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BUONE NOTIZIE

Ultimo Aggiornamento: 07/12/2019 11:25
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18/10/2011 23:11
 
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La Chiesa destina 60 milioni di euro al Corno d’Africa

La Chiesa cattolica in prima fila anche nella lotta contro l’emergenza umanitaria nei paesi del Corno d’Africa. Dopo i ripetuti appelli di Benedetto XVI la Chiesa Cattolica, tramite i suoi organismi umanitari, ha raccolto per l’emergenza carestia e siccità nel Corno d’Africa ben 60 milioni di euro.

Lo stesso Papa Ratzinger ha devoluto personalmente 400 mila euro. Anche una delegazione della Comunione Anglicana, riporta “Il Sole 24 Ore”, ha aderito alla mobilitazione lanciata da Ratzinger.

Michel Roy, segretario generale di Caritas internationalis ha riferito che la Chiesa Cattolica sta aiutando un milione di persone e ha già messo a disposizione 31 milioni di euro, raccolti tramite collette e offerte in tutto il mondo. La Chiesa nel Corno d’Africa, ha spiegato Roy, interviene con «aiuti alimentari e supplementi nutrizionali per bambini, tende, medicine, acqua per persone, animali e coltivazioni. Ma anche servizi igienici, cure sanitarie, assistenza ai più vulnerabili, distribuzione di sementi, sostegno spirituale e psicologico».

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21/10/2011 15:27
 
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Per il nuovo anno ci sono opportunità di lavoro nell'ambito dell’Esercito, della Marina e Aeronautica.

Infatti, è stato indetto un concorso pubblico per volontari in ferma prefissata quadriennale, comprendendo tra le altre Forze Armate anche il Corpo delle capitanerie di Porto. Sono richiesti ben 3756 volontari anche se sono differentemente ripartiti fra le diverse Forze. In particolare, i posti saranno ripartiti fra una prima ed una seconda immissione.
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26/10/2011 22:10
 
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Pubblicata il 21 ottobre 2011

AVSI IN HAITI -   La cerimonia di inaugurazione. Sullo sfondo i due moduli scolastici

Grande fermento e gioia nella capitale di Haiti per la nuova scuola. Ci scrive Marta da Port-au-Prince:

“Lunedì 3 ottobre abbiamo inaugurato l’anno accademico all’Institut Mapou, la nuova scuola costruita da AVSI a Place Fierté, nel quartiere di Cité Soleil. Il complesso scolastico sorto su un terreno di 5000 mq, donato dal Comune di Cité Soleil ad AVSI per la realizzazione di strutture e attività di pubblica utilità, è costituito da due strutture, in cui, per l’anno accademico 2011-2012, sono stati iscritti 608 bambini. Le scuole accolgono bambini dalla prima alla sesta classe della scuola primaria”.

Una delle strutture è occupata dalle due scuole Maranatha e Jardin de la Vie, scuole del quartiere di Cité Soleil nate per rispondere ai bisogni della comunità e con le quali AVSI collabora da tempo. L’altra struttura è occupata dal modulo scolastico SAD (sostegno a distanza), che accoglie in totale 197 bambini, dei quali 119 sono bambini sostenuti a distanza. Le scuole sono state costruite grazie alla collaborazione e raccolta fondi del network e sostenitori di AVSI nel mondo: AVSI-USA, AVSI Canada, AVAID in Svizzera, Support International in Germania, gli amici in Brasile e in Portorico.

 

 

 

Sia le uniformi per i bambini sia le uniformi per gli insegnanti sono state preparate dall’atelier di sartoria di Cité Soleil, realizzato grazie al progetto sulle attività generatrici di reddito promosso da AVSI.  Il materiale didattico per tutti i bambini del sito verrà distribuito a breve: AVSI riceverà i kit scolastici da Unicef, grazie ad un progetto implementato in partenariato con il Ministero dell’Educazione nazionale di Haiti.

Tra i principali obiettivi della scuola, vi è quello di lottare contro l’analfabetismo e combattere l’esclusione sociale dando priorità al reinserimento scolastico dei bambini che hanno dovuto lasciare la scuola a causa della mancanza dei mezzi economici necessari e della difficile situazione post-urgenza.

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10/11/2011 21:45
 
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Canada: il 72% dei cittadini contro l’aborto

In Canada dal 1988 c’è l’abortion-on-demand, cioè l’aborto senza alcuna restrizione legale, possibile in qualsiasi mese della gravidanza (anche se ogni clinica canadese è libera di decidere, a propria discrezione, le limitazioni a tale libertà). E’ notizia del 28 ottobre scorso che però il 72% dei canadesi vorrebbe misure legali per proteggere il bimbo nel grembo nei mesi più avanzati della gravidanza. Tra essi, il 28% chiede misure protettive sin dal concepimento e il 26% si schiera per rendere nuovamente illegale l’aborto senza se e senza ma.

Il gruppo pro-vita LifeCanada ha commissionato l’inchiesta al gruppo di ricerca canadese Environics, specializzato in sondaggi nazionali (www.environics.ca). La stragrande maggioranza dei cittadini appare contraria all’attuale stato di cose, e chiede al governo di agire immediatamente. «C’è evidentemente un abisso tra le politiche governative sull’aborto e la volontà dei Canadesi» ha detto Monica Roddis, presidente di LifeCanada. «I Canadesi chiedono con forza che l’aborto non sia più legale per tutti e nove i mesi della gravidanza, e non vogliono che le loro tasse servano a questo, tranne che per circostanze straordinarie. Ancora i nostri governanti» – ha continuato Roddis – «rifiutano di affrontare la questione. Non vogliono riaprire il dibattito, dicono. E’ perché la maggior parte dei Canadesi non approva la situazione attuale?».

L’inchiesta suggerisce una visione pro-life nel paese più forte di quella evidenziata dall’inchiesta dell’agenzia canadese Abacus del maggio scorso, secondo la quale, il 59% dei Canadesi voleva misure legali per proteggere il feto nei mesi più avanzati della gravidanza mentre il 27% voleva misure sin dal concepimento, e l’8% si schierava apertamente per rendere illegale l’aborto in ogni circostanza.

Nella recente inchiesta, scendendo nei dettagli, è stato anche chiesto da quale momento fosse giusto proteggere il feto: il 28% ha risposto fin dal concepimento, il 17% dopo i primi due mesi e un altro 17% dopo i primi tre mesi. Solo il 20% ha supportato l’attuale politica canadese di nessuna protezione per il feto. E’ significativo che siano più le donne che gli uomini (74 vs 67%) a chiedere di supportare la protezione per il feto prima che nasca. L’81% del gentil sesso ha infatti asserito che l’aborto dovrebbe essere reso illegale nel terzo trimestre di gravidanza. Il 54% ha asserito che gli aborti dovrebbero essere coperti dalla sanità pubblica solo in caso d’emergenza, e il 13% ha asserito che non dovrebbero essere coperti affatto. Solo il 30% è d’accordo che lo stato paghi per tutti gli aborti eseguiti.

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14/11/2011 12:41
 
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IL RACCONTO DI 10 ANNI DI LOTTA ALL’AIDS IN UGANDA
2002-2011: 10 anni di bambini nati senza l’HIV. A Roma una pubblicazione, un documentario e una mostra itinerante illustrano i risultati del programma AVSI di riduzione della trasmissione materno-fetale dell’HIV (PMTCT).

Il coinvolgimento di 136.000 mamme. Una presenza in 4 ospedali e in 21 centri sanitari, che arriva a coprire un bacino di utenza di oltre 800.000 persone. Sono solo alcuni dati della campagna “Free: 10 anni di prevenzione materno-fetale dell’AIDS in Uganda, 10 anni di bambini nati senza HIV”, che la Fondazione AVSI, in collaborazione con Medicina & Persona, presenterà a Roma in occasione della Giornata Mondiale contro l’AIDS, il prossimo 1 dicembre.

    Proprio in occasione del World Aids Day infatti, sarà presentata una mostra multimediale itinerante, che attraverso fotografie e video, racconterà l’esperienza di questi anni di lavoro e implementazione del programma di prevenzione materno-fetale dell’Aids (denominato PMTCT) in Uganda, accompagnata da una raccolta fondi a sostegno dell’iniziativa.

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14/01/2012 22:01
 
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AVSI Haiti

Che senso ha quello che è accaduto? Ci si chiedeva dopo il terremoto del 12 gennaio 2010 che ha causato in Haiti una situazione di emergenza umanitaria di estrema gravità, generando oltre 230.000 morti, un milione e 500.000 persone senza tetto e un tasso di distruzione che ha toccato il 95% in alcune zone del centro storico di Port-au-Prince.

