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Lettera della CEI all'AZIONE CATTOLICA

Ultimo Aggiornamento: 23/03/2011 12:33
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23/03/2011 12:27
 
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4. Articolazione diocesana e servizio dei sacerdoti assistenti
Nel formulare queste considerazioni, intendiamo esprimere la convinzione che l’Azione Cattolica continua a essere una preziosa esperienza di cui la Chiesa – e ogni Chiesa particolare – non possono fare a meno. Il legame diretto e organico dell’Azione Cattolica con la diocesi e con il suo Vescovo, espresso anche nella collaborazione con gli organismi pastorali diocesani; l’assunzione della missione della Chiesa, il sentirsi “dedicati” alla propria Chiesa e alla globalità della sua missione; il far propri il cammino, le scelte pastorali, la spiritualità della Chiesa diocesana, tutto questo fa dell’Azione Cattolica non un’aggregazione ecclesiale tra le altre, ma un dono di Dio e una risorsa per l’incremento della comunione ecclesiale, sui quali ciascun Vescovo, il suo presbiterio e l’intera comunità ecclesiale sanno di poter fare affidamento. In questa prospettiva va affrontato anche il nodo del rapporto tra le aggregazioni ecclesiali – associazioni e movimenti –, che deve trarre ispirazione e modello dalla comunione ecclesiale. All’Azione Cattolica chiediamo di farsi carico di tale sensibilità, promuovendo dialogo e collaborazione tra le diverse realtà, nel rispetto della varietà dei carismi ma anche nella ricerca di un’effettiva comunione nel quadro della pastorale diocesana.
Nello stesso tempo il carisma dell’Azione Cattolica fa di essa una vera espressione di laicato adulto e maturo, del quale la Chiesa italiana ha urgente bisogno per attuare la conversione missionaria della pastorale. Giovanni Paolo II ha significativamente sottolineato che l’apostolato dell’Azione Cattolica "deve attuarsi secondo alcune chiare direzioni […]: la formazione di un laicato adulto nella fede; lo sviluppo e la diffusione di una coscienza cristiana matura, che orienti le scelte di vita delle persone; l’animazione della società civile e delle culture, in collaborazione con quanti si pongono al servizio della persona umana. Per procedere secondo queste direzioni, l’Azione Cattolica deve confermare la propria caratteristica di associazione ecclesiale, al servizio della crescita della comunità cristiana, in stretta unione con i ministeri ordinati. Questo servizio richiede un’Azione Cattolica viva, attenta e disponibile, per contribuire efficacemente ad aprire la pastorale ordinaria alla tensione missionaria, all’annuncio, all’incontro e al dialogo con quanti, anche battezzati, vivono un’appartenenza parziale alla Chiesa o mostrano atteggiamenti di indifferenza, di estraneità e, forse, talora di avversione" (Omelia, 8 dicembre 1998).
Come Pastori riconosciamo lo spessore ecclesiale dell’Azione Cattolica, espresso da un vivo senso della Chiesa considerata nel suo mistero e nella sua storia, nelle sue espressioni quotidiane, nel suo proporsi come luogo di accoglienza per tutti: per i ragazzi, non solo destinatari di una proposta educativa, ma soggetti attivi di missione e di apostolato; per i giovani, desiderosi di una Chiesa viva, attenta ai loro travagli e alle loro speranze; per le famiglie, annunciatrici della buona notizia di Gesù, intrecciata allo scorrere semplice della vita.
Questo vincolo con la vita della comunità diocesana e con il suo Pastore si esprime anche nella presenza e nel ruolo dei sacerdoti assistenti. La storia dell’Azione Cattolica è segnata da uno straordinario legame spirituale, di amicizia e di collaborazione con il ministero presbiterale, legame inscritto nella natura stessa dell’Associazione, dal quale presbiteri e laici insieme hanno ricevuto giovamento nella loro maturazione umana e cristiana, ciascuno secondo la propria vocazione. Ai parroci chiediamo di stimare e di promuovere l’Azione Cattolica: nessuno ostacoli la nascita o lo sviluppo di gruppi parrocchiali di Azione Cattolica, ma al contrario li sostenga in un impegno formativo che arricchisce l’intera comunità. Ai sacerdoti assistenti chiediamo vicinanza e condivisione verso questa esperienza laicale, sperimentando una relazione fraterna che, nell’incontro di vocazioni distinte, possa continuare a dare frutti di santità. Ai seminaristi chiediamo di voler conoscere l’Azione Cattolica e di voler condividere qualche momento della sua vita, per disporsi a sostenerla e valorizzarla nel loro futuro ministero pastorale. Ai Confratelli Vescovi rivolgiamo l’invito a voler offrire all’Azione Cattolica sacerdoti assistenti qualificati, posti in condizione di rendere un servizio generoso: mettere bravi sacerdoti a disposizione dell’Azione Cattolica è un investimento per tutta la diocesi.

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