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EVOLUZIONE E ORIGINE DELL'UOMO

Ultimo Aggiornamento: 05/06/2016 17:52
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04/12/2012 12:49
 
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INSEGNAMENTI TRATTI DALL' EMBRIOLOGIA.
Il feto umano:
"Poichè le scimmie, e più specialmente gli antropoidi, erano considerati come i suoi immediati
precursori, ci si dovrebbe attendere che il feto umano abbia delle caratteristiche loro
corrispondenti, cioè una testa globulare, un muso prominente, i bordi orbitali fortemente
sporgenti, delle braccia estremamente lunghe, ecc... Ora, dice KOLLMANN, l'embriologia
non mostra nessuna delle disposizioni che si dovrebbero trovare: IN NESSUN MOMENTO,
IL FETO UMANO RASSOMIGLIA AGLI ANTROPOIDI" 12 .
CHARLES DARWIN E I SUOI DUBBI
Obiezioni di darwin contro la propria teoria.
C. Darwin enumera al cap. 10 della sua opera "L'ORIGINE DELLE SPECIE" (6ª edizione)
gli ostacoli che, secondo lui, si oppongono alla sua teoria. Tra le sottodivisioni di questo
capitolo, troviamo:
- "Varietà intermediarie assenti in non importa quale formazione semplice".
- "Apparizione subitanea di gruppi di specie alleate negli strati fossiliferi più profondi
conosciuti".
Esaminiamo in primo luogo l'ultima difficoltà menzionata da Darwin. Egli l'espone così:
"Nella mia teoria vi è una difficoltà molto seria. Alludo alla maniera in cui le specie
appartenenti alle principali divisioni del regno animale apparvero subitaneamente nelle
rocce fossilifere più profonde conosciute... Alcuni tra gli animali più antichi, quali il Nautilus,
la Longula, ecc... non differiscono punto dalle specie viventi e, nella nostra teoria, non si
può supporre che queste specie antiche furono le progenitrici di tutte le specie appartenenti
agli stessi gruppi che sono apparsi in seguito, giacchè esse non sono in nessuna maniera12
di carattere intermediario".
"Di conseguenza, se la nostra teoria è esatta, è indiscutibile che, prima del deposito del più
profondo strato cambriano, sono trascorsi lunghi periodi, molto lunghi, probabilmente più
lunghi di tutto l'intervallo che separa il Cambriano dall'epoca attuale, e che, durante questi
ultimi periodi, il mondo brulicava di creature viventi".
"QUI, NOI RISCONTRIAMO UNA OBIEZIONE FORMIDABILE, GIACCHÉ EGLI SEMBRA
DUBITARE CHE LA TERRA SIA RIMASTA ABBASTANZA A LUNGO IN UNO STATO
TALE CHE DELLE CREATURE VIVENTI POTESSERO ABITARLA"...
"Il modo subitaneo con il quale gruppi interi di specie apparvero in una certa formazione,
è stato presentato da numerosi paleontologi, ad es. AGASSIZ, PICTET e SEDGWICK, come
un'obiezione fatale alla teoria della trasmutazione delle specie.
Se delle specie numerose, appartenenti agli stessi generi o famiglie hanno realmente cominciato
a vivere di colpo, IL FATTO SARÀ FATALE ALLA TEORIA DELL'EVOLUZIONE PER
SELEZIONE NATURALE. Giacchè lo sviluppo, per questo mezzo, di forme derivate da
un solo progenitore qualunque, deve essere stato un processo estremamente lungo, e i progenitori
devono aver vissuto molto prima dei loro discendenti modificati....".
In questo passaggio DARWIN ammette:
1) Che delle specie differenti appartenenti alle principali divisioni del regno animale apparvero
subitaneamente nelle più antiche rocce fossilifere conosciute e che alcune di esse esistano
ancora oggi, praticamente senza alcun cambiamento.
2) Che durante il tempo trascorso dopo il periodo Cambriano, gruppi interi di specie apparvero
in maniera subitanea.
