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EFFETTI SOCIALI DELLA CULTURA CRISTIANA

Ultimo Aggiornamento: 28/10/2023 11:00
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16/01/2011 18:23
 
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ASSISTENZA DEGLI INFERMI

Con l'avvento del cristianesimo, il concetto di "assistenza" assunse un valore ed un significato particolarmente importante.
Con l'uscita della Chiesa dalla penombra delle catacombe, andò diffondendosi la pratica dell'assistenza caritativa ai poveri e agli ammalati In questa epoca, assistiamo, difatti, alla diffusione di ospedali intesi soprattutto come asili di carità, piuttosto che come istituti con una qualche base scientifica e terapeutica. Queste istituzioni avevano anche il compito di esercitare la pietas verso le persone diseredate: non pei nulla esse sorgevano presso le sedi episcopali e i monasteri. Vi era un ricovero per i vian­danti presso ogni vescovado, dove naturalmente si ospitavano con maggior sollecitudine gli ammalati. Perciò, nei primi secoli del cristianesimo, i ricoveri aperti dai vescovi e dai cristiani facoltosi (ma anche i primi cenobi} erano, insieme, ospizi di pellegrini e ospedali per gli infermi. Molto spesso i nosocomi finivano per essere solo semplici ospizi per poveri, vecchi e pellegrini assumendo rispettivamente i nomi di ptochia, gerontocomi e xenodochia.
Vennero anche aperti i primi brefotrofi e orfanotrofì riservati rispettivamente ai bambini e agli orfani.
Particolarmente importanti furono le istituzioni ospedaliere sorte in Oriente, dove le comunità cristiane erano meglio organizzate e i mezzi più abbondanti per la presenza della capitale dell'Impero I primi ospedali sorsero a Costantinopoli per opera di S Elena (la madre di Costantino Magno) e dei senatori Zotico ed Ebobulo, ma i più importanti furono sicuramente gli xenodochia aperti da S Basilio, tanto vasti da essere chiamati “piccole città"
Quando, poi, ebbero inizio i pellegrinaggi verso la tomba dell'apostolo Pietro a Roma, gli xenodochia si moltiplicaiono anche nella capitale dell'Impero di Occidente. Nel secolo VI, il papa Pelagio stabilì un ricovero per i poveri nella propria dimoia, seguendo le orme di S. Simmaco presso le chiese di S. Paolo e S. Lorenzo.
Sulle grandi vie che conducevano a Roma, via d'Italia e d'Europa sor­sero molti ricoveri, le scholae peregrinorum dei Sassoni, Longobardi e Franchi, diffuse e sostenute dai vari sovrani cristiani dell'epoca.
In questo periodo ricordiamo come S.Bernardo da Mentone fondò l’ospizio del piccolo S. Bernardo. Ludovico il Pio fondò l’ospedale del Cenisio, S.Anselmo di nonantola, fondando il suo monastero, vi annettè un vasto ospedale così come tutte le fondazioni monastiche sorgevano attrezzate di centri di accoglienza per i malati.
Nella sola Francia sono circa 200 gli ospedali di fondazione anteriore al secolo XIII, a cominciare da quello di Childenco a Lione (nel 512) fino al celebre HoleI Dieu istituito a Parigi dal vescovo Landrio (nel VII secolo)
Inoltre, c'erano le labbroserie, nel XII erano circa 2000, tutte gestite dai monaci antoniani di Vienne, in Provenza.
L'ospedale, in seguito a questo periodo storico, si affermò come hospitium, luogo dell'ospitalità.
Nel periodo delle Crociate nacquero i primi ordini cavallereschi e ospita­lieri, come quello di S Giovanni di Gerusalemme, di S.Lazzaro, dei Templari e dei Teutonici e sorsero vari asili con il compito fondamentale di assistenza agli infermi.
Tutte queste strutture vennero, poi, assunte dai vari Stati come mezzo di difesa sociale contro le malattie. Non ci fu nessun progresso per la medicina nel Medioevo, la stessa attività di igiene e di sanità pubblica venne addirittura cancellata. L'unico sviluppo del sistema ^ospitaliere" fu quello guidato dalla Chiesa .
L’evoluzione storica degli ospedali.
II concetto di ospedale si è evoluto nei secoli passando da una concezlone esclusivamente laica ad una religiosa, pur conservando la funzione medica anche se I’aspetto sociale diventa sempre più importante. In Occidente si impose il concetto di ospedale come casa di accoglienza per i diseredati e gli uomini fragili. L'ospedale divenne quindi un'istituzione con funzione assistenziale, specialmente a favore dei bisognosi ammalati e invalidi, viandanti e pellegrini, orfani e donne incinte, oltre che poveri e mendicanti. L'aspetto medico era secondario, i posti letto erano limitati, le spese medicinali costituivano una minima parte del bilancio e molti non avevano neppure un medico. Del resto gli unici malati, che venivano accolti negli ospedali, erano solamente quelli poveri, i ricchi si facevano curare nelle loro abitazioni dove era possibile una maggiore igiene.
Nel XIII secolo gli ospedali e i lebbrosari aumentarono a dismisura, secondo alcuni ne esistevano 19000 presso i quali prestavano la loro opera i religiosi. Si assistette ad un incremento degli istituti di beneficenza e ad uno sviluppo delle fondazioni già esistenti.

