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Risposte a DOMANDE di FEDE

Ultimo Aggiornamento: 06/01/2024 17:11
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03/07/2011 23:10
 
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 Quali sono le prove della resurrezione di Gesù Cristo?

risposta

Noi non possiamo vedere il Risorto ma possiamo avere anche oggi alcune evidenze sotto gli occhi che ci inducono a credere nell'annuncio della resurrezione.
-La sussistenza del Corpo di Cristo nel mondo, e cioè della Chiesa, partita da un manipolo di uomini incapaci e umanamente inadeguati di fronte ad un mondo che li avrebbe travolti se non avessero avuto la costante assistenza del Risorto.
-La conferma della testimonianza sul Risorto con prodigi e miracoli che si sono perpetuati lungo il corso della storia
-le macchie di sangue sulla Sindone non presentano segni di frammentazione nè di alterazioni dovute alla corruzione del cadavere o alla rimozione forzata del telo dal corpo che vi era stato avvolto per un arco di tempo non maggiore di 40 ore.
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21/08/2011 22:52
 
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Frasi in netta contraddizione dette solitamente dai cristiani cattolici                     …‡

-Perché dio non si fa vedere? Perché non fa mostra di sé?
-Perché ci lascia il libero arbitrio, perché altrimenti saremmo come i robot, etc.

-Ci sono prove dirette e dimostrabili dell'esistenza di dio?
-Sì, ci sono un sacco di miracoli, etc., etc.

Non pensate che andate molto in contraddizione? Prima dite che Dio non dà prove della sue esistenza per il libero arbitrio, poi dite che le prove dell'esistenza di dio ci sono e sono pure dirette e dimostrabili (alcune risposte che mi hanno dato illustri cattolici della sezione nella mia domanda-sondaggio). Se dio non vuole dare prove, e voi dite di avere le prove, o state mentendo o state andando contro la volontà di dio.
Non sarà il caso di revisionare alcune delle vostre argomentazioni?

Rispondo

Essendo Dio non misurabile con strumentazioni umane di nessun tipo. possiamo dire che è impossibile fornire una prova apodittica della sua esistenza.
Possiamo invece affermare, come credenti, di poter fornire prove molto vicine alla certezza matematica derivanti da deduzione di quanto è osservabile e misurabile e cioè la complessità irriducibile di alcuni processi della natura, anche nelle forme più microscopiche, la finalizzazione di ogni cosa creata, la complementarità e la bellezza delle cose. Oltre naturalmente ai segni soprannaturali e alle profezie realizzate. Le quali ci permettono di dedurre un Creatore ed anche molte caratteristiche della Sua natura.
Vi è in ciascuna di queste cosiddette "prove" una sufficiente luce per chi è disposto ad accettare l'elevato numero di probabilità della esistenza di Dio, e sufficiente tenebre per chi vuole scegliere liberamente di seguire il quasi inesistente numero di probabilità che Dio non esista. Ecco dunque la libertà individuale di poter scegliere avendo elementi sufficienti per credere.
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21/08/2011 23:16
 
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Come definiresti un PECCATO?

Per me un peccato è non vivere la vita seguendo le proprie vocazioni ed attitudini, farsi condizionare da religione, politica e famiglia...insomma gli altri

E per te?

Risposta

Il peccato è un atto contrario al bene dell'uomo, commesso deliberatamente con la consapevolezza della negatività del proprio atto che la coscienza stessa anche dei non credenti segnala, e che produce sofferenza in chi lo subisce. I 10 comandamenti sono i riferimenti di una legge scritta nell'intimo e che si può facilmente comprendere come i paletti sicuri per non peccare.
Infatti se noi stessi ci troviamo a subire ciò che i Comandamenti indicano, come un furto, un omicidio, una infedeltà da parte del coniuge, una mancanza di rispetto da parte dei figli,una falsa testimonianza, ci rendiamo subito conto che si tratta di cose molto negative, perchè sono sofferte da noi. Per cui dobbiamo convenire che lo sono parimenti quando siamo noi a provocarle agli altri.
Dio quindi ci ha indicato ciò che dovrebbe essere chiaro a tutti, che è per il bene dell'uomo

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02/09/2011 18:47
 
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Riporto qui di seguito una serie di obiezioni poste alla fede cattolica che un interlocutore ha posto altrove, a cui ho dato un contributo di risposte come segue:

Tu dici:

nell'anno 375, sebbene i primi cristiani venerassero solo Dio, la Chiesa introdusse il culto dei santi e degli angeli;

rispondo:

I cristiani hanno sempre ADORATO sempre e solo Dio, in tre Persone, ma hanno venerato, cioè amato, onorato, imitato, ponendoli ad esempio e modello di vita perfetta nella carità sin dai primi martiri. Adorazione e venerazione hanno un diverso valore.

Ad esempio di s.Stefano protomartire s.Agostino dice:

DISCORSO 316

Stefano, il primo tra i Diaconi. Miracoli di Stefano nel nome di Cristo.

1. Stefano, il beatissimo e gloriosissimo martire in Cristo, ci ha già ben nutriti con le sue parole; dopo quel pasto, però, con il discorso del mio ministero vi presento quasi una seconda mensa. E che trovo di più dolce da servire in essa di Cristo e dello stesso Martire? Egli infatti è il Signore, costui è il servo: ma Stefano, da servo, è amico. Quanto a noi, siamo indubbiamente dei servi: egli ci conceda di essere anche amici. Quali servi, tuttavia? Tali da poter cantare con espressione di sincero affetto: O Dio, quanto a me, ho reso grande onore ai tuoi amici 1

....

Per volontà di Dio, (Paolo) vediamo i tuoi frutti: dovunque si legge di te, dovunque si predica di te, dovunque tu converti a Cristo i cuori degli avversari, dovunque, da buon pastore, raduni greggi numerose. Tu regni con Cristo insieme a colui che hai lapidato. Entrambi vi vedete lassù; entrambi ascoltate ora il nostro discorso; entrambi pregate per noi. Entrambi esaudirà chi vi ha coronati, prima l'uno, poi l'altro: il primo, quello che subì la persecuzione, l'altro chi perseguitò. Quello era agnello allora, l'altro, invece, era lupo, ma ora sono agnelli entrambi. Gli agnelli ci riconoscano, ci vedano nel gregge di Cristo: ci raccomandino con le loro preghiere, in modo da impetrare alla Chiesa del loro Signore una vita serena e pacifica.

---------

Nella chiesa perciò vigeva già l'uso di onorare gli amici di Cristo, prima che questo venisse ufficializzato da decreti scritti.

Vi sono anche incisioni nelle catacombe che documentano invocazioni rivolte a persone di fede.



Tu dici:

successivamente nel 431 il Concilio di Efeso proclamò Maria “Madre di Dio”.

Rispondo:

Si trattava di una semplice conseguenza della divinità di Cristo da sempre professata dai cristiani come documenta Eusebio.

Il concilio di Efeso fu quindi una conferma di quello di Nicea. Maria è madre di Dio perchè le due nature, umana e divina, sono inseparabili nella unica Persona di Cristo.


Tu dici

Questi e altri provvedimenti dovevano accontentare le istanze del popolo ...e la Madonna doveva riempire il “vuoto” lasciato nella venerazione popolare dalla sparizione delle varie dee della religione pagana.
Maria dunque prese il posto, nella devozione popolare, di Diana, Iside, Artemide. Infatti, molte caratteristiche del culto della Madonna risalgono a divinità femminili precristiane. L'iconografia della Vergine con in braccio il bambino è ispirata al culto di Iside (ivi comprese le grotte come tipico luogo di apparizioni). Lo stesso racconto della verginità di Maria e della nascita miracolosa di Gesù fu aggiunto ai Vangeli posteriormente, per facilitare la diffusione del Cristianesimo fra i pagani che già erano abituati ai racconti riguardanti esseri semidivini, figli di un dio e di una donna vergine (Eracle, Mithra, Horus).


Rispondo:

Mitra non nacque da una vergine in una grotta, ma (secondo il mito) nacque da una roccia, presumibilmente lasciando una grotta dietro di sè. La roccia non può certamente essere definita "una vergine", e inoltre Mitra sempre secondo queste leggende, nacque già adulto .

L'idea secondo cui Mitra sarebbe nato da una vergine è fondata su un uso arbitrario della terminologia. Mitra sarebbe nato dalla "materia primordiale", chiamata anche "prima madre" o "materia vergine". È evidente che la differenza tra la materia inanimata e una donna vergine è abissale.
E' inoltre abissale la leggenda con ciò che noi riteniamo storia vera.


Eracle nacque, seconda la leggenda, da una delle tante relazioni extraconiugali di Zeus, con Alcmena, una mortale sposa di Anfitrione, re di Tebe . Alcmena non era vergine neppure nella leggenda e la storia non è accomunabile in nessun modo a quella della nascita di Cristo.


Di Horus si possiede solo un bassorilievo che riporta una scena che si potrebbe leggere in tanti modi tranne nel modo in cui un improvvisato e squalificato “studioso” lo ha voluto leggere accostando la scena ai fatti narrati nel Vangelo. Le sue conclusioni sono state dichiarate prive di qualsiasi validità dagli egittologi seri. Peccato che subito i famelici cacciatori di notizie anticristiane ne abbiano tratto motivi per denigrare il cristianesimo. Ma chiunque vede il bassorilievo si rende conto, se è onesto, che ce ne vuole per arrivare alle conclusioni fantasiose dello “studioso” in questione.


Il fatto che i pagani rivolgessero il loro culto di adorazione a delle divinità femminili non significa che Maria non sia quello che i Vangeli ci dicono di lei e che la Chiesa si limita a riconoscerle: una creatura che ha ricevuto il privilegio di essere madre di Dio, cosa di non poco conto e per la quale come essa stessa dice: “tutte le generazioni mi chiameranno beata”.


Tu dici:
Nel 593 il Vescovo di Roma (non c'erano ancora i papi!)...Il primo papa è del 610. L'idea fu dell'imperatore Foca, che prese il potere facendo assassinare il suo predecessore. Per tale crimine, il Vescovo Ciriaco di Costantinopoli lo scomunicò, ma Foca, per ritorsione, proclamò “papa” (ossia capo di tutti i vescovi) il Vescovo di Roma, Gregorio I, il quale tuttavia rifiutò il titolo, rimanendo fedele alla tradizione episcopale della Chiesa Cristiana dell'epoca. Ma già il successore, Bonifacio III, fu pronto ad avvalersi del titolo di “papa”.
Si scardinava così l'insegnamento di Gesù: «Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “maestri”, perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.» (Mat 23,8-10).


rispondo:

I successori nella funzione di Pietro non ancora si cominciarono a chiamare con il titolo di Papa, ma esercitavano tanto prima che dopo il mandato di Cristo: A TE DARO' LE CHIAVI, e ciò che avrai legato o sciolto in terra sarà legato o sciolto in cielo.

I titoli possono variare nella storia ma la sostanza è quella che conta. Anche i cristiani non si chiamavano così all'inizio: possiamo con ciò dire che quelli che li precedettero non fossero cristiani solo perchè avevano un altro titolo (la Via)?

Già s.Paolo aveva detto:

1Co 4,15 Potreste infatti avere anche diecimila pedagoghi in Cristo, ma non certo molti padri, perché sono io che vi ho generato in Cristo Gesù, mediante il vangelo.


Indirettamente anche Pietro si ritiene “padre” in quanto chiama, ad esempio, Marco “figlio mio” (1 Pt 5,13)


Inoltre nel Nuovo Testamento molte volte si nominano termini come “maestro, guida,” riferiti a persone che esercitavano tale funzione. Questo significa che Cristo voleva che si considerasse solo Lui stesso come Maestro e guida in senso assoluto e che gli altri lo sarebbero stati solo in funzione di Lui.


Tu dici:


Gregorio Magno decretò l'esistenza del purgatorio. Questa geniale invenzione ha permesso alla Chiesa, per molti secoli, fino a tutt'oggi, di vendere suffragi, indulgenze, promozioni in paradiso, realizzando ottimi introiti economici, macchiandosi però di simonia.


Rispondo

Cristo disse che i servi che avessero operato male ignorando la volontà del Padrone avrebbero ricevuto poche percosse nel giudizio dopo la morte (cf Luca 12, 42 ss). In queste percosse limitate possiamo vedervi una pena non eterna e tuttavia non un premio pieno e definitivo. Il concetto era stato anche espresso da Paolo quando dice che il fuoco brucierà le opere dei cattivi operai ma che essi stessi si salveranno ma “COME ATTRAVERSO IL FUOCO” (1 Cor 3,14)

Il termine “purgatorio” esprime e condensa con una sola parola il concetto presente nel Nuovo Testamento nei versetti citati e in altri, di pena temporanea per rendere completamente pure le persone perchè dice la Scrittura che “senza la santificazione nessuno vedrà mai il Signore (Ebrei 12,14)


 

Tu dici:
Nel 788 la Chiesa Cattolica adottò ufficialmente l'adorazione della croce, delle immagini e delle reliquie dei santi. I primi cristiani, proprio come gli ebrei, consideravano idolatria ogni pratica di questo tipo. Poiché il secondo dei famosi dieci comandamenti di Mosè proibiva il culto delle immagini, e ciò poteva turbare i devoti, la Chiesa modificò la lista dei dieci comandamenti, censurando il secondo e, per far tornare i conti, spezzando in due l'ultimo.


Rispondo

Dio ORDINO' a Mosè di fabbricarsi un serpente di rame da issare su un'asta affinchè chiunque lo riguardasse venisse sanato dal morso mortale dei serpenti velenosi. Questo, secondo la stessa spiegazione di Gesù prefigurava la Crocifissione che ci avrebbe liberati dal morso mortale del peccato e della morte eterna. Dio era forse in contrasto con se stesso quando ordinò una tale immagine da mettere, oltretutto, bene in vista di tutti? Da questo si può arrivare facilmente alla conclusione che l'immagine può essere utilizzata quando serve per rinviare a ciò che rappresenta, come ha spiegato il concilio. La Bibbia deve essere letta a 360 gradi, coniugando tutti i componenti che servono a completare i quadri.


Tu dici
Nel 995 Giovanni XIV introdusse la canonizzazione dei santi. Nel Nuovo Testamento il termine “santi” si riferisce a tutti i membri della comunità. Infatti Paolo conclude le sue lettere con la tipica espressione “un saluto a tutti i santi”. L'idea che essere “santo” sia una condizione peculiare ed elitaria è perciò in contrasto con le Scritture.


Rispondo


Il termine SANTI viene usato nel Nuovo Testamento, sia per indicare tutti santificati in generale, che sono tutti i cristiani, sia per indicare la perfezione richiesta e a cui devono tendere tutti i santificati. Come ad esempio l'esortazione rivolta da Cristo: (mt 5,48) siate santi come è santo il Padre vostro. Tradotta anche “siate perfetti come è perfetto il Padre vostro.


Paolo ritenendo se stesso uno tra questi perfetti, dice:

1Co 2,6 Tra i perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo che vengono ridotti al nulla;


Fili 3,15 Quanti dunque siamo perfetti, dobbiamo avere questi sentimenti; se in qualche cosa pensate diversamente, Dio vi illuminerà anche su questo.


Si tratta dunque di un termine (santo) da distinguere a seconda del contesto.

Nella canonizzazione dei santi viene considerata appunto la perfezione e l'eroica carità delle persone e non la generica santificazione derivante dal comune battesimo ma che può essere offuscato da innumerevoli ombre durante la vita. Solo i perfetti, (nel senso di santi che hanno raggiunto la perfezione) la Chiesa li addita alla venerazione e cioè all'onore dovuto agli amici di Dio.


Tu dici:
Nel 1079 papa Gregorio VII introdusse il celibato dei preti.
Nel Nuovo Testamento si dice l'esatto contrario, ovvero secondo Paolo il vescovo dovrebbe avere famiglia, in quanto: «... bisogna che il vescovo sia irreprensibile, marito di una sola moglie, sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, capace di insegnare, non dedito al vino, non violento ma benevolo, non litigioso, non attaccato al denaro. Sappia dirigere bene la propria famiglia e abbia figli sottomessi con ogni dignità, perché se uno non sa dirigere la propria famiglia, come potrà aver cura della Chiesa di Dio?» (I Epistola a Timoteo, cap. 3).


Rispondo:

Secondo Paolo la scelta migliore è quella del celibato e tutto il capitolo 7 della prima lettera ai Corinti lo spiega con forza come ad esempio dicendo: 1 COR.7,32-34 CHI NON E’ SPOSATO SI PREOCCUPA DELLE COSE DEL SIGNORE, COME POSSA PIACERE AL SIGNORE…CHI NON SI SPOSA FA MEGLIO.. Mentre la possibilità di sposarsi per i vescovi dei primi tempi cristiani era una concessione e non certo un obbligo. Divenne tale quando la Chiesa si trovò nella possibilità di poter dare incarichi pastorali a persone che avevano scelto di servire il Signore con cuore indiviso.


Tu dici
Nel 1090 venne introdotto il rosario. Ciò costituisce l'ennesimo capovolgimento dell'insegnamento di Gesù, che disse: «... E nel pregare non usate inutili dicerie come fanno i pagani, i quali pensano di essere esauditi per la moltitudine delle loro parole.... Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta, e serratone l'uscio fai orazione al Padre tuo che è nel segreto...» (Mat 6,5-8).

rispondo:

Gesù ha insegnato una preghiera denominata Padre Nostro. Perchè non dovremmo recitarla, anzi perchè non dovremmo recitarla spesso, o ancor meglio di continuo se fosse possibile, visto che s Paolo ci raccomanda : PREGATE INCESSANTEMENTE?
Vi è forse una controindicazione nel Vangelo a questo utilizzo, se Gesù stesso ha detto una parabola, quella della vedova importuna col giuidice che l'ascoltò per la sua ripetitività per indicarci che nella preghiera dobbiamo essere insistenti, e addirittura assillanti ?
Cosa significa allora le parole che non dobbiamo sprecar parole di fronte al fatto che vi sono interi salmi che ripetono lo stesso versetto per diecine di volte come ad esempio: eterna è la sua misericordia, oppure Gesù stesso che continuava a invocare il Padre sempre con le stesse parole nell'orto degli ulivi, oppure s Paolo che continuava a chiedere sempre di essere liberato da una certa spina che aveva nella carne?
Significa che noi non dobbiamo attenderci che dalla pronuncia di un determinato numero di preghiere otteniamo un determinato risultato, come fosse una gettoniera che fornisce per ogni gettone il prodotto atteso. Ma anche se non dobbiamo attendere risultati secondo le nostre vedute il Signore ci insegna a non smettere di pregare, foss'anche con le stesse parole, non per niente ha insegnato egli stesso a pregare col Padre Nostro. Quello che importa è essere in comunione con Dio, possibilmente sempre, e questo lo consente solo la preghiera. Chi può e sa pregare con parole proprie, usi le proprie, chi prega ripetendo i salmi a memoria, faccia in tal modo. Chi non sa altra forma preghi con le preghiere più semplici che la Chiesa insegna ai semplici.


