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I FONDAMENTI DEL CRISTIANESIMO

Ultimo Aggiornamento: 18/10/2018 14:41
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19/04/2010 23:42
 
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Le REAZIONI
all'ANNUNCIO dell'EVANGELO




In questo capitolo vedremo
alcuni dubbi che possono venire dopo l'ascolto
della predicazione sulla risurrezione



1. Premessa

La risurrezione, fatto straordinario

- All'origine del Cristianesimo, secondo i documenti cristiani, c'è l'annuncio della risurrezione di Gesù.

- L'annuncio di questo fatto "straordinario" è giunto a noi (anche solo attraverso la lettura del precedente capitolo di questo libro).

- Questo fatto, se è successo, è totalmente al di fuori della nostra esperienza e perciò in qualche modo provoca la nostra curiosità: non capita infatti tutti i giorni che un uomo risorga. E dobbiamo tuttavia dedurre da esso una conclusione elementare, ma fondamentale: se è vero che un uomo è risorto, è nelle possibilità dell'uomo risorgere.

N.B. Qui non partiamo dal presupposto che Gesù fosse un essere straordinario (Dio?), ma che fosse un uomo come tutti gli altri, perché tale è stata l'esperienza prima di coloro che dicono di averlo conosciuto (cfr. per es. Pietro in At 2,22: "Gesù il Nazoreo, uomo accreditato dal Dio..."). D'altronde nessun ebreo dei tempi di Gesù poteva pensare che egli fosse Dio. Per il pensiero ebraico Dio è "l'assolutamente altro", inaccessibile, invisibile, innominabile... Spesso i cristiani (e in particolare i cattolici) sono educati a pensare che Gesù sia un essere speciale, non sia un uomo, ma soltanto un Dio. Perciò non suscita affatto meraviglia in loro che egli sia risorto: è infatti già nato in modo del tutto speciale! Facciamo però notare che, in quanto Dio, Gesù non poteva neanche morire. Se è risorto, lo è in quanto uomo.



2. Le reazioni all'annuncio della risurrezione

Vediamo allora le prime possibili reazioni di fronte a questo annuncio:

a) "Non mi interessa"

Qualcuno potrebbe pensare: "Il fatto di risorgere a me non interessa. Questa vita è già troppo brutta perché debba continuare dopo la morte. Gesù è risorto? Buon per lui, ma questo fatto, come tanti altri, non tocca la mia vita, come per es. il fatto che Napoleone abbia perso a Waterloo. Il saperlo per me è pura cultura; non serve a dare un senso alla mia vita".

¯ È quasi superfluo notare che, per una persona che ragiona così, il discorso sul Cristianesimo può interessare solo come fenomeno storico e culturale, vista l'importanza che il Cristianesimo ha avuto nella storia dell'umanità.

b) "Mi interessa e perciò approfondisco"

Qualcuno potrebbe invece ragionare in questo modo:
«Io sto cercando di dare un senso alla mia vita e, a prima vista, capisco che vivere è camminare verso la morte. Tuttavia sento questo come innaturale: morire mi dispiace e mi fa paura. La Chiesa mi dice: "Gesù, pretendendo di parlare a nome di Dio, anzi dichiarandosi addirittura Figlio di Dio, dice che la vita umana continua dopo la morte ed è destinata a raggiungere una felicità che l'uomo non può neanche immaginare, a patto che si seguano i suoi insegnamenti. Per essere creduto, cioè per far vedere che le sue affermazioni sono vere, Gesù offre come garanzia la sua risurrezione". Questo discorso mi interessa. Desidero perciò approfondirlo per valutarne la verità». Il corso di base (e questo libro che lo sintetizza) sono fatti per queste persone.
3. I dubbi

A chi vuol veder chiaro nel discorso cristiano è inevitabile che sorgano modubbi. Cerchiamo di elencare i principali (senza pretendere di essere completi) e di tentare di dare ad essi una risposta onesta.

