai capretti e ai teneri fanciulli, nessun male faranno coloro che, in un tempo precedente, erano stati, sia uomini sia donne, feroci come bestie, d`aspetto e di costume, per la loro cupidigia. Alcuni di loro assomigliavano ai lupi e ai leoni, perché spogliavano i più deboli e facevano guerra ai loro simili... Ora riuniti nel mio nome [cioè di Cristo], formati dalla grazia di Dio a retti costumi, hanno mutato la loro natura selvatica e feroce. Questo è già avvenuto, giacché quelli che erano da prima i più perversi, fino a non tralasciare opera alcuna di iniquità, venuti a conoscenza di Cristo e credendo in lui, sono tanto mutati che, al di là del semplice dovere, non tralasciano opere sovrabbondanti di giustizia.

Grande è il mutamento che la fede in Cristo, Figlio di Dio, opera in coloro che credono in lui. L`espressione: "Elevatosi a dominare sulle genti" annuncia che, dopo la morte, risorgerà e verrà riconosciuto e creduto Figlio di Dio e re. Per questo motivo dice Isaia: "La sua risurrezione sarà gloriosa". Si pensa con ciò alla sua maestà, perché quando risorse fu glorificato come Dio.
Credente
00venerdì 19 settembre 2014 22:34
Legge e Vangelo (Dimostrazione della predicazione apostolica, 95-97)

Dio ha deciso di donare la sua eredità alle nazioni stolte, a uomini che non appartenevano alla città di Dio e non sapevano neppure che Dio esistesse. Ora che per questa chiamata ci è stata donata la vita, e che Dio ha ricapitolato in noi la fede di Abramo, non dobbiamo più tornare indietro, alla legge antica, perché abbiamo accolto in mezzo a noi il Maestro della legge, il Figlio di Dio, e per la fede in lui abbiamo appreso ad amare Iddio con tutto il nostro cuore e il prossimo come noi stessi. Ma l`amore di Dio esclude ogni peccato, e l`amore del prossimo non fa del male a nessuno.

Per tutto ciò, la legge non ci è più necessaria come pedagogo. Ora noi parliamo al Padre, ci intratteniamo con lui faccia a faccia, siamo diventati fanciulli quanto a malizia, saldamente confermati nella giustizia e nella modestia. Infatti, la legge non dovrà più ripetere: "Non commettere adulterio", a colui che non ha il minimo desiderio della donna d`altri: né: "Non ammazzare", a colui che ha eliminato completamente da sé la collera e l`ostilità; né: "Non desiderare il campo del tuo prossimo, il suo bue o il suo asino" a coloro che non hanno alcun desiderio di cose terrene, ma cercano di accumulare frutti per il cielo; né: "Occhio per occhio e dente per dente", a colui che non considera nessuno come nemico, ma tutti come suo prossimo, e che perciò non può alzare la mano per vendicarsi; la legge non reclamerà le decime da chi ha consacrato tutti i suoi beni a Dio, ha abbandonato il padre, la madre, la famiglia tutta, per seguire il Verbo di Dio. Non vi è più l`obbligo di non lavorare nel giorno di riposo, per chi fa sabato tutti i giorni, cioè tutti i giorni rende culto a Dio nel suo tempio, che è il corpo dell`uomo, e pratica la giustizia ad ogni ora. Io voglio la misericordia, egli dice, e non il sacrificio; la conoscenza di Dio più degli olocausti (Os 6,6). Ma chiunque invocherà il nome del Signore, costui sarà salvo (Gl 2,32). E non è stato dato altro nome del Signore sotto il cielo, per la salvezza degli uomini (At 4,12), se non il nome divino di Gesù Cristo, Figlio di Dio, cui obbediscono gli stessi demoni, gli spiriti malvagi e tutte le potenze ribelli.

Con l`invocazione del nome di Gesù Cristo crocifisso sotto Ponzio Pilato, Satana viene separato dagli uomini. In ogni luogo, dove qualcuno di quelli che credono in lui e fanno la sua volontà lo chiama invocandolo, Gesù gli si fa vicino e sta con lui, accogliendo le domande di chi lo invoca con purezza di cuore. Ricevuta così la salvezza, noi ringraziamo ogni giorno Dio che, nella sua immensa, insondabile sapienza, ci salva e annuncia dall`alto dei cieli la salvezza, che consiste nella venuta visibile di nostro Signore, cioè nella sua vita umana; salvezza che noi, abbandonati a noi stessi, non avremmo mai potuto ricevere. Ma ciò che è impossibile agli uomini è possibile a Dio. Parlando di essa, anche Geremia dice: Chi è salito in cielo, e si è impadronito di lei (la sapienza di Dio) e l`ha portata giù dalle nuvole? Chi ha varcato i mari e l`ha trovata e l`acquisterà a prezzo d`oro puro? Nessuno ha scoperto la sua via, nessuno ha conosciuto i suoi sentieri. Ma colui che tutto sa, la conosce nella sua sapienza, colui che ha creato la terra per un tempo eterno e la riempì di grassi quadrupedi; colui che manda la luce, ed essa si propaga; la richiama, ed essa gli obbedisce con tremore. Le stelle sono sorte per la loro veglia ed esultano; egli le chiama, ed esse dicono: Eccoci!; brillano con gioia per lui, che le ha fatte. Questi è il nostro Dio; nessuno può essere messo con lui a confronto; egli ha trovato tutte le vie con la sua mente, e l`ha data a Giacobbe, suo servo, a Israele, suo diletto. Poi essa apparve sulla terra, e ha vissuto con gli uomini. Questo è il libro dei comandi di Dio e della legge eterna; quanti la osserveranno avranno la vita; ma chi l`abbandonerà, morirà (Bar 3,29-4,1).

Chiama "Giacobbe e Israele" il Figlio di Dio, che ha ricevuto dal Padre ogni potere sulla nostra vita, e, una volta ricevuto, lo ha fatto discendere su noi che eravamo lontani da lui, quando è apparso sulla terra ed è vissuto tra gli uomini, congiungendo e unendo lo Spirito di Dio Padre con la carne da Dio formata affinché l`uomo fosse fatto a immagine e somiglianza di Dio.
Credente
00venerdì 19 settembre 2014 22:35
La vita dell`uomo consiste nella visione di Dio (Contro le eresie, 4,20,5-7)

Quelli che vedono Dio parteciperanno alla vita, perché lo splendore di Dio è vivificante. Per questo colui che è inafferrabile, incomprensibile e invisibile si offre alla visione, alla comprensione e al possesso degli uomini, per vivificare coloro che lo comprendono e lo vedono. Infatti la sua grandezza è imperscrutabile, e la sua bontà inesprimibile; ma attraverso di esse egli si mostra e dà la vita a quelli che lo vedono. E` impossibile vivere senza la vita, e la vita consiste essenzialmente nel partecipare a Dio, partecipazione che significa vedere Dio e godere della sua bontà.

Gli uomini dunque vedranno Dio e così vivranno: questa visione li renderà immortali e capaci di Dio. Questo è ciò che era stato rivelato in figura dai profeti: Dio può essere visto dagli uomini che portano il suo Spirito e aspettano senza stancarsi la sua venuta. Così dice infatti Mosè nel Deuteronomio: In quel giorno vedremo, perché Dio parlerà all`uomo e questi vivrà (Dt 5,24)...

