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APPARIZIONI MARIANE

Ultimo Aggiornamento: 28/02/2020 12:17
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20/10/2016 20:21
 
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Nostra Signora del Dolore di Kibeho (Rwanda) 
28 novembre 


Apparizioni: 1981 – 1989 
Le apparizioni della Vergine a Kibeho (28 novembre 1981 – 28 novembre 1989) sono le prime che si verificano in terra d’Africa e su cui la Chiesa ha espresso il suo riconoscimento, giudicandole autentiche, al termine di una lunga inchiesta e di un rigoroso processo canonico. 

Tutto ebbe inizio in Rwanda, il 28 novembre 1981, in un collegio di studentesse, tenuto da Suore di una Congregazione religiosa rwandese in Kibeho, località situata nel comune di Mubuga, a 30 chilometri da Butare e a 35 chilometri da Gikongoro, nella prefettura di Gikongoro, nella regione naturale del Nyaruguru. Erano le 12,35. Le ragazze del collegio erano nel refettorio. Alphonsine Mumureke, di 16 anni, alunna della prima media, stava servendo le compagne a tavola quando sentì distintamente una voce che la chiamava: “Figlia mia, vieni qui”. La voce proveniva dal corridoio, accanto al refettorio. Alphonsine si diresse da quella parte e lì vide, per la prima volta, una giovane donna, sconosciuta, bellissima, vestita di bianco, con un velo bianco sulla testa, che nascondeva i capelli, e che sembrava unito al resto del vestito, e non si poteva capire come il vestito fosse cucito. Non aveva calzature. Le mani giunte sul petto con le dita rivolte al cielo. La Madonna non era proprio bianca (muzungu) come è presentata nei santini, ma neppure nera. Alphonsine affermerà, nella sua testimonianza, di non riuscire a dire con esattezza come fosse la sua pelle. La Madonna era la sua bellezza incomparabile.

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Alphonsine, Natalie, Marie Claire

Alphonsine, piena di timore, chiese alla Signora chi fosse. La donna le rispose: “Ndi Nyina Wa Jambo”, cioè “Io sono la Madre del Verbo”. 
Il dialogo avveniva tutto in lingua rwandese. Le compagne di collegio, presenti, udivano le parole di Alphonsine, ma non quelle della Signora. Tuttavia la loro presenza si rivelò assai proficua, dal momento che, attraverso la ripetizione fatta dalla loro compagna, potevano sapere cosa dicesse quel personaggio misterioso, per cui loro stesse testimonieranno d'avere inteso quella risposta della Madonna. “Ni wowe Nyina wa fambo?”, “Allora tu sei la Madre del Verbo?”: avrebbe chiesto la veggente alla Madonna, secondo quanto testimonieranno le alunne. Allora anche Alphonsine si presentò alla Madonna: “Nanjye nifwa Alphonsina”. 
“E io sono Alphonsine”.
La Madonna proseguì: “Nella tua vita cristiana, cosa è per te la cosa più importante?”.
Alphonsine rispose in questi termini: “Amo Dio e sua Madre che ha messo al mondo per noi il Redentore”. La Signora aggiunse: “Veramente”. “Sì, è proprio così”, continuò la veggente.
La Signora a questo punto fece la seguente importante dichiarazione: “Se è così, io vengo a consolarti, perché ho ascoltato le tue preghiere. Voglio che le tue compagne abbiano fede, perché non ne hanno abbastanza”. La Signora le chiese pure di insegnare alle sue compagne a pregare perché non sapevano pregare o non lo facevano abbastanza, nonché a tenere in stima la devozione a Maria, loro Madre. Alphonsine di rincalzo: “Madre del Salvatore, se veramente sei tu che vieni a dirci che qui nella scuola abbiamo poca fede, Tu ci ami! È per me una grande felicità vederti con i miei propri occhi”.
Alla fine, con la convinzione di essere stata visitata dalla Madonna, Alphonsine recitò tre Ave Maria e la sequenza dello Spirito Santo. Quindi la Signora scomparve lentamente, non di spalle, ma ritraendosi verso l'alto. L’apparizione durò circa un quarto d'ora.
Il collegio all’epoca ospitava 120 ragazze interne, suddivise in tre classi che le preparavano a diventare segretarie d’azienda o insegnanti elementari. Era diretto da tre suore che fungevano anche da insegnanti. Gli altri insegnanti, una donna e cinque uomini, erano laici. Il complesso non era dotato di cappella e, quindi, non vi era un clima religioso particolarmente sentito. Ecco, quindi, il significato delle prime parole della Madonna. 
La reazione delle compagne di Alphonsine dinanzi alle apparizioni non fu entusiasta. Anzi. Pensarono subito che fosse isterica o che fosse vittima di allucinazioni. Divenne il loro zimbello. Nessuno la prendeva seriamente su ciò che raccontava e la ragazza ne soffriva. Pregò, quindi, in una delle successive visioni, che la Vergine apparisse anche alle altre ragazze in modo che potessero credere. La Madonna la accontentò. La sera del 12 gennaio 1982, la Vergine Madre apparve anche a Nathalie Mukamazimpaka, che aveva allora 17 anni. Ma tale manifestazione non fu sufficiente a far cadere lo scetticismo. Alphonsine insistette presso la Madonna affinché apparisse anche ad altre ragazze e la Madre di Dio la accontentò ancora. Il 2 marzo 1982, la Madonna apparve a Marie-Claire Mukangango, di anni 21. Questa nuova apparizione fu determinante, dal momento che Marie-Claire era la più scettica e, data la sua età, condizionava anche il comportamento delle sue compagne collegiali. Quando anche lei dichiarò di aver visto la Madonna, tutte si arresero. E da quel momento il collegio prestò più attenzione a quei fenomeni.

