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SIAMO FATTI AD IMMAGINE DELLA TRINITA'

Ultimo Aggiornamento: 03/04/2020 17:28
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29/04/2011 08:16
 
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LA TRINITA’


La Chiesa Cattolica professa la fede nella TRINITA' :

com’è possibile credere che vi sia un solo Dio e nello stesso tempo che sia formato da tre persone distinte ?


Spesso ci sentiamo dire che questo è un mistero da accogliere senza porci domande e questo in alcuni casi suscita un naturale disappunto.

Ma occorre fare una doverosa considerazione:

certamente penetrare l'abisso della ricchezza, della bellezza, della santità, della perfezione infinita di Dio non è possibile all'uomo e quindi neanche la natura di Dio che noi professiamo distinta nelle tre persone divine.

Tuttavia non è impossibile comprendere almeno razionalmente come sia possibile che le Tre Persone, Padre, Figlio e Spirito Santo abbiano la stessa natura divina e formino una inscindibile unità.


Nel libro della Genesi (1,27 28) si legge che Dio creò l'UOMO a sua immagine e somiglianza. Questa è la chiave per la comprensione. Se è vero che Dio è trinità, anche l'uomo dev'essere trinitario.

E' assai singolare che Dio dopo aver creato l'uomo col fango della terra, non crea la donna prendendo altro fango ma la forma traendola dall'uomo, durante il suo sonno, plasmandola con una sua costola, parte di lui. Possiamo vedere qui un primo esempio di come l'uomo sia sul piano fisico ad immagine del suo Creatore dal quale "VIENE GENERATA" sul piano spirituale la Sua Parola creatrice, generata da Lui, preesistente in Lui, nel suo grembo.

Dice infatti l'evangelista (Gv. 1,18), traducendo direttamente dal testo originale greco: "l'Unigenito Dio che era nel seno del Padre...".

Gesù afferma che il maschio e la femmina uniti in matrimonio formano UNA SOLA CARNE, eppure essi sono due persone distinte materialmente, psicologicamente e spiritualmente.

E' meraviglioso considerare e costatare come sia reale la profonda unità che lega i due sessi, la loro complementarità fisica, psicologica e spirituale;  questo è sotto i nostri occhi e non possiamo negarlo.

La moglie e il marito congiunti insieme formano una inscindibile unità tanto che Gesù insegna a non osar separare ciò che Dio ha unito. Ecco il miracolo che anche noi sul piano della natura creata rappresentiamo: le due persone sono distinte ma formano una sola carne; non hanno due diverse nature ma la stessa natura umana ed inoltre: NON SONO PIU' DUE MA UNA SOLA CARNE (Marco 10,8).

Ma andiamo ancora avanti e scopriamo qualcosa di ancora più meraviglioso!!!.

Un nuovo e singolare miracolo si presenta quando le due persone unite in una sola carne, in comunione di amore danno origine ad una TERZA PERSONA, distinta dai due precedenti ma perfettamente unita ad esse nello stesso grembo della madre che lo ha concepita. Tre persone distinte, una sola carne, una sola natura. Essi formano una assoluta unita': non unita' di carattere solo morale, o di semplice volontà. L'evidenza fisiologica mostra l'unita' corporea di questi tre esseri in se distinti. Ed essi sono, ricordiamolo, fatti ad IMMAGINE E SOMIGLIANZA DI DIO che noi appunto affermiamo essere un solo Dio, una sola natura divina, in tre Persone. La fede cattolica insegna che lo Spirito Santo infatti, è la terza persona e che procede dall'amore tra il Padre e il Figlio.

Naturalmente la grandezza di Dio, e per analogia la grandezza dell'uomo va molto al di là di queste semplici considerazioni che servono solo a comprendere come sia possibile la perfetta e reale unità di tre persone distinte e perciò si potrebbero fare molte altre osservazioni.

Se qualcuno volesse approfondire maggiormente il problema vi sono molte opere tra le quali possiamo ricordare quella immortale di S.Agostino: “DE TRINITATE”. In questa opera, il santo affronta anche l’esempio della famiglia umana come possibile immagine della trinità,  ma fa anche altri esempi ancora più calzanti prendendo l’uomo anche solo individualmente; egli propone perciò di considerare l’anima umana come immagine della Trinità, essendo formata da tre parti perfettamente distinte ed unite: l’intelligenza, la memoria e la volontà.


E’ chiaro che esiste pur sempre una sproporzione tra l’uomo e Dio anche se noi possiamo scorgere nell’uomo per analogia un’ombra della sua grandezza, sia considerandolo come individuo sia come essere comunionale nella famiglia.

Quanto detto può essere sufficiente però a ritenere possibile razionalmente quello che viene definito Mistero della Trinità.