Colui che opera in tutti, quanto alla sua potenza e grandezza, resta invisibile e inesprimibile per tutti gli esseri creati da lui; e tuttavia non è loro completamente sconosciuto, perché tutti arrivano, attraverso il suo Verbo, alla conoscenza dell`unico Dio Padre, che contiene tutte le cose e a tutte dà l`esistenza, come dice anche il Vangelo: Dio nessuno l`ha mai veduto; il Dio unigenito che è nel seno del Padre, egli lo ha rivelato (Gv 1,18).

Fin dal principio dunque il Figlio è il rivelatore del Padre, perché fin dal principio è col Padre: le visioni profetiche, la diversità dei carismi, i suoi ministeri, la glorificazione del Padre, tutto egli, nel tempo opportuno, ha fuso in melodia ben composta e armoniosa per l`utilità degli uomini. Dove infatti c`è composizione, c`è armonia; dove c`è armonia, c`è esatta misura di tempo, e dove c`è tempo opportuno, c`è utilità. Per questo il Verbo si è fatto dispensatore della grazia del Padre per l`utilità degli uomini, in vista dei quali ha compiuto tutta l`economia della salvezza, mostrando Dio agli uomini e collocando l`uomo a fianco di Dio; salvaguardando l`invisibilità del Padre perché l`uomo non arrivasse a disprezzare Dio e avesse sempre qualcosa da raggiungere, e nello stesso tempo rendendo Dio visibile agli uomini con l`insieme della sua economia, per impedire che l`uomo, privato totalmente di Dio, cessasse addirittura di esistere. Infatti la gloria di Dio è l`uomo vivente, e la vita dell`uomo consiste nella visione di Dio: se già la rivelazione di Dio attraverso la creazione dà la vita a tutti gli esseri che vivono sulla terra, quanto più la manifestazione del Padre attraverso il Verbo è causa di vita per coloro che vedono Dio!
Credente
00venerdì 19 settembre 2014 22:38
Il significato religioso dell`Antico Testamento (Contro le eresie, 4, 32,2)

Tutti gli apostoli hanno insegnato che vi sono state due alleanze per due diversi popoli, ma che unico e identico è Dio, il quale le ha sancite tutt`e due per il bene degli uomini; questi infatti hanno creduto in Dio nella misura loro concessa dall`alleanza... L`alleanza antica non è stata stipulata inutilmente, senza motivo o per caso. Essa infatti piegava sotto il servizio di Dio coloro cui era stata donata; e per il loro bene, perché Dio non ha bisogno del servizio degli uomini. Inoltre presentava la figura delle realtà celesti, perché l`uomo non poteva ancora vedere con i propri occhi le cose di Dio; offriva anche un`immagine anticipata delle realtà della Chiesa, per confermare la nostra fede e per annunciare profeticamente il futuro, insegnando così all`uomo che Dio conosce tutto.
Credente
00venerdì 19 settembre 2014 22:39
Il segno distintivo del corpo di Cristo (Contro le eresie, 4,33.7-8)

Giudicherà anche i creatori di scismi, che sono privi di amore per Dio e cercano il proprio interesse, non l`unità della Chiesa; per una causa piccola e qualsiasi fendono e dividono il grande e glorioso corpo di Cristo e, in quanto è loro dato, lo uccidono; parlano di pace e fanno guerra, davvero filtrano il moscerino e inghiottono il cammello: nessuna loro riforma è paragonabile alla rovina dello scisma.

Giudicherà tutti coloro che sono fuori della verità, cioè fuori dalla Chiesa. Ma egli, da nessuno è giudicato. Tutto in lui è saldo e immoto: verso l`unico Dio onnipotente, da cui viene tutto, ha fede piena; verso il Figlio di Dio, il Cristo Gesù, Signore nostro, per mezzo del quale viene tutto e verso le divine "economie", per cui egli si è fatto uomo, ha adesione ferma; e la ha anche verso lo Spirito di Dio, che dona la conoscenza della verità, che ha manifestato agli uomini - per il loro bene e nella misura propria a ogni generazione secondo il beneplacito del Padre - le economie del Padre e del Figlio.

E` questa la vera gnosi (conoscenza religiosa): la dottrina degli apostoli, tutto l`insegnamento antico della Chiesa nel mondo intero, il segno distintivo del corpo di Cristo, garantito dalla successione dei vescovi, e dai vescovi comunicato a ogni Chiesa particolare. Ciò che è giunto a noi, è la conservazione fedele delle Scritture, la loro esposizione integrale, senza aggiunte o detrazioni; la loro lettura priva di inganno, la loro spiegazione in tutto confacente, corretta, armoniosa, priva di pericolo o bestemmia; è infine il dono eccelso dell`amore, che è più prezioso della gnosi, più prezioso della profezia, superiore a tutti gli altri carismi.
Credente
00venerdì 19 settembre 2014 22:40
La vigna di Dio nell`Antico e Nuovo Testamento


(Contro le eresie, 4,36.2-3)

Dio piantò la vigna del genere umano quando modellò Adamo ed elesse i patriarchi. Poi l`affidò a dei coloni, quando dette la legge mosaica. La circondò con una siepe: cioè stabilì quale terra si sarebbe dovuta coltivare; costruì una torre: cioè elesse Gerusalemme; scavò un torchio: cioè preparò un ricettacolo per lo spirito profetico. Poi mandò i profeti prima dell`esilio di Babilonia; dopo l`esilio, ne mandò altri ancora in numero maggiore per richiedere i frutti e per dire al popolo: Ecco cosa dice il Signore: Raddrizzate le vostre vie, correggete le vostre abitudini; giudicate con giustizia, abbiate misericordia e pietà per ogni vostro fratello; non opprimete la vedova e l`orfano, lo straniero e il povero; nessuno di voi conservi in cuore il cruccio per la cattiveria del fratello; non amate il giuramento falso (Ger 7,3); lavatevi, purificatevi, togliete la malvagità dai vostri cuori qui sotto i miei occhi, siate giusti in giudizio, difendete chi è oppresso, giudicate l`orfano e rendete giustizia alla vedova; poi venite e discuteremo insieme, dice il Signore (Zc 8,17); e ancora: frena la tua lingua dal male e le tue labbra non dicano parole perfide; allontanati dal male e fa` il bene, cerca la pace e seguila (Sal 33,14-15). Con questi ammonimenti i profeti richiedevano il frutto di giustizia.

Ma quelli non credettero; perciò il Padre alla fine mandò suo Figlio, il Signor nostro Gesù Cristo. Allora i cattivi vignaioli lo uccisero e lo gettarono fuori dalla vigna. Perciò il Signore Iddio diede questa vigna - non più limitata, ma estesa a tutto il mondo - ad altri coloni, che rendono il frutto a suo tempo. La torre di elezione rifulge dappertutto nella sua bellezza, perché dappertutto risplende la Chiesa; dappertutto è scavato il torchio, perché dappertutto vi è chi riceve lo Spirito di Dio. Quelli poi che hanno rifiutato il Figlio di Dio, e dopo averlo ucciso lo hanno gettato fuori dalla vigna, Iddio li ha giustamente riprovati; ha dato il suo campo ai pagani, che erano fuori dalla vigna, perché lo mettano a coltura. Proprio come dice il profeta Geremia: Il Signore ha riprovato e rigettato la gente che agisce così: i figli di Giuda infatti hanno compiuto il male al mio cospetto, dice il Signore (Ger 7,29-30). E in un altro passo: Ho stabilito per voi le sentinelle; ascoltate il suono della tromba. Ma risposero: Non lo ascolteremo. Per questo lo ascoltarono le genti, e quelli che tra di esse pascolano il gregge (Ger 6,17-18). C`è dunque un solo e identico Dio Padre, che piantò la vigna, liberò il popolo e inviò i profeti; e che ha poi mandato suo Figlio e affidato la vigna ad altri coloni, a coloro che gli rendono il frutto a tempo debito.

