La fede e le opere (s.Agostino)
13. 20. ... ricordino che cosa il Signore stesso rispose al ricco che gli chiedeva quale bene compiere per ottenere la vita eterna: Se vuoi avere la vita eterna, disse, osserva i comandamenti. Ed egli: Quali? Il Signore allora richiamò i precetti della legge:Non ucciderai, non fornicherai, e gli altri. Quindi, siccome replicò che tutti questi precetti li aveva osservati fin dall'adolescenza, il Signore aggiunse anche il precetto della perfezione, cioè che, venduti tutti i suoi beni e distribuitili in elemosina ai poveri, avesse un tesoro in cielo e seguisse il Signore 46. Notino, dunque: a quell'uomo non fu detto di credere e di farsi battezzare, unico sostegno, secondo costoro, col quale si può avere la vita eterna, ma gli sono stati dati i precetti morali che, di certo, senza la fede non possono essere né custoditi né osservati. Del resto, se ci limitiamo a prescrivere e pretendere che si annunzino i precetti morali agli uomini che desiderano avere la vita eterna, non lo facciamo perché in questo episodio sembra che il Signore non abbia raccomandato esplicitamente la fede: le due cose, come ho detto già in precedenza, sono legate vicendevolmente, perché non può esistere l'amore di Dio nell'uomo che non ama il prossimo né l'amore del prossimo nell'uomo che non ama Dio. Pertanto, se talora capita che la Scrittura, invece della dottrina completa, menziona l'uno senza l'altro, sia questo o sia quello, anche in tal modo fa capire che l'uno non può prescindere dall'altro, perché chi crede in Dio deve fare ciò che Dio comanda e chi fa qualcosa perché Dio lo comanda, necessariamente crede in Dio.
14. 21. Ora dunque esaminiamo ciò che si deve sradicare dai cuori timorati di Dio perché non perdano la loro salvezza a causa di una perversa sicurezza. Questo avverrebbe qualora ritenessero che per ottenerla sia sufficiente la fede, e perciò trascurassero di vivere bene e di seguire la via di Dio con le opere buone. Invero, anche al tempo degli Apostoli certuni, per non aver compreso alcuni passi piuttosto oscuri dell'Apostolo Paolo, credettero che egli dicesse: Facciamo il male, affinché ne venga il bene 47, perché aveva detto: È intervenuta la legge, affinché l'errore fosse abbondante; ma dove abbondò l'errore, sovrabbondò la grazia 48. Il che è vero, nel senso che, ricevendo la legge ma non chiedendo con retta fede l'aiuto divino per vincere le perverse concupiscenze, uomini che presumevano molto superbamente delle loro forze, si sono caricati di più numerosi e più gravi delitti, poiché vi aggiunsero anche la trasgressione della legge. Ma così, sotto la spinta di una colpa tanto grande, si rifugiarono nella fede, per mezzo della quale potessero meritare dal Signore, che ha fatto il cielo e la terra 49, la misericordia della sua indulgenza e del suo aiuto, in modo che, diffusasi nei loro cuori la carità attraverso lo Spirito Santo 50, potessero compiere con amore ciò che era loro prescritto contro le concupiscenze di questo generazione, secondo quanto era stato predetto nel Salmo: I loro mali si sono moltiplicati, allora si sono affrettati 51. Quando dunque l'Apostolo dice che, a suo avviso, l'uomo è giustificato per mezzo della fede senza le opere della legge 52, non lo sostiene perché, una volta accolta e professata la fede, le opere della giustizia siano trascurate, ma perché ciascuno sappia che può essere giustificato per mezzo della fede, anche senza aver prima compiuto le opere della legge. Queste infatti seguono la giustificazione, non la precedono. Di questo argomento, però, non è necessario che ne discuta più a lungo in questa opera, soprattutto perché su di esso ho di recente pubblicato un libro assai esteso che si intitola Lo Spirito e la lettera. Poiché dunque questa convinzione aveva visto la luce in quei tempi, altre lettere, quelle degli apostoli Pietro, Giovanni, Giacomo e Giuda, si rivolgono principalmente contro di essa, per sostenere con energia che la fede senza le opere non è di alcun giovamento. Anche Paolo, del resto, definì salvifica e veramente evangelica non una fede qualunque con la quale si crede in Dio, ma quella le cui opere procedono dalla carità: La fede, così dice, che opera per mezzo della carità 53. Da qui l'affermazione che quella fede che ad alcuni sembra sufficiente per la salvezza, non giova a nulla, di modo che dice: Se possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, io sono un niente 54. Invece là dove opera una carità ispirata dalla fede, senza dubbio si vive bene, perché Il compimento della legge è la carità 55.