Il Vangelo ci fa conoscere senza ombra di dubbio che Gesù e' il Figlio di Dio. Figlio e' da ritenere con assoluta certezza in senso proprio, non figurato o metaforico, pena il tradimento completo del cuore del vangelo che si basa esclusivamente sulla fede nel Figlio di Dio su cui è stata fondata la Chiesa.(cf.Mt.16,15 ss) Chi sostiene che Gesù è un essere creato, nega di fatto che Egli è veramente Figlio di Dio e nega anche il Vangelo quando riporta testualmente le parole del Padre: “questi è il mio Figlio diletto, ascoltatelo”.

Nel genere umano un figlio e' un essere che viene generato dagli stessi elementi sostanziali dei genitori e una volta nato e' anch'egli un uomo a tutti gli effetti: notiamo bene che il padre e' di natura umana, la madre e' di natura umana, il figlio e' di natura umana: sono tre esseri distinti ma una sola e' la loro natura e la loro sostanza, sono uguali nella loro dignità' umana seppur diversi quanto alla loro specifica funzione.

Riportando sul piano divino questa osservazione dobbiamo ritenere fermamente che Dio Padre può essere chiamato veramente Padre in senso proprio solo ed unicamente se ammettiamo che Egli abbia un vero Figlio: se questo Figlio unigenito di Dio di cui riferiscono gli evangelisti fosse anch'egli una creatura per quanto la più alta di tutte non potremmo dire che il Padre sia veramente tale bensì che egli e' solo un Creatore: l'espressione UNIGENITO attribuito a Gesù tante volte nel vangelo significa appunto UNICO GENERATO, (dunque non creato). La natura del Figlio e' identica alla natura del Padre allo stesso modo che un padre umano genera un figlio di natura umana.

L'amore che nasce tra Dio Padre e Dio Figlio genera lo Spirito Santo: la famiglia di Dio e' veramente il prototipo della famiglia umana, ecco fin dove si spinge la somiglianza dell'uomo con Dio: un vero capolavoro solo se concepito un insieme di persone, una famiglia appunto. Possiamo anche dire che ogni volta che si tradisce o si ferisce l'unità della famiglia si deturpa l'immagine della Trinità di cui è segno.

In questa ottica potremo capire tutte le espressioni della Scrittura che riguardano la natura divina di Cristo e perché Giovanni apostolo inizia il suo vangelo dicendo :

"la Parola era presso Dio, e la Parola era Dio". (Gv.1,1)


Cerchiamo di comprendere questo versetto che suona come una solenne introduzione del Vangelo di Giovanni.

Chi non crede che il Padre abbia un vero Figlio pensa che questa traduzione non sia corretta (come pensa che non sia corretta la traduzione di tutte le altre espressioni sulla divinità di Cristo). Questo testo significa chiaramente che il Figlio (la Parola) era presso Dio Padre e che lo stesso Figlio era Dio: Figlio distinto dal Padre (dice infatti che era presso il Padre) ma della stessa sua natura.


Dice inoltre che in principio la Parola ERA. Se ERA, non fu creata ma ESISTEVA già. Quando e' sorto il principio di tutte le cose Egli ERA. Dice Giovanni (1,3) che TUTTE LE COSE SONO STATE FATTE PER MEZZO DI LUI E SENZA DI LUI NEPPURE UNA DELLE COSE CHE ESISTONO SONO STATE FATTE.


Pertanto è chiarissimo che Gesù non è stato creato in quanto NEPPURE UNA DELLE COSE FATTE è stato fatto senza di Lui. Egli non era perciò tra le cose fatte, preesisteva ad esse. Se fosse stato fatto (creato) non sarebbe vero quanto afferma Giovanni dicendo che neppure una delle cose fatte è stata fatta senza di Lui.

Anche il TEMPO e' stato fatto per mezzo di Lui. Prima del principio del tempo LA PAROLA ERA. Egli e' stato generato al di fuori del tempo, nell’eternità, dunque senza principio di tempo: per questo affermiamo che e' eterno quanto il Padre. In Ebrei 1,2 troviamo che per mezzo del Figlio sono stati creati gli eoni, termine tradotto letteralmente dal greco originale che designa le cose e il tempo.

Questo conferma pienamente quanto dice Gv.1,3

Solo in questa ottica possiamo comprendere le espressioni del Nuovo Testamento che affermano direttamente o indirettamente la divinità di Gesù come ad esempio quelle che sono qui sotto riferite:


GV.20.28 GLI RISPOSE TOMMASO: "MIO SIGNORE E MIO DIO".

GV.14.6 CHI HA VISTO ME HA VISTO IL PADRE

GV.14.8 IO SONO NEL PADRE E IL PADRE E' IN ME

1GV.5.20 E NOI SIAMO NEL VERO, NEL FIGLIO SUO GESU' CRISTO, QUESTI E' IL VERO DIO E LA VITA ETERNA.

GV.5.18 CHIAMAVA DIO SUO PADRE FACENDOSI UGUALE A DIO.

GV.10.33 TU CHE SEI UOMO TI FAI DIO.

TITO 2.13 DEL NOSTRO GRANDE DIO E SALVATORE GESU' CRISTO.

2PT.1.1 DEL NOSTRO DIO E SALVATORE GESU' CRISTO.