3) Che il tempo disponibile per l'evoluzione delle specie trovate nel periodo Cambriano
(se una tale evoluzione fosse provata, il che non è), è assolutamente inadeguato, come pure
il tempo trascorso dopo il periodo Cambriano è altrettanto inadeguato per spiegare l'evoluzione
delle differenti forme di vita animale trovate nel mondo ai nostri giorni.
É trascorso un secolo da quando DARWIN ha esposto queste difficoltà contro la propria
teoria dove tutte le specie viventi sono evolute a partire da una o più forme primitive; durante
il secolo, queste difficoltà non solo non sono state risolte, ma al contrario si sono accentuate.
"Nondimeno, il fatto che negli strati più profondi non si trovi alcuna testimonianza della
presenza di mammiferi, di uccelli, di rettili, di insetti e di piante fanerogame, generalmente
considerate come forme superiori di vita, fu visto come la prova che l'evoluzione fosse realmente
avvenuta, anche se non si sono ritrovati gli anelli di collegamento".
"Ci si attendeva nondimeno che, grazie a ricerche più spinte nel mondo vivente e alla scoperta13
13 - R. M. Ritland, dell'Istituto ricerche geoscientifiche, ANDREWS UNIVERSITY.
14 - Dr. Desmond MURRAY, O.P., :Species revalued pubblicato da Black-friars, Londra, 1955.
15 - T. G. Tutin, Botanico, in Natura, volume 169, 1952,pag.126
16 - M. Simpson, Paleontologo dell'Università Harvard, in Tempo e modo in evoluzione, Colombia
1944, pag.106,107.
di nuovi fossili, tali anelli finivano per essere ritrovati: ma dopo un secolo di ricerche intensive
nessuna serie di anelli è stata scoperta tra le classi superiori" 13 .
Gli anelli mancanti non sono stati ritrovati:
"Quando delle forme di vita fanno la loro apparizione nel Cambriano, dei rappresentanti
di tutte le grandi specie animali, eccetto i vertebrati, appaiono alla base della lista dei fossili.
SI DIREBBE UNO SPARGIMENTO DI UNA FOLLA DI ESSERI VIVENTI VARI, E MOLTE
DI QUESTE FORME NON SONO QUASI CAMBIATE DA QUEI TEMPI PRIMITIVI 14 .
"Dai 92 anni che sono passati dalla pubblicazione de "L'ORIGINE DELLE SPECIE", molti
argomenti, ma nulla di concreto, sono stati dati riguardo la linea di "parentela" che unisce
le Angiosperme (piante di fiori)... Tuttavia, nè la paleobotanica, nè la morfologia, nè l'anatomia,
nè la citologia hanno gettato alcuna luce sull'origine delle Angiosperme o di qualche altro
grande gruppo di quest'ordine, che un osservatore imparziale possa considerare come non
equivoco. Si può senza dubbio andare più lontano e affermare che, sull'origine dell'uno o
di altri grandi gruppi di piante, non se ne sa oggi più di quanto se ne sapesse nel 1859 15 .
A proposito dei trentadue ordini di Mammiferi, il paleontologo SIMPSON, dell'Università
Harvard, sottolinea che: "I primi e più primitivi membri di ogni ordine che noi conosciamo
hanno già i caratteri di base del proprio ordine, e in nessun caso si conosce una serie
ininterrotta da un ordine all'altro. In generale, la fossa tra gli uni e gli altri è così profonda
e così larga che l'origine dell'ordine è speculativa e fortemente discussa".
"QUESTA ASSENZA REGOLARE DI FORME DI TRANSIZIONE NON SI LIMITA AI
MAMMIFERI, MA PIUTTOSTO É UN FENOMENO QUASI UNIVERSALE, COME I
PALEONTOLOGI HANNO SOTTOLINEATO DA MOLTO TEMPO" 16 .
