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TENTATIVI PER SCREDITARE IL CRISTIANESIMO

Ultimo Aggiornamento: 24/09/2023 10:30
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23/06/2018 17:33
 
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Il Gesù storico è una leggenda? Alcune risposte a Dan Barker



lordolegendNei tanti blog e siti web cattolici presenti sulla rete notiamo spesso una grossa lacuna negli argomenti trattati: il Gesù storico. E’ un tema poco approfondito anche nelle parrocchie e nella Chiesa, sono rarissimi gli incontri nei circoli culturali cattolici e nelle iniziative delle diocesi, nonostante sia e sia stata una passione di Benedetto XVI. Secondo noi è un tema importante, moltissimi credenti covano ancora dubbi e paure a parlare della storicità del cristianesimo, sicuramente dovuti a false informazioni comparse sui media.


Noi, che qualche studio sul Gesù storico lo abbiamo intrapreso, abbiamo il dovere di informare che non c’è nulla da temere ma, al contrario, la ricerca sul Gesù storico può essere molto utile alla fede, a stabilizzarla e a confermarla. Inoltre, impedisce di ridurre la fede in Cristo ad un messaggio simbolico/mitico ed è un baluardo contro la riduzione della fede cristiana a un’importante ideologia di qualsiasi genere.


Per questo, anche oggi, diamo spazio ad un approfondimento sul tema commentando il dibattito avvenuto il 6 giugno 2015 negli Stati Uniti tra Dan Barker, ex pastore protestante, scrittore ateo e co-fondatore della Freedom From Religion Foundation, e Justin W. Bass, docente di Nuovo Testamento presso il Dallas Theological Seminary. La pagina Wikipedia italiana di Barker è pessima: secondo l’autore lo scrittore avrebbe lanciato una “sfida” ai cristiani sulla storicità di Gesù e nessuno la avrebbe accolta (a parte due anonimi sacerdoti che poi si sono tirati indietro). Barker è autore di tre libri sul cristianesimo (“Losing Faith in Faith”, “Godless” e “Life Driven Purpose”), dove si occupa anche del Gesù storico, tuttavia è facile notare che non ha alcun titolo accademico nel suo curriculum e la bibliografia che cita a suo sostegno non include nessun serio studioso del cristianesimo primitivo, a parte RJ Hoffman e Bart Ehrman. Egli fa parte di miticisticioè il gruppo di scrittori/giornalisti/opinionisti americani che negano l’esistenza di Gesù, parlando di storia leggendaria. Una tesi ormai decaduta, gli stessi studiosi che Barker cita a suo (presunto) sostegno, Hoffman ed Ehrman, hanno entrambi scritto numerosi libri contro i miticisti e a sostegno del Gesù storico, seppur entrambi si dichiarino non credenti.


 


Durante il dibattito con J.W. Bass, Barker ha usato alcuni argomenti per sostenere che Gesù è una leggenda, andiamo a confutarli.


1) La città di Nazareth esisteva ai tempi di Gesù.
Fin dall’inizio del suo discorso di apertura, Baker ha dichiarato che la città di Nazareth non esisteva al tempo di Gesù, ne ha parlato anche nel 1992 nel libro “Losing Faith in Faith” (p. 191), sostenendo che Nazareth non sarebbe esistita fino a prima del secondo secolo. Tuttavia, è alla portata di tutti la notizia che le scoperte archeologiche hanno definitivamente dimostrato che Nazareth esisteva ai tempi di Gesù (grazie anche al lavoro dell’archeologo italiano Bellarmino Bagatti). Non solo, nel 1962 il professor Avi-Yonah dell’Università di Gerusalemme ha rinvenuto vicino all’antica Cesarea Marittima una lapide di marmo grigio, datata al III secolo d.C, che cita la località di Nazareth (testimoniandone l’esistenza da tempi ben più antichi), mentre nel 2009 l’archeolologa Yardenna Alexandre ha scoperto anche una casa privata risalente all’epoca di Gesù. Lo stesso Bart Ehrman, citato come fonte da Baker, afferma in un suo testo: «Molte convincenti prove archeologiche indicano che in realtà Nazareth esisteva ai tempi di Gesù e che, come gli altri villaggi e le città in quella parte della Galilea, è stata costruita sul fianco della collina. Gesù è veramente venuto da lì, come conferma l’attestazione multipla» (“Did Jesus Exist?”, HarperOne 2012, p 191). Dunque il primo argomento usato da Baker è completamente in contrasto con i fatti.