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I messaggi della Madonna di Kibeho non riguardavano solo la popolazione rwandese. Lo disse esplicitamente la Vergine a Marie-Claire: “Quando io mi faccio vedere e parlo a qualcuno, intendo rivolgermi al mondo intero”. Un messaggio universale, dunque. E ciò che la Madonna voleva richiamare con le sue apparizioni era il fatto che il mondo vive senza Dio, ignorando i valori dello spirito. La Vergine diceva nei suoi messaggi di essere venuta a consolare i suoi figli, invitandoli all’unità ed alla pace, attraverso la conversione, la preghiera, la penitenza e la partecipazione alla Passione di Cristo. Ecco perché si presentava come “Vergine della sofferenza” o “dei dolori” o “Addolorata”. 
Degna di nota fu l’apparizione del 15 agosto 1982, quando le veggenti ebbero una chiara visione di ciò che sarebbe accaduto alcuni anni più tardi nel loro Paese. Quel giorno, la Vergine apparve alle ragazze molto triste. Alphonsine riferì di averla vista in lacrime. Ed anche le stesse ragazze si comportarono diversamente dal solito: piansero, tremarono e battevano i denti dalla paura. Fu un’apparizione eccezionalmente lunga, durando otto ore. Le ragazze raccontarono, poi, di aver visto “un fiume di sangue, persone che si uccidevano a vicenda, cadaveri abbandonati senza che nessuno si curasse di seppellirli, un abisso spalancato, un mostro spaventoso, teste mozzate”. Ed in effetti, quando in quel funestato Paese scoppiò la guerra civile tra etnie, Tutsi e gli Hutu, ci furono massacri spaventosi, che confermarono la veridicità di quell’apparizione. 

Due ragazze, Alphonsine e Nathalie, inoltre, ebbero modo di compiere, in anima, diversi viaggi mistici con la Madonna nell’aldilà, dove poterono constatare l’esistenza di giudizio dopo la morte, che fa ripartire gli uomini secondo le tre destinazioni definite dal giudizio morale, paradiso, purgatorio e inferno.