Conviene sottolineare che Simpson è un evoluzionista e crede ancora che i differenti ordini
convergano in tempi molto lontani.14
17 - Paul Lemoine : Enciclopedia francese, 1937, toma 5
#
, pag.82
18 - Boule e Piveteau: I fossili, 1935, pag. 51
GLI UOMINI DI SCIENZA MODERNI E LA DOTTRINA
DELL' EVOLUZIONE.
Paul LEMOINE, prof. di geologia e Direttore del Museo Nazionale.
"Il volume V
#
dell'Enciclopedia Francese segnerà certamente una data nella storia delle nostre
idee sull'evoluzione; risulta dalla sua lettura, che questa teoria sembra alla vigilia d'essere
abbandonata..."
Risulta da questo esposto che la teoria dell'evoluzione è IMPOSSIBILE. In fondo, malgrado
le apparenze, nessuno ci crede più, e lo si dice, senza attribuirle troppa importanza; "evoluzione"
può significare "incatenamento", o "più evoluto", "meno evoluto", in senso di "più perfezionato",
"meno perfezionato", poiché è un linguaggio convenzionale ammesso e quasi obbligatorio
nel mondo scientifico.
"L'evoluzione è una sorta di dogma al quale i suoi preti non credono più, ma che
mantengono per il loro popolo. Questo bisogna avere il coraggio di dirlo, perchè gli
uomini della generazione futura orientino le loro ricerche in un'altra direzione".
NOTA: Il parere del Professor P.Lemoine è, ci sembra, troppo assoluto, ma la sua constatazione
di una grave crisi del Trasformismo ai nostri giorni, non è meno certa.
"I geologi contemporanei sono tutti colpiti dalle APPARIZIONI BRUSCHE DELLE NUOVE
FORME ANIMALI O VEGETALI e la loro opinione ha tanto più valore poiché essi, di
formazione evoluzionista e sedicenti fautori di questa dottrina, non emettono certamente
le loro opinioni alla leggera" 17 .
M.M. BOULE e PIVETEAU, Paleontologi, professori al Museo Nazionale e alla Sorbona.
"Se potessimo trasportarci sulla riva dei mari cambriani, dei più vecchi dei quali conosciamo
la fauna, vedremmo brulicare e correre, sulla sabbia e vicino agli scogli sulla spiaggia, degli
animali diversi, certo, dagli animali attuali, ma appartenenti chiaramente agli stessi gruppi,
e viventi nelle medesime condizioni fisiologiche..."
"Per gran parte della sua fauna, il mondo Cambriano ci sembrerebbe giovane quasi come
quello attuale. A malapena ci sentiremmo vicini alle origini della vita." 1815
19 - E. Raguin: L'evoluzione regressiva, 1943, prefazione
20 - M. Caullery : Il problema dell'evoluzione, 1931, pag.401
21 - M. Decugis. L'invecchiamento del mondo vivente, 1941.
22 - Louis Bounoure: Ricerche di una dottrina della vita, 1964, - Veri sapienti e falsi profeti - ,pag. 134
E. RAGUIN, Professore di Mineraria alla Scuola Nazionale superiore.
"Constatando come nella maggior parte delle persone che hanno studiato queste questioni,
ci sia un abbandono totale o parziale del sistema trasformista da parte dei leaders delle scienze
della vita, io rimango sempre stupito di vedere ciò-nonostante continuare, nell'istruzione
della gioventù, l'insegnamento delle dottrine trasformiste, presentate come una sintesi
definitivamente acquisita nel patrimonio intellettuale dell'umanità" 19 .
M. CAULLERY, biologo.
"Le ricerche recenti, contrariamente a ciò che si poteva pensare una cinquantina di anni fa,
hanno piuttosto rinforzato l'idea della STABILITÀ PRESENTE DELLE FORME ANIMALI
E VEGETALI, e ricondotto le loro variazioni sia a dei fenomeni puramente individuali, senza
risonanza nella linea, sia a una differenziazione limitata e virtualmente contenuta nel tipo
di ciascuna specie" 20 .