Tu dici:


Nel 1184 il Concilio di Verona istituì l'inquisizione per gli eretici. Da questa data e per oltre cinque secoli la Chiesa commise crimini ed atrocità di ogni genere sterminando milioni di innocenti.

rispondo:

La cosiddetta “inquisizione” era destinata a umanizzare sistemi disumani di amministrare la giustizia spesso sommaria e senza processi di un potere civile senza freni. Quindi rappresentava per l'epoca un freno notevole tanto che storici seri hanno potuto ricostruire i fatti determinando l'entità e la natura dei casi, che non sono gli sbandierati milioni ma rientrano in una percentuale molto bassa e solo per coloro che rappresentavano una pericolosità sociale notevole. La Chiesa non eseguiva pene di morte, ma dava un parere dopo aver tentato il recupero dell'incriminato. Tener presente che allora, come oggi, molti eseguivano sacrifici umani per atti di satanismo e costoro senza dubbio erano nemici della società, ed allora non c'era la possibilità di mantenerli a vita a spese della società stessa con gli ergastoli. Quando si valuta la storia occorrono molti parametri .


tu dici:
Si potrebbe continuare con un elenco foltissimo nei secoli seguenti, riempiendo (come infatti sono stati riempiti) parecchi volumi per raccontare come la Chiesa sia andata in deriva rispetto alle sue finalità originarie per creare un sistema di potere temporale monolitico e assoluto, deriva che ha avuto, anche sotto il profilo ideologico, il suo culmine finale nella connivenza con il nazifascismo.


Risposta

Dice Paolo:

1Ti 2,1 Ti raccomando dunque, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini,

2 per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo trascorrere una vita calma e tranquilla con tutta pietà e dignità. 3 Questa è una cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore...

La Chiesa, ha dovuto vivere in mezzo a numerosi regimi anticristiani. L'imperatore romano, sanguinario, dittatoriale, spesso spietato e invasore di numerose nazioni, non fu apertamente avversato da Cristo sulla cui bocca non si trova alcuna riprovazione degli atti criminosi dell'impero romano. Ci si dovrebbe chiedere come mai Cristo che pronunciò nunerose invettive contro scribi e farisei non dicesse una arola contro l'imperatore verso il quale anzi disse di rendergli ciò che gli era dovuto.

Coloro che avrebbero voluto invettive contro il nazionalsocialismo da parte della Chiesa devono sapere che il suo modo di agire è innanzitutto conseguente al modello evangelico.

Con il nazionalsocialismo, vi fu un legittimo e doveroso tentativo di concordare alcune linee di rispetto reciproco che doveva garantire quella pace che secondo Paolo è cosa gradita a Dio e quindi da perseguire.

Quando però si è venuta mostrando la ferocia e la inaccettabilità di questa ideologia, il papa ha scritto la "mit brennender sorge" dove venivano evidenziate le tante storture e la pericolosità del nazionalsocialismo. Tale documento non è stato sconfessato dal suo successore il quale si è trovato a fronteggiare una contrapposizione violenta e sfrenata e che ha ritenuto di dover agire per salvare e mettere al riparo coloro che erano perseguitati dal regime senza cercare uno scontro a tutti i costi.

Io penso che se avesse continuato a fare proclami avrebbe ottenuto una più radicale ed atroce violenza per tutti i credenti. La condanna dell'idea c'era già stata e in vari modi era stata anche confermata. Il regime fece internare ed uccidere migliaia di sacerdoti oltre a tanti credenti, ma potrebbero essere stati molto di più se si fosse cercato di avversare il regime con ripetizioni di posizioni già esplicitate in precedenza.


Tu dici:
Questo dovrebbe rispondere anche all'obiezione di Teofilo, che parlava di “puntualizzazioni e precisazioni”: si tratta di puntualizzazioni piuttosto drastiche, direi, e non sempre limpide, anzi persino in alcuni casi nette deviazioni dai «principi eterni divini enunciati nelle Scritture»;

Rispondo:

Come ti ho evidenziato la Chiesa nel proclamare i dogmi e nell'esercizio del suo magistero è rimasta ancorata alla Scrittura considerata nella sua interezza e non sezionata a proprio piacimento per fargli dire quello che si vuole. Non vi sono deviazioni anzi è stato raddrizzato ciò che rischiava una deviazione.

 

Spero di aver chiarito tutti i punti che hai elencato.


[Modificato da (Teofilo) 02/09/2011 19:05]
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30/11/2011 15:20
 
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Cosa è la libertà?

Risposta

Si può essere veramente liberi solo se si è veramente felici. E si è veramente felici solo se si consegue un bene definitivo e immutabile. Ma tale bene è solo Dio il quale ci ha dotati dei mezzi adatti per realizzare questo fine.
La libertà perciò, non è fare ciò che vuole la propria carne, soggetta ai vizi e alla caducità, ma ciò che vuole il proprio spirito, e cioè svincolarsi dalle passioni che assogettano e rendono
schiavi, perseguendo la felicità per la quale siamo stati fatti.
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30/11/2011 15:24
 
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Secondo la chiesa un uomo che dice di essere dio è un seguace di satana. Ehm... ma Gesu' allora?

Risposta

Gesù sarebbe rimasto un signor nessuno se non avesse confermato con opere credibili la sua pretesa di essere vero figlio di Dio e quindi della stessa natura del Padre. I discepoli, di fronte alla condanna e alla morte del loro maestro, rimasero delusi e smarriti e si sarebbero dispersi ben presto senza alcuna speranza di poter annunciare alcunchè. Infatti tutti gli insegnamenti ricevuti si sarebbero rivelati soltanto delle follie, se ad insegnarli fosse stato un semplice uomo.
Ma di fronte alla Resurrezione essi hanno dovuto ammettere che tutto ciò che Cristo aveva detto e fatto acquistava un valore inestimabile, e la loro predicazione in tutto il mondo si è potuto affermare solo grazie al fatto che il Signore operava insieme a loro molti segni e prodigi, tali da risultare convincenti.
Ogni altro uomo al mondo che abbia avuto la pretesa di essere un dio non ha potuto fornire prove sufficienti per ritenerlo tale, e anche se vi sono stati movimenti nella storia che si sono radunati per un certo tempo attorno ai propri messia, sono puntualmente scomparsi.
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30/11/2011 15:26
 
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I T. di Geova hanno spostato la loro "predicazione" dalle case alle strade? Nuova tecnica commerciale?
Avete fatto caso caso a una cosa? I T. di Geova hanno spostato la loro "predicazione" (le solite scempiaggini che vanno dicendo in giro e a cui non crede più nessuno), dalle case alle strade.
Sempre muniti delle loro borse di similpelle piene di giornalini illustrati e di pseudo Bibbie TNM, ora fermano la gente nelle strade, come gli addetti alla pubblicità dei supermarket.
Perchè pochissimi fanno entare i Geovisti nelle case?
Per 2 ragioni:
1) Per quelli che non li conoscono: c'è un gran numero di gente poco raccomandabile che gira per le case spacciandosi per addetti dell'Enel o del Gas. E' quindi meglio far entrare in casa quanta meno gente è possibile.
2) Per quelli che li conoscono: la gente è stanca delle continue panzane sulle fini del mondo "fetecchia" di cui questi geovisti vanno canciando nelle case e moltissimi sanno che questi geovisti girano per piazzare giornalini illustrati e Bibbia manipolate.
Per queste ragioni i geovisti hanno spostato la loro "predicazione" nelle strade, ma la gente ha capito anche questo e quasi nessuno si ferma con loro.
Li vedi allora aggirarsi sconfortati nelle periferie cittadine, li vedi salire per scalinate poco frequentate e arrancare per vicoli stretti, parlando tra loro per vincere la solitudine e l'angoscia.
Prima o poi , così come hanno imparato moltissimi loro predecessori e coadepti, impareranno anche loro in mano a che gente sono finiti.

Risposta
Finora i tdg si sono avvalsi di uno dei metodi di marketing molto diffusi: quello del porta a porta, che la società ha abilmente fatto accettare ai suoi aderenti propagandisti con la scusa che si trattava di applicare un precetto evangelico: andare a due a due di casa in casa.
Ora che per molti questo è diventato un obbligo morale da incubo, venendo da molti rifiutati per le motivazioni da te addotte, non sarà facile per molti di loro comprendere e giustificare un cambiamento di metodo che finora essi non hanno trovato scritto nella loro bibbia.
Ma si sa che la necessità aguzza l'ingegno e sapranno trovare una giustificazione appellandosi al "maggior intendimento". Speriamo però che gli italiani ( sono tra i pochi a dare una qualche importanza a questa casa editrice, mentre in altre nazioni non hanno molto credito), abbiano anch'essi un intendimento sufficiente per evitare di entrare in un circolo dove il fine ultimo (all'insaputa degli ignari propagandisti a proprie spese) è la vendita delle pubblicazioni.
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30/11/2011 15:36
 
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La propria fede va vissuta privatamente? Se è si...non è in contraddizione con quello che disse Gesù e con quello che fecero i primi cristiani?

Risposta
Molti purtroppo pensano che la fede sia un fatto da vivere solo privatamente senza che questa intacchi nè il proprio ambiente nè tantomeno le scelte sociali, neppure quando si tratta di scelte che toccano l'aspetto morale.
Non è così. In proposito possiamo ricordare che gli apostoli e i primi cristiani vivevano pubblicamente la loro fede facendo scaturire da essa le azioni pratiche e le scelte di vita personale e comunitaria. Questo era così visibile e contrapposto al tipo di società del tempo, che essi furono perseguitati ferocemente in tutti ambiti culturali e sociali in cui vivevano.
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30/11/2011 15:41
 
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Per quale motivo ogni cosa che riguarda Dio deve essere discorde con la scienza, come se quest'ultimo fosse un mago?. Perché Dio non potrebbe agire seconde le leggi senza infrangerle per il gusto di apparire come un prestigiatore?

Risposta
La scienza e la fede sono compatibili e complementari: ne sono convinti molti ricercatori e uomini di scienza, oltre che teologi seri e documentati.
Dio, essendo l'Ordinatore delle leggi fisiche, chimiche, ecc.. che regolano l'universo, vuole che tali leggi abbiano il loro corso, rispettandole Lui stesso. Per questo rifugge dall'intervenire inopportunamente per modificarle a capriccio.
Per lo stesso motivo Cristo, che pur aveva fatto molti miracoli, negò un segno a coloro che volevano spingerlo a farlo in modo arbitrario solo per offrire una prova spettacolare ma senza una necessità. Lo stesso gli chiedeva Erode quando gli fu portato davanti per essere giudicato.
Ma Egli può eccezionalmente intervenire modificando il corso delle leggi della natura quando lo ritiene assolutamente necessario per motivi che non possiamo sempre comprendere nè imbrigliare a nostro piacimento.
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03/04/2012 13:52
 
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Domanda
Quando si pensa alla religione..si pensa alla Chiesa o a qualcosa che non ha a che fare con la Chiesa?
mi spiego meglio...
tantissima gente dice che se si è credente si dovrebbe andare in chiesa,giacchè la chiesa è la casa di Dio...
e io mi chiedo..ma a casa non si può pregare?in fin dei conti..se sono credente..prego ovunque...o no?
Sappiamo bene che nel corso degli anni la Chiesa ha avuto sia alti che bassi!Come ad esempio papi traditori,papi affamati di ricchezza,il nicolaismo,papi che si sposavano e se ne fregavano della 'legge di dio'. Insomma la chiesa spesso e volentieri si è presentata agli occhi della gente corrotta.
e quindi la domanda viene da sè.. è OPPORTUNO CREDERE COMUNQUE ALLA CHIESA E ALLA SUA SPIRITUALITà...O SI CREDE IN QUALCOSA CHE NON HA NIENTE A CHE FARE CON LA CHIESA?

Risposta

Nel mondo ci sono molti medici e anche ospedali che abusano del loro ruolo per sfruttare situazioni che non sono compatibili con quello che dovrebbero fare per la salute e non per i loro affari.
Se io però mi trovassi in condizioni di infermità o di necessità andrei ugualmente da qualche medico di fiducia o in ospedale perchè l'arte medica esiste inidipendentemente dai corrotti e si spera che qualcuno la pratichi e la usi a beneficio di chi ha bisogno.
Questo per far comprendere che Cristo ha incaricato la Chiesa, fatto di uomini anche indegni a volte, ma che possono veicolare le grazie che Egli riserva a quanti le chiedono.
Basti ricordare che Egli ha parlato specificamente della Sua Chiesa, promettendo che le forze degli inferi non avrebbero prevalso contro di essa, dando a Pietro le chiavi per legare e scioglere . (Mat.16,16ss)

A casa propria certamente si può e si deve pregare, ma non bisogna dimenticare che, come il corpo ha bisogno non solo di vitamine, ma anche di proteine, carboidrati ecc, per un corretto nutrimento del nostro spirito, oltre alla preghiera personale, occorrono anche l'Eucarestia (Gv 6,53), la comunione fraterna, l'ascolto della Parola e la preghera comunitaria come si può desumere dai testi sottocitati:

At 1,14 Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui.
At 2,42 Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere.
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03/04/2012 13:59
 
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Domanda
L’anima che pecca, essa stessa morirà..?
Ezechiele 18:4

Se tutti siamo delle anime, sia noi esseri umani in parte, che gli esseri spirituali che abitano i "cieli" o gli "inferi", perchè Dio dovrebbe permettere l'esistenza di forze malvage?
Per testare la volontà stessa dei singoli uomini, permettendo il libero arbitrio?

E dato che è stato "l'albero della conoscenza del bene e del male" ad offrire il frutto del peccato, la conoscenza in generale è da considerarsi come peccaminosa, o cmq portatrice di divisione e malvagità?

Risposta

DIo permette, assegnando dei limiti alle sue creature. Limiti nel potere di distruzione, e limiti di tempo per agire sia in bene che in male. Se così non fosse stato, le forze ribelli a Dio ci avrebbero già "inghiottiti vivi nel furore della loro ira". Uno dei motivi di questo permesso è quello che tu hai evidenziato. Ma potrebbero esserci altre ragioni. Può darsi che Dio abbia concesso questo periodo al tentatore e agli uomini, al fine di convertirsi, di migliorarsi attraverso le prove dolorose, e nello stesso tempo consentire a Cristo stesso di "meritare" per conquista ciò che è già per natura: il Re dei re e il Signore dei signori, dimostrando il suo amore infinito verso l'umanità perduta, per mezzo del servizio, della passione e della crocifissione.Questo estremo atto di abbassamento, fino alla morte e alla morte di croce, dopo aver lasciato la gloria del cielo con tutte le prerogative del suo essere uguale a Dio (Fil.2,6) ) è stata una condizione unica che ha permesso a Dio stesso di mostrare la sua infinita misericordia e pazienza nel sopportare i nemici che ha beneficato.
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10/10/2014 20:31
 
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Il mio nipotino (ha cinque anni) mi ha posto una domanda che mi ha messo in imbarazzo. Per il momento ho preso tempo, e vi giro la domanda in modo che possiate aiutarmi a rispondere: cosa faceva Dio prima della creazione?
Graziella Tenti


Risponde padre Athos Turchi, docente di filosofia

La domanda è semplice e propria di un bimbo, ma proprio per questo a volte sono quelle più complicate, perché spiegare ciò che è semplice (ossia: non composto) è difficilissimo, perché non ha parti. Mi verrebbe la voglia di rispondere: non faceva niente! Perché Dio non fa, è. Che faceva il sole prima di illuminare le cose intorno? Niente, faceva il sole. Così Dio faceva Dio.

Ma allora andiamo all'interno di Dio. La prospettiva cambia, perché non ha importanza la creazione, ma chi è Dio. Noi lo possiamo osservare da due angolazioni. La prima è quella della ragione. Dio è l'essere unico e assoluto, non non vi sono altri esseri, altre cose se non Lui solo, e se qualcosa può esistere si deve solo a una deliberazione di Dio stesso che la porrà in essere traendola dal nulla. Questa è la creazione. Ma attenzione. Dio non è che diventi creatore dopo che ha creato, quasi fosse un pittore che può esser detto tale solo dopo che ha dipinto qualcosa. Dio è da sempre creatore, Dio è il creatore per essenza, anche quando ancora non ha creato niente di diverso a se stesso. Perciò possiamo dire che Dio prima di creare «faceva» o è il creatore. Se la luce del sole fosse ciò che fa essere le cose, è chiaro che il sole sarebbe illuminante anche se non c'è niente ancora da illuminare. Così Dio in quanto ciò che farà esistere è una partecipazione al suo essere, il creare è lui stesso, e la creazione avviene come partecipazione al suo essere.

Dice Agostino, nelle 
 
 
ConfessioniLui era più intimo a me, di me a me stesso. In questo senso Dio è da sempre Creatore, e non lo diviene. Noi veniamo creati in un certo tempo, ma lui non diventa creatore quando ci crea lo è da sempre, perché l'essere è Lui.

L'altra angolazione è quella della fede. L'indagine qui si arricchisce. Dio è Trino, la sua natura si costituisce di tre persone, Padre, Figlio e Spirito Santo, relazioni che tra loro si fondano e si differenziano. Allora possiamo dire, a prescindere dalla creazione, che Dio ha sempre fatto il Padre che genera il Figlio e dal loro reciproco amore procede lo Spirito. Il che significa che Dio è un reattore atomico (mi si permetta l'esempio) di Amore costituito dall'eterno atto del Padre di generare il Figlio e far procedere lo Spirito.