L’unico orizzonte adeguato per sostenere l’urto e la ferita che le immagini di giornali e televisioni hanno suscitato, è che la vita abbia un compito, che ci abiliti a partecipare anche alla ricostruzione di Haiti, rilanciandoci a vivere ogni giorno, ovunque siamo, testimoniando nella vita quotidiana che c’è un disegno buono su di noi e sulla nostra esistenza, che la vita ha un senso, un significato.”


Straordinaria e commovente la risposta degli amici sostenitori di AVSI, in Italia e nel mondo che, immediatamente dopo il terribile terremoto del 12 gennaio 2010 hanno donato prezioso tempo e denaro a favore del popolo di Haiti.


AVSI in Haiti, presente dal 1999
, è intervenuta immediatamente dopo la catastrofe con un importante programma d’emergenza a favore di 40.000 personein partnership con le Nazioni Unite fornendo beni di prima necessità e servizi educativi, nutrizionali e sanitari.

Ad oggi la sua équipe, diretta da Fiammetta Cappellini, ha già portato a termine l’avvio di 16 strutture: 9 scuole, 5 centri nutrizionali, un centro educativo, laboratori artigianali con un ristorante comunitario e ateliers di moda, ferro battuto e perlage.

Inoltre, AVSI sta coordinando interventi educativi, protezione dell’infanzia, scolarizzazione, nutrizione, agricoltura, acqua e ambientesta lavorando per ilmiglioramento delle abitazioni, all’avviamento dei sostegni a distanza e dello sviluppo rurale al sud dove, con le autorità locali, sta riattivando due acquedotti e costruendo 10 pozzi d’acqua potabile.

Sempre al sud, nel solco dell’EXPO, si stanno  formando tecnici agricoli anche a livello universitario, creando orti comunitari con le associazioni locali dei contadini, introducendo processi di trasformazione e di filiera per la manioca e altre produzioni locali, includendo la gestione del suolo per la riforestazione.

 

Ora, la nuova grande sfida di AVSI in Haiti è quella di costruire, con la campagna delle Tende, un secondo centro educativo a Port-au-Prince, nel quartiere di Martissantformato da baracche che dal mare si arrampicano alle colline e che, dopo Cité Soleil, è la seconda zona di riferimento di AVSI nella capitale. Qui AVSI, ristrutturando un edificio con un ampio terreno, praticamente l’unica zona verde dell’area, vuole creare un nuovo punto di riferimento per i giovani. Un luogo accogliente, sicuro e bello, nel quale realizzare attività di dopo-scuola, laboratori di artigianato, formazione per insegnanti e genitori. Attività dedicate soprattutto per i già 400 bambini aiutati attraverso il Sostegno a distanza di AVSI.

«L’idea è far vedere che una vita può essere diversa – afferma Alberto Piatti, Segretario Generale Fondazione AVSI - quando ci riesci questi ragazzi mettono nel bene la straordinaria energia che prima mettevano nel distruggere e distruggersi».

 

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18/02/2012 08:24
 
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LA RACCOLTA DEI FARMACI

Anche nella neve, il Banco vince
di Pietro Bongiolatti
14/02/2012 - Sabato 11 febbraio, la Giornata nazionale di Raccolta del Farmaco. Coinvolte tremila farmacie in 77 province italiane. E più di 350mila medicinali raccolti. Nonostante il maltempoLa Raccolta del Farmaco, sabato 11 febbraio 2012.
Nemmeno i bollettini meteo apocalittici e le nevicate eccezionali di questi giorni hanno fermato la Giornata nazionale di Raccolta del Farmaco, che si è svolta regolarmente sabato 11 febbraio in 77 province italiane. Solo rimandata di una settimana in altre sette (Ancona, Pesaro, Macerata, Ascoli, Potenza, Teramo e Forlì-Cesena, dove si farà sabato 18 febbraio). Il risultato è stato positivo: il maltempo non ha impedito che il numero di medicinali raccolti aumentasse rispetto all'anno passato. Da quando è nata, vi hanno aderito sempre più volontari e farmacie. Sabato erano in diecimila, davanti a più di tremila esercizi, per un totale di circa 352.000 medicinali donati.
Ormai la Raccolta del Farmaco è un’iniziativa conosciuta e sponsorizzata, ma il successo nasce innanzitutto dal coinvolgimento dei volontari, «perché non è un gesto d’elite», racconta Marco Malinverno, direttore della Fondazione Banco Farmaceutico. «Raccogliere i medicinali per chi non può procurarseli da sé significa rispondere ad un bisogno primario. Nella situazione di crisi in cui siamo, sempre più famiglie fanno fatica ad acquistare alimenti e indumenti. Se poi un figlio ha bisogno di un nuovo paio di scarpe e bisogna scegliere tra quelle e le medicine, spesso si è costretti a scegliere le scarpe». 
Tra i volontari quest’anno c’erano anche 150 studenti della facoltà di Farmacia della Sapienza di Roma, che grazie ad un accordo fra la Fondazione e l’Università hanno passato tutta la giornata di sabato all’ingresso dei punti vendita della capitale a raccogliere medicinali. Anche qui il maltempo si è fatto sentire, alcuni che venivano da fuori città sono rimasti bloccati a causa della neve che è caduta nel primo pomeriggio. «La bellezza di un gesto di carità come la giornata della Raccolta del Farmaco è che chi si incontra viene coinvolto. A Roma tanti, dopo aver donato, si sono fermati a sostituire i volontari bloccati dalla neve», continua Malinverno: «Un amico che da anni copre lo stesso punto vendita mi raccontava che è nato un rapporto con il farmacista, e diceva che l’ideale sarebbe pensare un sistema di donazione stabile per restare sempre in contatto con queste persone. La Fondazione si sta già muovendo in questa direzione: a breve partirà un progetto in collaborazione con la Regione Veneto per ridistribuire i farmaci ancora buoni che non possono essere venduti perché troppo vicini alla scadenza. Attraverso i contatti che abbiamo con le associazioni caritative possiamo distribuire grosse quantità di medicine in poco tempo».
Dietro alla giornata della Raccolta ci sono anche tante altre storie. Come la signora che a Milano ha girato tre isolati per comprare dei medicinali «per aiutare i bambini», e non si è data pace finché non ha trovato un esercizio che aderisse all’iniziativa. Oppure la coppia di anziani che sotto la neve si è recata in farmacia solo per donare un farmaco, perché «anche se facciamo fatica con la pensione, sappiamo quanto è utile». O come quella del signore di mezza età, che risponde scettico a Marco Malinverno, in corso Buenos Aires a Milano: «Non mi fido di queste cose, dietro c’è sempre chi ci mangia». «Avrei voluto raccontargli tutto quello che ho visto», dice Malinverno: «Quest’anno per la Fondazione ho girato tutta l’Italia, da Torino a Palermo. Lì ho visto l’ambulatorio della Caritas nel quartiere Ballarò. Sono presidi sociali, dove c’è gente che tutti dovrebbero conoscere».

[Modificato da Coordin. 18/03/2012 09:39]
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21/02/2012 21:25
 
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In Russia torna obbligatorio l’insegnamento della religione nelle scuole

Nina Achmatova dell’agenzia del PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere) AsiaNews” riferisce che dal prossimo settembre l’insegnamento religioso diventerà obbligatorio in tutte le scuole. Il decreto, approvato da Putin, è condiviso non solo dalPatriarcato di Mosca, ma anche dalla comunità musulmana. Il Muftì della Repubblica Autonoma della Ciuvascia ha dichiarato che«la nuova materia nelle scuole in Chivashia è diventata molto popolare sia tra gli alunni che tra i genitori». Gli alunni delle scuole elementari e medie potranno scegliere tra lezioni sui “fondamenti della cultura religiosa” o “fondamenti di etica pubblica”, oppure frequentare i corsi su uno dei quattro culti che compongo l’anima religiosa della Russia: l’ortodossia, l’islam, l’ebraismo, il buddismo.