M. DEGUGIS, biologo.
"La credenza al progresso continuo della vita, o piuttosto l'idea che il mondo vivente si trovi
ancora nel periodo ascendente, non è che un'illusione. Essa è ancora condivisa dalla
maggioranza degli uomini preoccupati di questi problemi, ma occorre rinunciarvi".
"Una delle certezze più decisive della biologia contemporanea è che un numero immenso
di specie vegetali ed animali, lungi dal progredire in organizzazione, sono in piena
regressione" 21 .
Louis BOUNOURE, professore di biologia generale alla facoltà delle scienze di Strasburgo
e direttore delle ricerche al C.N.R.S.
"Per di più, l'idea di evoluzione appare come una veduta antropomorfica, contraddittoria
colla nozione stessa di vita. L'ordine vitale implica una perfezione essenziale, inseparabile
dall'attitudine a vivere; ora, OGNI PERFEZIONE ESCLUDE IL PERFEZIONAMENTO.
Il "paradosso dell'AMEBA" cessa di essere paradosso per chi vede quest'umile cellula,
depauperata del sistema nervoso e di apparati differenziati, svolgere le funzioni fondamentali
della vita con lo stesso successo dei vertebrati più complessi; credere che l' AMEBA aspiri
a percorrere quelle 22 tappe evolutive che HAECKEL le ha assegnato per diventare specie
umana, è come proiettare sulla realtà naturale una tendenza alla continuità che non esiste
se non nella nostra mente" 22 .16
23 - Jean Rostand: Cio' che io credo, pag. 23-24-25-38
24 - Louis Bounoure : Ricerche di una dottrina di vita, pag. 189
Jean ROSTAND, il celebre biologo:
"Certo, noi conveniamo in tutta obiettività CHE NON SI HA IL DIRITTO DI RITENERE
L'EVOLUZIONE ORGANICA PER CERTA, POICHÉ SI TRATTA DI AVVENIMENTI
AVVENUTI SENZA TESTIMONI E DI CUI É PERMESSO DUBITARE CHE LA NATURA
ATTUALE CI FORNISCA ANCORA L'ESEMPIO".
J. ROSTAND dichiara tuttavia: "Senza essa (l'evoluzione), essi (questi avvenimenti) restano
inesplicabili".
... Ma aggiunge prudentemente: "... io non cerco di misconoscere il carattere straordinario;
vedere fantastiche delle trasformazioni che saremmo tenuti ad IMMAGINARE nel passato
della vita, e di cui sembra che non si stupiscano a sufficienza nè i profani, che non dubitano
delle difficoltà che esse sollevano, nè forse gli stessi specialisti, troppo familiarizzati con
le idee trasformiste".
Stupore e nuova causa di incertezza di Jan Rostand: "Da parte mia, penso volentieri che
il mondo vivente è ora in stato di stabilità, e che la natura organica non manifesti più le
attività alle quali deve la sua nascita" 23 .
Per ciò che concerne il fenomeno delle "mutazioni", che potrebbero ancora sembrare agli
occhi di qualcuno la causa più valida di un'evoluzione reale, Jean ROSTAND, dopo aver
riconosciuto come scadute le teorie di Lamark e di Darwin, dichiara: "...le mutazioni sono
quasi sempre dei cambiamenti sottrattivi, regressivi, caratterizzate da perdite o da atrofie
di organi. Infine, e soprattutto, ESSE NON APPORTANO MAI NIENTE DI VERAMENTE
NUOVO NELLA SPECIE" 24 .
Dr. MAURICE VERNET, biologo.
Secondo il dott. M. Vernet, la mutazione non è che una variazione patologica ...
"Se le mutazioni non possono essere considerate come capaci di realizzare la diversificazione
delle specie, non è solo perché la debole ampiezza delle mutazioni constatate non autorizza
questa ipotesi, ma anche perché il meccanismo delle mutazioni e le condizioni di vita
impediscono anche di esaminarle".