Ora amare è la più grande e la massima attività di qualunque cosa. Ma mentre l'amore umano passa nell'altro in quanto altro, in Dio costituisce la sua natura di tre Persone divine. E questo è l'essere più perfetto che si possa immaginare: Dio è costituito dall'amore, l'amore è l'eterna generazione che è presente in Dio, e questo amore reciproco ed eterno è la Vita. Dio dunque vive, Dio è la vita in se stesso nella comunione delle tre Persone. Questa vita, questo amore e questo essere, Dio lo ha voluto estendere anche ad altre cose, e le ha create, e se ci pensiamo noi abbiamo preso vita non in un certo tempo, ma dall'eternità, perché siamo nel cuore di Dio, in quanto siamo nel suo progetto di vita e di quella vita noi ne partecipiamo.

Con un'immagine nostra Dio è una «famiglia», viveva in famiglia, che è la cosa più importante come vediamo quando essa è il luogo dell'amore, della gioia, del bene. Una famiglia del genere nessuno la lascerebbe, anzi una volta fuori non si vedrebbe l'ora di tornarci, perché essa è il vero e supremo luogo della vita e dell'essere.

Ecco dunque quello che Dio «faceva»: faceva il Dio, viveva, amava, generava, era generato, cose che fa tutt'ora naturalmente, anche se noi, creature, possiamo dargli qualche pensiero in più.
sources: TOSCANA OGGI

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12/10/2014 21:08
 
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... mi capita di aprire una pagina a caso della Bibbia per cercare conforto e indicazioni concrete sulle scelte da fare nella mia vita, ma non sempre trovo le risposte che cerco.

Annamaria


Le tue parole mi hanno fatto venire in mente il romanzo Il potere e la gloria di Graham Greene. La storia, ambientata in Messico durante le persecuzioni anticlericali, ha per protagonista un prete ubriacone, che alla fine trova il coraggio di comportarsi da eroe. Un giorno questo prete trova in una casa una Bibbia e al suo interno un foglietto con i passi da leggere nei momenti tristi, gioiosi, in caso di necessità, ecc. Egli rimane perplesso di fronte a quest'uso della Bibbia.

Anch'io lo sono all'idea di aprire il testo sacro per trovare una risposta immediata ai propri bisogni. A maggior ragione se si sceglie una pagina a caso. Si può correre il rischio di voler tentare il Signore. La Bibbia non è un libro magico, ma contiene la rivelazione di Dio agli uomini. Una rivelazione progressiva, all'interno di una storia, culminata in Cristo, morto e risorto per noi. La Bibbia ci presenta la storia della salvezza, la relazione d'amore tra Dio e il suo popolo. Rileggere ogni tanto un passo, anche a caso, di questa storia è una buona cosa, ma va fatto con fede, senza risvolti superstiziosi.

La lettura deve poi essere accompagnata dalla preghiera e va fatta in comunione con la Chiesa, chiedendo, in caso di necessità, l'aiuto del proprio parroco o di una persona esperta. Nella nuova Bibbia San Paolo, di cui ha parlato il Papa all'Angelus, c'è uno schema per leggerla tutta in un anno. Nella Scrittura è Dio stesso che dialoga con noi. Questo avviene soprattutto nella liturgia. Per questo suCredere pubblichiamo il Vangelo di ogni giorno con un breve commento. Perché, comprendendo la parola di Dio, possiamo metterla in pratica.
 
sources: CREDERE

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12/10/2014 21:13
 
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Quesito

Caro Padre Angelo,

Vi scrivo per la prima volta, spero di non disturbarvi e che la mia domanda possa essere utile anche ad altri. Molte volte mi soffermo dopo Letture Sacre a meditare su i Misteri che Nostro Signore non ci ha concesso di concepire in questa vita anche se so che ora non avrò risposta a prescindere da quanto io possa discernere su di essi. Fra tutti forse però mi potete aiutare ad avvicinarmi ad uno di questi, vengo al dunque. Dio ha mandato a noi Gesù che è venuto fra noi come Uomo a tutti gli effetti condividendo tutto tranne il peccato, nel dire questo mi sento fermo e convinto. Penso quindi spesso a quella Persona che nasce e vive, e La immagino prendere coscienza di quello che Rappresenta per l'umanità e per Dio suo Padre. Immerso in questo pensiero non riesco di fare a meno di chiedermi se Gesù è nato consapevole di tutto o ha preso coscienza di essere l'Agnello di Dio ad un punto preciso, un istante esatto della sua Vita terrena. Fra le due propendo per la seconda anche se non ne sono convinto, tendo ad immaginare Gesù così Uomo che ha dovuto anche passare per il percorso di "costruirsi" e prendere coscienza del suo compito ma le certezze cadono... Quando inizio a pensare a Gesù che si sofferma ad un certo punto e si rende conto di tutto rimango impietrito quasi che io e Lui siamo della stessa pasta quasi sullo stesso piano.
Un abbraccio sincero
Claudio

Risposta del sacerdote

Caro Claudio,

1. Nella lettera agli Ebrei si legge: “Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice: Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato” (Eb 10,5). San Tommaso commenta: “mi hai preparato un corpo, e cioè l’ha fatto adatto per l’immolazione. E in riferimento a ciò si devono osservare due cose. La prima: era un corpo purissimo, adatto per togliere ogni peccato, come era prefigurato nell’Agnello pasquale di cui parla l’Esodo: “Sarà un agnello senza macchia” (Es 12,5). In secondo luogo era un corpo passibile perché potesse essere immolato, come si legge in Rm 8,3: “Dio ha mandato il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato”. Questo corpo dunque è vera ostia e vera oblazione, secondo quanto si legge in Ef 5,2: ‘Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore’” (Commento alla lettera agli Ebrei 10,4).

2. Dunque dal testo di Eb 10,5 Gesù sa il motivo per cui viene. Lo sa fin dal primo momento: “entrando nel mondo… un corpo mi hai preparato”. Queste parole le dice nella piena consapevolezza di se stesso e della sua missione.

3. Il Magistero della Chiesa dice che Gesù ebbe perfetta coscienza di se stesso e della sua missione fin dal primo istante del suo concepimento. Pio XII nella Mistici Corporis afferma: “Questa amantissima conoscenza, con la quale il Divin Redentore ci ha seguiti fin dal primo istante della sua incarnazione, supera ogni capacità della mente umana, giacché per quella visione beatifica di cui godeva fin dal momento in cui fu ricevuto nel seno della Madre divina, Egli ha costantemente e perfettamente presenti tutte le membra del Corpo Mistico e le abbraccia col suo salvifico amore!” (Mistici Corporis, 76).

4. Il pensiero che Gesù abbia elaborato poco per volta la consapevolezza della propria missione è inverosimile. Fà di Gesù un essere umano a dir poco “strano” che si domanda, anche dubitando: “sono Dio o non sono Dio”? Ho sentito varie volte dei pazzi dire: “Io sono Dio”…. “Mi domandavo se ero Dio….”

5. Il minimo che si possa dire è che la Sacra Scrittura non fornisce nessun appiglio per dire che Cristo ha acquisito poco per volta la consapevolezza della sua identità e della sua missione. Anzi, soprattutto nel Vangelo di Giovanni, ne dà molti in contrario. Egli è venuto tra noi “pieno di grazia e di verità” (Gv 1,14) e “dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia” (Gv 1,16). In Gesù come uomo c’è la sorgente di ogni grazia e di ogni dono celeste.


Anche la visione beatifica dei santi in cielo è un’irradiazione della grazia e della verità che Gesù ha avuto in pienezza fin dal primo istante del suo concepimento. “Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia” (Gv 1,14).

6. Nel Vangelo di Luca, al momento del ritrovamento del tempio, quando ha dodici anni. Gesù ha la piena consapevolezza di ciò che è venuto a fare. Dice infatti a Maria: “Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?” (Lc 2,49).

7. Questa perfetta coscienza che Gesù ha avuto della sua missione è molto consolante. Gesù non si è incarnato senza sapere che cosa faceva. E insieme con quella coscienza c’era anche tutto il suo amore per noi. Per questo ognuno di noi può dire: “Grazie, Gesù, perché ti sei incarnato per me… perché sei nato per me”. Questo non possiamo dirlo di nessun altro, ma solo del Signore. Nessun altro sapeva di venire al mondo e di essere un dono fin da quel momento.
Ti ringrazio del quesito, ti ricordo al Signore e ti benedico.

Padre Angelo


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24/04/2016 21:00
 
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Quando e per quale preciso motivo si è scelto di sostituire il pane azzimo con la particola, nella somministrazione dell'eucarestia? Perché durante le celebrazioni eucaristiche rarissimamente si somministra anche il vino? Vi sarei molto grato se riusciste a sciogliere questi miei dubbi.

Risposta
Il pane azzimo è sempre stato utilizzato nella Chiesa latina, avendolo utilizzato nell'Ultima Cena lo Stesso Nostro Signore Gesù Cristo, poiché già usato ritualmente dagli Ebrei per la Pasqua.

Le modalità di distribuzione della Comunione Eucaristica - così come ci sono giunte sino a noi - risalgono al Papa Innocenzo I, che convocò un Sinodo nell'anno 404 nel quale fu sancito l'obbligo dell'amministrazione del Pane Consacrato sulla lingua dei fedeli, e non sulle mani.

Nell'amministrare ai fedeli, generalmente, il solo Pane Consacrato, oltre a motivi pratici - l'impossibilità di consacrare sufficientemente il Preziosissimo Sangue per un gran numero di fedeli - intervennero ragioni dottrinali. Invero, l'eresiarca Jan Hus (XV secolo) sosteneva che la Presenza Reale esistesse solo con la consacrazione sub utraque specie del Pane e del Vino contemporaneamente, perciò occorreva amministrare ai fedeli sia il Pane sia il Vino nel medesimo momento perché potessero accedere validamente alla Comunione Eucaristica; viceversa, la teologia cattolica asserisce che la Presenza Reale di Nostro Signore in Corpo, Sangue, Anima e Divinità è presente nella completezza sia nel solo Pane Consacrato, sia nel solo Vino.
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24/04/2016 21:01
 
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Domanda
Salve sono un neo convertito alla religione cristiana (sono sempre stato cattolico, ma dopo una breve crisi di fede sono tornato ancora piu' credente). Volevo chiedervi una cosa: se Dio è amore e ama i suoi figli, perché allora non prende con sé i figli che sono nell'inferno, visto che soffrono? Insomma, visto che molti di essi saranno pentiti per cio' che hanno fatto in vita, perche' non li perdona?

Prima risposta:
Nessuno di coloro che sono nell’inferno è pentito, essendo l’inferno uno stato definitivo dell’anima (così come il suo opposto, il Paradiso), immutabile. Per avere le idee un po’ più chiare, ti riporto a seguire la definizione dell’inferno, così come è secondo la dottrina cristiana.

E’ altresì opportuno che tu rilegga i passi del Vangelo che ne accennano, e se vuoi approfondire, leggi i libri di Don Gabriele Amorth, il Fondatore e Presidente onorario dell’associazione degli esorcisti, nonché esorcista della Diocesi di Roma, in particolare Un esorcista racconta e Nuovi racconti di un esorcista, delle Edizioni Dehoniane di Bologna. Noi pubblicheremo a breve, l’uscita è prevista per metà marzo, un testo sul suo insegnamento, dal titolo “Presidente degli esorcisti”, in cui a una domanda proprio su questo argomento, egli risponde ribadendo il principio dottrinale.In questa tematica purtroppo molte persone, anche tra i demonologi di buona volontà, come giustamente sottolinea Don Amorth, non hanno le idee chiare e mancano di esperienza, anche tra chi pratica gli esorcismi. Don Amorth quando ha cominciato a effettuare l’esorcista ha fatto 6 anni di “praticantato” presso un alto bravissimo esorcista, e ha nozioni in diversi campi dello scibile, connesse al suo Ministero. L’esperienza diretta e l’esperienza degli altri, olteché l’adesione alla dottrina, sono importanti per non lasciarsi fuorviare.

INFERNO
L'inferno non rappresenta un contrasto al Mistero dell'Amore e della Misericordia di Dio, ma la conseguenza dell'asservimento dell'uomo al peccato e del suo rifiuto di ripudiarlo. In altre parole, l'Inferno - dove si trovano i demoni e le anime dannate - rappresenta la conseguenza non del mancato perdono del Signore, ma, in ultima analisi, della scelta dell'uomo peccatore di non chiederGli perdono per le proprie colpe, scegliendo il Suo Amore. Esiste infatti nell'uomo un attaccamento al peccato, ossia una sua libera decisione di non abbandonarlo, o di non riconoscerlo come tale: il Signore rispetta la decisione dell'uomo, il quale è il vero "creatore" dell'inferno, scegliendolo liberamente con la propria ostinata condotta. Non è tuttavia la debolezza dell'uomo a "creare" l'inferno - la debolezza è compresa dal Signore, il Quale Si è Incarnato per la nostra salvezza, sapendo che gli uomini sono sottoposti alle tentazioni e alle suggestioni del mondo e del demonio - ma il rifiuto orgoglioso dell'uomo di chiedere umilmente perdono per i propri peccati.

Si consideri infine che la Giustizia è una perfezione di Dio e non è un'antitesi alla Misericordia.

"L'annuncio della possibilità della dannazione, lungi dal ridursi alla gelida comunicazione di ciò che capiterà ai malvagi, è un atto della Misericordia di Dio, è la proclamazione appassionata del suo Amore che si fa pressante appello alla conversione di fronte al rischio di ciò che può succedere all'uomo peccatore ma che non deve assolutamente accadere" (Giorgio Gozzolino, in Enciclopedia del Cristianesimo, Novara, 1997, p. 390, prefazione dei Cardinali Joseph Ratzinger e Carlo Maria Martini).
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06/07/2017 18:44
 
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Gesù pregava Dio?
Domanda frequente e obiezione sull'insegnamento delle Scritture in merito alla relazione tra Padre e Figlio.

Un fratello Tdg mi ha chiesto
... chi invocò Gesù in preghiera? Se stesso o il Padre?


Risponde Stefano Greco

Sottinteso a questa domanda vi è il dubbio: come conciliare il credo trinitario con il fatto che Gesù stesso prega DIO? Ma questo, come sempre mi capita di dover rispondere, presuppone una non corretta idea di quello che (d'accordo o meno..) dice il credo trinitario: che non dice che il Padre sia il Figlio (ovvio) ma dice che come io e mio padre siamo uomini perchè condividiamo la natura umana ma io NON sono mio padre e mio padre NON è me.....altrettanto si afferma del Figlio che condivide la natura divina con il Padre, pur rimanendo le stesse persone distinte. Venendo alla domanda precisa: non si vede un problema nel fatto che Dio il Figlio parlasse o pregasse Dio il Padre. Hanno un rapporto eterno ("tu sei mio figlio, oggi ti ho generato") anche prima che Cristo diventasse uomo. Questo rapporto lo si vede molto bene in diversi passi dei Vangeli e ci fa vedere come il Figlio di Dio nella Sua umanità ha portato a compimento la volontà del Padre e, nel farlo, ha acquistato la redenzione per i Suoi figli (Giovanni 6:38). La sottomissione continua di Cristo al Suo Padre celeste fu potenziata e tenuta focalizzata attraverso la Sua vita di preghiera. L’esempio di Cristo in preghiera è per noi, da imitare.

Chiediamoci: Gesù Cristo è in forza di ciò " inferiore" a Dio Padre per il fatto che pregava Suo Padre in cielo? secondo l'avviso mio e di moltissimi altri, caro Luca, Egli ci faceva vedere che, se vogliamo fare la volontà del Padre, una vita di preghiera vitale è importante anche per una vita senza peccato. La preghiera di Gesù al Padre è stata la dimostrazione del rapporto tra le Persone divine ed è un esempio per noi di fiducia in Dio attraverso la preghiera per la forza e la saggezza di cui abbiamo bisogno. Pur essendo Uomo Dio, pur essendo Egli la Sapienza eterna incarnata [ci può mai essere stato un tempo in cui Dio sia stato sprovvisto della sua Sapienza? ;)] Gesù Cristo ci mostra, condividendo la nostra fragile condizione mortale in tutto tranne il peccato, che tanto più noi non possiamo vivere senza pregare. Questo è quello che credo, da quello che è la mia e la meditazione di moltissimi assieme a me, ovviamente, sulle Scritture.

-----
Il FIglio è in continuo dialogo di Amore con il Padre. Quindi la sua preghiera non è altro che una comunicazione con il Padre da cui rimane distinto quanto alla Persona ma non quanto alla natura divina. In Gv 11,41 troviamo: Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. 42 Io sapevo che sempre mi dai ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». La preghiera di Gesù al Padre è dunque anche un modo per farci capire il rapporto che intercorre tra le Persone divine, senza dimenticare che Gesù è pure uomo a tutti gli effetti e come tale si trova ad implorare il Padre di far passare il calice che stava per bere.
[Modificato da Credente 06/07/2017 19:02]
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07/07/2017 18:34
 
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Da un dialogo intercorso tra un credente (CR) e un non credente (NCR)

NCR
Le RELIGIONI? Tutta una GRANDE COMMEDIA! E' una recita, dove ognuno "legge" la sua parte e vive contento. Nessuno di loro che accetti che dal primo momento che non è possibile che una di esse sia la sola vera in assoluto, allora NESSUNA di esse è VERA!

CR
Cristo ha voluto fondare la Sua Chiesa, non una religione. Lo dice Lui personalmente. E questa Chiesa non sarà mai vinta, nonostante tutte le forze del male si scaglino contro di Essa. (Mt 16, 16-18)

NCR
"...Lo dice Lui personalmente...", come no!
Sai cosa vuol dire "personalmente"? Lo hai sentito tu o lo hai semplicemente letto?
"...(Mt 16, 16-18)...", ok, lo hai letto!
Io ho letto tanti scritti che mettono in cattiva luce tutti i racconti religiosi, posso dire anch'io "PERSONALMENTE" lo scrittore ha detto?

CR
Se per te il Vangelo, che io ho citato, non è attendibile, non posso farci nulla. Qui dibattiamo su cose che si ritengono essere una base comune di discussione (le Scritture). Se poi per qualcuno non lo sono, ogni discussione sarebbe inutile.