ROM.9.5 (DAI PATRIARCHI) PROVIENE CRISTO SECONDO LA CARNE, EGLI CHE E' SOPRA

OGNI COSA, DIO BENEDETTO IN ETERNO.

SAL.2.7 TU SEI MIO FIGLIO, OGGI TI HO GENERATO

EB.1.5 A QUALE DEGLI ANGELI HA MAI DETTO : TU SEI MIO FIGLIO, OGGI TI HO

GENERATO?

EB.1.8 MA DEL FIGLIO DICE: IL TUO TRONO, DIO, STA IN ETERNO E: TU SIGNORE

DA PRINCIPIO HAI FONDATO LA TERRA

FIL.2.6 CRISTO GESU' PUR ESSENDO NELLA FORMA DI DIO, NON REPUTO' RAPINA IL

SUO ESSERE UGUALE A DIO

FIL. 2.10 NEL NOME DI GESU' OGNI GINOCCHIO SI PIEGHI NEI CIELI, IN TERRA E

SOTTO TERRA

COL.2.9 E' IN CRISTO GESU' CHE ABITA CORPORALMENTE TUTTA LA PIENEZZA DELLA

DIVINITA'.

GV.10.17 IO HO IL POTERE DI CEDERLA (LA VITA) E IL POTERE DI RIPRENDERLA.

GV.14.6 IO SONO LA VIA, LA VERITA' E LA VITA

GV.8.58 PRIMA CHE ABRAMO FOSSE IO SONO.

GV.8.24 SE NON CREDETE CHE IO SONO MORIRETE NEI VOSTRI PECCATI.

GV.8.28 QUANDO AVRETE INNALZATO IL FIGLIO DELL'UOMO ALLORA SAPRETE CHE IO

SONO.

GV.18.5 APPENA DISSE: SONO IO, INDIETREGGIARONO E CADDERO A TERRA

GV.19.7 RISPOSERO I GIUDEI DEVE MORIRE PERCHE' SI E' FATTO FIGLIO DIO.

1COR.8.6 …CI SONO MOLTI DEI E SIGNORI MA PER NOI C'E' UN SOLO SIGNORE, GESU'

CRISTO.

AP.17.14 L'AGNELLO LI VINCERA' PERCHE' EGLI E' IL SIGNORE DEI SIGNORI E IL

RE DEI RE.

EB.1.6 …TUTTI GLI ANGELI LO ADORINO.

MT.2.10 (I MAGI) PROSTRATISI LO ADORARONO.

LU.24.52 ESSI ADORATOLO, TORNARONO A GERUSALEMME.


Tutte le espressioni bibliche che sembrano attribuire a Gesù una natura inferiore a quella divina sono scritte non a caso o per invalidare le espressioni che invece ne confermano la natura divina, ma semplicemente per affermare che Gesù ha pienamente in sé anche la natura umana, ubbidiente alla volontà del Padre.

Egli è veramente Figlio di Dio, e Figlio dell’uomo. Come figlio dell’uomo egli è veramente uomo, di natura umana, come figlio di Dio egli è veramente Dio e di natura divina; non è difficile capire che il figlio di un gatto è pienamente un gatto, quello di un cane lo stesso e così via.

Purtroppo vi sono stati e vi sono coloro che negano a Cristo o l’una o l’altra natura e per fare questo hanno dovuto distorcere le attestazioni bibliche che li contraddicono: la Chiesa invece dà pieno significato sia alle espressioni che attestano la natura umana di Cristo, sia a quelle che ne attestano la natura divina dandoci così l’insegnamento preciso sulla sua persona, senza deviazioni.


Lo stesso Gesu' poi ci fa conoscere l'esistenza di un altro CONSOLATORE, che il Padre avrebbe mandato ai suoi seguaci dopo il suo ritorno al Padre rivelandocene la missione nel tempo (cf.Giov.cap.16).

Senza commentare i numerosi brani scritturistici che dimostrano la realtà' personale dello Spirito Santo, inteso cioè' come persona che agisce, illumina, conforta, decide, INTERFCEDE, ecc.… basti ricordare che la salvezza umana viene subordinata da Gesù' alla fede e al battesimo nel "NOME DEL PADRE, DEL FIGLIO E DELLO SPIRITO SANTO".(Mt.28,19)

Tra i testi biblici che riguardano la persona dello Spirito Santo troviamo:

2COR.13.13 LA GRAZIA DEL SIGNORE GESU' CRISTO, L'AMORE DI DIO PADRE, E LA COMUNIONE DELLO SPIRITO SANTO SIANO CON VOI.

ROM.15.30 VI ESORTO PER IL SIGNORE GESU' CRISTO E L'AMORE DELLO SPIRITO A LOTTARE NELLE PREGHIERE A DIO.

AT.13.2 4 LO SPIRITO SANTO DISSE: RISERVATE PER ME...

AT.15.28 ABBIAMO DECISO, LO SPIRITO SANTO E NOI

2COR.3.17 IL SIGNORE E' LO SPIRITO…E DOV’E’ LO SPIRITO DEL SIGNORE IVI E’ LIBERTA’.