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Dopo un accurato esame, condotto da due commissioni, quella medica (che ha attestato la normalità delle ragazze) e quella teologica (che ha accertato l’assenza di errori nelle apparizioni), ed istruito un accurato processo canonico, il 29 giugno 2001, il primo vescovo di Gikongoro, mons. Augustin Misago, in cattedrale, alla presenza di tutto l'episcopato rwandese e del nunzio apostolico, mons. Salvatore Pennacchio, leggeva il decreto di riconoscimento dell'autenticità delle apparizioni avvenute a Kibeho, in cui dichiarava solennemente, per conto della Chiesa, “Sì, la Vergine Maria è apparsa a Kibeho nella giornata del 28 novembre 1981 e nel corso dei mesi successivi. Ci sono più buone ragioni per credere che non di negare. A questo riguardo, solo le tre veggenti dell’inizio meritano di essere ritenute come autentiche: si tratta di Alphonsine MUMUREKE, Nathalie MUKAMAZJMPAKA e Marie Claire MUKANGANGO. La Vergine si é loro manifestata sotto il nome di “Nyina wa Jambo”, cioé “Madre del Verbo”, che é sinonimo di “Umubye-yi w 'fmana”, cioé “Madre di Dio”, come essa l'ha spiegato.
Queste veggenti di Maria dicono di vederla sia a mani giunte, sia a braccia aperte”. 

Il 31 maggio 2003, alle 10,00 del mattino, mentre Sua Em.za, card. Crescenzio Sepe (Prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, inviato dal Papa ad eseguire la consacrazione del Santuario di Nostra Signora del Dolore a Kibeho), celebrava la solenne Messa con tutti i vescovo rwandesi, aveva luogo, dinanzi ai fedeli lì radunati, il fenomeno della danza del sole, come a Fatima, il 13 ottobre 1917. Esso durava otto minuti e fu filmato e fotografato, tanto da escludere ogni tipo di suggestione. 



Dopo la presentazione sintetica delle apparizioni, ecco il messaggio della Madre del Verbo, rivolto non solo al Rwanda e all’Africa, ma a tutto il mondo

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IL MESSAGGIO DI KIBEHO (Parte 2°)

“Io sono la Madre del Verbo"

“La fede e l’incredulità (o l’apostasia) verranno senza che ci si accorga”. 
[Questa frase sarà ripetuta più volte nelle apparizioni successive, con preghiera ad Alphonsine di ripeterla agli uomini]


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LE VISIONI DELL’ALDILÀ

Fanno parte del messaggio di Kibeho anche i «viaggi mistici» che Alphonsine e Nathalie fecero con la Madonna. Quello di Kibeho è il messaggio del ritorno alla fede in Dio e pertanto alla conversione.
La Madonna portando Alphonsine e Nathalie a conoscere l'al di là, seppure attraverso un linguaggio simbolico, ha voluto menzionare la destinazione ultima dell'uomo, attraverso il recupero netto della teologia dei Novissimi, giudizio finale, particolare e universale, in base alla fede, alla vita cristiana e alla preghiera vissute, e la visione dell'inferno, del paradiso e del purgatorio.

Sono le esperienze particolari avute una sola volta da Alphonsine la sera del sabato 20 fino alle prime ore del 21 marzo 1982. 
La veggente visitò il luogo dove stanno «coloro che non verranno perdonati» (l'inferno), il luogo della disperazione, per passare poi al luogo abitato da «coloro che saranno perdonati» (il purgatorio), e giungere infine nel luogo della luce, dimora di «coloro che obbediscono a Dio» (il paradiso).