NCR
Dibattere... che cosa vuol dire?
Dibattere vuol dire parlare ognuno secondo la propria tesi o "acclamare" tutti lo stesso argomento ritenuto assoluto solo perché letto sul vs. libro preferito?
A dir la verità il vs. è solo un monologo dove non può esserci "dibattito". L'unico pseudo-dibattito che accettare è: SI, SI, SI.........


CR
Il Si, io ritengo vada detto a Dio, che ritengo abbia fatto conoscere all'uomo il suo volere e che ritengo lo abbia fatto attraverso la sua Parola scritta e incarnata nella persona di Gesù. Non credo che la Verità sia stata lasciata inconoscibile da Dio, che ne è la fonte assoluta, ma sono convinto che Egli, che ci ha creati non abbia lasciato le sue creature a vagare nel buio di questo mondo.

NCR
Ecco l'ennesimo MONOLOGO! Se io dico che queste SONO solo idee personali ti dici che non è più un dibattito, ovviamente!
E allora SI, SI, SI, SI, SI.......... va meglio così?

CR
l'importante sarebbe se il tuo SI è detto a Dio.

NCR
Importante per chi? Per me? Per te?
Se è per me, allora vedi che tu non accetti la mia idea.
Tu, anzi VOI, volete rispetto per il vostro libro e per le vs. idee, ma non accettare di fare altrettanto verso le idee degli altri.
Voi vi ritenete assoluti e non accettate la RELATIVITA' delle affermazioni che ognuno può avere.
Ok, credete in quello che volete, leggete quello che volete, pensate come volete (o come vi è stato insegnato o forzato), ma lasciate che anche gli altri abbiano le loro idee e che quando queste vengono qui descritte non debbano essere viste come accuse ma solo un DIBATTITO... fra uomini, qui Dio non c'entra, egli è su un altro "piano" caso mai esista.

CR
Se io accettassi questa tua specifica idea, dovrei pensare che Dio ci abbia abbandonati dopo averci creati. Ma in tal caso butterei alle ortiche tutto ciò che Egli ci ha detto e tutto ciò che Egli ha fatto per amore nostro. RIspetto quello che pensi, ma non ritengo che la tua sia una buona idea. QUesto non significa che tutto ciò che uno dice debba essere accettato come possibile verità perchè in tal caso si accetterebbe un relativismo delle verità, in cui può essere vero tutto e il contrario di tutto, e cio non giova a nessuno, ne a te nè a me.

NCR
Mi spiego meglio...
Non ho la pretesa che tu accetti la mia idea e ti "converta"... assolutamente no.
Quello che dovresti fare è solo dire RISPETTO LA TUA idea pur mantenendo la mia. E nel dirlo dovresti scendere dal pulpito della vostra eccessiva certezza ricordando che nessuna divinità è mai scesa in pazza a parlare in viva voce a tutti, ma lo ha fatto SOLO su scritti umani non privi di errori ed omissioni (quando non peggio).

CR
Neanch'io ho la pretesa che tu accetti la mia convinzione e mi pare di averla espressa nel precedente msg. Però ti faccio notare che anche tu continui ad esprimere la tua, dicendo che nessuna divinità e mai scesa in piazza a parlare in viva voce a tutti. Ebbene, i credenti in Cristo, credono proprio che Egli sia l'Unigenito Dio, che è venuto tra gli uomini a parlare in viva voce, e che le sue parole sono giunte a noi attraverso gli scritti o anche attraverso la predicazione dei suoi apostoli. E credono che la fede in Lui è la base per potersi salvare. Non è poco. Per quanto riguarda l'eccessiva certezza, vorrei tanto averla.

NCR
... ok, è apparso 2000 anni fa e da allora in piazza non si è più visto...
Ogni tanto ci vorrebbe un ripassino visto che le generazioni cambiano ed i furbi si rinnovano anche alla luce del giorno, per chi accetta di vedere ovviamente!
Mi piacerebbe sentire meno chiacchiere e vedere più fatti e non dover aspettare generazioni e generazioni di pettegolezzi per arrivare al dunque...
Troppe promesse, troppe minacce, troppa ingiustizia... dimenticavo che questa è solo colpa dell'uomo... come al solito!
Tanto per separare, come sempre, il bene dal male!
Poi è ovvio che contro la fede non c'è ragione che tenga, è sempre stato così e, purtroppo, ho paura che sempre così sarà.

Parlando tempo fa con tre ex fedeli quando feci notare le loro idee chiuse e stravaganti sulla loro pseudo-verità del loro passato mi hanno detto: E' VERO, PURTROPPO ALLORA TENEVAMO GLI OCCHI TROPPO CHIUSI E NON ACCETTAVAMO DI ASCOLTARE GLI ALTRI.
ERAVAMO QUOTIDIANAMENTE MARTELLATI DALLA PROPAGANDA CHE CI IMPEDIVA D'AVERE LE NOSTRE IDEE PERSONALI! POI... ECCOCI QUA!

Un tuo giudizio personale (pardon, è vero che non potete esprimerli!) sull'episodio di Teramo?

Tutti "cattivi" quelli che buttate fuori?

CR
Forse mi hai scambiato per tdg. Come cattolico penso che l'ostracismo di tipo geovista sia cosa crudele e disumana. E che comunque anche questo ricorso legale non darà luogo a condanne dei capi geovisti, come in un precedente caso, in cui i giudici non hanno ritenuto di penalizzare la wt o suoi rappresentanti.

NCR
Si avevo capito male...
Però sei sempre un fedele... o no?
Si è vero, altra parrocchia, d'accordo... altro tipo di sogni, ma sempre sogni sono!
Scusa la franchezza! Nulla di personale!


CR
Si, la fede implica l'accettazione di eventi e insegnamenti che non sono misurabili o verificabili. Quindi non biasimo chi non è ancora giunto ad accettarla. Comunque partendo da una posizione di apertura almeno alla eventualità che Dio esista, come mi pare che tu abbia manifestato, un cammino di ricerca dovrebbe essere ritenuto un fatto logico e infinitamente importante. Per questo, al di là dei tanti parassiti e sfruttatori che si insinuano in ogni umana associazione, ti invito a non scartare quanto il Signore si è degnato di offrirci. Con stima.


NCR
E cosa ci avrebbe offerto? Io non vedo altro che sofferenza...

Per mie necessità è da un po' di tempo che giro per ospedali... non parlo per i guai personali che fanno ridere a confronto con la sofferenza ingenua di tanti bambini li presenti. Ho pensato: Chissà cosa avranno "combinato" quei piccoli per meritare tutto questo!

Per iniziare un possibile studio dedicato alla sua ricerca è necessario, soprattutto, come fanno i credenti, tapparsi gli occhi, le orecchie, il naso e ogni altro orifizio... Io proprio non ci riesco e non capisco come ciò sia possibile da parte di qualcuno.

Ma la differenza tra ognuno di noi è così grande che c'è posto per tutti i pensieri possibili... anche quelli più assurdi!
Perché quello che più conta è soddisfare la nostra necessità di sentirci rassicurati, essere amati, incoraggiati... non interessa capire se si sta assumendo un medicinale o un placebo, perché è il risultato che conta! E allora continuate a prendere il vs. placebo, fin che funziona!

CR
Anch'io da credente, mi sono posto la domanda del perchè esistono tante sofferenze. Nella Scrittura si trovano le risposte che potrai trovare a questo link, se avrai la pazienza di leggere: credenti.freeforumzone.com/.../discussione.aspx

NCR
Vedi... le risposte non le cerco dagli uomini!
La Bibbia? Tu mi dirai che è dettata da Dio... certo, l'uomo se le inventa tutte per tenere il dominio della massa.
Che strano Dio... ha bisogno di "dettare" la sua volontà a degli uomini che fungono da intermediari verso tutti gli altri uomini. Uno scritto (vecchio dai 1500 anni ai 3000) che dovrebbe permettere all'uomo di capire la sua immensità, ma che è necessario, per capire veramente, l'interpretazione di altri uomini affinché sia chiaro il suo volere! Quanti intermediari... ed ognuno esercita la propria influenza sempre secondo necessità. E' proprio limitato Dio se non sa usare altro metodo che non quello di dare in pasto gli uomini ad altri uomini approfittatori!
Ma siamo ben sinceri ed ammettiamo che tutte le favole chiamate religioni sono SOLO una INVENZIONE umana!

CR
Io sono persuaso che la fede cristiana sarebbe rimasta ben sepolta dal suo sorgere se non fosse stata accompagnata lungo tutto il tempo trascorso finora, da segni soprannaturali che accompagnassero la parola proclamata. I miracoli sono modi che Dio ha sempre usato per certificare la sua Parola. In tal modo si affermò la Parola di Cristo stesso, e allo stesso modo quella di coloro che sono venuti dopo. E' evidente che per chi vuole obiettare vi sarà sempre abbastanza buio da non poter vedere. In ogni caso anche per questi segni c'è una raccolta significativa al seguente link: credenti.freeforumzone.com/.../SEGNI.../cartella.aspx

Per quanto riguarda la tua osservazione che " E' proprio limitato Dio se non sa usare altro metodo che non quello di dare in pasto gli uomini ad altri uomini approfittatori!".... dobbiamo prendere dalla sua Rivelazione le parole per poter comprendere il suo agire. Troviamo In 1Cor 1,27: Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti,... Avrebbe potuto mandare i suoi angeli ad annunciare il vangelo nel mondo, come fece per i pastori alloa nascita di Gesù, ma poi ha preferito che degli uomini illetterati e senza risorse insegnassero la sua parola. Ma quello che dovrebbe stupire in ciò, è che questo piccolo manipolo di uomini, da Lui scelti appositamente così sprovvisti, e poi martirizzati, hanno soppiantato culture, filosofie, regni e regnanti e gettato le basi per una diffusione in ogni dove e in ogni tempo, proprio come Gesù aveva profetizzato paragonando il suo regno ad un piccolo seme che sarebbe divenuto un grande albero su cui si sarebbero posati da ogni parte. Non possiamo sapere di preciso il perchè Dio abbia scelto un percorso tanto lento, difficile e doloroso per tanti, cosa che a te suscita una legittima perplessità, ma possiamo dedurre dalla sua parola che in tal modo, mette alla prova i suoi fedeli, non forza la libertà degli uomini di accettarlo o rifiutarlo,vincendo in tal modo la sfida che il diavolo gli ha lanciato.

NCR
Tutto molto ovvio se lo poni nella posizione adatta a far si che ne risulti l'immagine descritta. Voglio dire che proprio perché nulla della visione divina è assoluto è possibile modificare il punto di vista per ottenere immagini diverse, e tra queste, selezionare quella che concorda con la propria visione. Insomma è sempre SOLO una questione di fede! Nulla più.

CR
E' vero. Concordo che Dio richiede la nostra fede. Ma non ha mancato di lasciare le sue orme sempre ed ovunque, affinchè da tanti indizi possiamo risalire a Lui, deducendo anche per via di logica che esiste un Dio e che non poteva lasciarci dopo averci creati. E la strada per poter sapere cosa ha avuto ed ha in mente l'Indiziato, è quello di cercare tra le sue Carte..

NCR
Mi spiego meglio sul mio significato di assoluto e relativo.
Prendete un foglio di carta perfettamente bianco, cosa vedete?
Se fossimo perfettamente "assoluti" non vedremmo nulla, ovvio il foglio è bianco!
Ma visto che siamo tutti relativi, ognuno di noi vedrà ciò che vuole e per ciascuno di noi quell'immagine (meglio dire immaginazione) è vera e su di essa non si discute...
La religione è estremamente RELATIVA alla ns. IMMAGINAZIONE, in essa ognuno "vede" la realtà secondo la propria "necessità" necessaria alle risposte delle nostre domande classiche sull'esistenza.

CR
Ciò che tu dici potrebbe essere vero se si esclude l'esistenza di Dio. In tal caso infatti quel foglio sarebbe rimasto sicuramente bianco e noi ci saremmo poi immaginati ognuno la nostra idea. Ma se invece si osserva il mondo, le cose create, i fatti accaduti, si deve capire dalle orme lasciate, che Qualcuno è passato dando l'impronta di Se'. Perciò ll foglio non è rimasto bianco ma è stato Scritto, e quello Scritto, confermato dagli interventi prodigiosi di Dio, concorda anche con quanto l'osservazione e la ragione richiedono per poter capire il perchè delle cose.

NCR
Il fatto che io in quel foglio non veda le tue stesse immagini sta a dimostrare che Dio non esiste, altrimenti vedremmo TUTTI le stesse cose. Se esistesse un ASSOLUTO quindi.
Ma visto che le ns. immagini sono puramente RELATIVE ciò significa che l'assoluto non esiste.

CR
Trasferiamo idealmente su un piano diverso la questione per fare un paragone e capire se il tuo ragionamento può essere preso per buono. Se ad osservare le cose ci fosse uno che ha la vista buona e accanto a lui, un'altra persona che ha la vista offuscata o è purtroppo cieca, il fatto che questa ultima non riesca a vedere le stesse cose che vede l'altra persona, non dimostra che davanti a se non ci sia nulla o ci sia qualcosa diversa da ciò che realmente c'è. Parimenti, il fatto che un non credente non veda le stesse cose del credente non dimostra che Dio non c'è, ma al massimo può dimostrare che vede altro. Resta da chiedersi perchè alcuni non riescono a vedere nelle innumerevoli orme lasciate da Dio, il segno della sua esistenza e della sua potenza? Paolo affermava al riguardo:
Rom 1,19 ...poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato.
20 Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità;
21 essi sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa.-------------- SI direbbe che la vista interiore, come quella esteriore, va utilizzata, esercitata, in maniera da rafforzarla e non di farla atrofizzare offuscandola progressivamente, fino a non poter più vedere ciò che per altri è chiaro ed evidente. Perciò diventa ragionevole non escludere nulla ma cominciare col riconoscere che potremmo non vedere bene e cominciare sinceramente a ricercare, innanzitutto Colui (Cristo) che può darci la vista e poi il resto, che può anche essere ritenuto secondario e nonostante la sua importanza, non strettamente necessario, se non si riesce ad accettarlo (la Chiesa).
[Modificato da Credente 27/09/2017 21:22]
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18/02/2019 22:29
 
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Perché secondo San Paolo c’è un legame tra donne e angeli?



 




L'apostolo delle genti ne parla nella Lettera ai Corinzi. Ma per puntare l'indice contro vanità e gloria personale


Una questione interessante, a lungo dibattuta in sede esegetica, riguarda il modo in cui intendere l’espressione «a motivo degli angeli» della Lettera di San Paolo ai Corinzi (1 Cor 11, 10):



“Perciò la donna deve, a causa degli angeli, avere sul capo un segno di autorità”.



Secondo Pasquale Basta in Non fare come gli ipocriti” (Edizioni Città Nuove), per San Paolo c’è un nesso tra donne e angeli in quanto a splendore e bellezza.


Public Domain
San Paolo

Nella chioma delle donne abita la loro parte di gloria. La bellezza dei capelli è da sempre motivo di vanto. Le inorgoglisce. Bisogna però che esse si coprano quando nella preghiera o nella profezia si relazionano con l’uomo, con Gesù e con Dio. A motivo degli angeli. Perché la chioma, e qui il confronto si fa intenso, ha a che fare esattamente con l’atteggiamento degli angeli nei riguardi di Dio.


La vanità


Gli spiriti celesti sono le entità più vicine a Dio, dimorando nella sua corte, ma mai essi si presentano al cospetto dell’Altissimo con la vanità della loro gloria. Se lo facessero, commetterebbero un enorme peccato di vanità rispetto a Dio. Ed essi, si badi bene, hanno molta più gloria dell’essere umano, dal momento che dimorano molto più vicino al trono della presenza.


Alcuni angeli si sono vantati della loro luce, Lucifero su tutti, il cui peccato consiste proprio in questa sua considerazione della propria gloria in contrapposizione a quella di Dio.


La “copertura” della chioma


Allora qual è la considerazione che qui Paolo sta offrendo? La donna, portatrice di una grande gloria che trova sede nei suoi capelli, non deve farne un motivo di vanto o di contestazione, ma coprirsi quando si trovi in contesto orante o profetico accanto all’uomo, che non ha la sua stessa bellezza, ma che può avere altro.


 

Non è spiritualmente corretto utilizzare la preghiera per emanciparsi o per provocare l’uomo in ambiti sacrali, rivendicando una parità o addirittura una superiorità. Perché la relazione uomo-donna deve piuttosto basarsi sullo scambio mutualistico delle qualità, e non su un’asimmetria in base alla quale uno ha di più, l’altro di meno.



Quello che non deve fare l’uomo


Quello di Paolo può sembrare maschilismo. Ma non lo è. L’apostolo delle genti sostiene che anche l’uomo non può “riempirsi troppo”, perché deve sempre riconoscere che tutto ciò che ha proviene da ciò che il Signore gli ha dato. Del resto anche Cristo riconosce l’aspetto fondamentale che Dio è il suo capo. La conclusione è a questo punto semplice.


Si tratta di non approcciarsi in maniera spocchiosa, rivendicativa, autogloriosa davanti a Dio e all’interno della comunità, ma scambiare in maniera tale da valorizzare quel che ognuno ha.

fointe : Aleteja


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18/05/2019 19:16
 
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Nel racconto della Passione, in tutti i Vangeli (seppure con particolari diversi) si dice che a Gesù venne offerto aceto da bere. Non ho mai capito bene il motivo: era un gesto di derisione, oppure come ho sentito dire da alcuni commentatori, era l’usanza dell’epoca usare l’aceto per dissetare e lenire il dolore?

 G. Bruni


Risponde don Stefano Tarocchi, docente di Sacra Scrittura alla Facoltà teologica dell’Italia Centrale.


In tutti i quattro i Vangeli si fa riferimento all’episodio accennato dal lettore. Probabilmente si tratta di un soldato, fra quelli presenti ai piedi della croce, a dare l’aceto a Gesù. Accade così nel racconto di Luca: «anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso» (Lc 23,36-37). Tuttavia, le parole che il vangelo di Marco mette sulla bocca di chi offre l’aceto a Gesù sulla croce, come vedremo più avanti, si adattano soltanto a un giudeo, l’unico che può scambiare l’invocazione a Dio con il profeta Elia.


Così leggiamo: «alle tre, Gesù gridò a gran voce: Eloì, Eloì, lemà sabactàni?, che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Ecco, chiama Elia!». Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere»» (Mc 15,34-36).