Per questo diceva il Signore ai suoi discepoli - allo scopo di fare di noi buoni operai -: Badate a voi e vigilate sempre in ogni circostanza; il vostro cuore non si aggravi nei banchetti, nell`ubriachezza e nelle occupazioni terrene, tanto che vi cada addosso all`improvviso quel giorno: giungerà infatti come un laccio su tutti coloro che stanno sulla faccia della terra; abbiate perciò i fianchi recinti e tenete accese le vostre lanterne; siate simili a coloro che aspettano il loro padrone. Come è avvenuto ai giorni di Noè - mangiavano e bevevano, compravano e vendevano, prendevano moglie e marito e non sospettavano di nulla, fino a quando Noè entrò nell`arca, venne il diluvio e uccise tutti - e come avvenne ai giorni di Lot - mangiavano e bevevano, comperavano e vendevano, piantavano e edificavano; ma quando Lot uscì da Sodoma piovve il fuoco dal cielo e uccise tutti - così accadrà alla venuta del Figlio dell`uomo (Lc 17,26-30). Vigilate perciò, perché non sapete in che giorno verrà il vostro Signore (Mt 24,42). Con ciò egli proclama che vi è un unico e solo Signore: al tempo di Noè, per la disobbedienza degli uomini, egli fece venire il diluvio; al tempo di Lot, per l`enormità dei peccati degli abitanti di Sodoma, fece piovere il fuoco dal cielo; e alla fine, per una simile disobbedienza e per simili peccati, farà venire il giorno del giudizio. In quel giorno vi sarà meno rigore per Sodoma e Gomorra che per la città e la casa che non avranno accolto la parola dei suoi apostoli. Ce lo dice lui: E tu, o Cafarnao, ti innalzerai fino al cielo? Anzi, discenderai agli inferi! Perché se a Sodoma fossero stati operati i prodigi avvenuti in te, avrebbe continuato ad esistere fino ad oggi. In verità vi dico: ci sarà più clemenza per Sodoma nel giorno del giudizio, che per voi (Mt 11,23).
Credente
00venerdì 19 settembre 2014 22:41
Le tenebre sono colpa e sono pena (Contro le eresie, 4,39.4)

Dio, che conosce tutto in anticipo, ha preparato per tutti una dimora conveniente: per quelli che cercano la luce della incorruttibilità e verso di essa corrono, dona benigno proprio la luce che bramano; a coloro invece che la disprezzano e che la sfuggono, quasi accecando se stessi, ha preparato l`oscurità che si addice a chi si oppone alla luce. In questo modo egli castiga chi non resta a lui soggetto. La soggezione a lui, invece, è un riposo eterno, mentre quelli che gli negano l`obbedienza, trovano un luogo degno della loro fuga. Tutti i beni sono presso Dio, perciò tutti coloro che fuggono da Dio si privano di tutti i beni, e cadranno sotto il giusto giudizio divino. Chi fugge la pace, è giusto che rimanga nel travaglio, e chi fugge la luce, è giusto che abiti nelle tenebre. Come avviene per questa luce corporea, che chi la fugge si consegna da se stesso alle tenebre, e perciò, se è privo di luce, se abita nelle tenebre la colpa è sua, e non della luce, così chi fugge la luce eterna di Dio che contiene in sé tutti i beni, se si trova nelle tenebre, privo di tutti i beni, la colpa è sua, perché da sé ha scelto una tale dimora.
Credente
00venerdì 19 settembre 2014 22:42
Risurrezione per la carne e il sangue di Cristo (Contro le eresie, 5,2,2-3)

Sono completamente stolti quelli che disprezzano tutta l`economia di Dio e negano la salvezza della carne e ne spregiano la rigenerazione, dicendo che essa non è capace di incorruttibilità. Ma se questa non si salva, né il Signore ci ha redento davvero col suo sangue, né il calice eucaristico è comunicazione del suo sangue, né il pane che spezziamo è la comunione del suo corpo. Non c`è infatti sangue se non dalle vene, dalle carni e dalla rimanente sostanza dell`uomo, quale veramente si è fatto il Verbo di Dio; egli col suo sangue ci ha redento, come dice l`Apostolo: Nel quale abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati mediante il suo sangue (Col 1,14). E poiché siamo sue membra, ci nutriamo con le sue creature. Egli infatti ce le offre: fa sorgere il suo sole e fa cadere la sua pioggia come a lui piace. Egli ha affermato che il calice, il quale è sua creatura, è il suo sangue sparso per noi, con cui aumenta il nostro sangue; e che il pane, il quale appartiene al creato, è il suo corpo, con il quale alimenta i nostri corpi.

Se dunque il calice mescolato e il pane preparato ricevono il Verbo di Dio, e si compie così l`eucaristia del sangue e del corpo di Cristo, con cui cresce e si rafforza la sostanza della nostra carne, come possono negare che la carne può accogliere il dono di Dio, che è la vita eterna? Essa si nutre del sangue e del corpo di Cristo, è membro di lui. Lo dice il beato Apostolo nella lettera agli Efesini: Siamo membra del suo corpo, della sua carne e delle sue ossa (Ef 5,30). Non parla di un corpo invisibile e spirituale - uno spirito infatti non ha né ossa né carne (Lc 24,39) -, ma di un vero organismo umano che consta di carne, nervi e ossa, e che si nutre del calice che è il suo sangue e cresce con il pane che è il suo corpo.

Come il legno della vite, piantato in terra, dà frutto a suo tempo, come il grano di frumento, caduto in terra e marcito, sorge molteplice per opera dello Spirito di Dio che tutto contiene - vite e frumento che, per la sapienza di Dio, servono alla vera utilità dell`uomo, perché accogliendo la parola di Dio diventano l`eucaristia che è il corpo e il sangue di Cristo -, allo stesso modo i nostri corpi, nutriti dell`eucaristia, deposti in terra e qui dissolti, risorgeranno a suo tempo perché il Verbo di Dio elargirà loro la risurrezione a gloria di Dio Padre. Egli circonda dell`immortalità questo corpo mortale e dona gratuitamente l`incorruttibilità a questo corpo corruttibile, perché la virtù di Dio si mostra nella debolezza. E questo affinché non ci avvenga di gonfiarci, come se avessimo da noi stessi la vita, e di innalzarci contro Dio con animo profondamente ingrato. E sapendo che per sua magnanimità e non per nostra natura vivremo in eterno, affinché non succeda mai che menomiamo la sua gloria. E neppure che ignoriamo la nostra natura, ma che ci rendiamo conto di quanto Dio può e di quanti benefici l`uomo può ricevere, e non ci capiti di errare nella valutazione della realtà, cioè del rapporto tra Dio e l`uomo. Dio, come abbiamo detto, non ha forse tollerato che ci dissolvessimo nella terra, affinché fossimo perfettamente istruiti e in futuro pienamente coscienti così da non misconoscere la nostra posizione di fronte a lui?
Credente
00sabato 20 settembre 2014 17:30
L`uomo nella sua totalità è formato di corpo, anima e Spirito