Giovanna Parravicini, ricercatrice di “Russia Cristiana”in una intervista a Tempi, ha ribadito l’importanza di questo decreto: «Dopo 70 anni di ateismo in Russia si riconosce pubblicamente che religione e fede sono aspetti fondamentali della struttura umana e per questo vanno insegnati. […] Putin si è ritrovato un paese in crisi, non solo economica, ma soprattutto umana e familiare. I problemi dell’alcolismo e della tossicodipendenza erano enormi. Ha pensato di chiedere aiuto alla Chiesa, perché moralizzasse la società». Ha anche riportato un esempio particolarmente significativo della “rinascita religiosa” della Russia profonda: «A fine novembre una reliquia della Madonna è stata portata in Russia dal monte Athos. Un milione di persone sono rimaste in coda, con diversi gradi sottozero, per una settimana, 24 ore su 24, arrivando a formare fino a nove chilometri di fila, per vederla. Tutto ciò sarà anche sentimentale, magari, patologico, esagerato, ma il popolo russo ha ancora una domanda profonda di senso che aspetta una risposta e che la crisi dell’uomo che attraversa oggi mette in evidenza».

La notizia non farà di certo piacere a quei laicisti che hanno sperato nell’ateismo di stato come metodo più efficace per la costruzione di una società totalmente irreligiosa. Vogliamo a tal proposito ricordare le imbarazzanti dichiarazioni del luminare Umberto Veronesi apparse nel libro-intervista “Essere laico”, curato da Alain Elkann (Bompiani, Milano, 2007, pp. 55-56): «Le indagini [Veronesi non specifica quali, ndr] ci dicono che il 90% dei russi è rimasto solidamente non credente. Quindi chi conquista con la forza della ragione una posizione agnostica è difficile che torni indietro». Qualsiasi commento a queste parole sarebbe superfluo: finalmente a parlare non sono più le ideologie, ma solo i fatti.

Roberto Manfredini

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25/02/2012 23:15
 
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“Crescere Insieme, da lontano. Il sostegno a distanza come progetto di sviluppo umano”. 

OVC

Il sostegno a distanza come progetto di sviluppo umano è il tema affrontato al convegno “Crescere insieme, da lontano” organizzato dall’Agenzia per il Terzo Settore martedì  21 febbraio a Roma, presso la Sala delle Colonne di Palazzo Marini.

“Il sostegno a distanza è uno dei più importanti ed efficaci modi per accumulare capitale sociale ed è il fattore decisivo per lo sviluppo” sottolineava Stefano Zamagni, Presidente Agenzia per il Terzo Settore, al Meeting di Rimini 2011 dialogando con AVSI. “Il sostegno, in definitiva – continuava – è parte di un progetto educativo che tiene conto del contesto culturale del bambino.”

Insieme a Stefano Zamagni partecipano al convegno Marida Bolognesi, Consigliere Agenzia per il terzo settore, Maurizio Lupi, Vicepresidente Camera dei Deputati,Giuseppe Fioroni, Deputato parlamentare, Luca Volontè, Deputato parlamentare.

Alberto Piatti, Segretario della Fondazione AVSI, partecipa al convegno per la sessione “Dall’emergenza allo sviluppo, attraverso il sostegno a distanza”. A dialogare con luiEdoardo Patriarca, Consigliere Agenzia per il Terzo Settore, e Marco De Cassan, Osservatorio SaD.

L’esperienza di AVSI con il Sostegno a distanza in Uganda, Rwanda e Kenya è stata riconosciuta come best practice e viene presentata da Dania Tondini, per anni Responsabile Sad AVSI. In questi paesi africani la Fondazione opera con il sostegno a distanza dalla prima metà degli anni ’90. Nel 2005 ha avuto inizio il progetto OVC (Our Vulnerable Children, i nostri bambini vulnerabili, subito ribattezzato: Our Valuable Children, i nostri bambini di valore), in collaborazione con USAID, l’agenzia di cooperazione americana.

Un progetto per la cura e l’educazione dei bambini orfani e vulnerabili, conclusosi nel 2010, che ha migliorato la vita di oltre 14mila bambini, delle loro famiglie e comunità nelle quali vivono.

Le storie di questi giovani ragazzi sono state raccolte nel libro “Volti di Speranza” che vuole celebrare i risultati raggiunti grazie al progetto OVC e sottolineare come lo sviluppo vero avviene prima di tutto nella singola persona, nel suo scoprire, dentro un incontro umano buono, la possibilità di diventare protagonista della propria vita.

Leggi la presentazione sul Progetto AVSI OVC in East Africa

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04/03/2012 15:46
 
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RdCONGO UNICEF con AVSI

AVSI è partner di UNICEF inNord Kivu, Repubblica Democratica del Congo, in un magnifico progetto di protezione dei minori che accoglie 23.000 bambini vulnerabili. Un video lo racconta.

Clicca per vedere il video: 

http://www.unicef.org/infobycountry/drcongo_61228.html


Guarda il video

 

 

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10/03/2012 21:32
 
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 Raccontiamo qui la storia di Mukangarambe, una donna intraprendente che ha saputo risollevarsi e guardare avanti, anche grazie all’aiuto di AVSI.

AVSI in Rwanda

Le donne sanno essere protagoniste a qualsiasi latitudine e in qualsiasi situazione.

Come Mukangarambe, una madre che, a seguito della morte del marito, si trovò sola con le due figlie a vivere in una situazione di grave povertà e malattia. Non possedevano nulla, la stessa abitazione era stata data loro in prestito, per qualche tempo, da alcuni vicini. Sopravvivevano per lo più della carità dei compaesani.

Quando le condizioni di salute della figlia più piccola, Marie Louise, degenerarono a tal punto da rendere necessario il ricovero, Mukangarambe tentò il tutto per curarla ma alla fine si dovette rassegnare ad aspettarne la morte. Come ultima speranza qualche amico le suggerì di rivolgersi agli uffici di AVSI: la situazione era disperata, un tentativo non costava nulla.

Lo staff di AVSI intervenne innanzitutto inserendo madre e figlie nel programma di recupero nutrizionale e di assistenza sanitaria e successivamente, attraverso il Sostegno a distanza, portò Marie Louise sui banchi di scuola.

I primi passi su una nuova strada erano stati fatti, ma la grande svolta per Mukangarambe avviene quando gli amici di AVSI Kamonyi le propongono di scommettere su se stessa e tentare di avviare un’attività generatrice di reddito, frequentando uno dei corsi che AVSI organizza attraverso il programma di Sostegno a distanza. Studia i primi elementi di contabilità e finanza, le tecniche di vendita, ottiene il budget necessario per iniziare… e così parte la rivendita di olio per lampade e pesce essiccato.

Come spesso accade, quando la speranza fa capolino, un mondo intero comincia a muoversi e Mukangarambe, ha davvero colto al volo la possibilità di far rinascere la sua famiglia. Dedicandosi con passione a questa nuova attività decide in breve di ampliarla osservando le richieste del mercato e aggiungendo altri generi al suo dettaglio: cereali, cassava e pomodori.

Attraverso il programma di supporto all’avviamento di attività generatrici di reddito di AVSI, e grazie alla sua innegabile capacità imprenditoriale unita ad una grande volontà, Mukangarambe alla fine si è trovata a gestire un vero e proprio commercio.

Che è stata capace anche di differenziare: oltre alla rivendita di alimenti ha iniziato un piccolo allevamento di pecore e capre e ha acquistato un terreno boschivo per avviare un’attività di rivendita di legna da ardere, dal produttore al consumatore, senza intermediari.

E così la sua avventura continua… In bocca al lupo Mukangarambe!