Verso la fine del Medioevo, la rete assistenziale venne nazionalizzata, vari istituti furono unificati e nacquero vari ospedali maggiori, che riunivano competenze prima disperse.
La causa di questo cambiamento, per molti studiosi, e da ricercarsi nel­la stessa incapacità della medicina dell'epoca di affrontare e risolvere le nuove e pericolose patologie, che si andavano diffondendo sempre più.
Si sviluppano, in questo stesso periodo, le confraternite (associazioni con fini misti di culto e beneficenza) e gli ordini religiosi ospedalieri (congrega/ioni religiose dedite alla preghiera, alla meditazione, e anche all'assistenza degli infermi). Fra gli ordini secolari, molti dei quali sopravvivono ancora oggi, possiamo ricordale gli infermieri dell'ordine del Santo Spirito (fondato a Montpellier nel 1160), l'ordine di san Camillo, fondatore della congrega/ione ospedalieri dei Ministri degli infermi, l'or­dine dei fratelli dell'ospitalità di san Giovanni di Dio (conosciuto in Italia come i "Fatebenefratelli"). la confraternita delle Figlie della carità, dive­nuta poi ordine di laiche. Quest'ultimo ordine fu fondato da san Vincenzo de' Paoli (1581-1660), la cui attività organizzativa in campo caritativo eb­be nel '600 una straordinaria importanza sociale oltre che religiosa.
In molti ospedali, le suore di San Vincenzo divennero il fulcro dell'in­fermieristica.
Negli ospedali di questo periodo si potevano trovare sia il bambino abban­donato che il vecchio, lo storpio, il demente, la partoriente e il morente.
II concetto di ospedale, infatti, faceva riferimento ad una istituzione con il compito di esercitare la pietas verso le persone diseredate. In pratica una vera e propria "casa di accoglienza" per tutti i bisognosi.
Un esempio è l'ospedale diventalo noto come il "Fatebenefratelli". Sorto nella seconda metà del '500 a Roma, ad opera dell'ordine dei fratelli dell'ospitalità di san Giovanni di Dio, sull'Isola Tiberina. In questa struttura i regolamenti prevedevano le modalità con cui accogliere le persone malate e quelle emarginate. In genere ogni derelitto, che entrava nell'ospedale, veniva ac­colto dal priore in persona, il quale gli lavava i piedi e distribuiva il vitto dopo la preghiera comune sia ai frati infermieri che ai malati. E’ evidente come i religiosi dell'ordine dei fratelli dell'ospitalità di san Giovanni di Dio si ispirassero al modello della carità cristiana per esercitare la pietas del servizio ai malati. Era questa la concezione alta di ospedale inteso come Hospitium, non pensato cioè unica­mente in funzione dei malati bensì degli emarginati in genere. Si voleva in realtà, difendere la parte sana della società da quella 'malata".
Sorsero e si diffusero rapidamente in tutta Europa due precise istituzioni, i lebbrosari e i lazzaretti sviluppatisi all’interno della più ampia tipologia delle strutture ospedaliere.
Tale funzione fu anche materia di un editto reale nella Francia del 1662 il quale decretava la costruzione di ospedale generale per ogni città e grande villaggio allo scopo di rinchiudervi i po­veri che sarebbero stati cosi educati alla devozione cristiana e al lavoro.
4104 La trasformazione degli ospedali
Nel secolo XVI in seguito a vari capovolgimenti sociali politici e reli­giosi, l'organizzazione ospedaliera subì un profondo mutamento. Gli ospedali assunsero il carattere di istituzioni pubbliche concepite come mezzi di difesa sociale dalla malattia, tornando ad essere organizzati principalmente dallo Stato: da questo momento storico la funzione terapeutica lasciò a desiderare.
Naturalmente continuavano ad esistere istituti di carattere religioso-assistenziale: brefotrofi, convalescenziari, ricoveri per mendicanti ed orfani. Ed anche negli ospedali del mondo occidentale, organizzati dallo Stato, continuavano a prestare la loro opera molti religiosi.
Nelle nazioni meno sviluppate in ogni caso, i missionari, e volontari cattolici hanno sempre prestato e continuano a prestare la loro preziosa opera di assistenza agli infermi e ai più deboli. Basti qui ricordare semplicemente l’opera di Madre Teresa di Calcutta che in India ha saputo portare con la forza dell’amore, le cure necessarie a tantissime persone, non solo personalmente, ma soprattutto fondando un ordine contemplativo-assistenziale che continua e dilata la sua opera. Si tratta delle missionarie della carità.

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