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ANEDDOTI E STORIELLE UTILI

Ultimo Aggiornamento: 26/02/2017 17:42
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27/09/2011 21:03
 
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IL TEMPO

Un giorno il Creatore, amico curioso di tutta la sua opera, convocò il Tempo per sapere come stesse.

"Bene, ma non benissimo", furono le sue parole.

"Tu capisci, senza nessuno che mi valuti, è come se non esistessi".

L’Eterno assentì: il Tempo diceva il vero. Allora creò l’uomo.

"Adesso come va?", chiese al Tempo, trascorso un po’ di tempo.

"Magnificamente. Me ne capitano di tutti i colori. Ora volo, corro, vengo occupato, perso, persino sciupato o buttato via; c’è anche chi mi ammazza; per fortuna, vengo impiegato, guadagnato, dedicato a qualcosa; c’è pure chi mi anticipa oppure mi rimpiange; a volte sono imminente, a volte lontano. Insomma un gran bel vivere!".

Con una punta di preoccupazione, l’Eterno esclamò:

"Che tempi! Che tempi!"

 

AL CASTELLO

Il villaggio ai piedi del castello fu svegliato dalla voce dell'araldo del castellano che leggeva un proclama nella piazza."Il nostro signore beneamato invita tutti i suoi buoni e fedeli sudditi a partecipare alla festa del suo compleanno. Ognuno riceverà una piacevole sorpresa. Domanda a tutti però un piccolo favore: chi partecipa alla festa abbia la gentilezza di portare un po' d'acqua per riempire la riserva del castello che è vuota...".L'araldo ripeté più volte il proclama, poi fece dietrofront e scortato dalle guardie ritornò al castello.Nel villaggio scoppiarono i commenti più diversi."Bah! E' il solito tiranno! Ha abbastanza servitori per farsi riempire il serbatoio... Io porterò un bicchiere d'acqua, e sarà abbastanza!"."Ma no! E' sempre stato buono e generoso! Io ne porterò un barile!"."Io un... ditale!"."Io una botte!".Il mattino della festa, si vide uno strano corteo salire al castello.Alcuni spingevano con tutte le loro forze dei grossi barili o ansimavano portando grossi secchi colmi d'acqua. Altri, sbeffeggiando i compagni di strada, portavano piccole caraffe o un bicchierino su un vassoio.La processione entrò nel cortile del castello. Ognuno vuotava il proprio recipiente nella grande vasca, verso la sala del banchetto.Arrosti e vino, danze e canti si succedettero, finché verso sera il signore del castello ringraziò tutti con parole gentili e si ritirò nei suoi appartamenti."E la sorpresa promessa?", brontolarono alcuni con disappunto e delusione.Altri dimostravano una gioia soddisfatta: "Il nostro signore ci ha regalato la più magnifica delle feste!".Ciascuno, prima di ripartire, passò a riprendersi il recipiente. Esplosero allora delle grida che si intensificarono rapidamente. Esclamazioni di gioia e rabbia.I recipienti erano stati riempiti fino all'orlo di monete d'oro!"Ah! Se avessi portato più acqua...".

Ci attende una festa nella Gerusalemme Celeste….Tu quant’acqua vuoi portare?

 

 

LO SCORAGGIAMENTO

Una vecchia leggenda narra di un uomo che, persosi nella foresta, si imbatté in un grande edificio rosso. Sperando di trovare riparo dai venti e dalla pioggia che sembravano imperversare senza sosta sulla foresta, l'uomo entrò in quell'edificio completamente sprovvisto di finestre. Quando i suoi occhi si furono abituati all'oscurità, con un brivido di terrore, scoprì di essere capitato nel magazzino dove satana teneva i semi di tutte le cose cattive che avrebbe piantato nel cuore delle persone. La curiosità vinse sulla paura e, facendosi luce con un accendino, l'uomo cominciò a esplorare le cataste di semi che giacevano immagazzinate di fronte a lui. I sacchi che recavano la scritta "Semi dello Scoraggiamento" erano in quantità di gran lunga superiore a tutti gli altri.

Dopo una rapida esplorazione l'uomo era sul punto di andarsene, quando un diavolo entrò a rifornirsi di una nuova scorta di semi. Il demonio non fu meravigliato nel vedere un uomo lì dentro, così il visitatore chiese: "Perché mai una così grande abbondanza di semi dello scoraggiamento?" Il diavolo scoppiò in una risata: "Perché sono quelli più facili a piantare, crescono in fretta e producono sempre frutti velenosi!" L'uomo chiese: "I semi dello scoraggiamento crescono ovunque?" Il diavolo si rabbuiò. Guardò l'uomo e rispose con disgusto: "No. Non attecchiscono mai nel cuore di una persona riconoscente".

«In ogni cosa rendete grazie; questa è infatti la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi» (1 Tessalonicesi 5, 18).

 

 

LA POZZANGHERA E IL CARBONE

C'era una volta una piccola pozzanghera. Era felice di esistere e si divertiva maliziosamente quando schizzava qualcuno con l'aiuto di un'automobile. Aveva paura solo di una cosa: del sole.

"E' la morte delle pozzanghere" pensava rabbrividendo.