GV. 4 DIO E’ SPIRITO E COLORO CHE L’ADORANO DEVONO ADORARLO IN SPIRITO E VERITA’.

ROM 8,27 ...colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio
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29/04/2011 12:23
 
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Tratto dal libro 12° "LA TRINITA'" di S.Agostino

Interpretazione figurata e mistica del detto dell’Apostolo: l’uomo è immagine di Dio, la donna gloria dell’uomo

- 10. Ma vediamo bene come l’affermazione dell’Apostolo secondo cui non la donna, ma l’uomo è immagine di Dio, non sia contraria a ciò che è detto nel Genesi: Dio fece l’uomo, lo ha fatto ad immagine di Dio; lo ha fatto maschio e femmina e li ha benedetti 33. Secondo il Genesi è la natura umana in quanto tale che è stata fatta ad immagine di Dio, natura che si compone dei due sessi e quindi non esclude la donna, quando si tratta di intendere l’immagine di Dio. Infatti, dopo aver detto che Dio ha fatto l’uomo ad immagine di Dio, aggiunge: Lo fece maschio e femmina, o distinguendo diversamente: li fece maschio e femmina. Come può dunque l’Apostolo dire che l’uomo (vir) è immagine di Dio e per questo non deve velarsi il capo, ma che la donna non lo è per cui deve velarsi il capo 34? Il motivo è, ritengo, quello che ho già indicato, quando ho trattato della natura dello spirito umano: la donna è con suo marito immagine di Dio.
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12/05/2011 22:56
 
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CONTEMPLAZIONE DI DIO: PADRE, FIGLIO E SPIRITO SANTO

LA Trinità, come ci insegna la retta fede, è Dio in tre Persone, distinte e consustanziali.

Attraverso la rilettura della divina Rivelazione, veniamo accompagnati a riflettere su questo mistero fondamentale della nostra Fede.

Testi biblici

Gn 1,1 Gvl.l

Ebl,2 Mtll,27 IGvI.l Gvl,18 Gv 5,20 Gv 5,30 Gv 5,26

Gvl,18 Gvl,4 Gv5,20 Gv 8,50 Gv5,17 Gv 8, 21-23

Gv 8, 28 Gv 8.58

Gv 8,29 Gv 14,28

Gv5,21 Gv 5,26 Gv 5,31-39 lGv5,6 Gv 15,26



Il PADRE vive in un silenzio eterno e in una luce infinita,

riempie la sua immensità e proclama nel silenzio un'Unica Parola: FIGLIO!

Il FIGLIO

è l'Immagine del Padre, impronta della sua sostanza è l'Espressione piena e perfetta del Pensiero del Padre è la Manifestazione della Vita del Padre nasce dallo Spirito: Seno del Padre conosce e ama il Padre

possiede tutto il Padre e appartiene tutto al Padre riceve la vita dal Padre e offre la vita al Padre

Questa VITA DI DIO, dallo Spirito, intimità, profondità e seno del Padre, si espande nel Figlio come manifestazione perfetta e completa, percorre e pervade

tutta l'infinita estensione dell'esistenza di Dio e ritorna nel profondo del seno del Padre stesso.

Il ritmo della vita che va e torna è molto veloce il suo intervallo è O (zero),

si può dire contemporaneo, oppure eterno; il numero dell'andare e del tornare è molto grande

e non si può esprimere, si può dire infinito; la quantità della vita che va e torna è immensa:

è tutto Dio stesso: tutta la Vita del Padre al Figlio

e tutta la Vita del Figlio al Padre. Questa VITA di Dio che va e torna dal Padre al Figlio e dal Figlio al Padre si chiama Respiro di Dio: Spirito Santo.



DIO senza Spirito sarebbe(!)

senza vita, stanco, annoiato, vecchio, passato, lontano, non più-qui, non-oggi, non sarebbe Dio.

Con lo Spirito è il Vivente, è la Potenza, la Luce, (IGv 1,2.4.5)

La Gioia, l'Amore, la Gloria, la perenne novità e giovinezza, lGv3,24

è Colui che è Presente, Ora, Qui, Oggi. Gv 14,6


Senza Spirito il PADRE non darebbe niente, rimarrebbe sé,

non conoscerebbe la gioia di essere Padre, non conoscerebbe la tenerezza del grido:"Figlio"!

Senza Spirito il FIGLIO non avrebbe il Padre, sarebbe orfano, perché il Padre,

dando tutta la vita al Figlio, la perde a sé non conoscerebbe il Padre, non sarebbe in Lui, ne si darebbe per Lui non conoscerebbe la tenerezza del grido: "Padre"!

PER LO SPIRITO Gv 16,12 14

il PADRE genera il Figlio donandoGli tutto se stesso

perde tutta la sua vita nel Figlio Gv 14'11

perché la possegga tutta: Gv 16'15

"Tutto quello che il Padre possiede è mio."