(Contro le eresie, 5,6)

Dio sarà glorificato nella sua creatura, conformata e modellata sul proprio Figlio, poiché per le mani del Padre - che sono il Figlio e lo Spirito - l`uomo nella sua interezza, e non in una sua parte sola, diventa simile a Dio. L`anima e lo Spirito costituiscono una parte dell`uomo, e non tutto l`uomo; l`uomo perfetto infatti risulta dalla compenetrazione e dall`unione dell`anima, che accoglie lo Spirito del Padre, con la carne, creata anch`essa a immagine di Dio... La carne strutturata, da sola, non è l`uomo completo, ma solo il corpo dell`uomo, cioè una parte dell`uomo. Ma neppure l`anima da sola costituisce tutto l`uomo: è l`anima dell`uomo, cioè una sua parte. E neppure lo spirito è l`uomo: si tratta appunto dello spirito, non di tutto l`uomo. Solo la fusione, l`unione e l`integrazione di questi elementi costituisce l`uomo perfetto.

Per questo l`Apostolo, spiegando il suo pensiero, parlò dell`uomo redento, perfetto e spirituale, con queste parole, nella prima lettera ai Tessalonicesi: Il Dio della pace santifichi voi e vi renda perfetti, serbando intatti e senza biasimo il vostro spirito, l`anima e il corpo, per la venuta del Signore Gesù Cristo (1Ts 5,23). Che motivo aveva di augurare la perfetta conservazione, per la venuta del Signore, appunto dell`anima, del corpo e dello spirito, se non avesse saputo che l`intima unione di questi tre elementi altro non è che la loro salvezza? E perfetti sono appunto coloro che presentano questi tre elementi uniti, senza meritare rimprovero alcuno. Perfetti sono quindi quelli che hanno costantemente in sé lo Spirito, e custodiscono, evitando ogni biasimo, l`anima e il corpo, conservando la fede in Dio e osservando la giustizia verso il prossimo.

Perciò l`Apostolo ci dice anche che la creatura è tempio di Dio: Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Chi profana il tempio di Dio sarà da lui sterminato: il tempio di Dio, che siete voi, è santo (1Cor 3,16-17). Evidentemente chiama tempio di Dio il corpo, in cui abita lo Spirito. Anche il Signore dice di se stesso: Distruggete questo tempio e in tre giorni lo riedificherò (Gv 2,19). E non solo come templi, ma come templi di Cristo designa egli i nostri corpi, dicendo ai Corinti: Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Prenderò dunque le membra di Cristo e ne farò membra di meretrice (1Cor 6,15)... Per questo ha detto: Chi profana il tempio di Dio sarà sterminato da Dio (1Cor 3,17). E` dunque certamente una bestemmia dire che il tempio di Dio in cui abita lo Spirito del Padre, che le membra di Cristo non possono sperare redenzione alcuna, ma andranno senz`altro in perdizione. Che poi i nostri corpi risusciteranno non per la loro natura, ma per la potenza di Dio, egli lo dice ai Corinti: Il corpo non è per la fornicazione, ma per il Signore, e il Signore per il corpo. Dio ha risuscitato il Signore e risusciterà noi pure con la sua potenza (1Cor 6,13-14).
Credente
00sabato 20 settembre 2014 17:31
Lo Spirito di Dio supera la debolezza della carne

(Contro le eresie, 5, 9,2-4)

Coloro che temono Dio, che credono nella venuta del suo Figlio e che con la fede tengono in cuore lo Spirito divino, sono veramente uomini, sono mondi, spirituali e vivono per Dio, perché posseggono lo Spirito del Padre che purifica l`uomo e lo solleva alla vita divina. Il Signore attesta che la carne è debole e lo Spirito è pronto, cioè che può fare tutto ciò che è in suo potere. Se a ciò che è in potere dello Spirito si unisce la debolezza della carne, necessariamente ciò che è forte supera ciò che è debole, e così la debolezza della carne viene assorbita nella forza dello Spirito. Chi si trova in questa situazione, non è carnale, ma è spirituale, perché unito allo Spirito. Quando perciò i martiri rendono la loro testimonianza e disprezzano la morte, non agiscono secondo la debolezza della loro carne, ma nella forza dello Spirito. La debolezza della carne è assorbita dalla potenza dello Spirito; e lo Spirito che così assorbe la debolezza della carne possiede in sé la carne come sua eredità. Di questi due elementi è costituito l`uomo vivente, vivente perché partecipe dello Spirito, uomo, poi, per la sostanza della sua carne.

Dunque la carne, senza lo Spirito di Dio, è morta, non ha la vita, non può possedere il regno di Dio; il suo sangue è inanimato, come acqua versata in terra. Per questo dice Paolo: Qual è il primo Adamo terrestre, tali sono anche i terrestri (1Cor 15,48). Ma dove è lo Spirito del Padre, ivi l`uomo vive, il suo sangue è vitale e Dio lo custodisce e lo vendicherà; la carne posseduta dallo Spirito è dimentica di sé, assume le qualità dello Spirito, diviene conforme al Verbo di Dio. Per questo Paolo dice: Come abbiamo portato l`immagine di colui che viene dalla terra, così porteremo l`immagine di colui che viene dal cielo (1Cor 15,49). Ma chi è che viene dalla terra? Il corpo plasmato. E chi dal cielo? Lo Spirito. Come dunque - dice egli - siamo vissuti una volta senza lo Spirito celeste, nella vetustà della carne, nella disobbedienza a Dio, così ora, ricevuto lo Spirito, camminiamo in novità di vita nell`obbedienza a Dio.

Senza lo Spirito di Dio non possiamo salvarci; perciò l`Apostolo ci esorta a conservarlo con la fede e con la vita santa, per non perdere, altrimenti, il regno dei cieli. Per questo ci grida che la carne, da sola, e il sangue non possono possedere il regno di Dio.

Però, a dire il vero, la carne non possiede, ma è posseduta; per questo il Signore dice: Beati i miti, poiché essi possederanno in eredità la terra (Mt 5,5); cioè verrà da loro posseduta e signoreggiata quella terra da cui proviene la sostanza della nostra carne. Per questo egli vuole che il tempio di Dio sia mondo, perché lo Spirito divino gioisca di lui come lo sposo della sposa. La donna non può prendere in sposo il suo uomo; può invece esser presa sposa quando il suo uomo viene e la prende con sé. Così la carne in se stessa, cioè da sola, non può possedere in eredità il regno di Dio; ma può ben essere posseduta come regno dallo Spirito. Ciò che è morto, non può possedere in eredità: altro è poi possedere, e altro è esser posseduti in eredità. Chi possiede, domina, signoreggia, dispone di ciò che possiede come vuole; ciò che è posseduto obbedisce, è soggetto, è sotto il potere di chi lo possiede. Ora, cosa è che vive? Evidentemente lo Spirito di Dio. Cosa è, invece, che è morto? E` chiaro: le membra dell`uomo che si corrompono nella terra. Queste saranno possedute dallo Spirito e trasferite nel regno dei cieli.
Credente
00sabato 20 settembre 2014 17:32
L`esempio dell`olivo e dell`oleastro (Contro le eresie, 5,10-11)

Perché poi non ci allietiamo nella carne, rifiutando l`innesto nello Spirito: Ma tu, che sei oleastro, ci dice, sei stato innestato in buon ulivo e sei diventato come lui oleoso (Rm 11,17). Se infatti l`oleastro innestato continua ad essere ciò che era, viene tagliato e gettato al fuoco; se invece tiene l`innesto e si tramuta in olivo buono, diventa fruttifero, come fosse piantato nel giardino del re. Così gli uomini, se per la fede assumono in sé lo Spirito di Dio, portano i suoi frutti, diventano spirituali, piantati quasi nel giardino di Dio. Se invece rigettano lo Spirito e continuano ad essere ciò che erano, preferendo rimanere carne anziché diventare spirito, di loro si dirà ben giustamente che la carne e il sangue non possiedono il regno di Dio; è come se si dicesse che l`ulivo selvatico non può essere piantato nel giardino di Dio.