Paolo, come pure tutti gli altri apostoli, è dell'opinione che la salvezza eterna è data solo a coloro che vivono bene.
14. 22. Per questo evidentemente nella sua seconda lettera Pietro esorta alla santità della condotta di vita e preannunzia che questo mondo passerà, ma si attendono cieli nuovi e una terra nuova, che sarà data ai giusti da abitare: si facciano perciò attenti a come devono vivere, per diventare degni di quella dimora. Inoltre, sapendo che alcuni cattivi cristiani avevano preso occasione da certi passi assai oscuri dell'apostolo Paolo per non curarsi di vivere bene, presumendosi sicuri della salvezza che risiede nella fede, ricorda che nelle sue lettere ci sono passi difficili a capirsi, dei quali - come avviene anche per il resto delle Scritture - gli uomini, a loro propria rovina, stravolgono il senso: anche Paolo, però come pure tutti gli altri apostoli, è dell'opinione che la salvezza eterna è data solo a coloro che vivono bene. Ecco appunto Pietro: Poiché dunque tutte queste cose si devono dissolvere così, quali non dovete essere voi, nella santità della vostra condotta e nella pietà, attendendo e, anzi, affrettando la venuta del giorno del Signore, nel quale i cieli infuocati si dissolveranno e gli elementi si disintegreranno consumati dal calore? Ma, secondo la sua promessa, noi attendiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia. Perciò, carissimi, nell'attesa di questi eventi, cercate di essere senza macchia e irreprensibili davanti a Dio, in pace. Giudicatela come salvezza la magnanimità del Signore nostro, come anche il nostro carissimo fratello Paolo vi ha scritto, secondo la sapienza che gli è stata data; così fa in tutte le lettere in cui tratta di queste cose. In esse ci sono alcuni punti difficili da comprendere, che gli ignoranti e gli instabili travisano, come fanno anche con il resto delle Scritture, per loro propria rovina. Voi dunque, carissimi, che ne siete stati preavvisati, state in guardia per non venir meno nella vostra fermezza, travolti dall'errore degli empi. Crescete piuttosto nella grazia e nella conoscenza del Signore nostro e Salvatore Gesù Cristo. A lui sia gloria ora e nel giorno dell'eternità 56.
La fede senza le opere non giova alla salvezza.
14. 23. Giacomo poi è così avverso nei confronti di quanti presumono che la fede senza le opere valga per ottenere la salvezza da paragonarli addirittura ai demoni. Dice infatti: Tu credi che c'è un solo Dio? Fai bene; anche i demoni lo credono, e tremano 57. Che cosa si sarebbe potuto dire di più vero e in modo più breve ed incisivo? Anche nel Vangelo infatti leggiamo di questa confessione dei demoni quando proclamarono Cristo Figlio di Dio e da lui furono rimproverati 58, cosa che fu lodata da Pietro nella sua professione di fede. Fratelli miei, domanda Giacomo, che giova ad uno dire di aver la fede, se non ha le opere? Forse che quella fede potrà salvarlo? 59; e ancora:Perché la fede senza le opere è morta 60. Ecco fino a qual punto dunque s'ingannano quelli che si ripromettono la vita eterna sul fondamento di una fede morta!
È respinta l'opinione di chi ritiene che la fede senza le opere giova alla salvezza.
