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PENSIERI DI CHARLES DE FOCAULD

Ultimo Aggiornamento: 05/02/2013 06:39
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08/03/2011 23:35
 
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Gli indigeni mi danno anche delle consolazioni; settantacinque in media vengono ogni giorno a chiedermi l'elemosina: un po' d'orzo; la difficoltà è d'avere un po' d'orzo; altri vengono a farmi visita.Tutti sembrano ben disposti.
Farò del bene - o piuttosto Dio si servirà di me per farne - nella misura in cui sarò santo; e io sono un peccatore; pregate Dio petrché mi converta e domandate a tutta la vostra comunità che porto nel cuore di pregare per la conversione del suo indegno fratello in Gesù.

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Per quanto mi riguarda, nulla di nuovo: calma, pace, silenzio, ringrazio Dio di questa vita nascosta, così perduta, così simile a quella di Nazareth. Da parte di Dio nulla mi maanca: ho tutto ciò che desideravo, anzi di più.
Continuo a benedire Dio, a sentirmi felice, infinitamente felice, in questa vita di Nazareth che egli mi ha fatto tanto desiderare e che mi ha donato così perfettamente.
Sto bene in salute, ma vado declinando; non faccio più ciò che facevo in passato; la mia vita si indebolisce; sento anche che il corpo a poco a poco si va dissolvendo, e confesso che, nonostante tutto, nonostante i miei pochi meriti ed i miei tanti peccati, nonostante il lungo purgatorio che mi attende, provo una gioia grande ed immensa. Non merito certo che castighi, ma Gesù ci comanda di sperare; dunque, spero e mi abbandono alla speranza nella sua misericordia.

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In primo luogo, preparare il terreno in silenzio, con la bontà, con il contatto, con il buon esempio: stabilire il contatto, farsi conoscere da loro e conoscerli; amarli, dal profondo del cuore, farsi stimare e amare da loro; con ciò, far cadere i pregiudizi, ottenere fiducia, acquistare autorità - e questo richiede tempo -, poi parlare in privato ai meglio disposti, con molta prudenza, a poco a poco, a ognuno in maniera diversa, in modo da dare a ciascuno quello che è capace di ricevere.
I musulmani sono incapaci di discussione. La fede può nascere in loro, con l'aiuto della grazia, soltanto quando ci saremo imposti alla loro ammirazione e alla loro stima, vivendo in mezzo a loro le virtù cristiane.
Prima di parlar loro del dogma cristiano, bisogna parlare di religione naturale, condurli all'amore di Dio, all'atto d'amore perfetto. Quando saranno arrivati a compiere atti d'amore perfetto e a chiedere con tutto il cuore la luce a Dio, saranno vicini alla conversione. Allorché vedranno uomini più virtuosi di loro, più sapienti di loro, che parlano di Dio meglio di loro, e che sono cristiani, allora essi saranno disposti ad ammettere che forse quegli uomini non sono nell'errore, e saranno pronti a chiedere a Dio la luce.

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Più vado avanti e più sono convinto che per il momento non c'è possibilità di realizzare conversioni isolate. Non sono qui per convertire in un solo colpo i Tuareg, ma per provare a capirli e a migliorarli. Sono certo che il buon Dio accoglierà in cielo quelli che furono buoni e onesti senza bisogno che essi siano cattolici romani.

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Chiunque ama vuole imitare: è il segreto della mia vita

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L'obbedienza è l'ultimo, il più alto e il perfetto dei gradi dell'amore. Quello dove si cessa di esistere per se stessi, dove ci si annulla, dove si muore come Gesù sulla croce.

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In nessun caso sarà permesso dire di no a chi ci domanda qualcosa, si deve donare l'ultimo soldo, l'ultimo pezzo di pane della casa. E se non abbiamo nulla, si farà entrare l'ospite e il povero e si andrà a mendicare per lui.

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Tutta la nostra vita, per quanto muta essa sia, la vita di Nazareth, la vita del deserto, la stessa vita pubblica devono essere una predicazione del Vangelo fatta con l'esempio.
Tutta la nostra esistenza, tutto il nostro essere deve gridare che noi apparteniamo a Gesù, deve presentare l'immagine della vita evangelica. Tutto il nostro essere deve diventare una predicazione viva, un riflesso di Gesù, un profumo di Gesù, qualcosa che gridi Gesù, che faccia vedere Gesù, che risplenda come un'immagine di Gesù.

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Come bisogna fare per avvicinare i Tuareg?
Atteggiatevi con semplicità, in modo gradevole e con bontà. È meglio amarli per essere riamati. Siate umani, caritatevoli e sempre lieti. Con loro bisogna sempre ridere. Io rido sempre, mostrando i miei brutti denti. Fatevi conoscere. Si racconta che noi mangiamo i bambini e che di notte ci trasformiamo in bestie. Fate loro capire che la vita dei Francesi è fatta di pacifica onestà, di fatica, di laboriosità. Fate loro vedere che i nostri contadini conducono una vita simile alla loro, che noi gli assomigliamo.

100
Vedermi alla sera di questa vita così miserabile, dopo aver prodotto così pochi frutti, come il chicco di grano che non muore.
È la solitudine che cresce. Ci si sente sempre più soli al mondo. Gli uni sono partiti per la loro patria, gli altri vivono la loro vita sempre più lontano dalla nostra. Ci si sente come l'oliva rimasta sola attaccata al ramo, dimenticata dopo la raccolta.
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