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14/03/2012 08:56
 
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La notizia è che non siamo morti
di Anna LeonardiLa villa della rapina a Perugia.
I polsi legati con il filo del caricatore del telefono. Luca viene immobilizzato così, insieme alla fidanzata Mary, alla madre e al nipotino di otto anni, da tre rapinatori che irrompono all’ora di cena nella loro casa a pochi chilometri da Perugia. Il bottino è scarso. I tre, innervositi, slegano Mary e la trascinano fuori. Luca a quel punto teme il peggio per lei. Si butta a terra e strisciando li implora di lasciarla andare. Il primo colpo alla coscia non lo ferma. Non si arrende e fa di tutto per convincerli. Partono altri colpi, questa volta al petto, e Luca muore.
Particolari e interviste ci consegnano una ferocia e una crudeltà che in molti hanno definito degne di Arancia meccanicaSembra non esserci spazio per una parola di più, eppure anche cronisti e commentatori hanno dovuto far posto nei loro racconti a qualcosa che forse non si aspettavano di trovare lì, dentro a tanta bruttura. Il gesto totale di questo ordinario trentottenne, impiegato di banca, ha scosso tutti, mettendo a nudo quel qualcosa di irriducibile che è dentro ogni uomo. Che lo rende capace di un bene senza misura, che lo porta ad affermare l’altro fino alla fine.
Una gratuità che diventa ancora più vertiginosa quando questo “altro” non è chi ami, ma chi ti ha danneggiato, o peggio, ha rovinato la vita dei tuoi figli. Come affiora da un altro fatto di cronaca accaduto a L’Aquila in questi giorni. Una studentessa viene violentata, ferita, abbandonata seminuda nella notte sottozero fuori da una discoteca. La trovano per caso i buttafuori all’alba. A quindici giorni di distanza dall’accaduto, le parole della madre impressionano, quando ai giornalisti, che le chiedono se perdonerà l’aggressore di sua figlia, risponde: «Pregherò per quel ragazzo». Poi aggiunge che l’odio e la vendetta non servono a nulla e che «non si risolve niente non facendo uscire di casa i figli. L’unica via possibile è l’educazione». Al perdono dell’aguzzino, il mondo non riuscirà mai ad abituarsi. È qualcosa che non si finisce mai di capire, ma che tocca la parte più narcotizzata di noi.
Esattamente come è accaduto all’appuntato dei carabinieri Ivano Gatti nel quartiere San Polo a Brescia. Nell’appartamento accanto al suo, un camionista uccide la ex-moglie e altre tre persone che si trovavano in casa con lei. Ivano è a letto che dorme quando sente le urla e gli spari. Scende in strada e vede il suo vicino di casa che si porta la pistola alla testa. Ma il caricatore si inceppa. L’uomo scappa, urla di lasciarlo morire. Il carabiniere lo rincorre, lo bracca e lo disarma. Poi risale nell’appartamento della strage, per capire cosa ne è delle tre bambine della coppia. Ai giornalisti confessa di non averci riflettuto molto, si è buttato senza esitare. Un eroe, hanno scritto - e detto - in molti. Ma non è solo quello. Anche in quel gesto c’è di più. Anche lì si schiude un pertugio da cui possiamo guardare veramente a ciò che accade dentro ogni fatto, la notizia dentro la notizia: non siamo morti, c’è qualcosa in noi che ci fa muovere nella storia di questo povero mondo pieni di desiderio per la vita. Nostra, e degli altri.
[Modificato da Coordin. 18/03/2012 09:37]
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18/03/2012 09:36
 
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twitteravsi

Giampaolo Silvestri (@GpSilvestri), Direttore operativo di AVSI (@FondazioneAVSI), racconta la sua missione al campo profughi di Dadaab, Kenya, attraverso Twitter.

Leggi i tweet e guarda le foto.

 

 

13 Mar 12 – 20:28

Dopo il solito giorno di viaggi siamo arrivati a Nairobi, la citta’ e’ un grande cantiere, i cinesi stanno costruendo strade e ponti.

 

‎13 Mar 12 – 20:36

Domani mattina alle 5 ci vengono a prendere, alle 7 abbiamo il volo per Dadaab.

 

‎14 Mar 12 – 4:39

Alle 5 Nairobi gia’ e’ in pieno fermento, centinaia di piccoli pulmini si muovono nel traffico, l’unico mezzo di trasporto per tutti.

 

14 Mar 12 – 7:42

Siamo arrivati a Dadaab dopo 1 ora di volo da Nairobi, il paesaggio e’ un’immensa savana semidesertica dove non si puo’ coltivare nulla.

 

14 Mar 12 – 8:38

Alcuni dati: 480.000 rifugiati somali suddivisi in 5 campi, 300.000 sono qui ormai da 20 anni, mentre 180.000 sono arrivati nell’ultimo anno

 

14 Mar 12 – 9:19

Ci stiamo avvicinando al campo di Dagahaley, siamo scortati da due macchine della polizia.

 

 

 

 

 

14 Mar 12 – 10:17

Ecco questa e’ una delle tante scuole che stiamo costruendo, questa ospitera’ 1200 ragazzi.

 

 

 

 

‎14 Mar 12 – 10:28

Questo invece e’ un asilo e la mensa che abbiamo costruito.

 

 

 

 

 

 

14 Mar 12 – 10:30

Alcune studentesse che escono da scuola.

 

 

 

 

 

14 Mar 12 – 10:32

Ecco le abitazioni dove vivono i rifugiati: tende o capanne.

 

 

 

 

 

14 Mar 12 – 10:37

Ecco alcune classi semipermanenti che stiamo costruendo con i fondi della raccolta di AGIRE.

 

 

 

 

 

 14 Mar 12 – 10:45

Sempre le classi di AGIRE.

 

 

 

 

 

14 Mar 12 – 11:05

Una biblioteca che abbiamo appena completato.

 

 

 

 

 

Di cose ne abbiamo fatte e facendo molte: 270 classi costruite/riabilitate, 3 laboratori, 15 asili, 600 insegnanti formati.

Ciò che facciamo e’ nulla se non c’e’ passione x ogni persona, x dare speranza che la vita anche in un campo profughi puo’ essere positiva.

  

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22/03/2012 21:14
 
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Pubblicata il 19 marzo 2012

Acqua-in-Rwanda

In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, che si celebra il 22 marzo, istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 per sensibilizzare alla promozione di un uso consapevole della risorsa maggiore e più importante per gli esseri umani, AVSI racconta i progetti nel mondo che rendono l’acqua un veicolo di educazione e possibilità di crescita per le popolazioni che sostiene.

 

In Rwanda, Fondazione AVSI si è impegnata per il 2012 nella costruzione di un acquedotto nel distretto di Gicumbi, una zona la cui rete idrica è talmente compromessa che soltanto 39 km su 290 si trovano in buone condizioni. Di conseguenza, l’acqua è accessibile solamente al 37% della popolazione locale. Una situazione che ha comportato la diffusione di malattie come il colera, il tifo e la dissenteria bacillare, che colpisce soprattutto donne e bambini.

Il progetto di AVSI “Acqua, sorgente di vita!” prevede la riabilitazione dell’acquedotto di Rutare (Rwanda del Nord), coinvolgendo la popolazione come manodopera non qualificata e fornendo veicoli e attrezzature tecniche. L’obiettivo è quello dimigliorare gli standard di vita della popolazione nonché – nello specifico – l’accesso ad un sistema di gestione dell’acqua potabile sicuro realizzato attraverso una partnership pubblico-privato e attività di sensibilizzazione.

Beneficiari dell’intervento saranno oltre 10.000 persone, cui aggiungere i circa 10.000 adulti e 4.000 studenti che parteciperanno direttamente alle attività di promozione dell’igiene e sanità e ad azioni di sensibilizzazione sull’utilizzo dell’acqua, nonché le circa 20 persone che saranno formate (all’interno della partnership pubblico-privato prevista) per la gestione del sistema dell’acqua (finanza, marketing e tariffe).

Tra gli sponsor del progetto ci sono anche dei privati come un nostro sostenitore a distanza che ha deciso per la Cresima del figlio di non fare le classiche bomboniere ma una donazione al progetto in Rwanda.

In questo contesto si realizza l’intervento di AVSI e MLFM, finanziato nell’ambito del “water facility” della Commissione Europea e che consta di 4 fasi integrate: realizzazione di infrastrutture di base per la fornitura di acqua e servizi igienico-sanitari (tramite la riabilitazione di un acquedotto di 37,2 km nei settori di Rutare, Giti, Rwamiko e Muko per la fornitura di acqua a 13.674 abitanti), promozione dell’igiene rivolta ai residenti più vulnerabili e bisognosi delle zone rurali (tramite la costruzione di servizi igienici nelle scuole e sensibilizzazione), miglioramenti concernenti il settore della sanità, potenziamento delle capacità degli attori chiave del progetto (gli operai che lavorano all’acquedotto seguono un corso per incrementare le competenze necessarie per la corretta manutenzione dell’infrastruttura).

Il 26 ottobre 2011 “ACQUA, sorgente di vita!” è stato selezionato dalla giuria della Fondazione Sodalitas come miglior progetto nella Categoria  “Organizzazioni nonprofit Area di Intervento Estero”- Sottocommissione “Sanità e Ambiente” nel corso della prima edizione di Sodalitas Social Innovation, il programma avviato dalla Fondazione Sodalitas per migliorare la capacità progettuale delle organizzazioni del Terzo Settore e favorire nuove partnership fra profit e nonprofit.

