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LA TRASMISSIONE DELLA PAROLA DI DIO

Ultimo Aggiornamento: 25/06/2016 16:11
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08/04/2010 15:05
 
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Quando Dio comunica una Rivelazione agli uomini senza dare l'espresso ordine di scriverla, questa è una vera e propria Tradizione. La trasmissione successiva di quella data rivelazione può farsi oralmente o per iscritto: quello che importa è che la Rivelazione parta da Dio.

Quale tradizione Cattolica non si deve intendere ogni tradizione esistente nella Chiesa, ma solo quella che riguarda la Fede e la Morale. La tradizione ufficiale della Chiesa quale fonte di Rivelazione è rappresentata da quel complesso di verità che sempre e da tutte le testimonianze ecclesiastiche sono state presentate quale oggetto da credere e programma pratico da vivere.

Soltanto nelle prime decadi dell'era cristiana si tramandarono a viva voce le cose appartenenti alla fede: in seguito si fissarono per iscritto. Grazie a questi documenti scritti ci è lecito scoprire sicuramente quale sia stato l'insegnamento della chiesa attraverso i tempi.

Le principali fonti dellla Tradizione cattolica sono:

a) Simboli o professioni di fede. Il più antico e più noto è quello che risale al tempo degli Apostoli = Simbolo Apostolico; seguono quello Niceno-Costantinopolitano (325 d.c.) e (381d.c.) (Concilio di Nicea e di Costantinopoli).

b) Liturgia della messa

c) Concili

d) Padri della Chiesa,dalle seguenti note: dottrina ortodossa, santità di vita, riconoscimento della chiesa, antichità; l'epoca dei Padri è ritenuta chiusa in Oriente con S. Giovanni Damasceno (749) e in occidente con S. Isidoro di Siviglia (636). La "Dei Verbum" insegna che la predicazione apostolica, che è espressa in modo speciale nei libri ispirasti, doveva essere conservata con successione continua fino alla fine dei tempi. Gli Apostoli perciò, trasmettendo ciò che essi stessi avevano ricevuto, ammoniscono i fedeli di attenersi alle tradizioni che avevano appreso sia a voce che per lettera (cfr 2Tess 2,15) e di combattere per quella fede che era stata ad essi trasmessa una volta per sempre: "Carissimi, avevo un grande desiderio di scrivervi riguardo alla salvezza, ma sono stato costretto a farlo per esortarvi a combattere per la fede, che fu trasmessa ai credenti una volta per tutte" (Ind 3).

Ciò che fu trasmesso dagli Apostoli, poi, comprende tutto quanto contribuisce alla condotta santa del popolo di Dio e all'incremento della fede, e così, la Chiesa, nella sua dottrina, nella sua vita e nel suo culto perpetua e trasmette a tutte le generazioni tutto ciò che essa è, tutto ciò che essa crede. Questa tradizione di origine apostolica progredisce nella Chiesa con l'assistenza dello Spirito Santo: cresce infatti per la predicazione di coloro i quali con la successione episcopale hanno ricevuto un carisma sicuro di verità.

Le asserzioni dei Padri attestano la vivificante presenza di questa tradizione, le cui ricchezze sono trasfuse nella pratica e nella vita della Chiesa che crede e che prega. E' la stessa tradizione che fa conoscere alla Chiesa l'intero canone dei Libri Sacri e in essa fa più profondamente comprendere e rende ininterrottamente operanti le stesse Sacre Lettere. La Sacra Tradizione dunque e la Sacra Scrittura sono strettamente tra loro congiunte e comunicanti.

Poichè ambedue scaturiscono dalla stessa divina sorgente, esse formano in certo qual modo una cosa sola e tendono allo stesso fine. Infatti la Sacra Scrittura è Parola di Dio, affidata da Cristo e dallo Spirito Santo agli Apostoli, viene trasmessa integralmente dalla sacra Tradizione ai loro successori, affinchè questi, illuminati dallo Spirito di verità, con la loro predicazione fedelmente la conservino, la espongono e la diffondano; accade così che la Chiesa attinge la certezza su tutte le cose rivelate non dalla sola Scrittura. Perciò l'una e l'altra devono essere accettate con pari sentimento di pietà e riverenza.

La Sacra Tradizione e la Sacra Scrittura costituiscono un solo sacro deposito della parola di Dio affidato alla Chiesa. La predicazione di Gesù fu una esposizione orale. Gesù ha predicato e non ha scritto. Ai suoi Apostoli ingiunge di predicare e non di scrivere: "Andate dunque ed ammaestrate tutte le nazioni" (Mt 28,18). Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura" (Mc 16,15). "Nel mio nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati" (Lc 24,47): "Io ho dato a loro la tua parola" (Gv 17,14).

Gli Apostoli per vari anni (15 o 20) predicarono il vangelo: "Allora essi partirono e predicavano dappertutto" (Mc 16,20); "Allora Pietro, levatosi in piedi con gli altri undici, parlò a voce alta" (At 2,14) "Vedendo ciò, Pietro disse al popolo ...." (At 3,12); "Stavano ancora parlando al popolo, quando...." (At 4,1) "E ogni giorno, nel tempio e a casa, non cessarono di insegnare e di portare il lieto annuncio" (At 5,42). Il vangelo e gli Atti riassumono l'attività degli Apostoli designandola una predicazione.

Il messaggio di Gesù è dunque garantita da una autorità viva, parlante e non fissata in un codice. La esplicita ingiunzione da parte di Dio di porre in iscritto la troviamo soltanto nell'Apocalisse (dopo circa 60 anni dalla morte di Cristo) ed a proposito di una dottrina particolare: "Poi udii una voce dal cielo che diceva: Scrivi: beati d'ora in poi, i morti che muoiono nel Signore. Sì dice lo Spirito, riposeranno dalle loro fatiche, perchè le loro opere li seguono, (Ap 14,13)

La composizione scritta dei vangeli è cominciata almeno 20 anni dopo la morte di Gesù e S. Giovanni scrisse dopo circa 60 anni, mentre la dottrina era gi° stata predicata ed annunziava la remissione dei peccati e la salvezza per la fede in questo vangelo predicato: "Pietro disse: pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati" At 2,38.

Le lettere degli Apostoli furono destinate a chiese particolari ed occasionate da circostanze accidentali. Sarebbe sbagliato supporre che i destinatari delle lettere di S. Paolo conoscessero solo la dottrina esposta in esse. Tali lettere sono a Chiesa già costituita (ad esempio Filippesi, Colossesi, Efesini) o a persone nel pieno esercizio della loro autorità (Tito, Timoteo). Nelle lettere non vi sono allusioni a vangeli scritti, eppure i fatti principali della vita del Signore erano divulgati già. Le lettere suppongono noto tutto il materiale evangelico, senza che ne diano la minima citazione diretta.

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Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Quegli rispose: «E come lo potrei, se nessuno mi istruisce?». At 8,30
 
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