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CRISTIANESIMO E ISLAMISMO A CONFRONTO

Ultimo Aggiornamento: 26/01/2023 15:35
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18/03/2010 09:38
 
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V - DOMANDE AL CORANO

Sa il Corano che i Vangeli furono scritti nel I secolo dell'era cristiana?

Sa che Matteo, uno dei 12 apostoli, scrisse il suo Vangelo in aramaico verso l'anno 55 e che esso fu tradotto in greco verso l'anno 70?

Sa che Marco, discepolo dell'apostolo Pietro, scrisse il suo Vangelo verso l'anno 63 durante la predicazone di Pietro a Ro­ma?

Sa che Luca, discepolo di Paolo, scrisse il suo Vangelo pure in greco verso l'anno 65?

Sa che Giovanni, un altro dei 12 apostoli, scrisse il suo Vangelo verso l'anno 80?

Sa il Corano che il testo dei Vangeli che abbiamo ora è certa­mente identico a quello che fu scritto dai 4 evangelisti?

Sa che questo risulta dai 15 scrittori cristiani del I e del II seco­lo, che ne riportano nei loro scritti una grande quantità di passi, in tutto identici ai Vangeli che abbiamo oggi; che risulta dai papi­ri egiziani del II secolo, scoperti recentemente, che ne riportano una grande quantità, particolarmente da quello del Ryland, risa­lente al 125 dopo Cristo, da quello del Bodmer risalente al 150, da quello di Chester Beatty II, risalente a1 200?

Sa ancora che del testo integrale dei Vangeli abbiamo 2 codici in pergamena risalenti a 300 anni dopo Cristo (il Codice Vatica­no e il Codice Sinaitico) e tre codici risalenti a 400 anni dopo (il Codice Alessandrino, il Codice di Efrem retroscritto e il Codice di Beza)?

Sa il Corano che tutte queste fonti riportano fedelmente quello che Gesú ha fatto e quello che Gesú ha detto?

Sa che Gesú si è proclamato ed è stato riconosciuto tante volte Figlio di Dio e Dio lui stesso?

Facciamo alcune citazioni:

Dice Giovanni nel suo Vangelo: « In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio... E il Verbo si fece carne e abitò fra noi » (Gesú: Gv 1, 1).

Sa il Corano che quanto esso afferma nella Sura V, 110, cioè che Gesú parla nella culla come un anziano e fa volare gli uccelletti fatti con la creta, non si trova nei Vangeli, ma che è una favoletta scritta dai vangeli apocrifi del secolo V?

Sa il Corano che quanto esso afferma dei cristiani che abbiano creduto o pregato Maria come dea (S V,116) non è vero; e che mai i cristiani hanno creduto o pregato Maria quale dea?

Sa il Corano che Gesú ha tante volte affermato di essere Dio, che non ha mai detto che gli dei sono due o tre ma che ha specifi­cato di essere insieme al padre un solo Dio?

Nel Nuovo Testamento si trova questo innumerevoli volte. Ci­tiamo soltanto alcuni altri passi:

Un giorno Gesú disse: «Prima che Abramo fosse Io sono». Allora i giudei diedero di piglio alle pietre, perché, secondo loro, Gesú aveva bestemmiato; ma Gesú si nascose da loro» (Gv 8, 58).

Un altro giorno Gesú chiese agli apostoli: « Chi gli uomini dico­no che io sia? » Essi gli rispondono: « Un profeta ». E Gesù: « Ma voi chi dite che io sia? » Risponde Simon Pietro: « Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio vivente »; e Gesú a lui: « Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché non la carne, né il sangue te lo ha rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io dico a te che tu sei Pietro e che su questa pietra edificherò la mia Chiesa » (Mt 16, 18).

Un altro giorno Gesú disse: « Padre, che siano tutti una cosa so­la, come tu sei in me e io in te » (Gv 17, 21).

Un altro giorno Gesú disse: « Io e il Padre siamo una cosa sola ». I giudei allora diedero di piglio alle pietre per lapidarlo. Ma Gesú disse loro: « Vi ho mostrato molte opere buone; per quale di que­ste opere mi volete lapidare? » I giudei gli risposero: « Non ti lapi­diamo per alcuna di queste opere buone; ma per una bestemmia, perché tu che sei uomo, ti fai Dio ». Gesú poi disse ai giudei: « Se non faccio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le faccio, se non volete credere a me, credete alle opere (cioè ai mi­racoli che faceva), affinché sappiate e conosciate che il Padre è in me, ed io sono nel Padre» (Gv 10, 37).