E` mirabile il modo con cui l`Apostolo mostra la nostra natura e tutta l`economia di Dio nel discorso che ci fa sulla carne e sul sangue, e soprattutto in quello sull`oleastro. Un ulivo trascurato, abbandonato a se stesso per un po` di tempo, comincia a portare frutti selvatici e diventa da sé oleastro; l`oleastro poi, coltivato con cura e innestato, torna a portare i frutti della sua prima natura. Così è degli uomini. Abbandonati a se stessi, non sanno produrre che i frutti selvatici della loro concupiscenza carnale; da se stessi non portano nessun frutto di giustizia. Oltre a ciò, mentre gli operai dormono, il nemico semina la zizzania; e per questo il Signore ha esortato i suoi discepoli alla vigilanza. Ma questi uomini che non portano frutto di giustizia e sono tutti immersi nella loro sensualità, se vengono curati e ricevono quasi l`innesto del Verbo di Dio, tornano alla loro primigenia natura di uomo, quella fatta a immagine e a somiglianza di Dio.

Come poi l`oleastro innestato non perde la sostanza del legno, ma muta soltanto la qualità dei frutti e viene chiamato in altro modo - non più oleastro, cioè, ma ulivo buono, perché lo è -, così l`uomo che ha ricevuto l`innesto della fede e accolto lo Spirito di Dio, non perde la sostanza della sua carne, mentre muta la qualità delle sue opere. Egli poi riceve un`altra denominazione, la quale specifica la sua trasformazione; non viene detto più sangue, ma uomo spirituale, perché lo è. Ma l`oleastro, se non accoglie l`innesto e continua a essere inutile per il suo padrone data la sua natura selvatica, viene tagliato, perché non porta frutto, come legna da fuoco. Così anche l`uomo che non accoglie l`innesto dello Spirito attuantesi nella fede, e continua ad essere ciò che era, cioè carne e sangue, non può ereditare il regno di Dio. Giustamente perciò l`Apostolo dice: La carne e il sangue non possono ereditare il regno di Dio; e: Coloro che sono nella carne, non possono piacere a Dio (Rm 8,8). Non nega la sostanza della carne, ma nega l`infusione dello Spirito. Sempre per questo motivo dice: E` necessario che questo corpo mortale si vesta di immortalità, e questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità (1Cor 15,53), e ancora: Ma voi non siete nella carne, ma nello Spirito, poiché lo Spirito di Dio abita in voi (Rm 8,9). E mostra tutto ciò ancor più chiaramente quando dice: Il corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. Se poi lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti vivificherà anche i vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita voi (Rm 8,10). E ancora, nella lettera ai Romani, dice: Se vivete secondo la carne, cominciate già a morire (Rm 8,13). Non nega che essi in realtà fossero nella carne, poiché egli stesso viveva nella sua carne quando scriveva loro; ma voleva staccarli dalle voglie della carne, perché sono queste che uccidono l`uomo. Per questo ha soggiunto: Ma se con lo spirito mortificate le opere della carne, vivrete. Tutti coloro infatti che si lasciano condurre dallo Spirito di Dio, sono figli di Dio (Rm 8,14).

Prevedendo poi gli errori degli increduli, manifesta con tutta chiarezza quali sono le opere che egli dice "carnali"; espone la propria situazione per non lasciare pretesti a coloro che avrebbero parlato male di lui. Scrive dunque nella lettera ai Galati: Sono poi ben note le opere della carne, cioè fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, malefizi, inimicizie, contese, gelosie, ira, caparbietà, discordia, fazioni, invidia, ubriachezza, orge e cose simili a queste, che - ve lo preannunzio come già l`ho preannunziato - chi le commette non possiederà il regno di Dio (Gal 5,19-20). Ecco dunque chiarito inequivocabilmente, per chi lo vuole ascoltare, che significa: "La carne e il sangue non possono ereditare il regno di Dio". Chi agisce così, cammina davvero nella carne, non può vivere per Dio. Parla poi degli atti spirituali che vivificano gli uomini, cioè dell`innesto dello Spirito, dicendo: Il frutto dello Spirito, invece, è carità, gioia, pace, pazienza, affabilità, bontà, fedeltà, dolcezza, temperanza; contro tutto ciò, non v`è legge (Gal 5,23).

Chi dunque migliora e porta i frutti dello Spirito, si salva proprio per la sua unione allo Spirito; chi continua invece nelle opere della carne surriferite, resta davvero carnale e non accoglie lo Spirito di Dio: non può certo possedere il regno dei cieli. Lo attesta ancora l`Apostolo, dicendo ai Corinti: Non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi - dice - né i fornicatori né gli idolatri né gli adulteri né gli effeminati, né i sodomiti né i ladri né i cupidi né gli ubriaconi né i maldicenti né i rapaci avranno parte al regno di Dio; e tutto ciò - continua - anche voi lo foste; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e mediante lo Spirito del nostro Dio (1Cor 6,9-10). Mostra con tutta chiarezza, dunque, cosa è che uccide l`uomo, se continua a vivere secondo la carne, e cosa è che lo salva. Lo salvano, ci dice, il nome del Signore nostro Gesù Cristo e lo Spirito del nostro Dio.
Credente
00sabato 20 settembre 2014 17:33
Legame tra Cristo e la creazione (Contro le eresie, 5,18.2-3)

Il Padre sostiene insieme la creazione e il suo Verbo, e questi, sostenuto dal Padre, comunica a tutti lo Spirito, come il Padre vuole: ad alcuni, come semplici creature, nella loro esistenza; ad altri, generati da Dio, nella loro divina adozione. Da ciò ne risulta che Dio Padre è sopra tutto, per tutto e in tutto. Sopra di tutto è il Padre, perché è il capo di Cristo; per tutto è il Verbo, che è il capo della Chiesa; in noi tutti, poi, è lo Spirito, che è "acqua viva" che il Signore comunica a coloro che credono in lui, che lo amano e sanno che vi è un unico Padre sopra di tutto, per tutto e in tutti noi (Ef 4,6)...