Nathalie, invece, fece tre viaggi mistici, nei giorni 4 settembre 1982, 30-31 ottobre 1982 e 1-2 aprile 1983.
Nathalie nel viaggio mistico del 30 ottobre 1982, fu portata prima in un luogo, detto «luogo della riunione», in cui la veggente ha visto sette uomini in bianche vesti, gli angeli, che lodano Dio e vengono in aiuto degli uomini. Poi nel luogo della luce, detto anche il luogo della «pienezza della gioia», dove si trovano i servi ben amati, i favoriti dell'Altissimo, cioè il paradiso. Poi fu la volta di un altro luogo, immerso in meno luce, con figure vestite di vari colori. La Madonna le disse che quello era «il luogo della prova» e ad abitarlo erano i «perseveranti», i «pazienti» che conservano ancora la speranza, cioè il purgatorio. Infine giunsero in un luogo pieno di calore, dove c'erano persone infelici con vesti nere. Era il «luogo della punizione», abitato dagli incorreggibili, cioè l'inferno.
Paradiso, inferno e, di passaggio, il purgatorio rimandano al giudizio dopo la morte che fa ripartire gli uomini secondo le tre destinazioni legate al giudizio morale. Per questo nell'esperienza del 4 settembre 1982 la Madonna aveva già fatto vedere cosa succedeva in questo mondo. Infatti, nel viaggio mistico che Nathalie fece il 4 settembre 1982 dice di essere stata portata dalla Madonna in un luogo bellissimo e pieno di luce, in cui si distinguevano tre zone differenti. In una prima zona si ammiravano dei fiori bellissimi, in un'altra c'erano dei fiori appassiti e in una terza c'erano dei fiori secchi. La Madonna dava questa spiegazione: i fiori bellissimi che si beavano nella luce erano simbolo degli uomini che sulla terra pregano veramente e vivono i comandamenti; i fiori appassiti sono immagine degli uomini, meno buoni, che pensano a pregare solo quando hanno bisogno nelle prove. I fiori secchi invece sono gli uomini che non credono in Dio, non pregano e non osservano i comandamenti. In altre parole la Madonna con quella visione offrì alla veggente un quadro dell'umanità nelle sue relazioni con Dio.

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LA SORTE DEL MONDO E DEL RWANDA

Il 15 agosto 1982, fra le 16 e le 23.30, venne dato il suo messaggio più grave sulla sorte del mondo e del Rwanda, con l’apparizione prima a Nathalie, poi ad Alphonsine, infine a Marie-Claire.
La Madonna si mostrò a tutti in lacrime e piena di tristezza a causa dell'incredulità e dell'indifferenza degli uomini. Non voleva che Alphonsine la guardasse in faccia, che le parlasse o che le cantasse gli stessi canti che lei le avrebbe insegnato. Il suo dolore era incommensurabile: «Se piango è perché voi, uomini, siete in uno stato critico, che io non posso più trattenere le lacrime di compassione per voi». 
«Figlia mia, io ho aperto le porte, ma essi (gli uomini) non hanno voluto entrare». Questa frase fu ripetuta tre volte dalla Madonna. «Ho visto che il mondo era quasi moribondo, e quando sono venuta in suo soccorso, voi avete rifiutato». E ancora: «Non ti preoccupare, figlia mia! Essi desidereranno sentire quello che io t'incarico di dire loro quando sarà troppo tardi e non avranno più nulla da salvare». E aggiunse, riferendosi a coloro che insistono nel non accogliere il messaggio: «E tutti quelli che non si curano di ascoltare il messaggio che voi trasmettete loro, cosa aspettano ancora? Cosa aspettano? Cosa aspettano? Cosa aspettano? Non si rendono conto che il tempo si fa breve?». Le parole furono accompagnate da una tremenda visione: fiumi di sangue, incendi, gente che si ammazzava, teste d’uomo decapitate e sanguinanti, cadaveri abbandonati e senza sepoltura.