Quando, poi, dopo morto risuscitò e apparve la seconda volta agli apostoli, presente Tommaso che non aveva voluto credere alla sua resurrezione, Tommaso prostratosi a terra lo adorò di­cendo: « Signore mio e Dio mio! ». Allora Gesú rispose: « Tomma­so tu hai creduto perché hai visto; beati color che non hanno vi­sto e credono » (Gv 20, 29).

Tutto il Nuovo Testamento è ripieno di affermazioni e di rico­noscimenti della divinità di Gesù. Basta, per ultimo, citare San Paolo: « In Gesú abita corporalmente tutta la pienezza della divi­nità » (Col. 2, 9).

Lo sa il Corano che Gesú è stato realmente flagellato, coronato di spine, crocifisso e che il terzo giorno è realmente risuscitato, come concordemente descrivono i quattro evangelisti e gli altri libri del Nuovo Testamento, adempiendo cosí le profezie fatte per lui nel Vecchio Testamento da David, da Isaia, da Zaccaria e dagli altri profeti?

Se Maometto avesse conosciuto tutte queste cose certamente si sarebbe fatto cristiano; ma egli non ebbe a leggere né il Vec­chio né il Nuovo Testamento; li conosceva soltanto da quanto dei giudei e dei cristiani gli avevano raccontato; e, soprattutto dalle leggende dei Vangeli apocrifi (cioè non storici) che circola­vano in quei tempi tra i cristiani, specialmente tra gli eretici che c'erano nei paesi arabi.

D'altro lato non ci può essere altra spiegazione per il fatto che su moltissimi argomenti Dio dice nel Corano il contrario di quanto aveva detto nel Vecchio Testamento e nel Nuovo Testa­mento, perché Dio non si può contraddire.

La conclusione può essere una sola: è vero soltanto chi presen­ta le credenziali di Dio, cioè i miracoli, ossia le opere che può fare soltanto Dio. E tali credenziali le presenta soltanto il cristianesi­mo: e sono soltanto i miracoli fatti da Gesù stesso e dagli aposto­li; ma i miracoli che fino ad oggi Dio va operando soltanto nella Chiesa cristiana cattolica.
Conclusione

Giacché tutte queste cose Dio ben le sapeva, è assurdo che egli le avesse dimenticate e avesse detto nel Corano il contrario. Ne consegue che il Corano non è né scritto, né ispirato da Dio. Chi ignorava tutte queste cose non era Dio, ma era Maometto che non aveva mai letto il Vangelo, né, tanto meno ne conosceva la storicità.

Se avesse letto con attenzione il Vecchio e il Nuovo Testamen­to, avrebbe visto come i profeti avevano profetizzato la nascita di Gesú, il luogo di tale nascita, la missione di Gesù, la sua passione e morte, la sua resurrezione e 1a sua divinità; forse si sarebbe fat­to cristiano, a meno che non avesse voluto rinunciare alle sue 40 mogli e concubine; e forse si sarebbe attenuto a quanto dice nella Sura XLII qui riportata e avrebbe impostato tutta la sua missione a reintegrare l'unità dei cristiani come dice in detta Sura: « Dio ha delineato per voi la strada maestra della religione, la strada che aveva già tracciato a Núh. Ciò che riveliamo a te è 1a stessa cosa che avevamo già ordinato a Ibrahim, a Musa, a Isa: « Rende­te stabile la religione, non frazionatevi in sette" » (S XLII, 13).


VI - CONFRONTO

1) Misercordia

a) Nella Bibbia si proclama innumerevoli volte che Dio è miseri­cordioso; e, anzi, che la sua misericordia è al di sopra di tutte le sue opere.

« Come è vero, afferma il Signore Dio, io non voglio la morte dell'empio, ma che si converta dalla sua condotta e viva. Conver­titevi, convertitevi dalle vostre vie cattive! Perché vorreste peri­re? » (Ez. 33, 11).

« Dio vuole che tutti gli uomini siano salvi e che giungano alla conoscenza della verità» (1 Tm 2, 4).