Il vero creatore del mondo è il Verbo di Dio, cioè il Signore nostro, che negli ultimi tempi si è fatto uomo in questo mondo, mentre invisibilmente contiene in sé tutte le creature ed è impresso in tutta la creazione come Verbo di Dio, che tutto governa e dirige: egli venne in modo visibile, si fece carne e fu appeso al legno per ricapitolare in sé ogni cosa: "Ma i suoi non lo accolsero"... "Mentre a coloro che lo accolsero diede il potere di diventare figli di Dio". Egli, infatti, ha ricevuto dal Padre ogni potere come Verbo di Dio e vero uomo... Egli stabilisce che ogni realtà continui nel suo ordine, egli regna visibilmente su ogni cosa visibile e umana, e giudica tutti con giustizia. In questo senso Davide dice: Il nostro Dio verrà palesemente, e non tacerà (Sal 49,3). E soggiunge, riferendosi al giudizio che egli terrà: Il fuoco arderà davanti a lui e attorno a lui vi sarà un turbine violento; chiamerà il cielo dall`alto e la terra, per giudicare il suo popolo (Sal 49,4).
Credente
00sabato 20 settembre 2014 17:34
La luce di Dio ci viene comunicata solo dalla Chiesa

(Contro le eresie, 5,20,1)

I sentieri di coloro che appartengono alla Chiesa conducono a tutto il mondo, perché la tradizione apostolica è ferma e sicura. Essa mostra chiaramente a noi tutti che unica e identica è la fede di tutti coloro che ammettono un solo Dio Padre, che credono nell`identica economia dell`incarnazione del Figlio di Dio, che conoscono gli stessi doni dello Spirito Santo, che osservano gli stessi precetti, che conservano la stessa costituzione ecclesiale, che aspettano la stessa venuta del Signore; essi attendono un`identica salvezza per tutto l`uomo, cioè per l`anima e il corpo. Vera e sicura è la predicazione della Chiesa, che segue apertamente e in tutto il mondo una sola e identica via di salvezza. Ad essa è stata affidata la luce di Dio, e per questo motivo la sapienza di Dio, che salva tutti gli uomini, canta all`uscita delle strade, si mostra disinvolta nelle piazze, predica dall`alto dei muri e parla continuamente alle porte della città (Pr 1,20). Infatti la Chiesa predica la verità dappertutto: è la lucerna a sette braccia, che diffonde lo splendore di Cristo.
Credente
00sabato 20 settembre 2014 17:36
L`autorità è al servizio di Dio (Contro le eresie, 5, 29,1-3)

Non è il demonio che stabilisce i regni di questo mondo, ma è Dio: Il cuore del re è in mano di Dio (Pr 21,1), dice il Verbo; e ancora, per bocca di Salomone: Per mia disposizione i re regnano e i potenti amministrano la giustizia (Pr 8,15). Anche l`apostolo Paolo parla di ciò, dicendo: Siate soggetti alle autorità costituite, perché non vi è autorità se non da Dio. Quelle che esistono, infatti, esistono per disposizione di Dio (Rm 13,1), e ancora, parlando sempre dell`autorità, dice: Non è senza motivo che porta la spada: è ministra di Dio, incaricata di castigare chiunque opera il male (Rm 13,4). Non ha detto ciò delle potestà angeliche, né dei dominatori invisibili, come osano interpretare alcuni; ma lo ha detto proprio delle autorità terrene, perché soggiunge: Per questo pagate i tributi, infatti sono ministri di Dio e, in ciò, compiono un servizio (Rm 13,6). Anche il Signore ha confermato tutto ciò: egli non obbedì alle imposizioni del diavolo, ma diede ordine ai suoi di pagare il tributo per lui e per Pietro, perché le autorità sono "ministri di Dio e, in ciò, compiono un servizio".

Poiché l`uomo, lontano da Dio, è giunto a tal punto di efferatezza da considerare nemico anche il fratello, da abbandonarsi alle risse, all`avarizia, all`omicidio senza timore alcuno, Dio lo ha assoggettato al timore degli uomini - dato che non conosce timore di Dio -, dominato così da un`autorità umana, vincolato dalle sue leggi, segue in qualche modo la giustizia, si modera nei confronti degli altri uomini, per timore della spada pubblicamente ostentata, come dice l`Apostolo: "Non è senza motivo che porta la spada: è ministra di Dio, incaricata di castigare chiunque opera il male". Per questo ai magistrati, che amministrano la giustizia ammantati della legge, non verrà chiesto conto né verrà inflitta pena per ciò che fanno, se pur agiscono con giustizia e legalità; ma se danno disposizioni dannose alla giustizia, inique, empie, illegali, se si comportano da tiranni, troveranno la morte, perché il giusto giudizio di Dio giunge a tutti con somma imparzialità né mai viene meno. Dio dunque costituisce i regni terreni per il bene delle genti, non certo il diavolo che non ha pace e non vuole che le genti vivano in pace. Dio ha stabilito l`autorità perché gli uomini, temendo il potere terreno, non si divorino l`un l`altro come pesci, ma, stimolati dall`emanazione delle leggi, accantonino le molteplici espressioni di ingiustizia che vediamo tra le genti. In questo senso sono "ministri di Dio" coloro che esigono da noi i tributi, e in questo senso "compiono un servizio".

Dunque: le autorità costituite sono stabilite da Dio. E` chiaro perciò che il diavolo mentisce quando dice: Tutti i regni sono stati dati a me, e io li do a chi voglio (Lc 4,6). Per volere di colui, al cui cenno gli uomini nascono, vengono costituiti i re; ed essi sono adatti a coloro su cui devono regnare. Alcuni di loro, infatti, vengono dati al loro popolo per il bene, per il progresso dei sudditi e perché tra di questi viga la giustizia; altri invece, per incutere loro timore, per castigarli e punirli; altri, infine, per deriderli, oltraggiarli, opprimerli: a tutti come ne sono degni. Il giusto giudizio di Dio, come abbiamo detto, raggiunge tutti con somma imparzialità. Ma il diavolo, che è un angelo apostata, può solo ciò che fece anche all`inizio [in paradiso]: sedurre l`uomo, inducendolo a trasgredire i precetti di Dio; accecare, a poco a poco, la mente di chi si sforza di servirlo, facendogli dimenticare il Dio vero e istigandolo ad adorare lui stesso come se fosse Dio.
Credente
00sabato 20 settembre 2014 17:37
La felicità e lo splendore della nuova terra (Contro le eresie, 5,34-35)

Ezechiele annuncia chiaramente la gioia alla risurrezione dei giusti, dicendo: Ecco, aprirò i vostri sepolcri e vi farò uscire dalle vostre tombe; libererò il mio popolo dalle sepolture. Vi darò lo spirito e vivrete; vi stabilirò sulla vostra terra, e comprenderete che io sono il Signore (Ez 37,12-14). E ancora: Questo dice il Signore: "Raccoglierò Israele da tutte le genti ove è stato disperso, e mostrerò la mia grandezza in loro, al cospetto di tutti gli uomini. Li farò abitare sulla loro terra che diedi a Giacobbe mio servo, vi dimoreranno nella speranza, edificheranno case, pianteranno vigne, vi dimoreranno sicuri, il giorno in cui farò giustizia di tutti coloro che li avevano disprezzati, di tutti coloro che li circuivano, ed essi conosceranno che io sono il Signore, il loro Dio, che sono il Dio dei loro padri" (Ez 28,25-26).

