Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

BRANI SCELTI DI ASCETICA CRISTIANA

Ultimo Aggiornamento: 07/12/2022 16:16
Autore
Stampa | Notifica email    
07/06/2010 19:42
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Castello interiore

Castello interiore  di S.Teresa d'Avila

     
CAPITOLO 1

 

Tratta della bellezza e della dignità della nostra anima. Stabilisce un paragone per farle comprendere e parla del vantaggio che si ricava dall’intenderle e dal conoscere le grazie che si ricevono da Dio. Sottolinea, inoltre, come la porta di questo castello sia l’orazione.

1. Mentre oggi stavo supplicando il Signore di parlare in mia vece, perché non riuscivo a dir nulla né sapevo in che modo cominciare a compiere l’obbedienza impostami, mi venne in mente ciò che ora dirò, per iniziare la trattazione con un certo fondamento: cioè che possiamo considerare la nostra anima come un castello fatto di un solo diamante o di un tersissimo cristallo, dove sono molte mansioni, come molte ve ne sono in cielo. Infatti, se ci riflettiamo bene, sorelle, l’anima del giusto non è altro che un paradiso dove il Signore dice di avere le sue delizie. Allora, come pensate che sarà l’abitazione dove trova il suo diletto un Re così potente, così saggio, così puro, così ricco di tutti i beni? Io non vedo nulla a cui paragonare la grande bellezza di un’anima e la sua immensa capacità e, in verità, il nostro intelletto, per quanto acuto, difficilmente arriverà a comprenderla, al modo stesso in cui non può arrivare a comprendere Dio, poiché siamo stati creati a sua immagine e somiglianza, come dice lui stesso. Se dunque è così, come lo è in realtà, non c’è ragione di affaticarsi a desiderare di capire la bellezza di questo castello. Infatti, anche se tra il castello e Dio c’è tutta la differenza che intercorre tra il Creatore e la creatura, trattandosi di cosa creata, basta che Sua Maestà dica d’averla fatta a sua immagine perché possiamo, pur a stento, capire qualcosa della grande dignità e bellezza dell’anima.

2. È causa di non poca pena e vergogna il fatto che, per nostra colpa, non riusciamo a capire noi stessi né a sapere chi siamo. Non sarebbe forse segno di grande ignoranza, figlie mie, se qualcuno, richiesto della sua identità, non sapesse rispondere né potesse dire chi è suo padre, sua madre, e quale il suo paese? Se dunque ciò denuncia un’enorme ignoranza, la nostra, quando non cerchiamo di sapere chi siamo e ci fermiamo solo alla considerazione del nostro corpo, è, senza confronto, maggiore. Sì, pressappoco, sappiamo di avere un’anima, perché lo abbiamo sentito dire e perché ce lo insegna la fede. Ma i beni che può racchiudere quest’anima o chi abita in essa, o il suo inestimabile pregio, sono cose che consideriamo raramente. Di conseguenza, ci si preoccupa poco di adoperarsi con ogni cura a conservarne la bellezza: tutta la nostra attenzione si volge sulla rozza incastonatura di questo diamante o sul muro di cinta di questo castello, cioè il nostro corpo.

