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La questione dell'omosessualità

Ultimo Aggiornamento: 02/07/2021 19:07
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10/12/2019 21:40
 
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Orientamento sessuale e identità di genere,


uno studio chiarisce le idee




generi-sessualiRecentemente è stato pubblicato un rapporto che ha mostrato i risultati di un approfondito esame di tutta la ricerca peer-reviewed sull’orientamento sessuale e l’identità di genere.


L’indagine è apparsa sulla rivista The New Atlantis, si compone di 143 pagine e si basa su circa 200 studi scientifici nel campo biologico, psicologico e sociale. Il dato principale è riferito direttamente dal direttore della rivista americana: «alcune delle affermazioni più frequentemente espresse sulla sessualità e il genere non sono supportate da prove scientifiche».



Il primo autore dello studio è il dott. Lawrence Mayer, docente del Dipartimento di Psichiatria della prestigiosa Johns Hopkins University School of Medicine e professore di Statistica e Biostatistica presso l’Arizona State University, l’altro co-autore è Paul McHugh, certamente uno dei più importanti psichiatri americani, professore di Psichiatria e scienze comportamentali presso la Johns Hopkins University School of Medicine e per venticinque anni direttore del reparto di Psichiatria del Johns Hopkins Hospital. Importanti contributi alla relazione sono inoltre pervenuti dalla psichiatra Laura E. Harrington e dal genetista Bentley J. Hanish.


 


Ecco le conclusioni a cui sono giunti gli autori esaminando la letteratura scientifica:
1) La convinzione che l’orientamento sessuale è una proprietà umana innata e biologicamente fissa non è supportata da prove scientifiche, attualmente non esistono infatti spiegazioni biologiche (genetiche e ormonali) causali convincenti. Mentre sono state trovate da alcuni studi piccole differenze nelle strutture cerebrali e nelle attività cerebrali tra omosessuali ed eterosessuali, tali risultati neurobiologici non dimostrano in modo chiaro l’origine dell’omosessualità, seppur vi siano diversi studi che concordano nel ritenere preponderante il ruolo dell’effetto ambientale rispetto a quello genetico e altri che minimizzano completamente l’apporto genetico, per lo meno nella maggioranza dei profili genetici. Nemmeno si dimostra, ovviamente, che l’orientamento sessuale sia dovuto ad una scelta. L’esame degli studi sul tema suggerisce in ogni caso l’errore clamoroso del giudice della Corte Suprema, Anthony Kennedy, il quale ha concesso il matrimonio tra persone dello stesso sesso negli Usa tramite la sentenza Obergefell dello scorso anno. Kennedy scrisse infatti che «la loro natura immutabile impone che il matrimonio tra persone dello stesso sesso è il loro unico e vero percorso».

2) La convinzione che l’identità di genere è un’innata e fissa proprietà umana, indipendente dal sesso biologico tanto che una persona potrebbe essere un “uomo intrappolato nel corpo di una donna” o “una donna intrappolata nel corpo di un uomo”, non è supportata da prove scientifiche. Non esiste alcuna prova di una base neurobiologica per l’identificazione cross-genere.

3) Solo una minoranza di bambini che esprime pensieri o comportamenti di genere atipici continuerà a farlo in adolescenza o in età adulta. Non vi è alcuna prova, dunque, che tali bambini debbano essere incoraggiati alla transizione verso il loro genere preferito, subendo trattamenti ormonali o interventi chirurgici. Anzi, lo psicologo e sessuologo canadese Kenneth Zucker, un’autorità internazionale sul disturbo dell’identità di genere nei bambini, da anni si impegna per aiutare gli adolescenti ad accettare il genere corrispondente al sesso biologico accusando l’ambiente di crescita (genitori, relazioni tra pari ecc.) di «essere alla base della fantasia del bambino di diventare un membro del sesso opposto» (K.J. Zucker, “Children with gender identity disorder: Is there a best practice?”, Neuropsychiatrie de l’Enfance et de l’Adolescence 56, n°6 2008). Uno studio realizzato da lui e alcuni suoi colleghi, ha dimostrato che dei bambini trattati in questo modo nel corso di trenta anni presso il Center for Mental Health and Addiction di Toronto, il disturbo dell’identità di genere permaneva soltanto su 3 delle 25 ragazze trattate.

4) Le persone non eterosessuali e transessuali hanno più alti tassi di problemi di salute mentale (ansia, depressione, suicidio) e di problemi comportamentali e sociali (abuso di sostanze stupefacenti, violenza domestica), rispetto alla popolazione generale. L’analisi ha suggerito che la spiegazione tramite l’ausilio del “modello di stress sociale”, secondo cui la causa di tutto ciò sarebbe lo stigma e la discriminazione, non è una spiegazione sufficiente di fronte a tutta questa disparità.

 

Gli spunti riflessivi sono tuttavia molto più numerosi. I due scienziati, ad esempio, hanno anche sottolineato che la «letteratura scientifica ci suggerisce di avere una visione scettica verso l’affermazione che le procedure di cambiamento di sesso forniscano effettivamente benefici o la risoluzione di problemi di fondo, anzi si è osservato che in realtà contribuiscono ad esporre ad elevati rischi la salute mentale tra la popolazione transgender». In particolare «uno studio ha rilevato, ad esempio, che gli individui sottoposti alla riassegnazione chirurgica del sesso avevano circa cinque volte più probabilità di tentare il suicidio e circa 19 volte più probabilità di morire per suicidio rispetto a prima». Nel 2011 tutto questo è stato evidenziato in modo chiaro da una ricerca svedese.

Dopo la lettura integrale dell’importante revisione della letteratura scientifica sul tema se ne esce sicuramente con le idee più chiare, i miti e le certezze più volte propugnate da diverse fonti sono state smentite e fortemente ridimensionate. L’omosessualità non è una gabbia dalla quale, chi lo desidera, non può permettersi di “uscire”, non esistono prove di persone nate in un corpo sbagliato e concepirsi di un genere differente da quello biologicamente corrispondente è, per la comunità scientifica, un disagio psicologico. La confusione d’identità di alcuni bambini è temporanea se adeguatamente trattata ed è dovuta più alle dinamiche familiari che a fattori genetici, ed infine non è affatto dimostrato che lo stigma sociale sia la causa degli elevati tassi di disagi mentali, sociali e comportamentali riscontrati purtroppo nella popolazione omo e transessuale.


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Questa è la vita: che conoscano Te, solo vero Dio, e Colui che hai mandato, Gesù Cristo. Gv.17,3
 
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