Dice Gesú: « Il Figlio dell'uomo è venuto, infatti, a salvare quel­lo che era perduto. Che vi pare se un uomo ha cento pecore ed una di esse si smarrisce, non lascia egli forse le 99 sui monti per andare in cerca di quella smarrita? E se riesce a trovarla, io vi di­co in verità, trova piú gioia di questa che delle 99 che non si sono smarrite. Cosí il Padre vostro che è nei cieli non vuole che si per­da neppure uno solo di questi piccoli» (Mt 18, 11-14).

« Dio ha tanto amato il mondo, che ha sacrificato il suo Figlio unigenito, affinché ognuno che crede in lui non perisca, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il figlio suo nel mondo perché condanni il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo suo » (Gv 3, 16). « Dio non è tentatore dei cattivi e non tenta nessuno » (Gv 1, 13).



b) Nel Corano

il Corano proclama migliaia di volte che Dio è misericordioso, che è abbondante in misericordia; dalla prima Sura all'ultima: « Lode a Dio, Signore dell'universo, ricco di clemenza, abbondan­te in misericordia» (S 1, 2-3).

Tale misericordia, però, Dio l'esercita soltanto con i mussul­mani; gli altri li vota allo sterminio; anzi c'è di piú: è Dio che deci­de chi deve diventare buono, chi deve diventare cattivo. Sembra incredibile; basta leggere il Corano: « Sordi e muti nella tenebra; eccoli quelli che trattano i nostri segni come se fossero menzo­gna. Il Dio fa sgarrare chi vuole e chi vuole egli colloca nel retto cammino » (S VI, 39).

« Dio apre all'Islam il cuore di quelli che intende dirigere; al contrario restringe, sconquassa il petto di coloro che vuole per­dere » (S VI, 125).

« Certamente abbiamo creato una quantità considerevole di spiritelli e di uomini per il gahannam: i loro cuori nulla capisco­no, gli occhi loro nulla vedono, e le loro orecchie sono sorde. So­no veri animali, e peggio ancora. Si tratta di gente che non riflette mai » (S VII, 179).

« Se esistesse un Corano in virtú del quale le montagne si met­tessero in moto, o la terra si squarciasse, o i morti tornassero a parlare! Ma, no! Il potere appartiene a Dio. Non sanno i credenti che il Dio metterebbe su una strada buona gli umani, se lo voles­se? » (S XIII, 31).

E alla fine dell'art. 33: « Chiunque il Dio fa sgarrare non ha più orientamento » (S XIII, 31).

Dio comanda a degli uomini di fare i peccati piú infami: «Vo­gliamo far perire una città? Comandiamo agli abitanti di lasciar­si andare ai peccati piú infami. Allora si realizza il Verbo pro­nunciato contro di essa e la radiamo al suolo» (S XVII, 16).

« E i kafiruna? Gli abbiamo fatto apparire belle le loro azioni; cosí essi brancolano nel buio; e li raggiungerà castigo assai terri­bile, e saranno, dopo il passaggio all'altra vita nel novero dei per­denti » (S XXXVII, 4).

Le citazioni si possono moltiplicare; qui non ci sembra neces­sario. Le Sure citate bastano per fare queste domande:

Se Dio è misericordioso come può creare gli uomini soltanto per mandarli all'inferno?

Se Dio è misericordioso come può ingannare gli uomini, come può loro comandare di fare peccati; e come, dopo averli inganna­ ti e aver loro comandato di fare peccati, li può mandare al gahan­nam?

E se è Dio che ha scritto in cielo il Corano, come può dire il contrario di quanto ha detto nel Vecchio e nel Nuovo Testamen­to, che pure il Corano riconosce essere stati fatti da Dio?

E, infine, dove è la libertà degli uomini sia nel fare il bene, sia nel fare il male, se è Dio stesso che costringe gli uni a fare il bene e gli altri a fare il male?



2) Nemici

a) Nella Bibbia

Dice Gesú: «Avete udito che fu detto: "Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico"; ma io vi dico: "Amate i vostri nemici pre­gate per coloro che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli, che fa sorgere il suo sole sopra i cattivi e so­pra i buoni e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Perché, se voi amate quelli che vi amano, quale premio meritate? Non fanno al­trettanto anche i pubblicani? E se salutate solo i vostri fratelli, che fate di speciale? Non fanno altrettanto anche i pagani? Siate dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli" » (Mt 5, 43).