15. 25. Se è così, riconosciamo che costoro si adoperano con encomiabile carità per far ammettere tutti, senza distinzione alcuna, al battesimo: e non solo gli adùlteri e le adùltere, che portano a pretesto false nozze contro il giudizio del Signore, ma anche le pubbliche meretrici, che perseverano in una così turpe professione, quelle che di certo neppure la più trascurata delle Chiese ha la consuetudine di ammettere, a meno che non si fossero liberate previamente da quel vizio. Ma, in base a tale criterio, non vedo proprio perché non dovrebbero essere ammesse senza alcuna riserva: chi, infatti, non preferisce che anche esse in virtù del fondamento posto, per quanto vi abbiano ammucchiato sopra legno, fieno e paglia, siano purificate, magari con un fuoco parecchio più lungo, piuttosto che vadano perdute in eterno? In tal caso però saranno falsi i testi, esenti da oscurità e ambiguità, come: Se possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, io sono un niente 62, e: Fratelli miei, che giova ad uno dire di avere la fede se non ha le opere? Forse che quella fede potrà salvarlo? 63 E falso sarà anche quello che dichiara: Non fatevi illusioni: né i fornicatori, né gli adoratori di idoli, né i ladri, né gli avari, né gli adùlteri, né gli effeminati, né i pederasti, né gli ubriaconi, né i maldicenti, né gli avidi possederanno il regno di Dio 64. E anche quello che dice: Le opere della carne sono ben note: fornicazioni, impurità, libertinaggi, piaceri, idolatria, stregonerie, inimicizie, contese, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose vi preavviso, come ho già detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio 65. Questi testi dunque saranno falsi, se è sufficiente che credano e che siano battezzati, perché essi, per quanto perseverino in simili peccati, siano salvati per mezzo del fuoco. Coloro che sono battezzati in Cristo perciò, anche se commettono tali colpe, possederanno il regno di Dio. Quindi è detto senza senso: E tali eravate alcuni di voi, ma siete stati lavati 66, dal momento che, anche lavati, restano tali. Sembrerà detto invano anche ciò che è affermato da Pietro:Figura, questa, del battesimo, che ora fa salvi anche voi, non lavando le sozzure del corpo, ma domandando una buona coscienza 67, se è vero che il battesimo fa salvi anche coloro che hanno una coscienza pessima, piena di tutte le colpe più riprovevoli, e non cambiata dal pentimento per esse; grazie al fondamento che è posto proprio nel battesimo, essi infatti saranno salvi, benché attraverso il fuoco. E non vedo neppure perché il Signore abbia detto: Se vuoi aver la vita, osserva i comandamenti - e ricordò quelli che concernono i buoni costumi 68 -, se è possibile avere la vita eterna anche senza osservarli, per mezzo della sola fede, la quale senza le opere è morta. Inoltre, come potrà essere vero ciò che dirà a coloro che collocherà alla propria sinistra: Andate al fuoco eterno, che è preparato per il diavolo e per i suoi angeli? Costoro non li rimprovera perché non hanno creduto in lui, ma perché non hanno compiuto opere buone. Evidentemente, proprio perché nessuno si ripromettesse la vita eterna sul fondamento della fede che, senza le opere, è morta, per questo annunziò la separazione di tutte le genti che, mescolate, godevano dei medesimi pascoli, perché apparisse chiaro che a dirgli Signore, quando mai ti abbiamo visto patire questo e quello e non ti abbiamo soccorso? saranno quelli che avranno creduto in lui, senza curarsi però di fare opere buone, come se dalla stessa fede morta si potesse avere la vita eterna. O forse andranno nel fuoco eterno coloro che non hanno compiuto opere di misericordia, mentre non ci andranno coloro che rubarono i beni altrui o non ebbero misericordia verso se stessi, profanando in se stessi il tempio di Dio? Quasi che le opere di misericordia giovino a qualcosa senza l'amore, quando invece l'Apostolo dice:E se anche distribuissi tutte le mie sostanze ai poveri e dessi il mio corpo per essere bruciato, ma non avessi la carità, (tutto questo) non mi giova a nulla 69. Oppure quasi che chi non ama se stesso possa amare il prossimo come se stesso, quando invece: Chi ama l'iniquità, odia l'anima sua 70. E a questo punto non si potrà dire ciò che alcuni pur dicono, fuorviando se stessi, cioè che si tratta di un fuoco eterno, ma non già di una pena eterna; per cui pensano che per il fuoco, che sarà eterno, passeranno coloro ai quali promettono la salvezza attraverso il fuoco, a causa della loro fede morta. Di modo che il fuoco in se stesso sarebbe eterno e non il loro bruciare; ossia l'azione del fuoco su di loro non sarebbe eterna. Ma il Signore, proprio in quanto tale, prevedendo ciò, ha concluso le sue parole dicendo: E se ne andavano, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna 71. Il bruciare, dunque, sarà eterno, come il fuoco, e la Verità ha detto che vi andranno, come ha dichiarato, coloro ai quali non è mancata la fede ma le opere buone.
[Modificato da Credente 10/08/2012 21:04]