3. Consideriamo dunque che questo castello, come ho detto, contiene molte mansioni, alcune in alto, altre in basso ed altre ai lati. Nel centro, in mezzo a tutte, si trova la principale, che è quella nella quale si svolgono le cose di maggior segretezza tra Dio e l’anima. Occorre che facciate attenzione a questo paragone. Chissà che Dio non si compiaccia, con esso, di farvi avere un’idea delle grazie che egli ha la bontà di accordare alle anime, e della differenza che passa fra loro, fin dove mi sarà concesso d’intenderle; perché, essendo tanto numerose, a nessuno è possibile conoscerle tutte, tanto meno a una creatura così misera quale son io. Se il Signore ve le accorderà, vi sarà di grande conforto sapere che ciò è possibile, e chi non le avrà ricevute ne trarrà occasione per lodare la sua infinita bontà. Infatti, come non ci nuoce considerare le bellezze che sono in cielo e il godimento dei beati, anzi ci è causa di allegrezza e ci serve di spinta per ottenere ciò di cui essi godono, non ci sarà neppure dannoso costatare la possibilità che, in questo esilio, un Dio tanto grande si comunichi a vermiciattoli così ripugnanti come siamo noi, e ci spronerà ad amare una così eccelsa bontà e una così infinita misericordia. Sono sicura che chi reagirà male nell’apprendere la possibilità che in quest’esilio Dio faccia questa grazia, sarà del tutto privo di umiltà e di amore del prossimo perché, se così non fosse, come non rallegrarsi che Dio elargisca tali grazie a un nostro fratello, quando ciò non impedisce che le accordi anche a noi, e che Sua Maestà faccia conoscere la grandezza delle sue opere, quale che sia il beneficiato? Alcune volte, infatti, non ha altro scopo che quello di manifestare queste meraviglie, come disse a proposito del cieco a cui diede la vista, quando gli apostoli gli domandarono se quella cecità si doveva ai suoi peccati o a quelli dei suoi genitori. E così accade che non sempre, quando egli accorda tali grazie a certe anime, lo fa perché siano più sante di quelle a cui non le concede, ma perché si conosca più chiaramente la sua grandezza, come possiamo vedere in san Paolo e nella Maddalena, e per essere da noi lodato nelle sue creature.

4. Si potrà dire che tali cose sembrano impossibili e che è bene non scandalizzare i deboli. Ma è minor male che ci sia chi non vi creda anziché privare del profitto dovuto coloro ai quali Dio le elargisce. Questi se ne rallegreranno e saranno stimolati ad amare di più colui che usa così grandi misericordie nella sua sovrana potenza e maestà, tanto più che so di parlare a persone per le quali questo pericolo non esiste, perché esse sanno e credono che Dio fa dono anche di più alte manifestazioni d’amore. Sono certa che chi non lo crede non ne farà mai l’esperienza, perché Dio ama molto che non si pongano limiti alle sue opere; pertanto, sorelle, che ciò non accada mai a quelle tra voi che il Signore non condurrà per questo cammino.

5. Tornando dunque al nostro meraviglioso e delizioso castello, dobbiamo vedere in che modo vi potremo entrare. Sembra che dica uno sproposito, in quanto se questo castello è l’anima, evidentemente l’entrare non ha ragion d’essere, poiché si è già dentro; come sembrerebbe una stoltezza dire a qualcuno di entrare in una stanza, quando già vi si trova. Ma bisogna che intendiate che esiste una grande differenza tra un modo di esservi e un altro. Ci sono, infatti, molte anime che restano nella cerchia esterna del castello, dove stanno le guardie, e non si preoccupano di entrare in esso né di sapere cosa racchiuda una così splendida mansione, né chi sia colui che la abita, né quali appartamenti contenga. Avrete già visto in alcuni libri di orazione che si consiglia all’anima di entrare in se stessa; ebbene, è proprio questo.

Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
Cerca nel forum
Tag discussione
Discussioni Simili   [vedi tutte]
BRANI SCELTI DI S.AGOSTINO (348 messaggi, agg.: 19/06/2023 00:52)
PERLE PATRISTICHE (794 messaggi, agg.: 02/12/2017 23:57)
BRANI SCELTI di SANTI e DOTTORI della Chiesa (708 messaggi, agg.: 02/12/2017 23:58)
TESTI SCELTI DEI PAPI PRECEDENTI (222 messaggi, agg.: 02/12/2017 23:59)
BRANI DEL MAGISTERO (75 messaggi, agg.: 02/12/2017 23:59)
BRANI SCELTI di s.Girolamo (21 messaggi, agg.: 07/09/2014 18:06)
Stretta è la porta e angusta la Via che conduce alla Vita (Mt 7,14)
 
*****************************************
Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra | Regolamento | Privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 13:51. Versione: Stampabile | Mobile - © 2000-2024 www.freeforumzone.com