a) Dubbi sull'esistenza storica di Gesù

È veramente esistito un uomo di nome Gesù di Nazareth, iniziatore del Cristianesimo?



b) Dubbi sui libri cristiani

Per conoscere l'insegnamento di Gesù dobbiamo rivolgerci ai libri cristiani e qui sorgono altri dubbi:

1. Quali documenti reali abbiamo?

2. Siamo sicuri che risalgano veramente a testimoni oculari?

3. Siamo sicuri che i manoscritti non siano stati manipolati lungo i secoli? Siamo sicuri di leggere oggi il testo come è uscito dalle mani degli autori?



c) Dubbi sulla risurrezione di Gesù

1. È veramente accaduta? I testimoni sono credibili?

2. Come interpretare i documenti che la raccontano?



d)Dubbi sulla natura di Gesù

Sarà veramente Figlio di Dio?



e) Dubbi sull'insegnamento di Gesù

1. I testimoni avranno capito bene quanto Gesù diceva?

2.Nel tradurre il suo insegnamento dall'aramaico/ebraico in greco non si saranno introdotti errori?

3.Il suo insegnamento è valido per tutte le generazioni o qualcosa deve essere abbandonato col passaggio da una cultura all'altra?
Nei capitoli che seguono cercheremo di dare una riposta a queste domande.



4. Scopo del corso

Il corso vuole presentare le risposte che i cristiani danno a questi dubbi, non con la pretesa di far credere, ma con quella di dare gli elementi per fare una scelta onesta.

Al termine di questo lavoro saremo in possesso dei dati necessari per formulare un nostro giudizio personale, che potrà essere:

- sono disposto a credere che il fatto sia successo (atto di fede);

- non sono disposto a credere che il fatto sia successo;

- rimango nel dubbio, almeno per ora.







L'ESISTENZA di GESU' di NAZARETH

I documenti

In questo capitolo vedremo:
cosa ci dicono gli storici soprattutto non cristiani
del I e II sec. sull'esistenza di un uomo di nome
Gesù di Nazareth

1.Il problema

La Chiesa pone alle sue origini un uomo, Gesù di Nazareth, detto il Cristo 1 (= portavoce di Dio) vissuto in Palestina nel I sec. d.C. di cui dice che è risorto.

Ma Gesù è davvero esistito?

Cosa sappiamo su di lui?
La nostra sarà una ricerca sui documenti antichi.

2. La risposta

Trattandosi di un personaggio di 2000 anni fa, la risposta si può avere solo dai documenti storici antichi, i quali sono di sue tipi:

- scritti da non cristiani

- scritti da cristiani.

Su di essi facciamo alcune precisazioni.

Precisazioni
1. I documenti non cristiani verranno riportati prevalentemente per esteso, in una nostra traduzione quasi letterale.

2. Dei documenti cristiani (contrassegnati con *) daremo invece solo le informazioni essenziali, perché è abbastanza facile trovarli e poi perché da qualcuno possono essere contestati in quanto "di parte" (... ma ci può essere uno storico che non sia di parte?).

3.Citeremo i documenti secondo l'ordine cronologico della loro data di composizione (sicura o probabile).
a) Documenti del I sec. d.C.

45-80 * Vangelo secondo Matteo, scritto in greco, probabilmente come rielaborazione di un documento più antico, che non possediamo, redatto in una lingua semita.

50-65 * Vangelo secondo Marco, in greco.

50-67 * Epistolario Paolino, 13 lettere di Paolo in greco.

55-62 * Vangelo secondo Luca, in greco (collocato da vari studiosi dopo il 70).

50-58? * Lettera di Giacomo, scritta in greco.

61-63 * Atti di apostoli, in greco (anche dopo il 70?).

60-65? * Prima lettera di Pietro, in greco.

64-67? * Lettera agli ebrei, in greco.

70-80? * Didaché (cioè "dottrina dei dodici apostoli"), in greco.

* Seconda lettera di Pietro, in greco.

* Lettera di Giuda, in greco.