E Gesú stesso, moribondo sulla croce, perdonò i suoi crocifis­sori e cosí pregò il Padre: « Padre, perdona ad essi, perché non sanno quello che fanno» (Lc 25, 34).



b) Nel Corano

Il Corano molte volte esorta i mussulmani ad ammazzare i ne­mici. Riportiamo soltanto quanto è detto in alcune Sure:

« Ammazzateli ovunque essi si incontrino! Fateli uscire da do­ve essi si sono cacciati! La persecuzione è piú della strage. Non combatteteli presso la moschea haram » (S II, 191).

«Ecco sto per lanciare l'angoscia sul cuore dei kafiruna. Pic­chiateli sul collo. Picchiateli su tutte le giunture delle dita» (S. VIII, 12).

« Terminati che siano i mesi di haram, ammazzate i fabbricato­ri di condivinità (cioè i cristiani), dovunque li troviate; catturate, assediate, fateli cadere nelle imboscate...» (S IX, 5).

Per Maometto i cristiani sono fabbricatori di condivinità, per­ché egli, non comprendendo il mistero della SS. Trinità (cioè un solo Dio in tre persone), è convinto che noi cristiani crediamo in tre dei; e per questo i mussulmani hanno fatto sempre, quando lo hanno potuto, guerra ai cristiani sterminandoli nel Medio Orien­te e in tutta l'Africa del Nord, che era un giorno cristiana.

« I medinesi sono gente maledetta; dovunque vengono incon­trati vengano presi e assassinati» (S XXXIII, 61).

Dalla Sura 8 vers. 13-17

Non risparmiate nessuno di quelli che non hanno creduto in noi e nel nostro Inviato...

Colpiremo così i miscredenti, ai quali è riservato il fuoco dell'inferno.

O voi che credete! Affrontate senza timore quella gente e non volgete loro le spalle...

In verità non siete voi ad uccidere i nemici di Dio in battaglia, ma Egli stesso per mano vostra.

vers.39

O voi che credete, combattete nella via di Dio fino a che l'idolatria non sarà annientata e l'islam sarà la sola religione. Ma se i nemici desistono dalla lotta , anche voi desistete e saremo Noi ad osservare il loro successivo comportamento.

dalla Sura 47:

vers.4 O voi che credete, quando vi troverete ad affrontare in battaglia i negatori, colpiteli con durezza, e dopo averli vinti, metteteli in catene...in verità la morte combattendo nella via di Dio è una buona opera da far valere nel giorno del giudizio.

vers.18 Forse i miscredenti hanno da attendere qualcosa di diverso dalla nostra ira, che li colpirà improvvisa ed inesorabile...

vers.35 O voi che credete, siate dunque saldi nella fede e non fate la pace cogli idolatri prima di averli completamente vinti.

Dalla Sura 48 vers.16 Ben presto sarete chiamati alla guerra santa contro i nemici di Dio forti e potenti. Sta a voi scegliere se combatterli o sottomettervi a loro. Se seguirete il suo Inviato, Dio vi darà la giusta ricompensa, ma se gli volterete le spalle, avrete da Lui un duro castigo.


3) Una serie di domande al Corano

Dice il Corano: « Non c'è peccatore piú malefico di colui che es­sendo stato richiamato sulla retta via dai segni del Signore, se ne torna e scorda le opere delle sue mani. Sul loro cuore abbiamo messo spessori ovattati (cosí non lo capiscono); nelle loro orec­chie abbiamo schiacciato il cerume; se anche li chiami nella retta via, quelli non se ne curano » (S XVIII, 57).

« Dio fa sgarrare chi vuole; e chi vuole colloca sul retto cammi­no » (S VI, 39). « Dio trae in inganno i kafiruna per farli restare brancolanti nel buio » (S XXVII, 4).

Domanda: E allora perché Dio castiga i cattivi?

Dice il Corano: « Il potere appartiene interamente a Dio; non sanno i credenti che Dio metterebbe (i kafiruna) su una strada buona se lo volesse? » (S XIII, 31).

Domanda: E allora, se Dio è buono, perché non lo fa?

Dice il Corano: « Dio perdona a chi gli pare e piace » (S IV,116).

