L’arcivescovo di Lahore, Mons. Sebastian Francis Shaw OFM, ha preso parte a questo atto esortando i suoi fedeli a pregare per le vittime della persecuzione, chiedendo al tempo stesso al Signore di portare pace e conforto alle famiglie delle vittime.
Ti ricordo che il Pakistan è al quinto posto nella lista dei paesi dove i cristiani vengono più perseguitati, secondo la lista di Open Doors, l’associazione americana che monitora la persecuzione religiosa nel mondo.
Secondo il rapporto di Open Doors, in Pakistan i gruppi radicali islamici fioriscono e si espandono; alcuni di loro in particolare sono corteggiati dai partiti politici, dall’esercito e dal governo.
I gruppi radicali islamici continuano a condurre migliaia di madrassa (le scuole coraniche) e continuano ad istigare specialmente i giovani, incoraggiandoli ad agire contro le minoranze religiose come i cristiani.
Per i convertiti ex-musulmani, la situazione è ancora peggio. Oltre ad affrontare queste forze ostili, per loro il pericolo maggiore proviene dalle famiglie, poiché l’abbandono dell’islam viene vissuto come vergogna.
Le chiese storiche sono controllate e regolarmente prese di mira da attacchi, i cristiani soffrono a causa della discriminazione istituzionalizzata, basti pensare che i lavori considerati come i più abietti, sporchi e spregiativi, sono riservati ai cristiani.
Molti cristiani sono poveri e sono costretti a lavorare in schiavitù. Le famigerate leggi sulla blasfemia colpiscono in particolare le minoranze cristiane.
Il caso di Asia Bibi, la donna cristiana ancora in carcere e che rischia la pena di morte con una falsa accusa di blasfemia, ne è l’esempio più clamoroso.
Con i miei più cari e cordiali saluti,