Anche il vangelo di Giovanni racconta il medesimo elemento «dopo questo [l’affidamento della madre al discepolo prediletto, e di questi alla madre], Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete»». vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito» (Gv 19,28-30).


Così invece leggiamo in Matteo: «Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. Gli altri dicevano: «Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!»» (Mt 27,47-49).





Il gesto di dare l’aceto ad un condannato a morte sulla croce, infatti, non era un atto di misericordia: potrebbe essere così descritto ciò che accade – ma nel solo vangelo di Marco – nel momento precedente la crocifissione, dove si fa riferimento ad un’altra bevanda: «condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», e gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese» (Mc 15,22-23). Quest’ultima era invece una bevanda inebriante, fatta per mitigare il dolore: ma Gesù la rifiuta del tutto.


L’aceto, che gli viene dato nel punto estremo della sua permanenza sulla croce avanti la morte, doveva servire solo a prolungare l’agonia di Gesù: era quindi l’estrema offesa di quanti anche sotto la croce rifiutavano il Cristo. Il racconto del vangelo di Marco muove dall’improbabile fraintendimento del grido di Gesù (il Salmo 21: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?») con un’invocazione al profeta Elia. Così Mc 15,36: «vediamo se viene Elia a farlo scendere»); e Mt 27,47.49: «Costui chiama Elia»; «Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!». Così questo estremo momento drammatico della vita di Gesù si lega al gesto di offrire il vino «acuto» (è il significato letterale del termine usato), che noi non a caso chiamiamo «aceto».


Sembra che colui che offre aceto a Gesù voglia attendere la venuta di Elia e – dal suo punto di vista – l’eclatante miracolo della discesa dalla croce, che avrebbe vanificato il senso dell’intera passione.


Di fatto, il grido di Gesù che muore – quasi certamente simbolico, dato che il condannato alla crocifissione moriva soffocato – non si articola in parole, come invece la precedente drammatica invocazione del Salmo 21: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?».


Di fronte a quanti partecipano alla passione con i loro rituali estranianti solo il centurione può dire «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!» (Mc 15,39). È la professione di fede, che il rappresentante della dominatrice potenza romana, svela la pienezza del connubio tra l’umanità e la divinità del Cristo.


Qui l’articolo originale pubblicato su “Toscana Oggi”




 

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06/01/2021 22:18
 
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Caro Padre Angelo,
Mi chiamo Riccardo,
"La fede è un dono da parte di Dio" e "La salvezza è per tutti" sembrerebbero a prima vista, senza approfondire, due affermazioni in antitesi tra loro. Come si conciliano? Io ho pensato a questo: “la fede è un dono di Dio che gli uomini ricevono sempre, dopo averlo chiesto e dopo aver dimostrato di volere l’amicizia di Dio:
1° fase- Gesù annuncia la salvezza se abbiamo fede nel Suo nome e crediamo che Lui è il Figlio di Dio Padre;
2° fase- accoglienza o rifiuto da parte nostra del Suo messaggio;
3° fase- dall’accoglienza del messaggio arriva il dono della fede, che va custodito rinnovando ogni giorno l’adesione a Cristo, alla Chiesa, alla Parola di Dio, senza compromessi”.
Quindi Gesù ha fatto il primo passo dell’annuncio, poi sta a noi fare il secondo passo per aderire a Lui, dopo abbiamo la fede in dono.
Se il nostro secondo passo non è autentico e totale la fede non arriva, oppure ci sono altre argomentazioni per giustificare alcune testimonianze di persone che dicono di far parte della Chiesa ed essersi impegnate in un cammino di fede, ma che non riescono tuttavia a credere?
La ringrazio per il suo grande ed utilissimo servizio, che lei fa ai fedeli e a chiunque sia interessato a tutto ciò che riguarda il suo sito e la nostra religione, mettendo a disposizione della comunità umilmente e con grande carità il suo sapere cristiano, sfruttando in modo buono le tecnologie che abbiamo in questo XXI secolo.
Le auguro una lieta Santa Pasqua, e le chiedo una piccola preghiera per me.
Saluti!


Risposta del sacerdote

Caro Riccardo,
1. i tre passaggi che mi hai descritto sostanzialmente sono veri.
Per “sostanzialmente” intendo dire che c’è del vero in quello che hai affermato, anche se i teologi avrebbero da sfumare o cambiare molte parole.

2. La prima cosa vera è che la fede cristiana è un dono di Dio perché mira a far aderire a realtà che eccedono la capacità di conoscenza della nostra ragione.
Si tratta infatti di verità e di realtà di ordine soprannaturale e non immediatamente verificabili quali ad esempio la presenza reale di Cristo sotto le apparenze del pane e del vino dopo che il sacerdote ha proferito le parole consacratorie.

3. Avrai notato che ho detto che “la fede cristiana è un dono di Dio”.
Perché la conoscenza dell’esistenza di Dio e di alcune sue perfezioni attraverso le creature da Lui fatte non supera la capacità della ragione.
A questo ci possono e ci devono arrivare tutti, tanto che San Paolo dice che “ciò che di Dio si può conoscere è loro (agli uomini) manifesto; Dio stesso lo ha manifestato a loro. Infatti le sue perfezioni invisibili, ossia la sua eterna potenza e divinità, vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute. Essi dunque non hanno alcun motivo di scusa perché, pur avendo conosciuto Dio, non lo hanno glorificato né ringraziato come Dio, ma si sono perduti nei loro vani ragionamenti e la loro mente ottusa si è ottenebrata” (Rm 1,19-21).

4. Certo Dio comincia ad attrarre a Sé con questa conoscenza di ordine razionale assistendo e accompagnando la mente dell’uomo.
Infatti questa conoscenza di ordine razionale costituisce già una certa inclinazione a credere.
E per questo il secondo concilio di Orange (530) ha definito che “non solo la crescita, ma anche l’inizio della fede e della stessa inclinazione a credere non provengono dalle nostre capacità naturali, ma dal dono della grazia, e cioè dall’ispirazione dello Spirito Santo” (canone 5, DS375).
Ma propriamente questa conoscenza appartiene all’ordine razionale e non ancora a quello soprannaturale della fede teologale.

5. Per comunicare a tutti la fede teologale o cristiana Dio si serve anche di altre realtà. E in particolare della sua stessa parola e della predicazione.
Ma quando un uomo, introdotto con questa preparazione, comincia a credere non crede semplicemente per le motivazioni addotte, ma per un’azione segreta che il Signore nel frattempo compie nel suo cuore. Si tratta infatti di aderire a realtà soprannaturali.
Per questo S. Tommaso dice che “l’uomo che esteriormente annuncia il Vangelo non causa la fede, ma la causa Dio, l’unico che può mutare la volontà.
E Dio causa la fede nel credente inclinando la volontà e illustrando l’intelletto, affinché non opponga un rifiuto alle cose proposte dal predicatore; questi invece dispone esteriormente alla fede” (De Veritate, 27, 3, ad 12).

6. Dio offre a tutti il dono della fede perché vuole tutti salvi.
Ma alcuni non lo accolgono. E questo per i più svariati motivi, compreso il cattivo annuncio e la contro testimonianza di alcuni credenti.
Tuttavia molto spesso il dono della fede non viene accolto per il motivo che ci è stato annunciato dal Signore, che indubbiamente è il più vero: “E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie.
Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate” (Gv 3,19-20).

7. Dunque è il peccato personale che più di frequente costituisce un impedimento a credere.
Il peccato ottenebra e talvolta produce addirittura la cecità della mente, come avviene per lo più con i peccati di ordine sessuale.
Ed è anche per questo che Gesù nel discorso della montagna ha detto: “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio” (Mt 5,8).

8. Infine il dono della fede, dopo essere stato accolto, va coltivato.
Come un corpo senza cibo s’indebolisce, si ammala e poi muore, così analogamente per la fede: se non viene custodita mediante la vita di grazia s’infievolisce e diventa spenta.
Per custodire e tener viva la fede non è sufficiente credere alle verità rivelate perché in qualche modo queste verità le conoscono anche i demoni.
È necessario invece custodire vivo il rapporto col Signore mediante la vita di grazia. Perché allora non si tratta solo di aderire, ma di vivere e di gustare, come ha detto il Signore: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14,23).

9. La vita di grazia viene custodita dall’osservanza dei comandamenti e viene alimentata con la preghiera, con i sacramenti e con le opere di carità.
Se viene mancare questo, può succedere che qualcuno faccia “naufragio nella fede” (1 Tm 1,19) come avvenne per “Imeneo e Alessandro” (Ib.).
Così pure può succedere che a motivo dei peccati o “per lo sfrenato desiderio di denaro” alcuni possano “deviare dalla fede” (1 Tm 6,10).

Mentre ti auguro di custodire intatta la fede, anzi di accrescerla di giorno in giorno, ti assicuro il mio ricordo nella preghiera e ti benedico.
Padre Angelo


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13/08/2021 21:45
 
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Obiezione
Ciò che si afferma senza prove, senza prove può essere anche negato.

Risposta

Da una impronta si deduce il passaggio di una persona anche se la persona non si vede nè vi è foto o video che lo dimostri o che ne faccia vedere le fattezze. La frase di Euclide non si riferisce all'esistenza di Dio, che si deve dedurre dalle opere visibili che ha creato lasciando una impronta della sua sapienza e potenza nell'opera della natura.
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20/12/2022 18:19
 
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Cattolico (C)
CHI HA AVUTO IL DIRITTO-DOVERE DI STABILIRE QUALI LIBRI ERANO ISPIRATI ?
Per capire quale Chiesa, sia colonna e sostegno della verità (1Tim.3,15) bisogna rispondere alla domanda: Chi ha stabilito i libri che dovevano costituire LA BIBBIA? QUando è stato deciso, e sulla base di quali presupposti?
Non fu certo la wt che non esisteva. Non furono nemmeno gli apostoli che si mandavano singole lettere, ma non ancora le organizzavano in un blocco unitario.
Fu invece la Chiesa, che al termine di un lungo processo di verifiche, e sulla base fondamentale del credito accordato ai singoli Testi, da parte delle chiese che potevano vantare origini apostoliche, e quindi fondato sulla loro TRADIZIONE, stabilì quali erano i testi da attribuire agli apostoli o ai loro diretti discepoli, e continuativamente considerati ispirati da tali chiese.
Occorre tener conto che i primi elenchi completi dei Libri biblici, come li abbiamo oggi, risalgono alla fine del quarto secolo (397 D.C. Concilio di Cartagine) e quindi ben oltre i primi tempi apostolici.
La domanda che si dovrebbero fare i tdg è questa: come è possibile che una chiesa che essi ritengono apostata abbia avuto da Dio, l'ISPIRAZIONE necessaria per ritenere ISPIRATI i Libri che Lui ha veramente ISPIRATO?
-------
Non cattolico (NC)
E quale fu questa chiesa di allora?

NC
Ed è veramente la chiesa di Dio oppure fu solo uno strumento come Ciro di Persia? Ciro di Persia era un proselito?
era la stessa Chiesa che già prima aveva avuto il compito di dirimere le questioni nel primo concilio di Nicea, e che dopo aver deciso quali erano i libri da ritenere ispirati, continuò a dirimere le questioni che man mano sorgevano durante tutta la storia cristiana, conformemente al loro compito di legare-sciogliere. -Ciro fu un elemento transitorio, la Chiesa è stata istituita da Cristo come elemento permanente contro cui le forze degli inferi non avrebbero prevalso, al fine di essere colonna e sostegno della verità, a prescindere dalla fedeltà dei singoli
Paolo dice se anche uno di NOI vi annunciasse un Vangelo diverso sia anatema. Questo vuol dire che anche i successori degli Apostoli potevano annunciare un Vangelo diverso.

Cr
COloro che hanno annunciato vangeli diversi, e cioè degli errori, sono coloro che si sono staccati dagli apostoli e dai loro incaricati in continuità con le loro prerogative.
Certo Cristo conosce i suoi, ma non ha lasciato la sua Chiesa esposta ad ogni vento di dottrina affinche mantenesse la verità e l'unità. I rappresentanti di Cristo che si sono personalmente approfittati del loro ruolo per i loro interessi dovranno risponderne, ma il DEPOSITO (2Timoteo 1,12) resta a disposizione permanente di coloro che anche VISIBILMENTE fanno parte del corpo ecclesiale per essere di testimonianza incisiva nel mondo. In caso contrario, ogni presunto credente potrebbe sentirsi libero di credere a quello che gli suggerisce la propria mente e sappiamo bene quanto il singolo sia esposto alle confusioni. In sostanza la Chiesa è un organismo ben compaginato e connesso (Col 2,19) e non una associazione astratta e non incisiva che testimonia ciascuno una cosa diversa dagli altri, in assenza di una dottrina unitaria.

Nc
Leggi bene se anche uno di noi annunciasse un Vangelo diverso sia anatema. "Anche noi". È chiaro. I successori degli Apostoli potevano allontanarsi dalla fede e quando ciò avveniva o avviene per fortuna c'è il popolo di Dio che ha il DOVERE di riprendere i pastori apostati. L'interpretazione della Sacra scrittura non spetta solo ai pastori ma anche al popolo laico che deve esaminare ciò che dicono i pastori proprio come I BEREANI.
Cr
Il verso di Gal 1,9 precisa" SE QUALCUNO vi annuncia un vangelo diverso..." Dunque, QUALCUNO avrebbe potuto allontanarsi dal DEPOSITO di fede comune,(come ad esempio il prete Ario, Donato, Marcione, Sabellio, Lutero ed altri che trassero dietro di se anche vari seguaci), MA NON TUTTA LA CHIESA intera, che sarebbe stata preservata dalla dissoluzione e dall'errore grazie alla promessa di Cristo: in Gv.16,13 "quando però sarà venuto lui, lo Spirito della verità, egli vi guiderà in tutta la verità". Proprio grazie a questa guida infallibile promessa agli apostoli, con i quali Cristo sarebbe rimasto fino alla fine del mondo, nei loro successori, essi avrebbero garantito di poter ammaestrare tutte le genti fino ai confini della terra e fino al termine del tempo.--- L'ispirazione della guida dottrinale non compete ai fedeli ma alle guide legittimamente costituite e abilitate dallo Spirito Santo. Ad essi è stata data la potestà di legare e di sciogliere e cioè dirimere, decidere, dirigere il popolo di Dio. -- Nella storia questa potestà è stata esercitata principalmente attraverso i Concilii che hanno dato indicazioni dirimenti su questioni che rischiavano di dividere il Corpo visbile di Cristo (la Chiesa).
A risolvere il problema della circoncisione ad esempio non furono i semplici cristiani, ma furono i capi della Chiesa, in qualità di autorità riconosciute da essi come guide sicure e ispirate proprio per non farli andare fuori strada. Anzi va notato che subito dopo aver chiarito la posizione da assumere riguardo a quella prima questione, gli apostoli scrissero quanto segue: Atti 15,24
Abbiamo saputo che alcuni da parte nostra, AI QUALI NON AVEVAMO DATO NESSUN INCARICO, sono venuti a turbarvi con i loro discorsi sconvolgendo i vostri animi.--- COmprendi bene che la libera iniziativa partita da cristiani che si erano appropriati di prerogative che non competeva loro ma AI CAPI, aveva generato confusione e turbamento tra gli altri cristiani. Lo stesso si è ripetuto ogni volta che singole porzioni di cristiani, hanno preteso di sostituirsi ai legittimi pastori, suscitando divisioni e confusioni. DUnque cerchiamo di leggere le Scritture non in modo soggettivo ma senza discostarci da quel deposito comune che rappresenta il riferimento per tutti i cristiani che desiderano essere una sola cosa affinchè il mondo possa credere.
I bereani erano giudei che avevano ascoltato il primo annuncio evangelico di Paolo e cercarono semplicemente di confrontare tale annuncio con quanto si trovava nella Scrittura del Vecchio Testamento. --- In sostanza dovevano solo decidere se accogliere oppure no quell'annuncio. Non dovevano stabilire nulla ma solo accettare o rifiutare quanto Paolo aveva loro annunciato. Essi non erano ancora cristiani. Dunque una bella differenza con quanto stiamo discutendo.

NC
Non ho mai detto che il popolo deve sostituirsi ai pastori ma correggere i pastori quando essi diffondono errori dottrinali. Sono proprio i concili nella storia che dimostrano il contrario di quello che dici e che l'apostasia generale e diffusa iniziò appena dopo la morte dell'ultimo apostolo. Si pensi per esempio al concilio di Nicea? Quali frutti ha portato la dottrina trinitaria? L'albero buono produce frutti buoni, se l'albero non è buono produce frutti non buoni. Questi concilii non furono ispirati da Dio perché si vede dai frutti che essi portarono: persecuzioni, uccisioni, credenze imposte con la forza. Ma per fortuna Yeshua ci ha promesso che le porte degli inferi non avrebbero prevalso sulla vera chiesa, cioè sui veri cristiani che nei secoli hanno resistito trasmettendo la vera fede, altri cristiani invece furono perseguitati e martirizzati da quelli che volevano imporre con la forza le loro dottrine spacciate per rivelazioni divine. Dovresti leggerti un po l'apocalisse e 2 Tessalonicesi 2

CR
Possiamo continuare all'infinito ma se non riconosci la validità dei COncilii allora significa che non ascoltando chi rappresenta legittimamente Cristo, non ascolti Cristo. E quindi il nostro dialogo diventa impossibile, proprio in quanto tu riconosci un'altra autorità illegittima e dai per buono ciò che ti propone in modo arbitrario secondo il proprio intendimento erroneo. Fai pure la tua scelta ma con grave rischio da parte tua.

NC
Al contrario io guardo alla parola di Cristo secondo cui un albero buono produce frutti buoni mentre frutti cattivi derivano da alberi cattivi. Un concilio che decreta una dottrina che produce morte, persecuzioni. Una dottrina che verrà imposta con la forza dai due poteri impero-chiesa. Come può pertanto una dottrina produrre questi frutti se questa viene da Cristo? È più logico il contrario che più passava il tempo e più l'apostasia diventava generalizzata. E chi difendeva la vera fede? Quelli che erano disposti anche a subire l'uccisione. In questo sta la costanza e la FEDE dei Santi. Il popolo ha il diritto di verificare ciò che i pastori insegnano come facevano i Bereani e se i pastori erravamo nella fede il popolo doveva riprendere i pastori. Il cristiano non è quello che si beve qualsiasi cosa gli dica il vescovo o il papa senza verificarlo con la scrittura e se il tuo superiore sbaglia lo si devi riprendere. La correzione del superiore non la insegna forse anche la tua chiesa?
Poi Cristo non ha detto a Pietro di divenire il capo di uno stato terreno, di essere un monarca proprietario di uno Stato terreno. L'apostolo Pietro non era un sovrano terreno come lo è il papa. Già da questo si capisce tanto.