80-95 * Scritti di Giovanni, in greco:

* Vangelo

* Tre lettere

* Apocalisse

93-94 - Le antichità giudaiche di Giuseppe Flavio

Giuseppe (37-110 d.C.), è uno storico ebreo, diventato filoromano, al servizio di Vespasiano e di suo figlio Tito, divenuti imperatori.
Scrisse in greco varie opere storiche tra cui le Antichità giudaiche, in 20 libri, che raccontano la storia ebraica da Abramo ai suoi tempi.
Nel libro XVIII, § 63-64, si trova un passo, detto Testimonium flavianum, citato da Eusebio di Cesarea nella Storia Ecclesiastica (1,11,7) e nella Demonstr. evang. (3,5,105-106), e dal vescovo cristiano Agapio (sec. IX) nella sua Storia Universale scritta in arabo.
Presentiamo qui il testo ora accettato da tutti:

«Ci fu verso questo tempo (l'anno 30 d.C.) Gesù uomo sapiente. La sua condotta era buona ed era stimato per la sua virtù. E attirò a sé molti giudei e anche molti greci. Pilato lo condannò ad essere crocifisso e a morire. Ma non cessarono di amarlo coloro che da principio lo avevano amato. Essi raccontano che era apparso loro tre giorni dopo la sua crocifissione e che era vivo. Forse perciò era il Cristo di cui i profeti hanno raccontato tante meraviglie»


95 * Prima lettera di Clemente, vescovo di Roma, scritta in greco e indirizzata ai cristiani di Corinto.

b) Documenti del II sec. d.C.

96-138 * Lettera di Barnaba, in greco.

105-7 * Epistolario di Ignazio di Antiochia, in greco: comprende 7 lettere indirizzate da questo vescovo ai cristiani di varie Chiese che avrebbe incontrato mentre veniva portato a Roma per subirvi il martirio.

112 ? - Annales di Tacito, scritti in latino.

Sono la storia dell'Impero romano dalla morte di Augusto a quella di Nerone, cioè dal 16 al 68 d.C. Racconta che nel 64 c'era stato a Roma un incendio ed era corsa voce che l'imperatore Nerone stesso avesse dato ordine di appiccare il fuoco. In riferimento a tale fatto lo storico romano scrisse:

«Per mettere fine alla diceria, Nerone fece passare per colpevoli e sottopose a pene raffinatissime coloro che la plebaglia, detestandoli per le loro vergognose azioni, denominava cristiani. L’autore di questo nome, Cristo, era stato messo a morte sotto l’impero di Tiberio, per ordine del procuratore Ponzio Pilato; e, pur essendo stata momentaneamente repressa, questa esiziale superstizione ricominciava a diffondersi, non solo per la Giudea, origine di quella sciagura, ma anche a Roma, dove da ogni parte confluisce e viene tenuto in onore tutto ciò che vi è di scellerato e di vergognoso. Perciò, in primo luogo furono arrestati coloro che confessavano, quindi, dietro loro indicazione, una grande moltitudine fu condannata, non tanto per l’accusa di aver appiccato l’incendio, quanto per odio del genere umano» (Annales, XV, 44).

112 - Lettera di Plinio il giovane all’imperatore Tra-iano, scritta in latino (Epist. X, 96).

Plinio è «legato per la provincia del Ponto e della Bitinia con potere consolare». Riportiamo parti della lettera:­