II FIGLIO riconsegna tutta la sua vita al Padre:Lo risuscita

"Tutto quello che è mio, è del Padre mio"

conosce il Padre, con tutta tenerezza e felicità, conosce 1' intima intercessione dello Spirito per cui: ubbidisce al Padre, appartiene al Padre e grida:

"PADRE!" Rm8,16

Senza Spirito il PADRE e il FIGLIO sarebbero (!)

due espressioni, due momenti, due infiniti, due Dei(!)


PER LO SPIRITO: il PADRE e il FIGLIO sono Unico

Dio Gv 17,11 Unità perfetta di Dio stesso

si fondono completamente l'Uno nell'Altro; c’è un solo Infinito, un'intima relazione di Vita e di Dono ognuno cerca non sé ma l'Altro

non la propria gioia, ma la gioia dell'Altro, non rimane in Sé, ma nell'Altro ognuno consegna la propria vita all'Altro. Gv 5,l;l7,2l

Non esiste amore più grande: Gv 17,13

ognuno dona tutta la sua vita per l'Altro. Gv 5,26

Non esiste una comunione più perfetta: Gv 17,21

tutto quello che è del Padre appartiene al Figlio Gv 17,10

e tutto quello che è del Figlio appartiene al Padre Gv 17,10

Non esiste una unità più perfetta: Gv 17 11



la continua generazione del Figlio dal Padre e la continua consegna del Figlio al Padre, Padre, Io e Tè siamo Uno:

unità di essenza, di possesso e di volere:

Tu in Me ed Io in Tè, Tu sei Mio ed Io Tuo voglio quello che vuoi Tu. Senza lo Spirito il Padre direbbe(!) Io Sono Dio Io Sono in Me Io Sono Mio Io voglio quello che piace a me. anche il Figlio direbbe(!): Anch'Io Sono Dio. Anch'Io Sono in Me. Anch'Io Sono Mio.

Anch'Io voglio fare quello che piace a Me. PER LO SPIRITO il Padre e il Figlio dicono:

Noi-Dio Io in Tè e Tu in Me. Io Sono Tuo e anch'Io sono Tuo. La Mia Vita è fare ciò che piace a Tè e il Mio cibo è fare la tua volontà. la Mia è nella Tua Felicità.

LO SPIRITO È: La Vita del Padre donata al Figlio

e la Vita del Figlio offerta al Padre. La Gioia del Padre che grida: "Figlio!"

e la Tenerezza del Figlio che grida: "Padre!" L'Attesa felice del Parto del Padre

e l'Evento gioioso della Nascita del Figlio L'Amore continuo, incessante ed eterno

del Padre per il Figlio e del Figlio per il Padre. Quest'AMORE coesiste con il Padre e il Figlio è eterno come il Padre e il Figlio è dono eterno del Padre e del Figlio è di Dio: appartiene insieme al Padre e al Figlio. è Dio: come il Padre e il Figlio. Non è di più del Padre e del Figlio, neanche di meno. ^

Sal 2,7 Eb 5,5 Eb 10,7 Le 22,42 Gv 17,10 Gv 17,21

Le 22,42

Gv 17,21 Gv 17,10 Gv 17,10 Le 22,42 Mtl2^0Gv4,32 Gv 15,11

Mt 11,27 Eb5,5 Sai 2,7 Rm8,16 Rm8,19 Sai 2,7

Gv 14,21 Gv8,58 Gv8,29


Ma è il Motivo per cui il Padre si dona al Figlio e il Figlio al Padre; il Padre non si appartiene

e il Figlio non si appartiene; il Figlio fa ciò che piace al Padre

e il Padre cerca la gioia del Figlio; il Motivo è perché lo AMA! Quest'AMORE è l'Attività più profonda di Dio: il Lavoro e l'Attesa eterna, è l'Esigenza per cui Dio è Dio, è la Natura, l'Essenza di Dio, è Colui per cui Dio Vive. Con questo Amore il Padre dice al Figlio: "Ti amo!"

e il Figlio al Padre: "Anch'Io Ti amo!" la Parola: "Ti Amo!"

contiene tutto l'Amore, la Vita, la Santità di Dio questo Amore è il Respiro Santo di Dio:

Colui che in Dio è Spirito Santo. Senza lo Spirito Santo la parola: "Ti amo!" sarebbe parola della sola bocca, penetrerebbe nell'orecchio, ma non muoverebbe il cuore sarebbe espressione senza significato! Con lo Spirito Santo la Parola: "Ti amo!" è Parola che esprime

tutta la Pienezza dell'Amore di Dio e fa commuovere a tenerezza tutta la Profondità di Dio.

Ora, nella pienezza dei tempi QUEST'AMORE il Padre ti ha manifestato nel Suo Figlio il Padre ti ha donato per mezzo dello Spirito e con tenerezza geme e grida dentro di tè, nelFattesa... che tu conosca creda e accolga la Sua Parola e che tu conosca creda e ti lasci condurre dal Suo Spirito.