CR
I martiri cattolici, che sono centinaia di migliaia, sono documentabili in tutto l'arco della storia, e attualmente si contano 70 milioni di cristiani perseguitati nel mondo. I frutti di carità, di evangelizzazione, di sostegno in tutte le forme di miseria umana con opere ciclopiche di organizzazioni a favore di popolazioni di tutto il mondo abitato si possono dimostrare e sono ampiamente documentate a questo link. credenti.freeforumzone.com/.../discussione.aspx Che poi insieme al grano buono vi sia anche della zizzania, lo ha detto Cristo stesso. Quindi non bisogna confondere le cose pensando che sia tutto da eliminare solo perchè vi sia della zizzania o dei lupi rapaci in mezzo a ciò che è buono. Queste cose negative sono anzi la prova che si tratti del vero popolo di Dio, in cui il nemico cerca di fare il suo malvagio mestiere. L'apostolo Pietro ha avuto dei successori nel suo incarico di pascere il gregge di Cristo e di legare /sciogliere. Se poi nel corso del tempo si sono avuti dei vuoti di potere o delle situazione che hanno fatto emergere la figura di alcuni pontefici anche come riferimento per la società terrena (oltre che spirituale), se ne può analizzare i singoli fatti per vedere se il loro personale operato o comportamento sia stato positivo o negativo. Ma ciò non inficia la parte dottrinale. --- Tornando infatti ai Concilii, come potremmo sapere se i Libri che noi oggi riteniamo ispirati e di origine apostolica, sono veramente tali, se noi mettessimo in discussione la validità dei concilii della Chiesa cattolica? Non furono proprio i Concilii che sancirono in maniera dirimente quali erano questi Libri? Perchè DIo dovrebbe aver illuminato i COncilii solo per sancire il Canone biblico? Non potrebbe aver dato a qualcun altro tale facoltà di stabilire il Canone? NOn potrebbe ad esempio averlo dato a Marcione questa autorizzazione? NOn potrebbe averlo dato agli gnostici, che di libri pretesi sacri e di pretesi apostoli ne avevano molti? Rifletti bene. Senza riconoscere ai COncilii la loro validità per dirimere e dirigere, non avremmo una Bibbia sicura e tutti potrebbero obiettare che una certa lettera apostolica non sia tale, come fece Lutero con ben 7 lettere introducendo fatali dubbi e confusione in tutta la cristianità. E se oggi abbiamo una Bibbia ben definita e determinata , è perchè nel Concilio di Trento fu riconfermato in maniera chiara e definitiva quali erano i libri biblici in tutte le loro parti.

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20/12/2022 18:42
 
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Continuazione della discussione dal post precedente

CR
QUalora un rappresentante della Chiesa dovesse sbagliare un insegnamento, lo si mette in rapporto a tutto il deposito di fede: Scrittura, magistero e tradizione della Chiesa. Il cristiano può anche avere dei dubbi ed è anche autorizzato a fare ricerchè circa la validità di quanto viene insegnato. Ma alla fine è sempre il confronto con questi tre elementi che determina l'attendibilità e la corrispondenza di quanto si insegna. La sola Scrittura non è sufficiente per effettuare tale verifica perchè ognuno in essa potrebbe trovare il sostegno a qualsiasi fantasia umana e l'esistenza di oltre 40000 sette nel mondo lo dimostra. Pertanto la Scrittura, che è il sicuro fondamento di tutto l'impianto dottrinale, in quanto la Chiesa ne ha riconosciuto la divina ispirazione, non si interpreta da sola ma necessita di essere correttamente spiegata per mezzo di tutti i pronunciamenti conciliari, e della costante trasmissione di ciò che si è sempre comunemente accettato e prefessato di Essa da parte delle chiese fondate dagli apostoli e successivamente rette dai loro successori presi in maniera globale e non singola.

NC
la carità la fanno solo i cristiani cattolici? Cmq i martiri cattolici venivano uccisi dai PAGANI perché i pagani odiavano tutti quelli che accettavano Yeshua come il loro re (L'Impero romano del I-II secolo DC e dagli islamici poi), NON DAGLI ALTRI CRISTIANI. Invece la chiesa cattolica insieme ai calvinisti e all'Impero romano del IV secolo hanno imposto con la forza la dottrina cattolica romana. Stai certo che se una "verità" viene imposta con la forza o con il ricatto allora quella NON È LA VERITÀ. La dottrina trinitaria sancita ufficialmente al concilio di Nicea è un esempio. Una dottrina imposta con la forza dalla chiesa di allora in combutta con l'Impero di allora. Vedi tu.
te l'ho detto che il fatto che la chiesa romana ha fissato il canone non significa che le dottrine cattoliche trasmesse fin da allora sono la verità. Può essere la verità ciò che produce la morte? La dottrina trinitaria ha portato persecuzioni da parte dei catto-calvinisti agli altri cristiani che non accettavano la Trinità cattolica. Dio si serve anche degli apostati se vuole per adempiere un proprio proposito proprio come si servì di Ciro per liberare Israele dai Babilonesi. Ciro era solo uno strumento ma non era un proselito ebreo.
Poi secondo te i Bereani avevano la tradizione? La loro tradizione era la scrittura. Cmq anche la tradizione deve essere vagliata. Lo dice la scrittura che BISOGNA ESAMINARE OGNI COSA.

CR
Concentriamoci per ora sul tema del post. Poi semmai potremo riprendere le altre questioni .--- Come puoi essere certo che una Chiesa da te considerata apostata abbia avuto proprio solo lo specifico ruolo di sancire il Canone biblico?. Se era apostata come fai ad essere sicuro che Dio lo abbia illuminato proprio per questo? E se invece, essendo apostata, avesse sbagliato nella scelta dei libri da considerare ispirati, scartando altri libri come il cosiddetto vangelo di Tommaso, degli ebrei, il vangelo di Mattia, l'apocalisse di Pietro, ecc ecc ---A noi in tal caso chi ci assicura che la Chiesa abbia avuto questa sola possibilità di scelta corretta, tra tante altre decisioni errate e quindi come possiamo essere certi che quella era corretta e le altre errate?
E perchè Dio non si è servito di quella che tu consideri la vera chiesa, per stabilire il canone? In tal modo avrebbe creato credibilità al canone stesso, senza possibilità di dubbi, quali quelli che vengono nel caso si pensi che la CHiesa che lo stabilì sia stata apostata. E al tempo stesso avrebbe accreditato quella che tu ritieni la vera chiesa.

NC
Perché Dio deve farci giungere il modo attraverso cui possiamo arrivare alla salvezza. Ecco perché sono sicuro dell'attendibilità del canone.
Perché fu scelta proprio la chiesa di quel tempo?
1) Perché come ti ho detto una dottrina di un concilio se viene veramente da Dio non può essere imposta con la forza dalla medesima chiesa in combutta col potere politico.
2) Perché Dio così Dio fa capire che tutto è sotto il suo controllo e che può trarre il bene da qualsiasi cosa.

CR
Le risposte che hai dato sono purtroppo non chiarificatrici delle domande poste. Se Dio avesse voluto trovare il modo attraverso cui farci giungere alla salvezza, avrebbe dovuto farlo attraverso la chiesa che tu ritieni vera, anzichè farla giungere attraverso una chiesa apostata. Una chiesa apostata avrebbe provocato un dubbio atroce in tutti quelli che sarebbero venuti alla fede riguardo non solo al canone biblico,ma su ogni altra decisione con una inevitabile confusione tra ciò tale chiesa avrebbe deciso lungo i secoli. - DIo può certamente avere tutto sotto il suo controllo e può anche ricavare il bene dal male, ma il punto è come fa un credente a sapere qual'è la decisione corretta tra le tante errate? Comprendi che Dio non può aver lasciato un simile atroce dubbio nella mente dei credenti. -- Per cui l'unica cosa sensata che ci si può rispondere è che Dio abbia illuminate tutte le decisioni conciliari, avendo Egli promesso che lo SPirito Santo avrebbe guidato alla verità intera, la sua Chiesa quale colonna e sostegno della verità, pur non promettendo la fedeltà del comportamento dei singoli, che attiene alla libertà umana, e che il Signore rispetta, comprese le modalità di applicazioni delle decisioni prese. --- Per quanto riguarda COncilio di Nicea mi risulta che solo pochissime persone furono esiliate con Ario, per evitare che con le loro dottrine contagiassero il corpo ecclesiale. LA qual cosa si verificò comunque a grave danno della Chiesa che conobbe una forte e perniciosa divisione, a dimostrazione di quanto era giustamente da temere le diffusione di errori dottrinali.

NC
Nessun dubbio. Ci fidiamo di Dio e delle sue vie. Lui forma la luce e le tenebre e ha tutto sotto controllo anche il male e Dio può usare anche il male per raggiungere uno scopo buono perché egli è Dio che ha tutto sotto controllo.
Per quanto riguarda la dottrina del concilio di Nicea la trinita venne presa dall'Impero e imposta obbligatoriamente ai cittadini. Anche la chiesa poi ha imposto con la forza le proprie dottrine. Dio non impone in questo modo. Quindi quel concilio non può essere ispirato dallo Spirito Santo ma dallo spirito degli uomini di quella chiesa in combutta con il dominio imperiale.
Lo Spirito Santo guida alla verità le persone che vogliono veramente ascoltare. Le persone non sono dei robot telecomandati dallo Spirito perché lo Spirito lascia poi la libertà al pastore di ascoltare la voce dello Spirito o quella del maligno. Quando il clero si devia lo Spirito Santo guida alla verità le persone di buone volontà che devono riprendere giustamente dall'errore i vescovi o il papa di turno. Mi dispiace. La chiesa come colonna della verità non è solo il clero ma anche le persone che credono nel figlio di Dio.

CR
Il controllo che ha Dio non è da mettere sullo stesso piano del controllo che deve poter avere l'uomo se non vuole rimanere nella aleatorietà e nella incertezza in cui rimarrebbe se non avesse una chiara possibilità di riconoscere quando una decisione è corretta e quando non lo è. Infatti non riesci a capire o ad accettare che l'uomo non è in grado di discernere quando DIo, grazie al suo controllo, ha manovrato la chiesa cattolica e quando invece lo ha lasciato errare, secondo la tua veduta. I libri biblici del canone sono diventati vincolanti e obbliganti per tutti i cattolici, esattamente come tutte le altre decisioni. Ma chi non voleva accettarli, poteva anche uscire dalla chiesa cattolica. Costantino non impose ai cittadini il concilio di Nicea, ma cercò di evitare la divisione dei cristiani (solo i cristiani), senza ricorso alle violenze. I dissidenti (solo 2 o 3 vescovi mi pare), furono solo esiliati. Non bisogna far passare le applicazioni del concilio di Nicea come fosse un eccidio di massa, perchè non è così. Ma la correttezza di una decisione della Chiesa non si deve valutare in base ai comportamenti e alle applicazioni di essa. Questo genererebbe una incertezza e una inevitabile confusione che il controllo di DIo sulle cose umane non permetterebbe.
La parte finale del tuo ultimo messaggio, considera ogni credente una potenziale guida di tutti gli altri, in quanto se ha capacità di ascolto può dare indicazioni anche alle guide preposte. Ma anche in questo caso, come fanno i credenti a capire chi e quando uno ha saputo ascoltare e quando non ha saputo ascoltare? Comprendi che in tal modo chiunque potrebbe rivendicare di essere illuminato dallo Spirito Santo e che può pretendere di sfornare dottrine a piacimento per porgerle come ispirate? Non è forse questo il criterio che ha prodotto oltre 40000 sette, tutte sedicenti ispirate?

NC
La vera chiesa non andava e non va a braccetto con l'Impero. Se una chiesa andava a braccetto con l'impero allora quella chiesa non poteva essere la chiesa di Cristo. E Cristo non ha detto a Pietro "vai e fondati uno Stato. monarchico terreno". La chiesa di Roma che era trinitaria ha perseguitato gli altri cristiani con l'ausilio dell'Impero. Se non accettavi la dottrina della chiesa di Roma che era appoggiata dall'impero dovevi stare attento a non finire al rogo con la falsa accusa di stregoneria. L'albero si riconosce dai frutti per cui la dottrina trinitaria non può essere ispirata da Dio. Una dottrina di ispirazione divina non produce queste cose e questa è la prova che i successori degli Apostoli potevano essendo dotati di libero arbitrio deviare loro stessi dalla fede e deviare il popolo stesso secondo ciò che è scritto in 2 Tessalonicesi 2 e anche Luca 12,41-47.
Io non ho detto che il "laico" si deve sostituire al pastore ma che il laico deve correggere il pastore quando sbaglia anche sulla dottrina. È successo con la dottrina trinitaria dove molti hanno pagato anche con il sangue (martirio) il fatto di opporsi alla dottrina trinitaria della chiesa-impero.
Cmq quelle che tu chiami "sette" da dove sono uscite? Da dove vengono i protestanti? Da dove vengono i tdg? Da dove vengono gli ortodossi?
"L'albero si riconosce dai frutti". Stop questo è il criterio di valutazione che ci ha lasciato Cristo per valutare una chiesa così anche le sue dottrine. Quando per esempio i cattolici attaccano le dottrine Geoviste lo fanno anche in base ai frutti derivanti da esse. Il ragionamento vale anche al contrario. Le dottrine della chiesa romana si valutano anch'esse dai frutti che producono. I cattolici trinitari e gli ariani si sono perseguitati a vicenda. Una dottrina che viene da Dio non produce persecuzioni.
e senza andare troppo indietro nel tempo basta considerare le dottrine ecumeniche della chiesa cattolica di oggi per capire che la chiesa cattolica di Roma non è infallibile in tema di dottrina, neppure un concilio presediuto da un papa.

CR
i frutti ci sono stati e sono stati tanti dall'inizio ad oggi. I comportamenti individuali che talora sono stati antievangelici, non devono essere presi come un metro di misura che invalidi gli insegnamenti. Tutti possono peccare e peccano e tutti i gruppi umani nessuno escluso può rivendicare solo frutti buoni. Il gruppo di cui tu fai parte qual'è e puoi essere certo che non ha mai sbagliato? Se nessuno è senza peccato, tutti in questa tua chiesa hanno certamente sbagliato e non possono vantare frutti solo buoni. Pertanto il tuo criterio di valutazione si basa su un fondamento errato. --- Per quanto riguarda Nicea, ritengo che tu non sia molto ben documentato. Infatti non fu la chiesa di allora a cercare Costantino, ma fu Costantino a cercare la Chiesa , spinto sia dalla madre Elena convinta cristiana, sia dalle esigenze sue personali di mantenere unito il suo impero. Certo, quando la chiesa vide che Costantino si stava attivando per far cessare le persecuzioni che erano state terribili fino a Diocleziano, non potè far altro che accogliere come provvidenziale la decisione di consentire la libertà di culto per tutte le fedi, che Costantino permise, compreso la fede cristiana. -
Non esistono "dottrine ecumeniche" ma dialoghi, rapporti, tentativi ecumenici per trovare dei punti di convergenza a partire da punti dottrinali condivisi o meglio approfonditi insieme con i fratelli separati. A tutt'oggi sono stati fatti pochi e timidi passi avanti nonostante molti sforzi per ricucire le divisioni.

NC
Abbiamo punti di vista diametralmente opposti sia su quello che successe a Nicea e sia sui dialoghi ecumenici dove i papi post conciliari hanno spesso detto che musulmani e cristiani adorano lo stesso Dio il che è una eresia enorme. Lo stesso concilio Vaticano II va in queste direzioni dottrinali. Quindi se il concilio Vaticano II nn viene da Dio vuol dire che anche i concili precedenti possono non essere ispirati.
A Nicea fu sancita ufficialmente la trinita che già di per se non è dimostrabile con la Bibbia. La trinità venne anche imposta dall'Impero romano e chi non l'accettava doveva stare attento a non venir perseguitato dall'Impero e dalla chiesa papista. La chiesa papista ha perseguitato i cristiani che nn credrvano alla trinita Niceana. Dio non impone con la forza le dottrine. È il diavolo che vuole imporle con la forza e stai certo che quando una dottrina come un idea viene imposta con la forza quel pensiero di certo non viene da Dio.
Io nn faccio parte di nessun gruppo. Me ne sto dalla larga dalle religioni cattolica compresa e ringrazio Dio per avermi tirato fuori da tutte le religioni umane. Io faccio parte della chiesa del Dio vivente che è costituita non dai mattoni fisici ma dai mattoni viventi. Non ho alcun bisogno di fondare una chiesa perché Mi basta già la fede nel figlio di Dio per far parte della chiesa di Cristo.

CR
Considerando che Cristo ha detto in Mt 16,18ss Io fonderò la MIA CHIESA è evidente che Egli ha deciso di chiamare a se tanti seguaci e che fossero uniti in tale Chiesa. Allora il non appartenere a nessuna chiesa, è una posizione comoda perchè in tal caso non si ha l'incombenza di dover rispondere alle eventuali obiezioni sulla storia di tale comunità, ma ciò non è rispondente alla volontà di Cristo, il quale vuole che una CHiesa ci sia e da cui tu ti chiami fuori, ritenendo di far parte di una chiesa immaginaria senza che alcun altro, oltre te ne professa le dottrine. -- Tornando ancora a Nicea, ti faccio presente che il COncilio che ivi stabilì la divinità di Cristo, quale Figlio della stessa natura di DIo Padre, lo fece in base a quanto 316 vescovi su un totale di 318 credeva unanimemente nella divinità di Cristo, in normale prosecuzione con quanto già tutte le comunità cristiane da loro guidate, già professavano in pieno accordo con quanto i Vangeli e quindi gli apostoli, presentavano sulla sua Persona e che entrarono definitivamente nel canone circa 70 anni dopo Nicea. E' infine chiaro che una volta chiarita un dottrina su cui qualche fedele ha obiettato rischiando di arrvare ad una spaccatura profonda nel Corpo visibile di Cristo (Chiesa), tale dottrina diviene voncolante per chi si riconosce di far parte della Chiesa. ---Eusebio di Cesarea nella sua storia ecclesiastica descrive passo passo le convinzioni dei cristiani sulla divinità di Cristo dall'inizio fino al IV secolo Pertanto la tua idea che la Trinità sia un errore, in realtà è stato già ampiamente considerato analizzato e definitivamente acclarato. --- Per quanto riguarda le parole del papa, vanno analizzate di volta in volta nel loro contesto discorsivo alla buona che fa per farsi capire da tutti. Ma le dottrine vincolanti vanno cercate nei pronunciamenti e nei documenti ufficiali.