«Non ho mai preso parte ad istruttorie a carico dei cristiani; perciò, non so che cosa si sia soliti fare: o punire, od inquisire, ed entro quali limiti ]...].
Certamente erano meritevoli di castigo per la loro pertinacia e la loro cocciuta ostinazione. Altri ve ne furono, colpiti dalla stessa follia, al cui riguardo, poiché erano cittadini romani, ordinai che fossero condotti a Roma. Ben presto, poiché, per il fatto stesso di trattare questi problemi, le accuse aumentarono, come di solito accade, mi capitarono sottomano numerosi casi [...].
Altri, denunciati da un delatore, dissero di essere cristiani e subito dopo negarono; dissero di esserlo stato in passato, ma di aver cessato di esserlo, chi da tre anni, chi da un numero d’anni ancor maggiore, alcuni addirittura da vent’anni. Anche tutti costoro venerarono la tua immagine e quella degli dèi e maledissero Cristo.
Dicevano, inoltre, che la loro colpa o il loro errore consisteva nel fatto di esser soliti riunirsi all’alba in un giorno fisso e di intonare a cori alterni un inno in onore di Cristo, come se fosse un dio, e di impegnarsi con un giuramento non a commettere qualche delitto, ma a non commettere furti, frodi, adultèri, a non venir meno alla parola data, a non negare un deposito, qualora ne fossero richiesti. Fatto ciò, era loro costume allontanarsi e ritrovarsi di nuovo insieme per prendere un cibo, ad ogni modo comune ed innocente, ma avevano desistito da questa usanza in seguito al mio editto, nel quale, in osservanza ai tuoi ordini, avevo vietato la costituzione di eteríe (= associazioni) [...] Mi è parso, infatti, che la questione meritasse di esser sottoposta al tuo giudizio, soprattutto per il numero di quelli che sono coinvolti in questo pericolo: molte persone di ogni età, di ogni ceto sociale, addirittura di ambo i sessi, sono trascinate in questo pericolo e ancora lo saranno. E non solo per la città, ma anche per i sobborghi e per le campagne si è esteso il contagio di questa deleteria superstizione; tuttavia, mi pare che si possa ancora bloccarla e ricondurla nella norma».

112 - Risposta di Traiano a Plinio (Epist. X, 97)

«Mio caro Plinio, nell’istruttoria dei processi contro coloro che ti venivano denunciati come cristiani, hai seguito la procedura alla quale dovevi attenerti. Non si può infatti stabilire una norma generale che abbia, per così dire, un carattere rigido. Non li si deve ricercare; nel caso in cui vengano denunciati e riconosciuti colpevoli, debbono esser puniti, in modo, però, che colui che avrà negato di esser cristiano e lo avrà dimostrato coi fatti, cioè rivolgendo suppliche ai nostri dèi, sebbene sospetto in passato, ottenga il perdono per il suo ravvedimento».

120 - Vite dei Cesari di Svetonio, scritte in latino

Nella Vita di Claudio (25, 4), dice che l'imperatore:
«Espulse da Roma i giudei diventati per istigazione di Cresto 1, una continua causa di disordini».

L’espulsione avvenne nel 49 (cfr. anche Atti 18, 2).

125 * Apologia di Quadrato all’imperatore Adriano.

150 * Il Pastore di Ermas: è una raccolta di visioni in greco.

155-65 - Giustino, filosofo cristiano nato a Nablus, in Samaria, ma non ebreo, scrisse in greco tre opere:

* due Apologie in difesa dei cristiani (a. 155 e 165)

* Dialogo con Trifone (anno 160)

è un dialogo tra Giustino ed il rabbino ebreo Trifone a proposito dell'Ebraismo e del Cristianesimo. In esso Giustino afferma:

«Voi ebrei avete preso uomini scelti di Gerusalemme e li avete inviati per tutta la terra a dire che era apparsa la setta empia ed iniqua dei cristiani» (17,1) «per l'errore di un certo Gesù, un galileo, e dicendo che loro (=gli ebrei) l'avevano crocifisso, ma i suoi discepoli l'avevano sottratto di notte dal sepolcro dove era stato deposto una volta schiodato dalla croce e ora andavano ingannando gli uomini affermando che era ridestato dai morti ed era salito al cielo» (108,1).

Questo giudizio di malafede contro i cristiani ha varcato i secoli ed è ancora sostenuto oggi da studiosi ebrei.

177 * Apologia di Atenagora all'imperatore Marco Aurelio.