Gv 17,19 17,20

Gv 14,31 Gv5,20

Ebr 13^-13

IGv4,7 IGv4,8

Gv5,20 Gv 14,31

Gv 17,26

Gv 14,10 Gv 14,20 Gv 14,10

Gai 4,4

Rm5,5 Gai 4,6 Rm8,19

Gv 17,3.6 Me 16,16 Gvl,12 Gv 14,16 ss Gv7,37 Gv 14,20 Rm8,14



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19/06/2011 07:34
 
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Masaccio - Trinità

(S. Maria Novella - Firenze)



Lettera sulla Trinità


di

+ Bruno Forte

Arcivescovo di Chieti-Vasto



Mi dici: aiutami a conoscere il Dio in cui credi! Vorrei allora parlarti di Dio raccontando l’amore: a incoraggiarmi a farlo è Giovanni, l’Apostolo che ha posato il capo sul petto di Gesù nell’Ultima Cena e ha meditato per tutta la vita sulla rivelazione offerta agli uomini proprio attraverso quel cuore, perché è lui ad assicurarci che “Dio è amore” e che “chi non ama non ha conosciuto Dio” (1 Giovanni 4, 8 e 16). In realtà, Dio stesso nella Bibbia ci ha raccontato la storia del Suo amore per noi. È un racconto che comincia da sempre in vista di un solo fine: renderci partecipi dell’infinito amore. Per questo Dio ci ha creato, chiamando ciascuno di noi ad esistere proprio come è: e per questo ognuno di noi è un dono di Dio! Quando l'uomo ha usato la libertà avuta in dono per rivoltarsi contro di Lui, questo Dio d’amore ha sofferto, ma ha rispettato la scelta della Sua creatura. Ce lo racconta una delle più belle parabole di Gesù: “Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto...” (Luca 15,11-13).


La storia, però, non finisce qui: Dio ama troppo gli uomini per abbandonarli a se stessi. Davanti al nostro rifiuto manifesta la profondità e l’audacia del Suo amore: invia Suo Figlio, che si fa uomo come noi e si consegna alla morte per amore nostro: “In questo si è manifestato l'amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui. In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati. Carissimi, se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri... Dio è amore; chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in lui” (1 Giovanni 4,9-11 e 16). Dare la vita per un altro significa amarlo dell'amore più grande: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Giovanni 15,13). Così ci ama Dio. La Croce è la dichiarazione d'amore di Dio per noi, la rivelazione del cuore divino. La ragione per cui Dio ci ama tanto è che Dio è in se stesso amore.

Ecco il centro e il cuore del messaggio cristiano, ecco la sorgente, il grembo e la meta di tutto ciò che esiste: Dio è amore! Ecco quanto di più importante ci sia dato da pensare! Provo a farlo con Te, nel modo più semplice possibile, consapevole di balbettare appena parole d’amore sul mistero santo da cui veniamo, in cui ci muoviamo ed esistiamo e verso cui andiamo nel cammino del tempo. Se Dio è amore, è facile capire come non possa essere solitudine in se stesso: perché ci sia un rapporto d’amore bisogna essere almeno in due. Amare soltanto se stessi non è amore, è egoismo. Dio amore è allora almeno uno che ama da sempre e uno che da sempre è amato e ricambia l'amore: un eterno Amante e un eterno Amato. Colui che ama da sempre è la sorgente dell'amore: egli non è mai stanco di cominciare ad amare e ama per la sola gioia d'amare. È Dio Padre nell'amore, infinitamente libero e generoso nell’amare, da null’altro motivato all’amore che dall’amore: “Dio non ci ama perché siamo buoni e belli, ma ci rende buoni e belli perché ci ama” (San Bernardo).


L'altro, l'eterno Amato, è Colui che accoglie da sempre l'amore: è l'eterna gratitudine, il grazie senza principio e senza fine, il Figlio. Quando il Figlio si fa uomo, si unisce a ciascuno di noi: perciò il Padre, amando Lui, ama anche ognuno di noi uniti a Lui, amati nell'Amato, fatti capaci di ricevere l'amore, che è la vita eterna di Dio. L'amore perfetto, però, non si chiude nel cerchio dei due: “Amare non significa stare a guardarsi negli occhi, ma guardare insieme verso la stessa meta” (Antoine de Saint- Exupéry). Il Padre e il Figlio vivono un amore così ricco e fecondo da rivolgersi insieme ad una Terza Persona divina, lo Spirito Santo. Lo Spirito è Colui nel quale il Loro amore è sempre aperto a donarsi, a “uscire da sé”: perciò lo Spirito è detto dono di Dio, fonte viva dell'amore, fuoco che accende in noi la capacità di ricambiare l'amore con l'amore. E perciò alita sulla creazione nel primo mattino del mondo e sulla nuova creazione, di cui è segno e promessa la Chiesa, nel giorno della Pentecoste. In quanto poi è l'Amore ricevuto dal Figlio e donato dal Padre, lo Spirito è anche il vincolo dell’amore eterno, l’unità e la pace dell’Amante e dell’Amato. Nello Spirito tutti siamo abbracciati dall'amore che unisce, libera e salva.


