Secondo il fisico-matematico Roger Penrose ed altri ricercatori, l'universo fisico in cui viviamo, sarebbe solo una nostra percezione, perché in realtà, la nostra esistenza sarebbe a tempo indeterminato, oltre.
Secondo i ricercatori dell'Istituto Max Planck di fisica di Monaco, e anche secondo il fisico-matematico Sir Roger Penrose, l'universo fisico che ci circonda, e che siamo abituati a percepire in un certo modo, in realtà sarebbe ben diverso, infinito, e al momento della nostra morte fisica, la nostra coscienza viaggerebbe verso universi paralleli.
"L'aldilà è una realtà infinta molto più grande, su cui questo mondo è radicato. In questo modo, le nostre vite in questo piano di esistenza sono racchiuse, circondate, già dall'aldilà...il corpo muore, ma il campo quantico spirituale continua. In questo modo, siamo immortali", avrebbe spiegato Penrose.
Roger Penrose, insieme al suo team, e a Stuart Hameroff, dell'Università dell'Arizona, avrebbero provato che i microtubuli a base di proteine, un componente strutturale delle cellule umane, contengono informazioni quantistiche, memorizzate a livello sub-atomico, e quindi, se una persona muore temporaneamente, questa informazione quantistica verrebbe rilasciata dai microtubuli nell'universo.
Quindi, secondo gli studiosi della fisica quantistica, la nostra energia non verrebbe assolutamente distrutta dalla morte fisica del corpo: "Se il paziente non viene rianimato e muore, è possibile che questa informazione quantistica possa esistere al di fuori del corpo, forse indefinitamente, come anima. Uno degli assiomi più sicuri della scienza, è che l'energia non muore mai, non può né essere creata né distrutta".