Risultati immagini per Ecco le parole di congedo della Madonna: «Figli miei, il fatto che vi dico addio non significa che d'ora in avanti dimentico l'Africa e il mondo intero; questo non vuol dire anche che dimentico i rwandesi. Alphonsine è solo il mio strumento,

APPELLO DI CONGEDO DELLA  MADONNA

Ecco le parole di congedo della Madonna: «Figli miei, il fatto che vi dico addio non significa che d'ora in avanti dimentico l'Africa e il mondo intero; questo non vuol dire anche che dimentico i rwandesi. Alphonsine è solo il mio strumento, non il vostro Dio. Vi raccomando di non dimenticarvi dei tanti viaggi compiuti dalla vostra casa in Rwanda (alludendo agli stranieri). Figli miei, pregate, pregate, pregate! Seguite il Vangelo di mio Figlio e mettetelo in pratica; facendo questo, sarete certamente felici nella vostra anima. Mio Figlio ha sofferto, l'hanno perseguitato e denigrato. Ma questo non gli ha impedito di essere il Re del cielo e della terra. Oh, voi tutti che siete considerati matti perché amate pregare! Voi tutti che siete trattati da egoisti e da oziosi perché abbracciate uno stato di vita in cui sarete consacrati a Dio! Ebbene, io vi dico che un giorno voi sarete colmati di gioia. Figli miei, figli miei! Vi benedico tutti, come siete! La mia benedizione non la do solo a coloro che sono venuti a Kibeho, ma la do anche al mondo intero! Voi malati toccati da ogni sorta di malattie incurabili: un buon cuore vale più di tutto il resto, non c'è ricchezza superiore a un cuore puro. Voi che siete alle prese con ogni sorta di difficoltà nella vostra vita: quaggiù non c'è luogo in cui si sia al riparo dalle difficoltà. Se queste persistono, bisogna saperle presentare come offerta. È chiesto un sacrificio ad ogni cristiano. Voi che trovate difficoltà nelle vostre famiglie: pensate alla Santa Famiglia che ha vissuto in un'estrema povertà, senza beneficiare di attenzione da parte della gente, e nelle vostre pene quotidiane prendete la Santa Famiglia come vostra patrona. Voi, consacrati a Dio: una simile condizione di vita è sempre esigente e ardua; bisogna che restiate fedeli ai vostri impegni. Voi, giovani: alla vostra età si crede di essere capaci di tutto. Vogliate allora non cadere in modo irreversibile. Voi tutti, governanti: voi avete il potere di essere rappresentanti degli uomini. Non uccidete, ma salvate. Non siate ingordi, sappiate condividere con gli altri. Non siate infedeli alla parola data, tradendo coloro che vogliono mettere il dito sui vostri sbagli. Ve lo dico e ve lo ridico: quando anche agiste disonestamente verso chiunque a causa del suo amore per gli uomini, della sua lotta per la dignità della persona umana, della sua cura per il benessere degli altri, del suo zelo per il bene in sé o del suo ardore nell'amore di Dio, tutte le misure che voi prenderete contro di lui non lo faranno sparire totalmente. Figli miei, in verità io non intendo restare con voi più a lungo del solito, perché già vi ho comunicato l'essenziale e ciò che attendevo ancora da voi, ve l'ho comunicato. Come ve l'ho detto, vorrei semplicemente ripetervi ancora una volta che sono contenta di voi! Sono contenta dei frutti che sono già stati prodotti a poco a poco da quando sono venuta in Rwanda. Quanto alle disgrazie che si abbattono su voi, non siatene turbati, perché nulla è più forte di Dio stesso. Ancora una volta vi dico, figli miei, non c'è sotto il cielo un luogo in cui si sia al riparo dalle disgrazie. Ciò che importa è saperle accettare convenientemente, senza lamentarsi. Ora, figli miei, anche se solitamente esaudisco le vostre preghiere, considero il fatto che vi siate preoccupati di fare lunghi viaggi venendo da me. Allora in questo breve momento che vi accordo, ditemi tutti i vostri desideri. Figli miei, vi sto per dire arrivederci: io vi amo! Vi amo! Vi amo assai! Ma guai a chi si mostrerà indifferente a questo amore che vi ho ora promesso ed espresso. Sono venuta per voi, sono venuta per voi, sono venuta per voi! Perché vedevo che avevate bisogno di qualcosa».


  
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Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle...Lu 21,25
 
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