NC
Quello era il pensiero dei cosiddetti padri del II-III secolo ma non trovo scritto da nessuna parte che quello era il pensiero originale degli apostoli. Dio non è un essere scende letteralmente dal cielo come se fosse un dio pagano che risiede in qualche luogo. Egli è il luogo di tutte le cose.
Per quanto riguarda gli insegnamenti ecumenici non c'è niente da interpretare. Se uno dice che cristiani e musulmani credono nello stesso Dio che c'è da interpretare? Questo è l'insegnamento che deriva da "nostra aetate" del concilio Vaticano II. Quindi il concilio Vaticano II dimostra proprio che i concili, anche quelli presediuti dal papa, sono tutt'altro che infallibili. Non possono sbagliare SOLO SE ascoltano lo Spirito Santo come avvenne nel primo concilio di Gerusalemme. Ma nel concilio Vaticano II non penso proprio che si può dire la stessa cosa. Parimenti anche il concilio di Nicea è in dubbio come il Vaticano II.
Noi abbiamo la parola di Dio (Luca 12,41-45; Galati 1,8; 2 Tessalonicesi 2, Apocalisse 17 e l'antico testamento Daniele capitolo 7). Le profezie vanno confrontate con la storia altrimenti non servono a nulla. Le profezie e la storia servono per fare 2+2.

CR
La fede islamica è certamente diversa da quella cristiana, ma i musulmani sono quella progenie di Abramo a cui fu promesso una discendenza numerosa come le stelle del cielo, anche come discendenti di Ismaele. Perciò nel brano da te richiamato viene detto : 3. La Chiesa guarda anche con stima i musulmani che adorano l'unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra (5), che ha parlato agli uomini. Essi cercano di sottomettersi con tutto il cuore ai decreti di Dio anche nascosti, come vi si è sottomesso anche Abramo, a cui la fede islamica volentieri si riferisce. Benché essi non riconoscano Gesù come Dio, lo venerano tuttavia come profeta; onorano la sua madre vergine, Maria, e talvolta pure la invocano con devozione. Inoltre attendono il giorno del giudizio, quando Dio retribuirà tutti gli uomini risuscitati. Così pure hanno in stima la vita morale e rendono culto a Dio, soprattutto con la preghiera, le elemosine e il digiuno." --- COme vedi viene indicato il richiamo biblico al Vecchio Testamento per indicare come anche i musulmani si rivolgono a Dio pur non conoscendoLo nelle caratteristiche con cui Gesù ce lo ha fatto meglio conoscere. Dobbiamo altresì dire che molti si riferiscono a Dio pur senza conoscerLo. Ma non per questo possiamo liquidare la questione dicendo che essi non stanno cercando il vero Dio. Inoltre nel brano da te indicato come erroneo, viene anche evidenziata la peculiare differenza dell'islamismo rispetto al Cristianesimo in modo da evitare di far risultare tutto sullo stesso piano. --- Ora se questo esempio che hai fatto possa autorizzare a giudicare i COncilii come erronei, allora non esisto a dire che purtroppo stai prendendo un abbaglio che ancora ti rende impossibile vedere come stanno le cose.---- Il tuo finale "noi abbiamo la parola di DIo" lo dovresti collocare nel fatto che Dio questa sua Parola lo ha fatto riconoscere alla sua Chiesa, certamente peccatrice, ma se noi oggi possiamo riferirci ad essa è perchè COme in tutti i Conciii, la Chiesa è stata guidata a trasmetterci la verità di cui è stata fatta colonna e fondamento per tutti, affinchè a tutti facesse luce.

NC
I musulmani non adorano l'unico Dio. L'abilità del diavolo sta nel mischiare verità e menzogna.
Il testo dice che i musulmani ADORANO l'unico Dio.Non si può adorare Dio senza conoscere Gesù. Stop. "Essi cercano di sottomettersi con tutto il cuore ai decreti di Dio".
Ma quale Dio? Dio ha ispirato i decreti presenti nel Corano?

CR
Autore
Rileggi bene il testo: " La Chiesa guarda anche con stima i musulmani che adorano l'unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini. ..." Non dice che i musulmani sono i soli ad adorare l'unico Dio. Ma che essi individuano nel loro Dio le caratteristiche di vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini, e come tali ne hanno colto fondamentati aspetti . Questi tratti peculiari della loro fede, per quanto poi si distanzi da quella cristiana, sono comuni per i discendenti di Abramo. -- I decreti di Dio principali anche per i musulmani sono i COmandamenti che Dio diede nella Legge e che restano anche per noi e per gli Ebrei. Ovviamente con certe distinzioni e divergenze che si trovano nel Corano e che certamente non vanno dimenticate. In Gen 17,20 troviamo questa solenne promessa divina: "Anche riguardo a Ismaele io ti ho esaudito: ecco, io lo benedico e lo renderò fecondo e molto, molto numeroso: dodici principi egli genererà e di lui farò una grande nazione.--- Ora io credo che questa promessa profetica di un popolo molto numeroso disceso da Ismaele, si sia realizzato nel popolo islamico, che nonostante le differenze notevoli, rispetto agli altri discendenti di Abramo, abbia mantenuto almeno quella fede nel Dio di Abramo, unico Creatore di tutto.--- Si salveranno i musulmani? Non sta a noi dirlo, ma credo valga anche per loro il principio espresso da Paolo in Rom 2,11"... davanti a Dio non c'è favoritismo.
12 Infatti tutti coloro che hanno peccato senza legge periranno pure senza legge; e tutti coloro che hanno peccato avendo la legge saranno giudicati in base a quella legge; 13 perché non quelli che ascoltano la legge sono giusti davanti a Dio, ma quelli che l'osservano saranno giustificati. 14 Infatti quando degli stranieri, che non hanno legge, adempiono per natura le cose richieste dalla legge, essi, che non hanno legge, sono legge a se stessi; 15 essi dimostrano che quanto la legge comanda è scritto nei loro cuori, perché la loro coscienza ne rende testimonianza e i loro pensieri si accusano o anche si scusano a vicenda. 16 Tutto ciò si vedrà nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini per mezzo di Gesù Cristo, secondo il mio vangelo.--- Per quanto riguarda tutti i distinguo tra le varie fedi è stato fatto un documento apposito che è la Dominum Jesus scritto da Benedetto XVI, al tempo di Giovanni Paolo II, e che chiarisce la posizione cattolica che non deve essere confusa con le altre, a prescindere dalla esistenza di alcuni tratti comuni.----- Tu fai questa affermazione " Non si può adorare Dio senza conoscere Gesù." Possiamo essere d'accordo che la conoscenza di Gesù porta al massimo la conoscenza del Padre, ma non si può dire che la non conoscenza di Gesù renda del tutto impossibile l'adorazione di Dio. Per esempio gli Ebrei che prima della venuta di Cristo e non ancora conoscevano quello che Lui ha fatto conoscere, a chi rivolgevano la loro adorazione se non al Dio di Abramo?

NC
ma che centra il tempo prima della venuta di Cristo con il "culto" ebraico dopo la venuta di Cristo? Le parole di Gesù parlano chiaro "se non crederete che io sono morirete nei vostri peccati". Potranno osservare anche tutta la legge ma il loro culto di adorazione non va a Dio che VUOLE ESSERE ADORATO IN SPIRITO E VERITÀ. E se questo vale per gli ebrei vale anche per i musulmani che non credono in Yeshua figlio di Dio. Quindi sono entrambi culti a vuoto e pertanto non adorano Dio ne si sottomettono ai decreti di Dio anche nascosti perché hanno rifiutato il più grande decreto di Dio che è Yeshua costuito come Messia e Figlio di Dio. Dire che i musulmani si sottomettono ai decreti di Dio anche nascosti vuol dire accettare i decreti del Corano come ispirati da Dio. Altrimenti come fanno a sottomettersi ai decreti di Dio anche nascosti? Ecco perché quel documento non viene dallo Spirito Santo e pertanto anche quel concilio come anche il concilio di Nicea che ha stabilito una dottrina non bibldella trinità imposta poi con la forza dalla chiesa di allora e dall'Impero romano pagano divenuti ormai alleati.
paragonare la stirpe di Ismaele ai musulmani è come il paragone fatto tra il profeta promesso da Dio in Deuteronomio e Maometto. La Bibbia viene storpiata in tutti o modi possibili. La nazione che discenderà da Ismaele sono i credenti di quella linea che accetteranno Yeshua come figlio di Dio e Messia. Quando ciò avverrà unico sarà YHWH sulla Terra unico sarà il suo nome e YHWH sarà l'unico re su tutta la terra in accordo alla profezi
a di Zaccaria. Il passo di Genesi non centra proprio niente con i musulmani

CR
Anche da Isacco è venuta fuori una grande nazione che comprende tutto il popolo ebraico la cui stirpe può essere considerata molto numerosa. Del cui popolo abbiamo tante profezie (vedi ad esempio Ez 36-40) fino al ritorno dall'esilio tra i popoli, impensabile dopo l'olocausto. --- Nel promettere una discendenza numerosa dobbiamo pensare non solo alla discendenza spirituale secondo la fede, che non penso sia tanto numerosa, ma alla discendenza secondo la carne e quindi la grande nazione promessa anche ad Ismaele va intesa come discendenza allo stesso modo di quello ebraico. Maometto come singolo, nella Bibbia non è accostabile a nessun personaggio, mentre Ismaele è considerato il capostipite della stirpe araba, detta anche "ismaelita". Devi tener presente che nel piano di Dio per gli uomini non esiste solo il piano spirituale ma anche quello materiale in cui viviamo, mentre tu riduci tutti i popoli abramitici a sola realtà invisibile, e quindi sociologicamente non rilevabile e non rilevante. Ciò è un errore perchè DIo si serve anche delle realtà terrene per realizzare quelle eterne secondo i suoi imperscrutabili giudizi.
tu ricordi che "Dio che VUOLE ESSERE ADORATO IN SPIRITO E VERITÀ." Certo, e quando Cristo disse queste parole le disse riferendole tanto ai samaritani quanto ai giudei e per estensione a tutti gli altri popoli. Per quanto riguarda la salvezza noi non dobbiamo avere ristrettezze di pensiero come non ne aveva Paolo in ROm 2,11-16 che ti citavo dicendo che ci si può salvare osservando i comandamenti secondo la propria coscienza, qualora non si abbia la possibilità o la cognizione necessaria per aderire a Cristo, condizionati da fattori storici, culturali, sociali,. Pensa che oltre 1 miliardo di persone professa l'islamismo. E vi sono stati e vi sono altri miliardi che non hanno avuto accesso alla possibilità di aderire a Lui. Tu pensi davvero che Dio farà perire un simile popolo discendente da Abramo secondo la carne? Non ha forse detto Gesù stesso al giovane ricco che gli chiedeva cosa dovesse fare per avere la vita eterna, di osservare i Comandamenti per avere la vita? E non ha forse detto Paolo in 1Timoteo 4:10 "...la nostra speranza nel Dio vivente, che è il Salvatore di tutti gli uomini, SOPRATTUTTO DEI CREDENTI.---- Con questo non voglio considerare alla pari la sublimità della fede in Cristo, ma penso che Dio, il quale vuole la salvezza di tutti gli uomini, trovi strade a noi sconosciute per portare anche a chi non lo conosce, gli effetti del sacrificio di Cristo, suo Unigenito, che ha dato per tutti noi.

NC
il passo di Romani 2,11-16 non va inteso come se uno può determinare cosa è giusto o sbagliato in base alla propria coscienza altrimenti sarebbe relativismo e non ci sarebbe più una verità oggettiva assoluta. Ognuno sarebbe così il dio di se stesso. Paolo non voleva certo arrivare a questo ma si riferiva a tutti quelli che ancora non avevano conosciuto Cristo e il Vangelo mediante la predicazione. Allora il Vangelo era agli inizi e c'era un mondo da predicare. Oggi il Vangelo è arrivato al 99,9℅ del mondo. Oggi quel passo sarebbe da applicare agli indigeni che non hanno mai sentito parlare di Torah, di Vangelo. Tu tratti gli islamici come gli indigeni. Se il Vangelo è arrivato tra gli islamici, come tra gli atei o tra gli ebrei essi sono inescusabili se rifiutano Cristo. La parola di Cristo non può essere annullato. Se si rifiuta Cristo non c'è salvezza. Chi non ha il figlio non ha la vita. Chi confessa con la parola della bocca che Yeshua è Signore sarà salvato. Solo uno che vive nelle foreste più sperdute può salvarsi se osserva senza conoscerli le leggi noachidi oppure un bimbo che muore prima dell'età adulta. In questi casi il sacrificio si estende, non a chi consapevolmente rifiuta il Vangelo.
un musulmano che ha sentito ascoltare Cristo e il Vangelo e che lo rifiuta è consapevole di ciò. Dunque non è scusabile, ne si sottomette volontariamente alla volontà di Dio e ai suoi decreti anche nascosti. Invece il documento nostra aetate del CVII afferma che TUTTI i musulmani CERCANO DI SOTTOMETTERSI CON TUTTO IL CUORE AI DECRETI DI DIO ANCHE NASCOSTI. E questo non è vero. Se il corano era ispirato veramente da Dio allora i decreti contenuti in esso erano ispirati e i musulmani potevano sottomettersi veramente ai decreti di Dio anche nascosti. L'affermazione che fa nostra aetate legittima il corano come fonte di ispirazione divina e Maometto come vero Profeta dell'unico vero Dio. Pertanto secondo questa concezione un musulmano non adora ALLA STESSA MANIERA di un cristiano MA CMQ IN QUALCHE MODO LO ADORA E DIO ACCETTEREBBE QUELL'ADORAZIONE. COSÌ FACENDO, ANCHE SE CRISTIANESIMO E ISLAMICO HANNO DELLE DIFFERENZE, SAREBBE INDIFFERENTE SCEGLIERE DI ESSERE CRISTIANI O MUSULMANI, SAREBBE INDIFFERENTE SCEGLIERE DI SEGUIRE IL VANGELO O LE PAROLE DI MAOMETTO PERCHÉ IN ENTRAMBI I MODI DIO ACCETTEREBBE IL CULTO E IN ENTRAMBI I MODI CI SI SALVEREBBE.
MA NON È COSÌ. CRISTO E LA SUA PAROLA SONO L'UNICA VIA PER ESSERE SALVATI PERCHÉ NON È STATO STABILITO SOTTO IL CIELO ALTRO NOME PER MEZZO DEL QUALE POSSIAMO ESSERE SALVATI. I MUSULMANI CREDONO DI ADORARE IL DIO DI ABRAMO, ANCHE GLI EBREI CHE RIFIUTANO CONSAPEVOLMENTE CRISTO CREDONO DI ADORARE IL DIO DI ABRAMO MA NON È COSÌ PERCHÉ IL LORO È UN CULTO INVANO CHE DIO NON ACCETTA, SE MAI LO PERMETTE MA NON LO APPROVA. SOLO IL CRISTIANO CHE FA ANCHE LE BUONE OPERE ADORA DIO. QUESTO È L'UNICO CULTO STABILITO DA DIO COME BUONO. QUESTO È IL CRISTIANESIMO CHE PIACCIA O MENO AL MONDO E QUESTO IL MONDO NON LO PUÒ CAMBIARE NE TANTO MENO PUÒ CAMBIARE IL CRISTIANESIMO PER PIACERE AL MONDO.
per quanto riguarda il discorso che fai sul "secondo la carne" non centra nulla con l'islam perché secondo la carne gli ismaeliti sono gli ARABI. Arabo non è equivalente di islamico. Puoi trovare un arabo islamico come anche un arabo di fede cristiano o ebraica o anche un arabo ateo. Alla stessa maniera i figli di Giacobbe secondo la carne sono gli ebrei indipendente dal credo. Un ebreo secondo la carne può essere un giudeo-cristiano per fede come può essere anche di fede ebraica ortodossa oppure ateo. Il fatto che Dio ha benedetto Ismaele e permesso che Ismaele diventasse una grande nazione in termini numerici ossia LA POPOLAZIONE ARABA non significa che Dio legittima l'Islam. Gli arabi diventeranno la nazione Santa di Dio quando come gli ebrei si convertiranno a Yeshua e sulla Terra ci sarà un solo re e un solo YHWH. Prendere il passo di Genesi 17,20 per legittimare l'Islam vuol dire creare una nuova religione il CRISLAM. Islamico non vuol dire arabo. Un islamico può essere anche un italiano oppure anche un ebreo. Il passo di Genesi 17,20 vuol dire che Dio avrebbe fatto da Ismaele il popolo degli ARABI e che alla fine del mondo anche gli arabi sarebbero diventati una parte della nazione Santa di Dio.
se prendi alla lettera 1 Timoteo 4,10 allora bisogna considerare che tutti gli uomini alla fine si salveranno, anche i satanisti morti senza pentimento. È qualcosa molto simile alla dottrina dell'apocatastasi. Ma se hai ragione tu che tutti gli uomini si salveranno indipendentemente dal credo allora allora la tua chiesa ha sbagliato per 2000 anni perché sostiene che dall'inferno non se esce più. Oppure l'inferno è vuoto oppure ci sta solo il diavolo?
Non ti conviene prendere alla lettera 1 Timoteo 4,10.