Un poeta che camminava con la testa sognante finì dentro alla pozzanghera con tutti e due i piedi, ma invece di arrabbiarsi fece amicizia con lei.

"Buongiorno" disse, e la pozzanghera rispose: "Buongiorno!".

"Come sei arrivata quaggiù?" chiese il poeta.

Invece di rispondere la pozzanghera raccolse tutte le sue forze e rispecchiò la volta celeste.

Parlarono a lungo del Grande Padre, la pioggia, e del fatto che la pozzanghera aveva tanta paura del sole.

Il buon poeta volle farle passare quella paura. Le parlò dell'incredibile vastità del mare, del guizzare dei pesci e della gioia delle onde. Le raccontò anche che il mare era la patria e la madre di tutte le pozzanghere del mondo e che la vita della terra e del mare era dovuta al sole. Anche la vita delle pozzanghere.

La sera abbracciò il poeta e la pozzanghera ancora assorti nel loro muto dialogo.

Alcuni giorni dopo, il poeta tornò dalla sua umida amica.

La trovò che danzava nell'aria alla calda luce del sole.

La pozzanghera spiegò: "Grazie a te ho capito. Quando il sole mi ha avvolto con la sua tenerezza, non ho più avuto paura. Mi sono lasciata prendere e ora parto sulle rotte delle oche selvatiche che mi indicano la via verso il mare. Arrivederci e non mi dimenticare".

 

UN PEZZO DI CARBONE

Un pezzo di carbone si sentiva sporco, brutto e inutile. Decise di diventare bianco e levigato. Provò diversi prodotti chimici e varie operazioni chirurgiche. Niente da fare.

"C'è soltanto il fuoco" gli dissero.

Il pezzo di carbone si buttò nel fuoco. Divenne una creatura luminosa, splendente, calda, irradiante, magnifica.

"Ti stai consumando" gli dissero.

"Ma dono luce e calore" rispose il pezzo di carbone, finalmente felice.

 

Lasciati prendere dal sole e dal fuoco dello Spirito. Splenderai come un astro del cielo sulle rotte dell'infinito.

Autore: Bruno Ferrero

 

 

ANEDDOTO

Camminavo con due amici per le strade di New York. Tutt’a un tratto, nel bel mezzo di una normale chiacchierata, i due cominciarono a discutere e per poco non si misero a litigare.

Più tardi – con gli animi ormai rasserenati – ci sedemmo in un bar. Uno di loro allora chiese scusa all’altro: “Mi sono accorto che è molto più facile ferire chi ti sta vicino”, disse. “Se tu fossi stato un estraneo, io mi sarei controllato molto di più. Invece, proprio per il fatto che siamo amici, e che mi capisci meglio di chiunque altro, ho finito per essere molto più aggressivo. Questa è la natura umana”.

Forse è proprio così, ma noi combatteremo contro ciò. Non dobbiamo infatti permettere che l’amore diventi una scusa per fare tutto ciò di cui abbiamo voglia. È proprio con le persone vicine che dobbiamo essere più premurosi

 

 

PREMUROSI CON LE PERSONE VICINE

di Paulo Coelho

Dopo la Creazione

Il giorno dopo, il Signore tornò a guardare la sua Creazione.

C'era qualche ritocco da fare. 

C'erano dei bei sassi sui greti dei fiumi, grigi, verdi e picchiettati. Ma sotto terra i sassi erano schiacciati e

mortificati. 

Dio sfiorò quei sassi profondi ed ecco si formarono diamanti e smeraldi e milioni di gemme scintillanti laggiù nelle profondità.

Il Signore vide i fiori, uno più bello dell'altro. 

Mancava

qualcosa, pensò, e posò su di essi un soffio leggero: ed ecco, i fiori si vestirono di profumo.

Un uccellino grigio e triste gli volò sulla mano. Dio gli

fischiettò qualcosa. E l'usignolo incominciò a gorgheggiare.

E disse qualcosa al cielo e il cielo arrossì di piacere.

Nacque così il tramonto.

Ma che cosa mai avrà bisbigliato il Signore all'orecchio dell'uomo perché egli sia un uomo?

Gli bisbigliò, in quel giorno lontano, in quell'alba remota,

tre piccole parole: "Ti voglio bene".

 

 

IL NASCONDIGLIO

Un giorno Dio si stancò degli uomini .Lo seccavano in

continuazione,chiedendogli

qualsiasi cosa.Allora decise di nascondersi per un

pò di tempo.Radunò tutti i suoi consiglieri e chiese loro :"Dove mi

devo nascondere?Qual è il luogo migliore?".Alcuni risposero:"Sulla

cima della montagna più alta della terra".Altri:"No ,nasconditi nel

fondo del mare ,nessuno ti troverà ".Altri:"Nasconditi sul lato

oscuro della luna;questo è il posto migliore.Come riusciranno a trovarti

là?".Allora Dio si rivolse al suo angelo più intelligente e lo

interrogò:"Tu dove mi consigli di nascondermi ?".L' angelo

intelligente,sorridendo,ri

spose: "Nasconditi nel cuore dell'uomo !E'

l'unico posto dove essi non vanno !".

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