Isaia dichiara che, per volere di Dio, ogni creatura crescerà e prospererà, per portare frutti e nutrimento tanto abbondanti: Su ogni monte eccelso, su ogni colle elevato scorrerà acqua in quei giorni, molti periranno e le mura saranno distrutte. La luce della luna sarà come la luce del sole, il giorno sarà sette volte più chiaro, quando il Signore curerà l`afflizione del suo popolo, e ne guarirà le piaghe dolorose (Is 30,25-26). Il dolore di queste piaghe è quello con cui fu afflitto l`uomo che all`inizio disobbedì in Adamo, cioè la morte, da cui Dio ci guarirà risuscitandoci alla vita e restituendoci all`eredità dei padri, come dice Isaia: Avrai fiducia nel Signore ed egli ti farà entrare nella sua terra ti darà il cibo colto dal terreno ereditato da Giacobbe, padre tuo (Is 58,14). Tutto ciò viene espresso anche dal detto del Signore: Beati quei servi che il Signore, di ritorno, troverà vigilanti. Vi dico in verità che egli si cingerà, li farà accomodare e passerà a servirli. E se verrà alla veglia vespertina e li troverà vigilanti, beati loro, perché li farà accomodare e li servirà. E anche se verrà alla seconda o alla terza veglia, sono beati (Lc 12,37-38)... E anche Daniele ripete ciò: Il dominio, la potenza, l`onore è stato dato ai santi del Dio altissimo; il suo regno è eterno e tutti i prìncipi lo serviranno e gli obbediranno (Dn 7,27). E perché non si creda che questa promessa si riferisca ai nostri tempi, il profeta aggiunge: E tu va` alla fine e riposa; poi sorgerai per ricevere la tua sorte alla fine dei giorni (Dn 12,13).

Ora, le promesse sono state fatte non solo ai profeti e ai patriarchi, ma anche alle Chiese radunate tra le genti, Chiese che lo Spirito Santo chiama isole, perché, esposte alle tempeste delle bestemmie, sono porto di salvezza ai naviganti in pericolo, e offrono rifugio a chi ama le altezze e si sforza di fuggire l`abisso dell`errore. Dice infatti Geremia: Udite, o genti, la parola di Dio e fatela sentire alle isole più lontane. Dite: "Colui che ha disperso Israele, ora lo custodisce come un pastore il suo gregge". Infatti il Signore ha redento Giacobbe, lo ha liberato dalle mani di uno più forte. Verranno festanti al monte di Sion, raggianti di gioia per i beni del Signore; per il frumento, per il vino, per l`olio, per i parti dei greggi e degli armenti. Il loro animo sarà come un albero fruttuoso e non avranno afflizione. Allora si allieterà nella danza la vergine, i giovani e i vecchi godranno; muterò il loro lutto in gioia, li riempirò di letizia, li glorificherò e impinguerò l`animo dei sacerdoti figli di Levi, e il mio popolo si sazierà dei miei beni (Ger 31,10-14)...
Credente
00sabato 20 settembre 2014 17:47
Il regno dei santi (... ibid c.s.)
Sul regno dei santi dice Geremia: Guarda a oriente, Gerusalemme, e vedi la gioia che ti viene proprio da Dio. Ecco, tornano i tuoi figli che hai redento, si radunano tutti, dall`oriente all`occidente, alla sua santa parola, lieti per lo splendore del tuo Dio. Togli, o Gerusalemme, l`abito del tuo lutto e del tuo dolore; vestiti della magnificenza che ti viene dal tuo Dio, dello splendore eterno; indossa il doppio abito della giustizia di Dio e mettiti sul capo la mitra di una gloria eterna. Dio mostrerà a chiunque sia sotto il cielo tutto il tuo fulgore; egli, per sempre ti chiamerà col nome: "Pace-al-giusto" e "Gloria-a-chi-onora-Dio". Sorgi, Gerusalemme, sali in alto e guarda a oriente; vedi i tuoi figli radunati dal sorgere del sole fino all`occidente, nella sua santa parola, lieti perché Dio si è ricordato di loro. Erano partiti a piedi da te, quando i nemici li deportarono. Dio li condurrà a te portati con gloria, come su trono regale. Egli infatti ha decretato che ogni monte eccelso sia spianato, che le valli siano riempite, perché il cammino sia piano e Israele vi proceda sicuro, a gloria di Dio. Anche le selve e ogni albero odoroso spanderanno ombra a Israele, per comando di Dio. Dio infatti precederà nella gloria del suo splendore, insieme con la misericordia e la giustizia che vengono da lui (Bar 4,36-5,9).

Queste, e tutte le espressioni simili, non si possono intendere di ciò che sta al di sopra dei cieli; infatti si dice: "Il Signore mostrerà a chiunque sta sotto il cielo tutto il suo fulgore". Si tratta invece del tempo del regno, quando la terra sarà rinnovata da Cristo, quando Gerusalemme sarà riedificata sul modello della Gerusalemme di lassù... Giovanni nell`Apocalisse l`ha vista discendere, tutta nuova sulla terra... Vidi un cielo nuovo e una terra nuova; il cielo e la terra di prima, infatti, erano spariti, e anche il mare non era più. E vidi la città santa, la Gerusalemme nuova, che discendeva dal cielo, preparata come sposa adorna per il suo sposo. E udii una gran voce dal trono che diceva: "Ecco la tenda di Dio tra gli uomini; egli abiterà con loro: essi saranno il suo popolo, e Dio stesso sarà il loro Dio. Egli cancellerà ogni lacrima dai loro occhi, non vi sarà più morte, non più lutto o gemito, non vi sarà più dolore, perché tutto ciò che era prima è passato" (Ap 21,1-4). Lo stesso ripete anche Isaia: Vi sarà infatti un cielo nuovo e una terra nuova; non si ricorderanno più del passato, che più non li affliggerà in cuor loro, in essa avranno letizia ed esultanza (Is 65,17-18)... Non si può affatto dare un`interpretazione allegorica a ciò: tutto è certo, è vero, è concreto, ed è stato voluto da Dio per la gloria degli uomini giusti. Come è veramente Dio che fa risuscitare l`uomo, così è veramente l`uomo che risuscita dai morti; non in modo allegorico, come abbiamo ripetutamente mostrato. E come risorge veramente, così veramente si allenerà all`incorruttibilità, aumenterà e si rinvigorirà, nel tempo del Regno, per potere accogliere poi la gloria del Padre. Quando poi tutto sarà rinnovato, egli abiterà veramente nella città di Dio.
Credente
00sabato 20 settembre 2014 17:50
Passa la figura di questo mondo (Contro le eresie, 5,36)

La sostanza, la realtà del creato non viene distrutta (è vero e saldo colui che l`ha costituita), ma passa la figura di questo mondo (1Cor 7,31), quello cioè in cui vi è stato il peccato, e nel quale l`uomo è invecchiato. Per questo la "figura di questo mondo" è temporanea, secondo il volere di Dio che tutto sa... Quando questa figura se ne sarà passata, quando l`uomo sarà stato rinnovato e sarà maturo per l`incorruttibilità, quando cioè non potrà più invecchiare, allora vi sarà un cielo nuovo e una terra nuova, in cui l`uomo resterà per sempre, sempre conversando con Dio. Tutto ciò durerà in eterno; per questo dice Isaia: Come infatti il cielo nuovo e la terra nuova che io faccio dura per sempre al mio cospetto, dice il Signore, così durerà la vostra discendenza e il vostro nome (Is 66,22).