CR
Infatti solo chi rifiuta colpevolmente e con deliberata decisione il Vangelo pienamente conosciuto sarà condannato. Ma vi sono stati nel corso della storia umana, e tuttora vi sono tanti milioni di persone, quasi analfebete che vivono in un contesto socioculturale che gli ha presentato il cristianesimo come il male maggiore del mondo, o che glie lo ha presentato in maniera distorta o che non glie lo presenta affatto, e quindi non ha modo di rendersi pienamente conto della veridicità dei fatti e della portata di quella venuta di Gesù per la nostra salvezza, che pur avendo sentito vagamente parlarne, resta condizionato a tal punto da non essere nè pienamente consapevole nè in grado di fare una scelta pienamente libera. In tal caso possiamno ritenere in base a Lc 12,46ss che il SIgnore tenga conto del grado di responsabilità della persona e possa decidere in base alla sua coscienza. La quale coscienza, è sicuramente influenzabile da vari fattori e quindi resta un fatto soggettivo, ma in mancanza di altri fattori diventa il paradigma di riferimento che Paolo dice verrà valutato, in assenza di una evangelizzazione adeguata.---- Per quanto riguarda il fatto che il Signore è il salvatore di tutti gli uomini soprattutto dei credenti, è evidente che è il salvatore di tutti coloro che si dispongono a farsi salvare- Si dichiara ugualmente che Cristo è morto PER TUTTI ma non tutti ne vogliono beneficiare e possono rifiutare, quindi è il potenziale salvatore di tutti fatte salve le loro libertà a volte nettamente contrarie al desiderio di Dio di salvare tutti. In tal caso per loro non vi è possibilità che Dio faccia violenza alla loro libertà. Pertanto la frase è vera come anche è vero che è il salvatore SOPRATTUTTO, SPECIALMENTE dei credenti, perchè essi hanno la possibilità di accogliere in modo pienamente consapevole, e grato la salvezza offerta loro in Cristo.
Prendere la profezia di Gen 17, 20 non significa legittimare in toto l'islam, come fosse una religione portatrice della verità intera, che invece resta affidata solo alla Chiesa di Cristo, ma semplicemente individuare nel fatto che anche loro adorano un Creatore, che hanno in comune con i discendenti di Abramo la fede in un unico Dio. Quindi stiamo prendendo in esame un solo elemento, quello della adorazione di Dio. In Att 17,11 Paolo diceva agli ateniesi: "Quello che voi ADORATE SENZA CONOSCERE, io ve lo annunzio.--- Gli ateniesi dunque adoravano un Dio che chiamavano IGNOTO. Or dunque possiamo dire che Dio fosse completamente sdegnato di un tale culto, considerato che quegli uomini fino ad allora non avevano ancora avuto il vangelo? E pensiamo quanti altri uomini nell'impero romano e nei successivi secoli, non hanno sentito il vangelo o lo hanno sentito in maniera irrilevante. SI può dire che il loro culto, fatto in buona e retta coscienza, sia stata considerata una falsa adorazione, solo perchè non avevano avuto ancora la grazia di ascoltare l'annuncio cristiano? Cornelio ad esempio non conosceva ancora Cristo ma era gradito a
NC
Dario Damario Atti 17 va contestualizzato. Gli Ateniesi non avevano ancora ricevuto la parola del Vangelo (come anche Cornelio) e quindi NON CONOSCENDO NE LA TORAH NE IL VANGELO ESSI POTEVANO ADORARE DIO SENZA CONOSCERLO SE METTEVANO IN PRATICA ALCUNI PRECETTI GENERALI. LA COSA NON È PARAGONABILE AL MONDO ISLAMICO PERCHÉ I MISSIONARI CRISTIANI SONO GIUNTI QUASI OVUNQUE NEL MONDO. È IMPOSSIBILE CHE UN ISLAMICO NON ABBIA SENTITO DELLA TORAH E DI CRISTO A MENO CHE NON VIVE IN QUALCHE POSTO SPERDUTO DEL MONDO MAI RAGGIUNTO DALLA TORAH O DAL VANGELO. E chi ha rifiutato consapevolemente Cristo non ha nessuna scusa. Non può dire i capi religiosi mi hanno influenzato perché la responsabilità è di chi si fa influenzare. Se uno si fa influenzare è perché HA VOLUTO FARSI CONDIZIONARE. ANCHE I GIUDEI ERANO INFLUENZATI DAL CONTESTO DEI CAPI SACERDOTI EPPURE LUI DISSE "SE NON CREDERETE CHE IO SONO MORIRETE NEI VOSTRI PECCATI". E se questo vale per gli ebrei vale anche per gli arabi. Quindi NO in generale i musulmani NON SI SOTTOMETTONO AI DECRETI DEL VERO DIO ANCHE NASCOSTI. NEL DOCUMENTO DI NOSTRA AETATE C'è UN GRAVE ERRORE CHE GETTA DUBBIO SUL CVII E DI CONSEGUENZA ANCHE GLI ALTRI CONCILI POTEVANO AFFERMARE COSE ERRATE. PER ESEMPIO LA TRINITÀ NICEANA NON È BIBLICA PERCHÉ LO SPIRITO SANTO È LA NATURA STESSA DEL PADRE. LO SPIRITO SANTO NON È UN NOME PROPRIO, È LA NATURA DEL PADRE ED È IL PADRE GENERATORE DELL'UOMO YESHUA CHE È IL PADRE VENUTO NELLA CARNE. PERCHÉ IL PADRE VENUTO NELLA CARNE? PERCHÉ LA PAROLA CREATRICE DEL PADRE ERA IL PADRE STESSO PROPRIO COME LA TUA PAROLA SEI TU, NON UN ALTRO ESSERE DISTINTO DA TE. La parola creatrice è anche lo Spirito Santo perché la parola è la forza di Dio in azione. Leggi Salmo 33,6-9. Non ci sono 3 spiriti. il padre non è uno spirito che dimora letteralmente in qualche luogo. Vi è un solo Spirito divino che è ONNIPRESENTE. Lo stesso Dio Spirito Santo che "era nel cielo" era anche sulle acque primordiali.
Dobbiamo riscoprire l'ebraicita dei vangeli. Chi ha scritto i vangeli erano ebrei che scrivevano in greco ma pensavano in ebraico. Non erano greci che scrivevano secondo la mentalità dei Greci. I cosiddetti padri conciliari del Concilio di Nicea avevano ormai assimilato la mentalità greca distaccandosi totalmente dall'ebraicita dle vangelo. Sono stati gli ebrei che hanno fissato l'antico testamento e non i concili cattolici. Sono stati gli ebrei cristiani a scrivere il nuovo testamento riconoscendo l'autenticità stessa dei libri. I concilii hanno solo ufficializzato una cosa che già si credeva fin dal tempo apostolico e Dio si è solo servito del Concilio che ufficializzato i libri del nuovo testamento alla stessa maniera in cui si servì di Balaam o di Nabucodonosor o di Ciro di Persia.

CR
Ho capito da quanto da te scritto sopra che credi che il Padre non sia distinto dal Figlio e dallo SPirito Santo, come si evince in molti passi (come ad esempio Gv 1,1 - Gv 1,18 -Mt 22,44 ecc.). Mi pare di ricordare che di questa tua credenza, professata già dai Sabelliani/monarchiani, parlammo già anni fa e quindi non è il caso di replicare il confronto
Per quanto riguarda le altre cose da te scritte, possiamo concordare sul fatto che la piena consapevolezza del Vangelo e il deliberato rifuto rende difficile la salvezza, che potrebbe essere come entrare attraverso la cruna di un ago. Ma anche in questo caso noi non possiamo conoscere cosa Dio possa fare in quanto in Mt 19,25 A queste parole i discepoli rimasero costernati e chiesero: «Chi si potrà dunque salvare?». 26 E Gesù, fissando su di loro lo sguardo, disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile». ---- Per cui è vero che ai credenti coerenti potrà essere ampiamente aperto l'ingresso nel regno, ma dobbiamo sapere che per altri potrebbe essere possibile anche entrare per la cruna,... lasciamo a Dio il modo per mostrare la sua misericordia Rom 11,32 senza giudicare niente prima del tempo. ---






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06/01/2024 17:11
 
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In questo giorno dedicato alla visita dei Magi d'oriente al Bambino Gesù, non ben noti personaggi di cui conosciamo molto poco, ho provato a fare qualche domanda alla intelligenza artificiale per vedere come avrebbe affrontato l'argomento. Riporto la conversazione:

CR (credente)
Come facevano i magi a collegare l'apparizione della stella al fatto che dovevano seguirla per andare ad adorare il neonato bambino?

IA (untelligenza artificiale)
I magi erano uomini saggi e religiosi, e avevano una conoscenza profonda della Bibbia. Sapevano che il profeta Isaia aveva predetto la nascita di un re messianico, che sarebbe nato da una donna vergine e sarebbe venuto a salvare il popolo di Israele.

Quando videro la stella, capirono che era un segno di questa profezia. La stella si muove in modo strano, come se stesse guidandoli verso un luogo specifico. I magi interpretarono questo come un segno che Dio li stava guidando a trovare il neonato re.

Oltre a questo, i magi erano probabilmente anche astronomi. Sapevano che le stelle erano spesso usate come simboli religiosi, e che le stelle cadenti erano spesso viste come un segno di eventi importanti. La stella che videro era probabilmente una cometa o un altro oggetto celeste raro, che li colpì come un segno divino.

In definitiva, non possiamo sapere con certezza come i magi collegarono l'apparizione della stella al fatto che dovevano seguirla per andare ad adorare il neonato bambino. Tuttavia, è chiaro che avevano una profonda fede religiosa e che interpretarono la stella come un segno di Dio.

Ecco alcuni possibili specifici per cui i magi collegarono la stella al bambino motivi:

La stella apparve a loro in oriente, dove la profezia di Isaia diceva che sarebbe nato il re messianico.
La stella si muove in modo strano, come se stesse guidandoli verso un luogo specifico.
La stella era probabilmente un oggetto celeste raro, che li colpì come un segno divino.
I magi erano probabilmente anche influenzati dalla loro cultura e dalle loro credenze religiose. Nel mondo antico, le stelle erano spesso viste come simboli di divinità o di eventi importanti. I magi potrebbero aver visto la stella come un segno che Dio stava mandando loro un messaggio.

CR
Oltre alle profezie bibliche Lo zoroastrismo prevedeva la nascita di un re soccorritore ?

IA
Sì, lo zoroastrismo prevedeva la nascita di un re soccorritore, chiamato Saoshyant. Il Saoshyant è una figura messianica che sarebbe venuto a salvare il mondo dal male ea stabilendo il regno di Ahura Mazda, il dio del bene.

Secondo le profezie zoroastriane, il Saoshyant sarebbe nato da una vergine e sarebbe stato un discendente di Zoroastro. Avrebbe portato con sé la saggezza e la conoscenza di Zoroastro, e avrebbe insegnato al mondo la verità di Ahura Mazda.

Il Saoshyant avrebbe anche compiuto una serie di miracoli, tra cui la resurrezione dei morti e la purificazione del mondo dal male. Alla fine, avrebbe sconfitto Ahriman, il dio del male, e avrebbe stabilito un regno di pace e giustizia per sempre.

Le profezie zoroastriane sul Saoshyant hanno una certa somiglianza con le profezie bibliche sul Messia. Entrambi i messia sono nati da una vergine e sono discendenti di un grande profeta. Entrambi avrebbero portato la saggezza e la conoscenza di Dio al mondo, e avrebbero compiuto una serie di miracoli.

È possibile che i magi, che erano zoroastriani, avessero collegato l'apparizione della stella alla nascita di Gesù Cristo perché avevano familiarità con le profezie zoroastriane sul Saoshyant.

Ecco alcuni passaggi specifici dai testi zoroastriani che prevedono la nascita di un re soccorritore:

Yasna 45:4: "Un discendente di Zoroastro, un uomo giusto, si leva, che sarà un eroe, un uomo di potere, un capo, un re."
Yasna 53:2: "Un uomo giusto, un uomo di potere, un capo, un re, un Saoshyant, si leva."
Vendidad 19:35-36: "Il Saoshyant sarà un uomo giusto, un uomo di potere, un capo, un re, un eroe, un figlio di Zoroastro."

CR
Chi era Zoroastro?
IA
Zoroastro, o Zarathustra, è stato un mistico iranico, profeta del Mazdeismo e autore delle cinque gāthā raccolte nell'Avestā.

Secondo le fonti tradizionali, Zoroastro nacque nel VII secolo aC in una regione dell'Iran centrale chiamata Airyanem Vaejah. Era figlio di un sacerdote zoroastriano, Pourušaspa, e di sua moglie, Dughdova.

Zoroastro ricevette le sue rivelazioni da Ahura Mazda, il dio supremo del Mazdeismo. Queste rivelazioni riguardavano la natura di Dio, la lotta tra il bene e il male, e il destino dell'umanità.

Zoroastro predicò che Ahura Mazda era l'unico dio vero e che il male era una forza creata da Ahriman, il dio del male. Insistette sull'importanza della scelta morale e sulla necessità di combattere il male con le buone azioni.

Le idee di Zoroastro ebbero un profondo impatto sulla cultura iranica e sulla nascita di altre religioni monoteiste, come l'ebraismo, il cristianesimo e l'islam.

Ecco alcuni dei principali insegnamenti di Zoroastro:

Monoteismo: Zoroastro credeva in un unico dio, Ahura Mazda, che è il creatore di tutto ciò che è buono.
Dualismo: Zoroastro credeva in una lotta cosmica tra il bene e il male, rappresentati da Ahura Mazda e Ahriman.
Libero arbitrio: Zoroastro credeva che gli esseri umani avessero il libero arbitrio di scegliere tra il bene e il male.
Moralità: Zoroastro credeva che le azioni morali fossero importanti per la salvezza dell'anima.
Lo zoroastrismo è una religione che ha avuto un impatto duraturo sulla storia del mondo. Le idee di Zoroastro hanno contribuito alla nascita di altre religioni monoteiste e hanno influenzato la cultura e la società di molti paesi.

CR
La fede ebraica, iniziata con Abramo è datata molto prima di Zarathustra
IA
Sì, la fede ebraica, iniziata con Abramo, è datata molto prima di Zarathustra. Secondo la tradizione ebraica, Abramo nacque intorno al 2000 aC, circa 500 anni prima di Zoroastro.

La fede ebraica è basata sulla credenza in un unico Dio, Yahweh, che ha creato l'universo e ha scelto il popolo ebraico come suo popolo speciale. Gli ebrei credenti anche che Yahweh abbia dato a Mosè la Torah, la legge di Dio, che contiene i suoi comandamenti e le sue istruzioni.

Le idee ebraiche hanno avuto un profondo impatto sulla cultura e sulla religione del mondo. Il monoteismo ebraico è stato una delle prime forme di monoteismo nel mondo, e ha contribuito alla nascita di altre religioni monoteiste, come il cristianesimo e l'islam.

La fede ebraica e lo zoroastrismo hanno alcune somiglianze, come la credenza in un unico dio e nella lotta tra il bene e il male. Tuttavia, ci sono anche alcune differenze importanti. Ad esempio, gli ebrei credono che Yahweh sia un dio personale che interviene nel mondo, mentre gli zoroastriani credono che Ahura Mazda sia un dio trascendente che non interviene nel mondo.

In conclusione, la fede ebraica è una religione monoteista che ha avuto un profondo impatto sulla cultura e sulla religione del mondo. È stata fondata molto prima di Zarathustra, ed è caratterizzata da alcune somiglianze e differenze con lo zoroastrismo.

CR
Possiamo dire che i magi, seguaci di Zarathustra, avranno degli elementi importanti per avvicinare una rivelazione parziale che essi avevano con la rivelazione più completa che sarebbe stata rivelata dal bimbo che essi erano andati ad adorare?

IA
Sì, possiamo dire che i magi, seguaci di Zarathustra, avranno degli elementi importanti per avvicinare una rivelazione parziale che essi avevano con la rivelazione più completa che sarebbe stata rivelata dal bimbo che essi erano andati ad adorare.

I magi erano saggi e religiosi, e avevano una profonda conoscenza della loro religione. Erano anche astronomi, e sapevano che le stelle erano spesso viste come simboli religiosi.

La loro rivelazione parziale era basata sulle loro conoscenze religiose e astronomiche. Sapevano che le profezie bibliche e zoroastriane parlavano di un re messianico che sarebbe venuto a salvare il mondo dal male. Sapevano anche che le stelle erano spesso viste come simboli di divinità o di eventi importanti.

Quando videro la stella, capirono che era un segno di questa profezia. La stella si muove in modo strano, come se stesse guidandoli verso un luogo specifico. I magi interpretarono questo come un segno che Dio li stava guidando a trovare il neonato re.

In questo modo, i magi erano in grado di avvicinare la loro rivelazione parziale con la rivelazione più completa che sarebbe stata rivelata dal bimbo. La stella era un segno che Dio stava confermando le loro convinzioni religiose e astronomiche.

Inoltre, i magi erano disposti ad ascoltare e imparare. Quando incontrarono Gesù, furono disposti ad abbandonare le loro convinzioni parziali e ad abbracciare la rivelazione più completa che egli forniva.

Questo dimostra che i magi erano uomini di grande fede e saggezza. Erano disposti a cercare la verità, anche se significava abbandonare le loro convinzioni precedenti.

CR
Infatti si fidarono della profezia di Michea che rivelava il luogo dell'attesa nascita del Messia, che fu loro manifestata nella corte di Erode dagli scribi.
IA
Esatto, i magi si fidarono della profezia di Michea che rivelava il luogo dell'attesa nascita del Messia. Questa professione dice:

"E tu, Betlemme di Efrata, così piccola per essere fra i capoluoghi di Giuda, da te mi uscirà colui che deve essere il dominatore in Israele; le sue origini sono dall'antichità, dai giorni più remoti." (Michea 5:2)

I magi, che erano seguaci di Zoroastro, conoscevano questa profezia e credevano che si riferisse al Messia. Quando arrivarono a Gerusalemme, chiesero a Erode e ai suoi scribi dove sarebbe nato il re dei Giudei. Gli scribi risposero che la profezia di Michea indicava Betlemme.

I magi, quindi, partirono per Betlemme e, quando arrivarono, trovarono Gesù e la sua famiglia. Adorarono Gesù e gli offrirono dei doni.

La fiducia dei magi nella profezia di Michea è un esempio della loro fede e saggezza. Erano disposti ad andare lontano e a superare molte difficoltà per trovare il Messia.
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