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CHIARIMENTI SU PAGINE DI STORIA

Ultimo Aggiornamento: 10/04/2022 15:30
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24/04/2012 15:48
 
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Il grande ruolo della donna nel medioevo

e all’interno delle religioni

Il 9 aprile 2012 Benedetto XVI ha parlato della grande testimonianza delle donne nel cammino della Chiesa. Anche la docente di storia Bettany Hughes, Research Fellow presso il King College di Londra e membro onorario della Cardiff University, ne ha parlato più ampiamente su “The Guardian”, ricordando che fu lo scrittore Rudyard Kipling (“Il libro della Giungla”) a notare come la gran parte (97%) delle antiche divinità della saggezza fossero femminili, ad esempio Atena Minerva. Di fatto, anticamente, le donne sono state spesso accettate come primi educatori nelle loro comunità. La religione è un facile bersaglio per le accuse di repressione e misoginia, ma in realtà per le donne è stato spesso possibile realizzarsi nella sfera sacrae quindi socio-politica.Vediamo qualche esempio:

Nei Vangeli e nel cattolicesimo,  la donna riveste un ruolo fondamentale. Non solo per il ruolo di Maria di Nazareth, la madre di Dio, ma anche dalle altre donne incontrate da Gesù. Sarà proprio ad un gruppo di loro che apparirà il terzo giorno, affidando a loro il compito di annunciare al mondo la Sua resurrezione, nonostante la scarsissima considerazione che avevano nella società di allora. L’incredibile aumento del numero dei cristiani dall’anno 40, in cui erano 1000, al 350 quando arrivarono a 32 milioni, è dovuto anche per l’attenzione, la stima, il rispetto e la protezione che i cristiani praticavano nei confronti delle donne (e ai bambini).

Teodora, prima di sposare Giustiniano imperatore di Bisanzio, era ciò che oggi chiameremmo una “spogliarellista”, ma, con l’ età matura e le responsabilità del matrimonio, arrivò a co-governare l’impero con saggezza. Ricordandosi i problemi legati al suo primo stile di vita, istituì le case sicure per le prostitute e aumentò le pene per il reato di stupro. In campo religioso, ella sostenne la fazione dei monofisiti (che riconoscevano a Gesù la sola natura divina) che significava sostenere il ceto borghese e questo concorse all’unità dell’impero.

Anche l’Islam degli esordi ha riconosciuto alle donne il dovere di “cercare la conoscenza” per attuare le istruzioni di Allah e il profeta Maometto ha consigliato lo studio sia alle donne che agli uomini. Di fatto, una delle prime università registrate in tutto il mondo – l’Università Qarawiyyin in Fez – è stata costruita nel IX secolo da una donna tunisina musulmana, Fatima al-Fihri. Nei primissimi anni dell’Islam è possibile risalire a circa 8.500 studiose; e di nuovo nel 12° secolo le donne hanno predicato nelle grandi moschee di Damasco, Medina, al Cairo e a Gerusalemme.

- Passando all’estremo oriente, parliamo della matriarca cinese Wu Zetian, che nel VII secolo ha usato il potere delle parole per vincere. Dopo una lunga gavetta a corte, tra intrighi, concubinaggi e pare anche omicidi, ella divenne imperatrice nel 654, cominciando a governare con grande saggezza. In un documento ella preconizza un abbassamento delle tasse, incentivi a favore dell’agricoltura, l’incoraggiamento del pluralismo di opinioni. Determinata a diffondere il buddismo nel suo enorme impero, diede un grande impulso anche all’arte della stampa, promuovendo la produzione di 84000 testi.

- Parlando del monachesimo dell’Europa occidentale, nel VII secolo, il monaco Aldhelm ha elogiato le suore della badessa di Barking che “raccolgono le conoscenze di legge, storia e scrittura, come le api raccolgono il miele”.

Esempi simili, di onore alla saggezza e agli studi femminili, abbondano fino al 12° secolo; dopo di che la cultura, spostata la propria sede dai monasteri alle università, finì strettamente nelle mani dei soli maschi, fino ad oggi. Ad esempio a Cambridge le studiose hanno riguadagnato (formalmente ma non di fatto) la parità coi colleghi uomini solo nel 1948.

Linda Gridelli

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