..............................................................................................................................
Tutti i fatti tendono a provare che, da una parte, NON C'É FISSITÀ ASSOLUTA DELLE
SPECIE, poiché delle variazioni minori possono prodursi all'interno della specie, ma che,
d'altra parte, NON C'É EVOLUZIONE NEL SENSO DELL'ORIGINE DELLE SPECIE,
ossia di trasformazione da una specie ad un'altra, poiché la sensibilità organica fondamentale17
25 - Dott. Maurice Vernet : La sensibilità organica. Analisi della Metabiologia di M.Vernet, a cura di
J.G. Bennet, rivista Mondo e vita, n
#
184, ottobre 1969, pag. 26
26 - Camille Arambourg : La genesi de l'umanità Parigi 1961, collezione "Que sais-je?", pag 125-126-
127
propria di una specie resta immutata nel corso delle generazioni.
L'importanza filosofica di una rottura radicale della credenza nel trasformismo, il quale è
alla base di tutte le filosofie evoluzionistiche, non ha bisogno di essere dimostrata. Da un
secolo la nostra metafisica é falsata a causa di questo errore iniziale, fondamento radicale
dell'ipotesi trasformista 25 .
Camille ARAMBOURG, paleontologo, professore al Museo Nazionale, Membro dell'Istituto.
"Dal punto di vista intellettuale e morale, molti buoni pensatori hanno posto la loro speranza
nel progresso continuo dell'umanità e in un miglioramento costante che la condurrebbe verso
una civilizzazione superiore, opera di superuomini così come li hanno fantasticati filosofi
e poeti: superuomini la cui intelligenza sarebbe così vasta e così penetrante da poter capire
subito, come scrisse Henri Poincare, la soluzione di un problema nello stesso tempo in cui
vengono forniti i dati; superuomini che, avendo deposto tutti i vecchi istinti della barbarie
primitiva, non vivono più che nell'altruismo e nella pace, nella ricerca delle gioie dello spirito,
nell'amore e nel rispetto per la bellezza...".
"Senza pessimismo eccessivo, è tuttavia difficile credere a questo miglioramento progressivo
e costante dell'umanità, poiché niente di ciò che noi conosciamo del meccanismo generale
dell'evoluzione, conferma questo modo di vedere".
"...L'uomo attuale ha, da un po' di tempo, profondamente sconvolto l'equilibrio biologico
del pianeta e forse stiamo assistendo all'inizio delle conseguenze che ne risultano. Egli ha
distrutto la maggior parte delle grandi specie animali e scombussolato la distribuzione di
altre, così come quelle dei vegetali; egli si è moltiplicato con un ritmo accelerato del quale
iniziano ora a preoccuparsi i sociologi. D'altro canto, esaurendo progressivamente le risorse
naturali che gli sono indispensabili, tutta la sua vita materiale e sociale si trova sempre
più legata al possesso o alla conquista di quelle risorse che rischiano di terminare. Al suo
biotipo naturale originale, egli sostituisce a poco a poco un biotipo artificiale del quale
diviene progressivamente schiavo. Fatto più grave, egli ha, con le sue scoperte biologiche
permettenti la sopravvivenza e la riproduzione di molti individui tarati o deficienti di ogni
tipo, perturbato profondamente il gioco della selezione naturale..."
"Ci sembra difficile che l'umanità sfugga a questa legge ed è per questo che temiamo
fortemente che il perfezionamento indefinito dell'uomo non sia che una pia illusione,
e il superuomo nel quale noi abbiamo sperato, un bel sogno!" 26 .18
27 - Paul Cordier-Goni: Cio' di cui io dubito, articolo pubblicato nel 1957 su Riviera scientifica.
28 - Lucien Cuenot: L'adattamento tra gli animali, art. pubblicato nel 1937 sul bollettino della società
degli amici della scienza di Nancy.
29 - Jean Rostand, La nuova biologia, 1937, pag. 79-80.
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