Dicono gli anziani che coloro, i quali saranno degni della conversazione celeste, se ne andranno lassù, cioè nei cieli; alcuni godranno le gioie del paradiso, altri gioiranno per la bellezza della città; ovunque si vedrà il Signore, come ciascuno sarà degno di vederlo. Vi è differenza infatti in quella santa dimora fra chi avrà portato il cento per cento di frutti, chi il sessanta e chi il trenta per cento... Per questo ha detto il Signore che presso il Padre vi sono molte dimore. Tutto è proprietà di Dio, il quale prepara per ciascuno il luogo adatto. Come dice il suo Verbo, il Padre dà a ciascuno i suoi beni a seconda che ciascuno ne è o ne sarà degno. E` questo il triclinio in cui si adageranno coloro che saranno invitati alle nozze.

E questo è l`ordine, la disposizione di coloro che si salveranno - come dicono gli anziani discepoli degli apostoli -. E nei gradi di questo ordine essi avanzano e accedono per opera dello Spirito al Figlio; per opera del Figlio ascendono al Padre, poiché il Figlio cede al Padre la sua opera, come dice l`Apostolo: Infatti è necessario che egli regni, fino a quando avrà posto tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi. Alla fine sarà distrutta la morte nemica (1Cor 15,25-26). Nel tempo del regno l`uomo giusto che vivrà sulla terra si dimenticherà ormai della morte. Ma quando la Scrittura dice che tutto gli sarà soggetto, esclude evidentemente colui che tutto assoggetta. Quando poi tutto a lui sarà assoggettato, allora egli stesso, il Figlio, si assoggetterà a colui che tutto gli ha assoggettato, affinché Dio sia tutto in tutti (1Cor 15,27-28).

Giovanni ha previsto con tutta esattezza la prima risurrezione dei giusti e come essi erediteranno la terra del regno; i profeti hanno parlato in pieno accordo con lui. Ciò è stato insegnato anche dal Signore, che ha promesso di mescere con i suoi discepoli un nuovo calice nel regno. L`Apostolo ha proclamato che tutto il creato sarà libero dalla schiavitù della corruzione, per la libertà della gloria che godranno i figli di Dio. E in tutto ciò e per tutto ciò si manifesta un unico e identico Padre, che ha plasmato l`uomo, che ha promesso ai padri la terra in eredità e che la donerà loro, alla risurrezione dei giusti, adempiendo le sue promesse nel regno del Figlio suo; e donerà loro con bontà paterna i beni che occhio non vide, orecchio non udì e cuore d`uomo mai sospettò (1Cor 2,9). Uno è il Figlio che ha adempiuto la volontà del Padre, uno è il genere umano in cui si realizzano i misteri di Dio, misteri che gli angeli desiderano vedere (1Pt 1,12), perché non possono sondare la sapienza divina, sapienza per cui la creatura di Dio giunge a perfezione, conformandosi e unendosi in un solo corpo al Figlio. La divina progenie, il Verbo primogenito discende nella creatura, nel plasma umano, e viene da questo accolto; la creatura dall`altro lato accoglie il Verbo e ascende a lui, sale al di sopra degli angeli e viene ad essere realmente a immagine e somiglianza di Dio.
Credente
00sabato 20 settembre 2014 17:51
Garanzia della nostra salvezza

(Dimostrazione della predicazione apostolica, 3)

Dobbiamo mantenere ferma e costante la norma della fede e osservare i comandamenti di Dio: credere cioè in Dio, temerlo perché è il Signore, e amarlo perché è nostro Padre. Ora, l`adempimento di queste opere lo si consegue con la fede, come dice Isaia: Se non avete fede, non potrete comprendere (Is 7,9). La verità ci porta alla fede, perché la fede ha per oggetto cose che esistono veramente: così che noi crediamo in esseri che davvero sono, e proprio perché realmente sono, manteniamo costantemente ferma la nostra convinzione a loro riguardo. Dato poi che la fede è garanzia della nostra salvezza, dobbiamo prenderci gran cura di acquistare una vera intelligenza delle realtà che veramente esistono. Ed è la fede che ce la procura, come ci hanno tramandato gli anziani che furono discepoli degli apostoli.

In primo luogo (la fede) ci raccomanda di ricordare che abbiamo ricevuto il battesimo per la remissione dei peccati, nel nome di Dio Padre e nel nome di Gesù Cristo, il Figlio di Dio incarnato, morto e risorto, e nello Spirito Santo di Dio; (di ricordarci) inoltre, che questo battesimo è il sigillo della vita eterna ed è la nostra nuova nascita in Dio, così che ora noi non siamo più figli di uomini mortali, ma figli del Dio eterno; (e di ricordarci) infine, che l`Essere eterno è Dio, che è al di sopra di ogni cosa creata; che tutto è a lui soggetto perché egli ha fatto tutte le cose. Perciò Dio non ha autorità e dominio sopra realtà create da un altro, ma su ciò che viene da lui, e ogni cosa è di Dio; per questo motivo, Dio è onnipotente, e ogni cosa proviene da Dio.
Credente
00sabato 20 settembre 2014 17:52
Tutto fu creato e ordinato con la Parola e lo Spirito

(Dimostrazione della predicazione apostolica, 4-10)

Tutte le cose create necessariamente derivano da una causa prima il fondamento della loro esistenza: il principio di tutto è Dio. Egli infatti non è stato creato da nessuno, ma da lui tutte le cose sono state create. Perciò è necessario riconoscere in primo luogo che vi è un solo Dio, Padre, che ha creato e formato tutto l`universo, che fa esistere ciò che prima non esisteva e che, contenendo tutto, da nessuna cosa può essere contenuto. Ora, in quest`universo rientra anche il nostro mondo, e nel mondo l`uomo: dunque anche questo nostro mondo quaggiù è stato formato da Dio.

Ecco come si espone la presente dottrina: vi è un solo Dio Padre, increato, invisibile, creatore dell`universo; al di sopra di lui non vi è altro Dio, e dopo lui non vi è altro Dio; Dio, inoltre, è intelligente, perciò la creazione di tutte le cose fu opera di intelligenza. Dio è spirito, perciò con lo Spirito tutto ha disposto, come dice il profeta: Con la Parola (Verbo) del Signore furono creati i cieli, e col suo Spirito, tutta la loro potenza (Sal 32,6).

Dunque, poiché il Verbo crea, cioè opera nella carne e dona gratuitamente l`esistenza, mentre lo Spirito plasma e forma le varie potenze angeliche; a buon diritto, perciò, il Verbo è chiamato Figlio e lo Spirito Santo, Sapienza di Dio. Così Paolo, suo apostolo, dice rettamente: Un solo Dio Padre, il quale è sopra tutti, e tra tutti e in tutti noi (Ef 4,6). Infatti al di sopra di tutte le cose c`è il Padre, tra tutte le cose c`è il Verbo, poiché per mezzo di lui il Padre ha creato ogni cosa; e in noi vi è lo Spirito che grida: Abbà, Padre (Gal 4,6), e modella l`uomo a somiglianza di Dio. In conclusione lo Spirito rivela il Verbo, ed è per questo che i profeti annunciarono il Figlio di Dio; ma il Verbo spinge ad operare lo Spirito: è lui che parla ai profeti, e innalza l`uomo fino al Padre.

Eccola la regola della nostra fede, il fondamento dell`edificio, e ciò che rende salda la nostra condotta: Dio Padre, increato, non circoscritto, invisibile, unico Dio, creatore dell`universo; è questo il primo articolo della nostra fede.
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