 

2) Tacito si riferisce a Gesù in Annali 15,44
Nel suo secondo argomento Baker ha sostenuto che lo storico romano Tacito non si riferisce a Gesù Cristo nel suo celebre passo di “Annali” 15,44, quando scrive: «Allora, per troncare la diceria, Nerone spacciò per colpevoli e condannò ai tormenti più raffinati quelli che le loro nefandezze rendevano odiosi e che il volgo chiamava cristiani. Prendevano essi il nome da Cristo, che era stato suppliziato ad opera del procuratore Ponzio Pilato sotto l’impero di Tiberio». Come abbiamo dimostrato nel nostro apposito dossier, l’autenticità del passo è sostenuta dalla maggior parte degli studiosi, J.P. Meier -tra i maggiori biblisti viventi- ha scritto: «nonostante alcuni deboli tentativi di mostrare che questo testo è un’interpolazione cristiana in Tacito, il passo è certamente genuino. Non solo è attestato in tutti i manoscritti degli Annali, ma il tono decisamente anticristiano del testo rende quasi impossibile un’origine cristiana» (J.P. Meier, Un ebreo marginale. Ripensare il Gesù storico 1, Queriniana 2001, p. 89). Lo stesso Bart Ehrman, a cui Baker si affida, ha scritto: «non conosco alcun classicista di professione, e nessuno studioso dell’antica Roma, che non ne sostenga l’autenticità. E’ evidente che Tacito sapesse qualcosa di Gesù. Il suo riferimento dimostra che al principio del II secolo le massime cariche istituzionali romane sapevano che Gesù era vissuto ed era stato giustiziato dal governatore della Giudea» (B.D. Ehrman, Did Jesus Exist?, HarperCollins 2012, p. 57,58). Oltretutto occorre ricordare che oltre a Tacito, esistono almeno 9 autori non cristiani che, tra il 50 d.C. e il 170 d.C., testimoniano l’esistenza di Gesù (molti in modo indipendente).

 

3) San Paolo ritenne l’apparizione di Gesù fisica e corporale.
Le lettere di San Paolo sono molto importanti perché la maggior parte scritte a ridosso della morte e resurrezione di Cristo, prima ancora dei Vangeli. Dan Baker ha contestato il fatto che Paolo riteneva fisica e corporea la risurrezione di Gesù, sostenendo che la parola greca ὤφθη, da lui usata, indica un’esperienza visionaria, spirituale. Occorre dargli ragione sul fatto che a volte questa parola greca è utilizzata nella Bibbia per indicare un’esperienza visionaria/spirituale, ma è falso che non venga mai utilizzata anche per indicare un’esperienza fisica, corporea. Ad esempio ὤφθη compare in Lc 24,34 (“Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone”) e lo stesso Baker ha concordato sul fatto che Luca presenta una apparizione fisica del Gesù risorto (è indubitabile, d’altra parte, se si legge tutto il brano, sopratutto Lc 24, 36-43). Ma anche nella traduzione greca dell’Antico Testamento questa parola viene adoperata per le apparizioni fisiche, ad esempio in Gn 46,29 (Giuseppe incontra Giacobbe), Es 10,28 (Mosè e il Faraone), 1Re 3,16 (due prostitute si recano da Salomone), 1Re 18,1 (Elia si reca da Acab) ecc. Quindi, basarsi soltanto su questa parola greca non può aiutare a decidere la questione.