In quanto Amore, Dio, dunque, è Trinità, eterno evento dell’amore, che unisce i Tre che sono Uno, il Padre, eterna provenienza dell’Amore, il Figlio, eterno avvento dell’Amore, e lo Spirito, avvenire dell’Amore eterno, Colui nel quale l’amore divino, da sempre uguale a se stesso, è sempre nuovo, eternamente giovane e insieme immutabile nella Sua fedeltà. Questa eterna storia d’amore ci è stata raccontata nel segno supremo dell'abbandono di Gesù in Croce: la Croce è la storia dell’eterno Amante, il Padre, che consegna Suo Figlio per noi; dell’eterno Amato, il Figlio, che si consegna alla morte per amore nostro; e dello Spirito Santo, l'amore eterno che li unisce fra di loro e li apre al dono che essi fanno a noi, rendendoci partecipi della vita divina. Questi Tre sono uno: non tre amori, ma un unico, eterno ed infinito amore, l'unico Dio che è amore.


Si può dire allora che “vedi la Trinità, se vedi l'amore” (Sant'Agostino): e vedi l'amore, se guardi la Croce dove il Padre offre per noi il Figlio, mentre lo Spirito - che viene rappresentato nei Vangeli in forma di colomba - sta fra di Loro. La Croce è il racconto della Trinità di Dio, la rivelazione dell’infinito amore: perciò, spesso nella tradizione occidentale la Trinità divina è stata rappresentata con la scena di Dio Padre che regge fra le braccia il legno della Croce, da cui pende il Figlio abbandonato, mentre la colomba dello Spirito unisce e separa l'Amante e l'Amato, l'Abbandonato e Colui che l'Abbandona (vedi la Trinità di Masaccio in Santa Maria Novella a Firenze). L’Oriente cristiano ha voluto trasmetterci lo stesso messaggio con la scena dei tre Angeli che apparvero ad Abramo alle querce di Mamre e che erano uno, scelti come figura delle tre Persone divine che accolgono gli uomini nel cerchio del loro amore al banchetto della vita (come fa Andrei Rublev nella celebre icona della Trinità conservata a Mosca).


Prova allora a fermarti davanti a un Crocifisso o all’icona in cui i tre Angeli ti chiamano a entrare nel dialogo divino dell’amore: disponiti ad ascoltare la dichiarazione d'amore di Dio. Cerca di unirti al Figlio amato, abbandonato e risorto alla vita per Te, e di sentire l'amore del Padre che Ti avvolge e lo Spirito che Ti unisce a Gesù e in Lui al Padre. È un'esperienza bellissima questa di sentirsi amati da Dio: allora, avvolto dall'amore dei Tre, capirai che Dio Amore non è una parola vuota, una storia lontana, ma il racconto dell'eterno Amore, che è venuto a narrarsi nel tempo perché ciascuno di noi, ascoltandolo e credendo all'amore dei Tre, si lasci raggiungere e trasformare da questa eterna storia d'amore... Vuoi provarci anche Tu? Chiedilo a Dio così:


Dio tre volte Santo, Trinità divina,

aiutami a confessare con le labbra e col cuore

l’infinita bellezza del Tuo amore:

di Te Padre, eterno Amante

da cui proviene ogni dono perfetto,

di Te Figlio, eterno Amato

che tutto riceve e tutto dona,

di Te Spirito Santo,

Amore ricevuto e donato,

vincolo della carità eterna

ed estasi dell’eterno dono.

In Te, Trinità Santa vorrò nascondermi,

per essere amato nell’Amato

ed imparare ad amare

qui nell’umile fedeltà del tempo

e per sempre nel giorno dell’amore

che non muore. Amen! Alleluia!

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24/06/2011 23:02
 
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La FAMIGLIA umana è immagine della famiglia trinitaria di Dio.

[Modificato da Credente 03/04/2020 17:26]
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12/02/2017 20:53
 
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Il mistero della Trinità:
tre risposte alle domande più comuni

mistero trinità cristianesimo“Agostino, è più facile mettere tutta l’acqua del mare dentro a una buca che riuscire a mettere nella tua testa il Mistero della Santissima Trinità!”. Questo si sentì dire Sant’Agostino mentre meditava sul mistero del Dio uno e trino.

Se una mente così eccelsa ricevette un tale rimprovero dal Divin Maestro, non stupisce quanto poco possa essere compreso da noi contemporanei uno dei misteri più grandi della fede cristiana. Agli occhi del mondo la teologia cristiana appare talvolta complicata, meno semplice rispetto al monoteismo islamico. Eppure, a mio parere, è proprio questa sua inconcepibilità a dimostrarne la verità.

Nonostante vari tentativi, alcuni migliori di altri, la Trinità rimane tuttavia mistero. Ciononostante, la teologia non è rimasta muta: da Ireneo di Lione ad Agostino, da Scoto Eriugena a Tommaso d’Aquino, tutti i principali pensatori cristiani si sono confrontati con esso, dando ognuno un contributo decisivo e insuperabile. Alcuni dubbi si possono chiarire, prendendo spunto da quanto scrive il noto filosofo William Lane Craig rispondendo alle domande di un musulmano.