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22/03/2012 21:39
 
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Pontifex.RomaL'IMMENSA OPERA DELLA CHIESA NELLO STATO INDIANO DI BIHAR

 

Educazione, formazione, centri di cura, pastorale, assistenza sociale, rispetto dell’ambiente. La Chiesa cattolica in Bihar rappresenta una ricchezza immensa non solo per i fedeli locali, ma per tutta la popolazione indiana. Il piccolo stato dell’India nord orientale è uno dei più poveri della federazione, nonché il terzo più popoloso. ACS-Italia, con alcuni membri della sede internazionale di Aiuto alla Chiesa che Soffre, ha visitato nei giorni scorsi l’arcidiocesi di Patna, capitale del Bihar. La diocesi è stata creata nel 1919, elevata ad arcidiocesi nel 1999 e monsignor William D’Souza, gesuita come i suoi quattro predecessori, ne è arcivescovo dal 2007. La percentuale dei cattolici non raggiunge lo 0,3%, ma i 63 sacerdoti diocesani, i 210 religiosi e le 542 religiose compiono la loro preziosa opera per tutti gli abitanti. Ognuna delle 35 parrocchie ha una scuola e un dormitorio e per i bambini poveri che vivono nelle baracche o nei villaggi vengono organizzati corsi di ...

... educazione non formale.

La Chiesa è molto attiva nel miglioramento della condizione femminile, attraverso programmi d’istruzione ed un sistema di micro-credito articolato in oltre 1600 gruppi di auto aiuto. «In Bihar solo il 37% delle donne è alfabetizzato – spiega monsignor D’Souza ad ACS – ed è per questo che la nostra società è dominata dagli uomini». Un figlio maschio significa un’entrata sicura, mentre una femmina apparterrà presto alla famiglia del marito. La dote che il padre della sposa dovrà pagare è poi direttamente proporzionale al grado d’istruzione della ragazza e molti genitori poveri preferiscono non far studiare le figlie e risparmiare così sulla dote. «Nelle nostre scuole però – continua l’arcivescovo – le bambine sono importanti quanto i maschi ed hanno lo stesso diritto ad essere educate».

L’istruzione favorisce anche i rapporti interreligiosi in uno stato in cui la maggioranza induista (82%) convive con la comunità musulmana (17,5%) e le minuscole minoranze buddista, sikh, cattolica e giainista. «A scuola non esistono religioni differenti, diversa estrazione sociale o caste, ma solo bambini. Così si pongono le basi per una futura generazione all’insegna del rispetto verso gli altri e dell’amore per il prossimo: è così che nasce il dialogo interreligioso».

Attraverso gli studenti la Chiesa cerca di rafforzare l’autostima dei senza casta, i dalit,  che - esclusi dal sistema sociale induista - con il cristianesimo hanno scoperto la propria dignità di esseri umani. «La nostra azione è particolarmente focalizzata su donne e dalit. Vogliamo formare una nuova società fondata sui valori del Vangelo: amore, uguaglianza e dignità umana». I senza casta, chiamati anche spregiativamente «mangiatori di ratti», rappresentano circa il 70% della comunità cattolica, seguiti da un 15% di tribali e da un 10% dei cosiddetti cristiani di Bettiah, la cui fede ha radici antiche di oltre 250 anni. Uniti nella Chiesa i tre gruppi hanno però tradizioni e costumi differenti e parlano lingue diverse. «Tra le nostre preoccupazioni principali – aggiunge il presule gesuita – vi è quella di rafforzare la coesione tra i fedeli».

Il sostegno di Aiuto alla Chiesa che Soffre all’arcidiocesi di Patna è costante e si esprime attraverso le intenzioni di messe ai sacerdoti diocesani, interventi di costruzione e ristrutturazione, sostegno alla formazione di catechisti, sacerdoti, religiosi e religiose. La Fondazione ha inoltre finanziato la pubblicazione in hindi di Bibbie, Bibbie del Fanciullo e del piccolo catechismo «Io credo».

«I benefattori sono i partner della nostra missione» afferma l’arcivescovo che, quando era vescovo della vicina Buxar, chiese ai bambini della diocesi di recitare tre Ave Maria al giorno per i benefattori. Una tradizione adesso rispettata anche a Patna e a cui è stata aggiunta un’ora di adorazione settimanale. «E’ l’unico modo che abbiamo per ripagare l’aiuto che riceviamo ed esprimere la nostra immensa gratitudine».

Marta Petrosillo

“Aiuto alla Chiesa che Soffre” (ACS), Fondazione di diritto pontificio fondata nel 1947 da padre Werenfried van Straaten, si contraddistingue come l’unica organizzazione che realizza progetti per sostenere la pastorale della Chiesa laddove essa è perseguitata o priva di mezzi per adempiere la sua missione. Nel 2010 ha raccolto oltre 65 milioni di dollari nei 17 Paesi dove è presente con Sedi Nazionali e ha realizzato oltre 5.500 progetti in 153 nazioni.

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06/04/2012 07:36
 
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Mario Maiani in RdCongo con AVSI: nasce un nuovo ospedale sul Tanganika

Si trova in RdCongo la nona opera umanitaria di Mario Maiani, il benefattore di Caldana (GR) che ha finanziato e realizzato ospedali in varie parti del mondo.

Nei giorni scorsi ha sottoscritto a Grosseto gli atti di donazione delle risorse economiche necessarie per la costruzione di una nuova struttura sanitaria in RdCongo, sul lago Tanganika. AVSI si impegnerà nella realizzazione dell’opera, mentre per la gestione dell’ospedale la Fondazione si avvarrà in loco del personale della Congregazione Saveriana.

Destinataria dell’opera una comunità poverissima, al confine tra RdCongo e Burundi, di 20 mila abitanti alla periferia della città di Uvira. L’ospedale, che comprende venti posti letto, sarà composto da un pronto soccorso, un reparto di ostetriciareparti dedicati a donne e bambini, oltre ad una foresteria per ospitare i volontari.

Nei giorni scorsi, alla firma del protocollo, ha partecipato Giampaolo Silvestri, Direttore Operativo di AVSI, il medico Alfonso Fossà e Sara Pedersini, responsabile dei progetti AVSI in centro Africa.

In precedenza c’è stato un incontro con il benefattore, a Caldana, finalizzato a fare il punto sul progetto. Poi, insieme al Segretario Generale di AVSI Alberto Piatti, è stato siglato l’accordo  tra la Fondazione e Maiani, con l’impegno di iniziare i lavori entro il mese di maggio e completarli nella primavera del 2013.

«Ringrazio Maiani – ha detto Piatti – per la sua disponibilità che cade proprio nel 40° anniversario del nostro primo contatto con l’Africa, che partì da Kiringhe nel 1972 a poche decine di chilometri dal lago Tanganika e ora di nuovo approda lì, in una zona colpita dalla guerriglia e che ha estremo bisogno di stabilità e speranza».

 
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06/04/2012 07:42
 
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SUD SUDAN

Mercoledì 4 aprile si è svolta la cerimonia per la consegna al Ministero della Pubblica Istruzione sudsudanese delle nuove infrastrutture per le scuole primarie di St. Theresa, Torit Est e Torit Ovest. Le strutture costruite nelle scuole primarie prevedono, rispettivamente, la realizzazione di servizi igienici a St. Teresa e Torit Ovest e un padiglione di quattro aule con uffici amministrativi a Torit Est.

Questi interventi sono stati realizzati da AVSI con i fondi della Cooperazione Italiana e con il patrocinio di UNHCR, un progetto che vuole rispondere a un’emergenza educativa particolarmente presente in questo territorio, che si caratterizza per la scarsità o pressoché totale assenza di strutture scolastiche, per lo scarso livello di qualità nell’insegnamento, il basso tasso di partecipazione alle lezioni.

Fabio Melloni, il Direttore della Cooperazione Italiana per Ethiopia, Djubuti e Sud Sudan ha visitato le tre scuole primarie di Torit e ha incontrato insieme al personale di AVSI i rappresentati del Ministero dell’Educazione della regione dell’Eastern Equatoria State (Sud Suda) e la delegazione di UNHCR.

E’ stata l’occasione per celebrare l’amicizia e la collaborazione tra Italia e Sud Sudan che come ha ricordato Melloni crescerà nei prossimi anni, essendo il “Sud Sudan un paese prioritario per la cooperazione italiana.” Gli esponenti del Ministero dell’Educazione hanno colto l’occasione per apprezzare la collaborazione con AVSI e richiedere che il contributo del governo Italiano venga mantenuto e aumentato in questo periodo di delicata transizione per il paese.

Per concludere, il Direttore della Cooperazione Italiana ha voluto condividere con gli invitati e i quasi 2.000 alunni della Torit East Primary School un messaggio al governo italiano:

“I fondi spesi in cooperazione non sono uno spreco, queste migliaia di bambini che avranno ora una struttura in cui studiare lo testimoniano, mi auguro che questi incoraggianti risultati possano spingere il nostro parlamento a dedicare maggiori fondi alle nostre attività di cooperazione.”