Domanda: E allora, come Dio può dirsi buono e misericordio­so? Lo si dovrebbe dire capriccioso.

Dice il Corano: « Certamente abbiamo creato una quantità considerevole di spiritelli e di uomini per il gahannam » (S VlI, 179).

Domanda: Se Dio è buono come può creare degli esseri per far­li soffrire?

Dice il Corano: « Ad ogni città abbiamo assegnato dei criminali affinché vi ordiscano trame » (S VI, 123).

Domanda: Può un Dio buono fare cose cosí cattive?



4) Risposte della Bibbia

Dice il Signore: « Mi compiacerò forse della morte del cattivo, e non piuttosto che egli si converta e viva? » (Ez 18, 23).

Dice il Corano: « Qualunque segno e prodigio Dio facesse, gli uomini non crederebbero affatto, se non lo volesse Dio » (S VI, 111).

Dice la Bibbia: « Ecco, io pongo davanti a te la vita e il bene, la morte e il male. Se tu ascolti gli ordini del Signore Iddio tuo, che io oggi ti prescrivo, amando il Signore tuo Dio, camminando nelle sue vie, osservando i suoi comandamenti, le sue leggi e i suoi pre­cetti, allora tu vivrai... Ma se il tuo cuore si volge indietro, e non vuoi obbedire e ti lasci trascinare a prostrarti davanti ad altri dei e servire loro, io ti dichiaro oggi formalmente che voi perirete ... » (Dt 30, 15-19)

Come si vede, Dio lascia all'uomo la libertà di amarlo e di obbe­dirlo; senza libertà non ci sarebbe merito, né demerito. Per que­sto Gesù non impone a nessuno di convertirsi, di diventare suo discepolo, ma soltanto propone: « Se vuoi...», egli sempre dice. E tutta la sua missione fu di cercare, di predicare, di invitare, di convincere a seguirlo, ad amare Dio e il prossimo. Egli non con­danna nessuno; vuole salvare tutti.

Quando i giudei stanno per lapidare l'adultera, egli la salva e, dopo, l'ammonisce di non peccare piú.

Quando, giunti in un villaggio della Samaria, i samaritani non vollero ricevere né lui, né i suoi discepoli, questi, indignati, chie­sero a Gesú che facesse scendere il fuoco dal cielo per castigarli; Gesú li rimproverò perché egli « era venuto per salvare gli uomi­ni; non per farli perire » (Lc 9, 51).

Per salvare tutti gli uomini Gesú affronta la sua dolorosissima passione, va coscientemente a Gerusalemme per esservi arresta­to e messo a morte, rimprovera Pietro che lo dissuade all'andarvi (Mt 16, 23); e quando lo stesso Pietro vuole uccidere il primo sol­dato che a lui si avvicina, Gesú lo rimprovera ancora dicendogli: « Rimetti la spada nel fodero; non berrò il calice che il Padre mi ha dato? » (Gv 18, 11).

Infine, morendo fra atroci tormenti nella croce, Gesú non solo non minaccia vendetta, ma prega per coloro stessi che lo aveva­no messo in croce, dicendo: « Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno » (Lc 23, 24).

E mentre Gesù manda i suoi discepoli come agnelli in mezzo ai lupi (Lc 10, 3) ad offrire a tutti la pace, Maometto parte con gli eserciti a conquistare quanti non vogliono seguirlo e ad ammaz­zare quanti non vogliono farsi mussulmani; e, contrariamente a quanto ha detto e fatto Gesù, egli dice: « Non tocca né al rasul, né ai credenti implorare perdono in favore degli idolatri, anche se fossero loro parenti, giacché sanno bene che saranno ospiti del gahim » (S IX, 113).

Conclusione: Come si vede, la dottrina del Corano in tanti ar­gomenti importantissimi è opposta a quella rivelata nella Bibbia. E giacché Dio non si può contraddire, egli non può avere rivelato sia la Bibbia, sia il Corano; ma o ha rivelato la Bibbia, o ha rivela­to il Corano. Quale dei due ha rivelato? La risposta può essere una sola: quella che egli ha garantito, cioè la Bibbia.

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Così non saremo più fanciulli in balìa delle onde, trasportati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, ingannati dagli uomini con quella astuzia che trascina all'errore. Ef.4,14
 
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