 

1) Come si può conciliare filosoficamente la Trinità con il monoteismo?
La risposta fu cercata già durante i primi secoli dell’epoca cristiana, durante i grandi concili della Chiesa. Tenendo presente che le persone della Trinità non erano tre divinità diverse, si affermò fin dal primo concilio che Padre, Figlio e Spirito Santo erano tre persone divine nella stessa essenza divina. L’essenza divina, cioè la sua natura, è ritenuta unica e indivisibile, ma “in” essa vi sono tre persone, di pari dignità, in tutto uguali, consustanziali (omoousioj in greco), diverse solo per quanto riguarda la relazione tra di loro. Come da una fiamma può rimediare tre diverse fiammelle divise tra loro, ma provenienti dalla stessa sorgente, così la Trinità. Solo l’uso dell’analogia può sfiorare il Mistero divino, poiché la sua essenza ci supera come il cielo supera il mare, e ancora di più.

2) Gli argomenti su cui si basa la dottrina trinitaria sono filosofici o scritturistici (cioè basati sulla Sacra Scrittura)?
A questa domanda la risposta è univoca: ogni argomento sulla Trinità è preso dalla Sacra Scrittura, e tutti i tentativi di dimostrare la Trinità razionalmente, come quello di Sant’Anselmo, non riescono a rendere adeguata ragione. Sulla divinità del Figlio e dello Spirito Santo le parole evangeliche sono innumerevoli, tanto quanto le profezie veterotestamentari. Non solo nel Battesimo di Gesù abbiamo una manifestazione straordinaria della stessa Trinità, con lo Spirito che discende sul Figlio, ma lo stesso Cristo ne parla in diversi discorsi (durante il dialogo dell’Ultima cena, ad esempio, riportato da Giovanni). La Scrittura esprime l’unità inscindibile del Figlio, del Padre e dello Spirito Santo, quest’ultimo è sigillo della profonda comunione sussistente tra le persone divine. Se l’intero Nuovo Testamento non dovesse bastare, allora forse la trattazione dei Padri della Chiesa potrà soddisfare ogni domanda.

3) Se sono scritturistici, perché non dubitare dell’infallibilità della Sacra Bibbia come per altre nozioni, tipo date, numerici ecc.?
In questo caso è necessario fare delle distinzioni ben precise. Il Concilio Vaticano II insegna che l’autore della Sacra Bibbia è Dio stesso e che Egli stesso ispirò alcuni uomini (cfr. DV n.11). Questi autori non furono pennelli in mano all’Altissimo ma, nel pieno possesso delle loro facoltà, scrissero come uomini del loro tempo, con la mentalità e comprensione della realtà a loro contemporanea. Per questo all’interno dell’Antico Testamento troviamo affermazioni, resoconti e descrizioni che provocano oggi non poco scandalo. Per il Nuovo Testamento il discorso cambia: gli autori descrivono la vita del Messia, riportando ciò che gli apostoli hanno sentito dalle sue stesse labbra, sono resoconti fedeli di ciò che Gesù stesso insegnò, come ritengono i principali studiosi che ne hanno indagato l’autenticità storica.

 

Per chi considera la Trinità un’invenzione del primo cristianesimo propongo una riflessione. L’obbiettivo di tutte le religioni e dei loro testi sacri, compresi quelli cristiani, è quello di dare una risposta soddisfacente alla domanda di divino che si sprigiona dal cuore umano. Tuttavia nei testi cristiani, i Vangeli, troviamo un fattore inedito: il “fondatore” della religione e i capi della prima comunità vengono messi in cattiva luce. Non solo gli apostoli fuggono delusi al momento dell’arresto del Cristo, rinnegandolo, ma lo stesso Gesù Cristo, il Messia annunciato da tutti i profeti, il discendente di Davide, il futuro Re dei Re, viene condannato e messo a morte! Pessima pubblicità, diremmo noi. Eppure questa fu la Rivelazione che Dio decise di consegnare agli uomini.

Perché mai, allora, gli apostoli e i discepoli avrebbero dovuto inserire all’interno dei testi sacri una complicazione teologica enorme, come un Dio sussistente in tre persone? Non erano già tanti i problemi che incontravano? Ed infine, come avrebbero potuto questi pescatori ignari di ogni nozione teologica, inventarsi una cosa del genere, se già per noi, uomini contemporanei tracotanti di ogni sapienza teologica, è difficile concepire una verità tale? La miglior spiegazione è che il mistero della Trinità, per chi crede, è uno degli insegnamenti che Dio stesso ha voluto offrire agli uomini per aiutarli a comprendere meglio la Sua persona.

Luca Bernardi


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03/04/2020 17:28
 
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Questa è la vita: che conoscano Te, solo vero Dio, e Colui che hai mandato, Gesù Cristo. Gv.17,3
 
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