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16/04/2012 23:57
 
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Studio Censis rileva il recupero e l’ascesa dei valori 

Abbiamo già parlato dei risultati apparsi nell’ultima ricerca del Censis sul popolo italiano, dal titolo «I valori degli italiani», elaborata in occasione dei 150 anni. A ritornarvi sopra è un articolo de “Il Sole 24 ore”in cui viene sottolineato un fattore positivo della crisi economica (almeno uno), cioè il cambiamento da uno smodato consumismo verso una collettività incline ora a untenore di vita più sobrio. La sobrietà è certamente una conseguenza di una vita cristiana pienamente vissuta, e infatti -fa notare la ricerca- gli italiani di oggi, al contrario di 20 anni fa, stanno anche «riscoprendo o apprezzando di più certi valori tradizionali: quelli della famiglia, dell’amicizia, della convivenza civile, della fede religiosa, dell’etica pubblica».

La famiglia, si ribadisce nell’articolo dello storico Valerio Castronovo, conta oggi più di quanto già non fosse in passato e non è sorprendente dato che essa costituisce una cellula primaria di protezione e solidarietà fra i suoi componenti. L’individualismo, brutta conseguenza del protestantesimo e del laicismo, si riduce fortemente. Secondo lo storico, «la forte reviviscenza del sentimento religioso si sta manifestando un po’ dovunque nel mondo occidentale, e perciò anche da noi». Il processo disecolarizzazione, dice, «non ha assottigliato il numero dei credenti». Inoltre, continua, «secondo i dati del Censis, la Chiesa cattolica sta recuperando fiducia e ascendente nella società italiana, in ragione soprattutto dei suoi princìpi etici, a presidio dei diritti umani, dell’integrità e dignità della persona, della giustizia e dell’assistenza ai più deboli».

Come già avevamo anticipato, lo studio ha rilevato anche una crescente richiesta di legalità e trasparenza, una crescente disapprovazione della corruzione politica, della prostituzione, del consumo di alcool e di droghe anche leggere.  Stando all’inchiesta del Censis, sembra anche una crescita di interesse per le bellezze naturali e i beni culturali, in quanto, «potendo vivere in un ambiente ricco di queste preziose risorse, ci si sentirebbe più motivati e disposti a impegnarsi per il proprio Paese». Facciamo nostro l’auspicio di Castronovo: «meglio tardi che mai: purché ai buoni propositi corrispondanocomportamenti concreti».

Simone Aguado

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19/04/2012 23:13
 
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AVSI HAITI

Haiti, Port-au-Prince, 26 aprile 2012. Nuove scuole, centri educativi, atelier artigianali, centri nutrizionali. Educazione, sanità e lavoro affinché Haiti riparta con le sue risorse dalla dignità della persona.

Dopo il terremoto del 2010, la Fondazione AVSI in 20 mesi ha portato a termine l’avvio di 16 strutture riabilitate o costruite: 9 scuole, un centro educativo, 5 centri nutrizionali, atelier artigianali tra cui un ristorante comunitario. Un lavoro reso possibile da uno staff di circa 180 persone in condizioni difficili e spesso estreme e grazie alla straordinaria collaborazione degli amici di AVSI, dei donatori privati e istituzionali, del network, dei sostenitori a distanza e dei volontari degli AVSI Point.

È proprio necessario che le cose cambino … Il vostro (Haiti) è un bel Paese, ricco di risorse umane. E si può parlare di un sentimento religioso innato e generoso, della vitalità e del carattere popolare della Chiesa. Occorre che i poveri di tutti i tipi riprendano a sperare.Giovanni Paolo II, Port-au-Prince, 9 marzo 1983

L’esperienza di AVSI di oltre 10 anni di vita, lavoro e legami in Haiti mostra che quella di Giovanni Paolo II è ancora la visione più realistica. Sostenere ogni persona affinché trovi il proprio compito è una priorità per ricostruire l’umano.

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22/04/2012 21:20
 
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Fioriscono le vocazioni in Vietnam: 

oltre 1500 giovani seminaristi

«E’ la fede in Cristo la speranza per le nuove generazioni dei giovani vietnamiti», così afferma il teologo p. Joseph Do Manh Hung, Vicerettore del Seminario maggiore di Ho Chi Minh City e Segretario della Commissione per il Clero, nella Conferenza Episcopale del Vietnam intervistato da Agenzia Fides.

Il Segretario guarda con fiducia al futuro della comunità cristiana in Vietnam, notando da un lato “i segnali di apertura del governo” e, dall’altro, il fiorire delle vocazioni: «Le speranze per la fede cristiana si fondano soprattutto sui giovani. La Chiesa in Vietnam, su una popolazione di 87 milioni di persone, conta 7 milioni di fedeli. E i giovani ne sono larga parte. In 7 seminari maggiori (2 al nord, 2 al centro e 3 al sud) abbiamo oltre 1.500 seminaristi, e questa fioritura di vocazioni è per noi una iniezione di fiducia».

I laici sono molto importanti nella vita della Chiesa vietnamita, «su circa 80 mila catechisti che vi sono in tutto il paese, in 26 diocesi, la quasi totalità sono giovani. Dopo aver frequentato il catechismo, i giovani possono insegnare e diventare a loro volta catechisti».

Si registra anche una progressiva apertura da parte del governo ateo-comunista verso la fede cristiana e verso la Chiesa: «In periodi bui, come ad esempio quello dopo il 1975, tutto il paese era sotto il regime comunista e i seminari furono chiusi. Nel 1986 furono riaperti e ogni 6 anni ci era consentito l’ingresso di nuovi seminaristi; poi ogni 3 anni, poi ogni 2 anni, infine, dal 2008, il governo accetta che ci siano nuovi arrivi ogni anno. Bisogna comunque mandare la lista dei candidati alle autorità locali e averne l’autorizzazione. Nonostante ciò, possiamo dire che c’è stato un netto miglioramento dal 1986 in poi, e oggi i frutti si vedono».

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30/04/2012 22:40
 
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DIOCESI DI MILANO: UN MILIONE DI EURO AI DISOCCUPATI 

Un milione di euro per i disoccupati. È quanto previsto dalla fase due del Fondo Famiglia Lavoro della Diocesi di Milano.
A sostenere fortemente la nuova fase del Fondo è stato il cardinale Angelo Scola, che lancerà il nuovo step dalla Basilica di Sant’Ambrogio durante la Veglia di preghiera per il mondo del lavoro in occasione della Festa del 1°maggio.


La nuova fase del Fondo prevede quattro tipologie di intervento a favore di chi ha perso il lavoro: Percorsi di orientamento, formazione, riqualificazione professionale con la copertura dei costi dei corsi di formazione e la concessione di un sostegno economico nel tempo della formazione.

Interventi di microcredito finalizzati al sostegno economico della famiglia in difficoltà oppure per consentire di avviare attività di micro impresa; Erogazione di contributi economici a fondo perduto. Nei prossimi mesi, avvio di una società mutualistica per le famiglie e le persone in difficoltà. La dotazione iniziale per sostenere questi progetti è di un milione di euro: 500 mila destinati dal cardinal Scola e provenienti dall’8 per mille e 500 risultanti dall’avanzo di gestione del Fondo Famiglia Lavoro.

Lanciato dal cardinale Dionigi Tettamanzi nel Natale 2008 il Fondo Lavoro ha raccolto finora 14 milioni di euro e ha aiutato economicamente oltre 7mila famiglie.

Scola ha spiegato così la fase due del Fondo: «sono necessari nuovi servizi che favoriscano, soprattutto per i giovani, la crescita professionale abbinando, a percorsi di formazione e riqualificazione, un sostegno economico».
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02/05/2012 23:12
 
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USA, ondata di vocazioni religiose in arrivo:
più giovani e più istruiti

E in effetti, il rinnovamento auspicato dal Papa sembra stia arrivando, nonostante le prese di posizione dei “cattolici progressisti”, i quali dopo gli scandali della pedofilia nel clero nel 2002, davano già per morto il sacerdozio. Oggi i numeri dicono che le ordinazioni sacerdotali sono in costante aumento (lieve ma costante), per non parlare delle conversioni e delle vocazioni (non solo maschili) che “colpiscono” sempre più i giovani.