Inoltre, secondo Baker, Paolo in 1 Corinzi 9, non afferma di aver “visto” il Signore («Non ho veduto Gesù, Signore nostro?»). Per lui è una «traduzione sbagliata». Eppure, la traduzione greca è οὐχὶ Ἰησοῦν τὸν κύριον ἡμῶν ἑόρακα, dove la parola greca ἑόρακαderiva da ὁράω, che significa “(io) vedo”. La cosa comunque importante è che Baker ha riconosciuto che la parola ἀνάστασις è utilizzata per indicare la resurrezione fisica. Egli ritiene però che Paolo non l’abbia mai utilizzata, anche se la conosceva, ed invece è vero il contrario dato che la utilizza nella Lettera ai Romani 1,4 (ritenuta totalmente autentica di Paolo): «costituito Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santificazione mediante la risurrezione dai morti, Gesù Cristo, nostro Signore» («ἐξ ἀναστάσεωςνεκρῶν, Ἰησοῦ Χριστοῦ τοῦ κυρίου ἡμῶν), tanto che nel procedere del dibattito anche lui stesso lo ha riconosciuto. Ma anche nella stessa Lettera ai Corinzi, che tanto ha creato obiezioni al noto ateo, Paolo utilizza molte volte la parola ἀνάστασις per riferirsi alla risurrezione: «Ora, se si predica che Cristo è risuscitato dai morti (ἐκ νεκρῶν ἐγήγερται, nda), come possono dire alcuni tra voi che non esiste risurrezione dei morti (ἀνάστασις νεκρῶν, nda). Se non esiste risurrezione dai morti (ἀνάστασις νεκρῶν, nda), neanche Cristo è risuscitato! (ἐγήγερται)» (1 Corinzi 15, 12-13, 20-21). Si può dunque concludere che Paolo disse di aver ricevuto un’apparizione fisica di Gesù (tanto da trasformarlo in un istante da cacciatore di cristiani ad apostolo tra le genti) e, di conseguenza, di credere alla sua resurrezione fisica e corporale.

 

4) I 500 testimoni oculari della resurrezione di Gesù
In 1 Corinzi 15,6, Paolo afferma rispetto a Gesù: «In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti». Questa affermazione è stata spesso al centro del dibattito tra i due relatori: entrambi hanno concordato che la maggioranza degli studiosi ritiene il brano attendibile, tuttavia non sono unanimi nel ritenere se Paolo abbia appreso questa informazione direttamente o in seconda mano. E’ inoltre appurato che tutti i principali studiosi (Lüdemann, Dunn, EP Sanders, J.P. Meier, NT Wright ecc.) concordano sul fatto che Paolo scriva vent’anni dopo i fatti ma citi informazioni che ha appreso entro 2-5 anni dalla morte di Gesù. Secondo Baker non può averle apprese direttamente a causa della distanza tra Gerusalemme e Corinto, tuttavia sappiamo per certo che Pietro e Giacomo hanno viaggiato frequentemente da Gerusalemme a Corinto. Inoltre, sappiamo che Paolo, a causa del suo passato, dovette dimostrare la sua buona fede e credibilità ai primi cristiani, offrire un’informazione falsa come i 500 testimoni oculari, facilmente verificabile da chiunque, avrebbe oscurato non poco la sua reputazione. Oltretutto, occorre osservare che Paolo spiega anche che di questi 500 testimoni oculari, alcuni sono vivi mentre altri sono morti. Qualcosa di parallelo c’è in Flavio Giuseppe quando sostiene che 23 anni dopo l’evento di cui parla le persone sono ancora vive, lo dice «per dimostrare» ciò che afferma (Antichità giudaiche, 20,266). Ugualmente Paolo fornisce questa informazione per invitare i suoi uditori ad andare a verificare, “sono ancora vivi!”.

 

5) Anche se Gesù è risorto non è il Signore?
Un’affermazione scioccante e molto importante è stata pronunciata da Dan Baker negli ultimi 15 minuti del dibattito: anche se Gesù è risorto dai morti e c’è un Dio, tuttavia non lo avrebbe accettato e riconosciuto come il Signore. E’ una onesta rivelazione di un pregiudizio ideologico che muove gli oppositori della storicità di Cristo: egli non DEVE essere quel che disse di essere. Perciò, prove ed argomenti di fatto poco importano a loro.

Questo è molto importante da capire per chi si interessa del Gesù storico: le prove storiche sono molto importanti ma non costituiscono il motivo per chi decide di credere o non credere in Lui. La fede nasce soltanto come dono in coloro che hanno fatto un misterioso incontro personale con Gesù, ed avevano il cuore e la libertà aperti per riconoscerLo. Non c’è altro modo di “originare” la fede se non facendone un’esperienza diretta. E’ la presenza viva di Gesù, qui e ora, che attrae e innamora, le “prove storiche” dei Vangeli possono solamente essere una conferma di quel che si crede. Non il motivo.

 


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