180 - Il discorso veritiero del filosofo Celso (conservato nel * Contra Celsum di Origene), sostiene che:

Gesù era soltanto un uomo; le profezie (dell'Antico Testamento) si possono adattare a migliaia di altre persone meglio che a Gesù.
Si noti, a conclusione, che, davanti all’abbondanza delle fonti cristiane, le fonti non cristiane riguardanti l'origine del Cristianesimo sono assai poche, perché la «Storia» si accorge di un fenomeno solo quando esso acquista notevole rilevanza. E, normalmente, ciò avviene solo molto tempo dopo che il fenomeno è sorto.

c) Documenti con fonti dei sec. I e II

a) Libri apocrifi 1 del N.T. (soprattutto vangeli)

Sono "costruzioni" della vita di Gesù o di qualche apostolo. Spesso sono attribuite ad un apostolo per dare maggior credito al libro stesso, anche se in qualche caso è facile dimostrare che si tratta di un falso. Per questo sono anche detti "libri pseudoepigrafi" (= falsamente attribuiti).
Nascono dal desiderio di conoscere qualche cosa di più sul Maestro-Fondatore o sugli altri fondatori del Cristianesimo e dipendono spesso in modo evidente dai libri del Nuovo Testamento: cercano di supplire con la fantasia al carattere lacunoso dei libri ufficiali. Non è escluso che qualche informazione sia storica.
Spesse volte sono difficili da datare. Elenchiamo i principali, di cui abbiamo frammenti:

* Vangelo secondo gli ebrei, redatto in aramaico, poi tradotto in greco.

* Vangelo dei nazorei, (lingua ?).

* Vangelo degli ebioniti, in greco.

* Vangelo degli egiziani, in greco.

* Vangelo di Pietro, in greco.

* Protovangelo di Giacomo, in greco.

* Vangelo di Tommaso, in greco.

* Atti di Pilato, in greco.

* ...

b) I Talmùd (III-V sec.) - libri ebraici

Sono scritti del giudaismo ufficiale per interpretare e commentare la legge di Mosè. Sono giunti a noi in due edizioni: quella di Gerusalemme (più breve) e quella di Babilonia (più lunga).

In questi libri la figura di Gesù è ben nota.

Nell’edizione babilonese di questi scritti è contenuto questo brano:
«Ecco ciò che è trasmesso: Il giorno di preparazione di Pasqua, fu appeso Gesù (di Nazareth, aggiunge un manoscritto). Un araldo aveva camminato quaranta giorni davanti a lui (dicendo): "Deve essere lapidato perché ha praticato la magia e ha sviato e sedotto Israele. Chiunque sa qualcosa a sua discolpa venga a difenderlo". Ma non fu trovata alcuna difesa e fu appeso il giorno di preparazione della Pasqua» (Sanhedrin 43a). Si noti la somiglianza di questo giudizio con quello riportato da Giustino nel suo Dialogo con Trifone (v. pag. 31)Nel Talmùd di Gerusalemme è scritto:
«Così parla R. Abbahu: quando uno dice "sono Dio" egli mente; "sono Figlio dell’uomo", alla fine Egli lo rifiuterà; "Io salirò al cielo", lo dice ma non può compierlo» (Taanìt II,1 opp. II, 65, 69). Palesi allusioni ai testi evangelici.Da vari altri passi indiretti del Talmùd, sappiamo anche che Gesù è nato da una pettinatrice di nome Maria e da un soldato romano di passaggio di nome Pantera o Pandera (anche il Talmùd allora ammette che Giuseppe non è il padre di Gesù!).


3. Conclusioni minime

Dai documenti non cristiani emerge:

1. È esistito Gesù di Nazareth 1, morto giustiziato attorno al 30 d.C. in Palestina, sotto Ponzio Pilato, ai tempi dell’imperatore romano Tiberio.

2. I suoi seguaci affermano di aver visto Gesù nuovamente vivo e riconoscono in lui il Cristo (o Dio).

3. Gesù è indicato come il fondatore della "setta" cristiana.



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Questa è la vita: che conoscano Te, solo vero Dio, e Colui che hai mandato, Gesù Cristo. Gv.17,3
 
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