Ne ha dato notizia il “Wall Street Journal” in un articolo intitolato: “Il cattolicesimo tradizionale sta vincendo“, in cui si è parlato dell”«ondata di candidati sacerdotali» che sta investendo i seminari americani. Addirittura quello di Boston (diocesi-epicentro dello scandalo-pedofilia) ha dovuto allontanare i candidati per mancanza di spazio, mentre  l’arcidiocesi di Washington DC  ha ampliato le sue strutture e sta prendendo in considerazione l’idea di costruire un nuovo seminario nei pressi di Charlotte. Considerato il problema dei nostri giorni, in cui si parlava spesso di mancanza di sacerdoti, questa non può non essere una notizia più che positiva, e la Chiesa -mediante il suo Ufficio Centrale di Statistica-, ha rilevato che ci sono più di 5.000 preti cattolici in più in tutto il mondo nel 2009, rispetto a quelli che c’erano nel1999«Il futuro è incoraggiante», commenta l’articolista.

Si parla anche della «vecchia generazione di progressisti, che continua a fare pressioni per cambiare la dottrina cattolica in materia di diritti riproduttivi, matrimonio omosessuale e l’ordinazione delle donne. Maè stata sostituita da giovani uomini e donne che sono attratti alla chiesa proprio grazie all’eternità dei suoi insegnamenti. Sono attratti alla filosofia, l’arte, la letteratura e la teologia che rendono il cattolicesimo controculturale. Sono attratti dalla bellezza della liturgia e l’impegno della Chiesa per la dignità della persona»Uno studio condotto dalla Georgetown University ha confermato che gli uomini e le donne che hanno professato i voti perpetui nel 2011 sono più giovani e più istruiti di quelli del passato.  Quasi il 60%, infatti, aveva conseguito almeno un diploma di laurea, mentre il 16% aveva conseguito anche la laurea. Secondo altri studi si apprende che negli USA ogni anno si convertono al cattolicesimo ben 120.000 adulti, che decidono poi di farsi battezzare.

Antonio Ballarò

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11/05/2012 22:03
 
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Pubblicata il 2 maggio 2012

avsifree-5

In occasione della Festa della Mamma, AVSI racconta l’impegno a favore delle madri nel mondo e le loro storie.

Ocaya si atteggia da serio. Ma basta una smorfia della sorellina e la bocca serrata si scioglie in un sorriso eccitato. Fratelli di sangue. Anche se nelle vene di Ocaya ne scorre uno diverso. Primogenito, nasce con l’AIDS. È proprio quando Ocaya, a pochi mesi di vita inizia ad ammalarsi, che i genitori scoprono di essere sieropositivi.

“Ora sarebbe meglio che tu non rimanga più incinta”, dicono a Mary le vicine di casa e le colleghe del mercato. “Per non passare il virus anche ad altri figli”. Ma non si può fermare la maternità, soprattutto in Africa. Soprattutto in Uganda.

Venuta a conoscenza della sua seconda gravidanza, Mary si reca immediatamente presso l’ospedale St. Joseph’s di Kitgum, dove viene iscritta nel programma di prevenzione materno-fetale. Gloria nasce 8 mesi dopo, sana e felice. Poi è la volta di Rema, anche lei HIV negativa. Tra 5 mesi vedrà la luce anche il piccolo Aneka, finalmente un fratellino maschio per Ocaya.

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01/06/2012 22:21
 
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Come è stato possibile accompagnare una famiglia 

Amada, 
educatrice del doposcuola della Comunitá di El Paraíso, zona rurale in Ecuador dove AVSI è presente con il Sostegno a distanza, ha dovuto lavorare molto con i genitori di Susanna per convincerli che non potevano cedere ai capricci della figlia che non voleva andare a scuola. Loro un po’ irresponsabilmente, e con molta indifferenza, l’avevano già ritirata.

Amada non li ha lasciati soli in questo “errore”. Con pazienza e costanza ha cercato ripetute occasioni di incontro e conversazione. È riuscita a far breccia con un semplice riferimento all’amico italiano che si stava preoccupando per Susanna, il suo sostenitore a distanza.

Com’è possibile che un amico distante e pressoché sconosciuto potesse preoccuparsi di Susanna piú degli stessi genitori? Questo pensiero li ha “sorpresi” con la forza dell’evidenza e li ha convinti a riprendere con energia il loro ruolo.

Dal momento in cui hanno accettato di farsi provocare da questa amicizia, sono diventati lafamiglia più puntuale agli incontri. Hanno iscritto nuovamente Susanna a scuola, la mamma ha lasciato il cerchio di amiche con cui perdeva tempo giocando a carte e si è invece iscritta ad una scuola serale per completare le elementari.

Allo stesso tempo partecipa tutti i martedì, senza mai mancare, al corso di taglio e cucito organizzato per le mamme del Programma. Inutile dire che in questo nuovo clima familiare anche Susanna accetta con più serenità la sfida dello studio.

 

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05/06/2012 23:10
 
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Sondaggio Gallup: i pro-life salgono al 50% (41% gli abortisti)

Nel maggio 2010 un sondaggio Gallup ha rilevato  che il 47% degli americani si diceva “a favore della vita” mentre il 45% diceva di essere“favorevole all’aborto”.

Nel maggio 2011 un altro sondaggio Gallup ha riscontrato che il 51% degli americani riteneva l’aborto “moralmente sbagliato”, mentre per il39% era “moralmente accettabile”. Veniva anche rilevato che il 61% preferiva l’aborto legale solo in alcune circostanze o in nessun caso, al contrario del 37% che lo voleva legale in tutte o quasi tutte le circostanze. I giovani tra i 18 ai 34 anni vedevano maggiormente l’aborto come “moralmente sbagliato” (53%) e da rendere illegale in quasi o tutte le circostanze (59%).

Il 23 maggio 2012 la società d’indagine Gallup ha realizzato un altro sondaggio a livello nazionale, rilevando che coloro che si definiscono “pro-choice” sono calati fino al 41%, mentre oggi i pro-life americani sono saliti al 50%.

L’indagine ha anche evidenziato che i Repubblicani pro-life sono saliti al 72%, gliIndipendenti al 47% (contro il 41% di abortisti) mentre i Democratici rimangono in maggioranza favorevoli all’interruzione di gravidanza, 58% (contro il 34% di pro life), ma il dato è in discesa (mentre sale quello opposto). Dal punto di vista dell’accettazione morale, la situazione non cambia dal 2011: per il 51% l’aborto è “moralmente sbagliato”, mentre per il 38% è “moralmente accettabile”. Il 25% chiede che l’aborto sia legale in tutti i casi, il 20% lo vuole sempre illegale mentre il 52% lo vorrebbe legale solo in determinate circostanze.

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07/06/2012 08:34
 
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Costa d’Avorio al via le biblioteche mobili per facilitare l’accesso alla lettura dei più piccoli

Mercoledì 23 maggio, sull’esplanade della Biblioteca Nazionale di Abidjan, Costa d’Avorio, si è svolto l’evento di lancio dell’attività dellebiblioteche mobili nell’ambito dei due progetti di AVSI attualmente in corso nel Paese, quello a favore dei bambini orfani e vulnerabili a causa dell’HIV/AIDS cofinanziato con PEPFAR/USAID, e quello per i giovani in situazione di conflitto cofinanziato con l’Unione Europea.

Il progetto ha lo scopo di facilitare l’accesso alla lettura ai bambini attraverso biblioteche mobili in legno, di fabbricazione locale, leggero ma solido, facilmente trasportabili a mano. Si tratta di 225 biblioteche, ciascuna contenente35 libri per piccoli lettori, che sono state distribuite ad AVSI in Costa d’Avorio, a 46 ONG locali e a 6 centri statali.

Le biblioteche saranno a disposizione nei diversi quartieri, nelle scuole, nei luoghi anche più remoti o difficili da raggiungere, nelle bidonville e zone precarie della capitale. 

All’evento erano presenti circa 300 persone tra invitati, personale AVSI, partner e centri statali. Ma soprattutto tanti bambini che, prima delle cerimonia ufficiale, hanno dedicato un po’ di tempo alla lettura usufruendo delle biblioteche mobili: chi silenziosa, chi di gruppo, chi mettendone un pezzetto in sceneggiatura, chi in disegno.

Il Ministero della Famiglia ha riconosciuto che quella di AVSI è “un’iniziativa umanitaria incontestabile, quando si riconosce l’importanza dell’educazione e dell’apprendimento per i bambini, avvenire di una nazione”. Secondo il Direttore della Solidarietà in seno al Ministero degli Affari Sociali “questa iniziativa rafforza l’azione sociale del Governo”. Riconoscimenti sono venuti anche dalRappresentante del PEPFAR che descrive questa iniziativa come positiva in quanto “permette ai bambini di sviluppare il loro senso dell’apprendimento e della conoscenza”.

