“Mai mi dimenticherò – racconta Mons. Kondrusiewicz – della cerimonia di benedizione della prima pietra della nuova chiesa nella città di Marx sul Volga, che avvenne nei primi anni ’90 (dopo da caduta della Cortina di Ferro).
“Prima della liturgia mi si avvicinarono delle persone anziane pregandomi affinché mettessi un semplice mattone al posto della pietra angolare.
“Quando chiesi il perché di tale desiderio, visto che di solito tutti desiderano che la pietra angolare provenga da un qualche luogo santo, allora mi raccontarono una storia davvero commovente.
“Durante le persecuzioni religiose in URSS la vecchia chiesa della città di Marx andò distrutta. Gli abitanti di quella città però portarono nelle proprie case dei mattoni provenienti dalle rovine (di questa chiesa).
(Queste persone misero questi mattoni) nei posti ben in vista e per lunghi decenni pregarono davanti a quei cotti. Così, proprio grazie a quei mattoni, la fede poté conservarsi ed essere tramandata ai giovani.
‘Vogliamo che la nuova chiesa in costruzione conservi un legame con quella vecchia, distrutta’, mi dissero”.
Ma ci rendiamo conto della bellezza di questo fatto? Per questi cattolici, i vecchi mattoni della chiesa distrutta dal regime barbaro erano tutto quello che rimaneva! E davanti a questi mattoni pregavano di nascosto per mantenere la fede.
Dopo decenni di sofferenza e di martirio, loro hanno potuto riacquistare la libertà religiosa (ma per i cattolici questa libertà ancora non è totale: soffrono ancora delle discriminazioni, non si sono impossessati di tutte le loro antiche chiese, i preti hanno difficoltà ad ottenere il visto, ma questo è un altro discorso di cui l'Osservatorio sulla Cristianofobia dovrà anche occuparsi).
Stavo per finire, ma vorrei anche condividere con te quest’altra testimonianza.
È sempre Mons. Kondrusiewicz che scrive, questa volta si tratta della vicenda del cardinale Kazimierz Świątek, un “uomo di leggenda”, come lo chiamò Papa Giovanni Paolo II.