L’ idea delle biblioteche mobili è nata dall’osservazione dell’alta frequenza dei bambini agli ateliers di lettura di AVSI durante le attività ricreative e educative dei progetti. I bambini hanno smentito l’idea che solo il football o altre attività sportive o di gioco potevano attirare la loro attenzione e partecipazione. Gli ateliers di lettura erano i più ricercati e i più frequentati. Da qui l’idea di diffondere maggiormente questo servizio che, attraverso l’animazione e la guida degli educatori, gioverà all’educazione dei bambini e dei giovani : l’educazione che resta uno dei pilastri degli interventi di AVSI nel Paese e non solo

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25/06/2012 23:07
 
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Popolare blogger atea annuncia conversione al cattolicesimo

Il 18 giugno scorso un post su “Patheos Atheist Portal” ha fatto il giro del mondo scioccando la comunità laica (o laicista). E’ firmato dalla popolare blogger Leah Librescoed è intitolato: “Questo è il mio ultimo post”.

La Libresco (collaboratrice anche per l’Huffington Post) ha scritto: «Per molti anni, un sacco di miei amici mi hanno detto che avevo una filosofia incoerente e insostenibile [...]. Ero pronta ad ammettere che c’erano parti del cristianesimo e del cattolicesimo che sembravano una partita abbastanza buona per i bit del mio sistema morale, mentre nel frattempo la mia filosofia era non particolarmente soddisfacente». Un’atea convinta, tuttavia, fino a poco tempo fa. Ma durante «la Domenica delle Palme, ero nella mia università per un dibattito con alcuni alunni. Ho tradotto un sacco di principi cattolici, al fine di usarli nel mio intervento». Dopo il dibattito, la Libresco si è poi soffermata in un dialogo con un cattolico, basato sull’origine della legge morale.

La blogger aveva ascoltato in passato «spiegazioni che cercano di inserire la moralità nel mondo naturale, come quelle della psicologia evolutiva. Esse sostengono che le disposizioni morali hanno trionfalmente prevalso sull’egoismo, si parla di selezione di gruppo, o qualcos’altro. Di solito, queste soluzioni proposte però fraintendono radicalmente a) l’evoluzione b) la filosofia morale, o c) entrambi. Non pensavo affatto che la risposta era lì. Il mio amico mi ha costretto a smettere di battere su spiegazioni offerte da altre persone, portando le mie». Riflettendo, la Libresco si è così accorta di credere all’esistenza della Verità, cioè nell’origine divina della morale, e «c’era una religione che sembrava essere più promettente per raggiungere quella Verità vivente. Ho chiesto al mio amico un suggerimento, abbiamo pregato la Liturgia delle Ore assieme».

Dopo quella sera di qualche mese fa, ha voluto prendersi del tempo per riflettere a lungo, domandandosi anche «cosa avrei dovuto fare del mio blog sull’ateismo». Smettere di scrivere? Continuare in uno stile cripto-cattolico sperando che nessuno se ne accorgesse (come del resto ha fatto nell’ultimo periodo)? No, la soluzione trovata è stata un’altra: «A partire da domani, questo blog si chiamerà “Patheos Catholic channel” (l’url e RSS rimarranno invariati)». Ha quindi concluso rivelando che questo momento della sua vita«mi rende così felice… E’ il momento migliore per essere vivi, quando quasi tutto ciò che credevamo di sapere risulta essere sbagliato».  Il fatto è molto simile a quanto avvenuto qualche anno fa, quando un popolare blogger di nome “The Raving Atheist”  haannunciato la sua conversione, cambiando il suo blog in “The  Raving Theist” (l’url e il copyright, in basso, sono rimasti invariati).

E’ rischioso per un ateo riflettere troppo profondamente attorno ai propri convincimenti, può darsi che alla fine non ne sia più convinto.

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26/06/2012 13:18
 
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In Inghilterra e Galles triplicano le donne negli ordini religiosi

Da alcune statistiche pare che il numero di donne che accolgono la vocazione religiosa stiano rallentando fortemente rispetto al passato, sopratutto nella vecchia e cinica Europa. Al contrario, aumentano esponenzialmente nei paesi dell’Est, in Africa, Asia e America Latina. La situazione comunque ha in sé anche curve in crescita, è notizia infatti di questi giorni che il numero di donne che si uniscono a ordini religiosi in Inghilterra e nel Galles è quasi triplicato negli ultimi tre anni, secondo i dati divulgati dalla Conferenza Episcopale.

Alla domanda se questo flusso possa segnare l’inizio di unarinascita per le donne religiose in Gran Bretagna, don Richard Nesbitt, direttore di Westminster vocations ha risposto dicendo che «qualcosa sta sicuramente accadendo».  Suor Cathy Jones, promotrice della vita religiosa presso il National Office for Vocation, ha parlato di «aumento significativo». Soltanto nella diocesi di Westminster si parla, ad esempio di più di 30 donne che intendono fare il primo passo verso la vita consacrata.

Anche guardando a quanto sta accadendo oggi negli ordini femminili americani, l’augurio e la speranza è che l’insegnamento teologico che riceveranno sia in linea con la visione della Chiesa e del Pontefice.

L’Agenzia Fides ha invece riportato i dati del Vietnam per quanto riguarda i Gesuiti, scoprendo che negli ultimi anni le vocazioni della congregazione fondata da Sant’Ignazio si sono moltiplicate e preannunciano un futuro roseo per la Compagnia di Gesù nel paese. Lo “Scolasticato San Giuseppe”, a Ho Chi Minh City, accoglie oggi 54 studenti, ma può contare già su oltre 100 nuovi candidati

 

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13/09/2012 23:19
 
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Roma Education Fund con Shpresa Jetes,
partner di AVSI in Kosovo, a favore dei bambini rom


Shpresa Jetes, partner di AVSI in Kosovo, ha ottenuto un importante finanziamento da parte del Roma Education Fund per un progetto a favore dei bambini Rom in Kosovo dal titolo“Reducing dropout and supporting RAE (Roma, Ashkali and Egyptian) children’s transition from pre elementary to secondary school in Gjakova and Peja and providing educational support to street children in Prishtina”.

La comunità Rom in Kosovo, come quella Egiziana e Ashkali, continua ad incontrare grandi difficoltà nella vita pubblica, soprattutto nell’impiego, nell’educazione e nell’accesso ai registri civili. La tensione interetnica in Kosovo continua e la discriminazione contro i rom rimane massiccia e sistematica, soprattutto a causa della bassa integrazione con la popolazione locale.

Per questo motivo il progetto promuove la parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sull’origine etnica attraverso attività educative, strumenti di sensibilizzazione contro la discriminazione, puntando sulle nuove generazioni, nella speranza che la convivenza con il “diverso” possa tornare ad essere tollerante e accogliente. Viene supportato inoltre il lavoro degli insegnanti e degli animatori valorizzando l’importanza dell’aspetto educativo.

315 sono i bambini coinvolti nel progetto, provenienti dai quartieri multietnici di Gjakove, Peje e Prishtina, zone in cui ci sono difficili condizioni di vita, un alto numero di giovani sotto i 18 anni (42%) e un grave livello di povertà. Le attività previste all’interno del progetto sono sostegno scolastico, attività educative e ricreative, corsi di formazione per educatori, assistenza medica e visite alle famiglie.

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15/09/2012 18:46
 
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Finalmente una bella notizia che potrà cambiare il destino di tanta gente. 

Nessuno pensava che un giorno il morbo di Parkinson sarebbe potuto essere sconfitto. Al massimo si sperava di alleviarne i sintomi. E invece adesso la possibilità di debellarlo è più che fondata. Grande scoperta di un team di scienziati veronesi
La ricerca che potrebbe cambiare il destino dei malati
 di Parkinson è stata condotta dall'Istituto nazionale di Neuroscienze. Trovata una proteina, ribattezzata C-Rel, capace di difendere l'organismo dalla malattia. E già si pensa a un futuro prossimo con un farmaco con capacità curative.
Ps. Abbiamo letto qualche utente (pochi) che anche per una notizia così importante è riuscito/a a fare le solite banali polemiche. A loro diciamo "IMPARATE A GIOIRE"...almeno per le belle notizie !!! 
FONTI DELLE NOTIZIE: Intopic, La Repubblica, Il Mattino, Affari Italiani, il Secolo XIX, Controcampus, Ordinemedicipa, Università, Salute...e molti altri 
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