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IL CANONE DEI TESTI SACRI

Ultimo Aggiornamento: 12/01/2021 18:53
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01/03/2010 10:06
 
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IL CANONE DEL NUOVO TESTAMENTO

di Luciano Zappella

 

Prima di entrare nel merito del nostro discorso sono necessarie due premesse.

a. Anzitutto, bisogna dire che praticamente tutti i libri che formano il Nuovo Testamento sono stati scritti sulla base di necessità contingenti (soprattutto le lettere di Paolo); nessuno dei loro autori o redattori pensava che quegli scritti sarebbero entrati a far parte di una collezione di libri dotata di un valore vincolante, sia da un punto di vista ecclesiale sia da punto di vista teologico.

b. In secondo luogo, il processo che ha portato alla definizione del canone del Nuovo Testamento (vale a dire la fissazione dei 27 libri che lo compongono) non è stato né breve (dal II al IV sec.) né pacifico (le controversie furono numerose). Cercheremo di riassumerne la tappe principali, non prima di elencare subito i tre criteri guida della “canonicità”. Essi sono:

- l’origine apostolica del libro;

- la conformità del contenuto alla regola della fede apostolica;

- il suo uso nella liturgia.

 

Il documento più famoso per la storia della formazione del canone neotestamentario è senza dubbio il Frammento muratoriano (vedi qui). Esso attesta l’esistenza dei quattro vangeli e presenta una collezione canonica di 13 lettere di Paolo, le quali, si dice, hanno come destinazione la chiesa «cattolica» (cioè, «universale»).

Ireneo di Lione (nato tra il 140 e il 160) si sofferma sul valore simbolico del numero 4 con riferimento ai vangeli (Adversus Haereses III,11,8). Più che ritenere sia stato lui a definire il numero dei vangeli, è più probabile che egli non faccia altro che basarsi su una situazione preesistente.

Il primo a parlare dell’esistenza di Vangeli scritti è Papia di Ierapoli (morto verso il 140). Dalla sua opera (Spiegazioni delle parole del Signore) andata perduta (ci sono però delle citazione nella Storia ecclesiastica di Eusebio di Cesarea), si può dedurre con una certa sicurezza che, pur in presenza di testi scritti, egli si fida maggiormente della tradizione orale.

Le cose cambiano con Marcione (morto nel 160), con il quale nasce per la prima volta un canone del Nuovo Testamento, che poi spingerà la Grande Chiesa a proporre un proprio canone. Il suo è noto come «piccolo canone» e comprende i seguenti libri: Luca, Romani, I-II Corinzi, Galati, Efesini, Filippesi, Colossesi, I-II Tessalonicesi, Filemone.

Pur non avendo stilato un vero e proprio elenco di libri del NT, Origene, in base alla testimonianza di Eusebio (Storia ecclesiastica VI,25-12), presenta una classificazione tripartita dei libri del NT, secondo questo schema:

 

homologoumena (riconosciuti) amphiballòmena (controversi) pseudé (falsi)

4 vangeli e Atti

13 lettere di Paolo

I Pietro

I Giovanni

Apocalisse

II Pietro

II Giovanni

Ebrei

Giacomo

Giuda

Vangelo degli Egiziani

Vangelo di Basilide

Vangelo di Tommaso

Vangelo di Mattia

 

 

Una delle testimonianze più importanti per la storia del canone è sicuramente Eusebio di Cesarea (Storia Ecclesiastica III, 25, 1-7), di cui citiamo il passo integrale:

 

«Arrivati a questo punto, ci sembra ragionevole ricapitolare (la lista) degli scritti del Nuovo Testamento di cui abbiamo parlato. E, senza alcun dubbio, si deve collocare prima di tutto la santa tetrade (= quaterna) degli evangeli, cui segue il libro degli Atti degli Apostoli. Dopo questo, si debbono citare le lettere di Paolo, a seguito delle quali si deve collocare la prima attribuita a Giovanni e similmente la prima lettera di Pietro. A seguito di queste opere si sistemerà, se si vorrà, l’Apocalisse di Giovanni, su cui esporremo a suo tempo ciò che si pensa. E questo per i libri universalmente accettati (homologoumena).

Tra gli scritti contestati (antilegomena), ma riconosciuti dalla maggior parte, c’è la lettera attribuita a Giacomo, quella di Giuda, la seconda lettera di Pietro e le lettere dette seconda e terza di Giovanni, che sono dell’evangelista o di un altro che porta lo stesso nome.

Tra gli spuri (nothoi) vengono anche collocati il libro degli Atti di Paolo, l’opera intitolata Il Pastore, l’Apocalisse di Pietro e dopo questi la lettera attribuita a Barnaba, i cosiddetti Insegnamenti degli Apostoli (Didaché), poi, come s’è già detto, l’Apocalisse di Giovanni, se si vuole. Qualcuno, come ho già detto, la rifiuta, ma altri la uniscono ai libri universalmente accettati. Tra questi stessi libri alcuni hanno ancora collocato il Vangelo secondo gli Ebrei, che piace soprattutto a quegli Ebrei che hanno creduto a Cristo.

Pur stando così le cose per i libri contestati, tuttavia abbiamo giudicato necessario farne ugualmente la lista, separando i libri veri, autentici e accettati secondo la tradizione ecclesiastica, dagli altri che, a differenza di quelli, non sono testamentari (= vincolanti), e inoltre contestati, sebbene conosciuti, dalla maggior parte degli scrittori ecclesiastici; affinché possiamo distinguere questi stessi e quelli che, presso gli eretici, sono presentati sotto il nome degli apostoli, sia che si tratti dei vangeli di Pietro, di Tommaso e di Mattia o di altri ancora, o degli Atti di Andrea, di Giovanni o di altri apostoli. Assolutamente nessuno mai tra gli scrittori ecclesiastici ha ritenuto giusto di ritrovare i loro ricordi in una di queste opere. D’altra parte, il carattere del discorso si allontana dallo stile apostolico; il pensiero e la dottrina che essi contengono sono talmente lontani dalla vera ortodossia da poter chiaramente provare che questi libri sono delle costruzioni di eretici. Perciò non si debbono neppure collocare tra gli apocrifi, ma si debbono rigettare come del tutto assurdi ed empi»

 

Sulla base delle sue indicazioni, possiamo tracciare il seguente schema:

 

homologoumena

(lettura liturgica e privata)

amphiballòmena

(lettura privata ma non liturgica)

nothoi (spuri)

4 vangeli

Atti

13 lettere di Paolo (compresa la Lettera agli Ebrei)

I Pietro

I Giovanni

Apocalisse (?)

II Pietro

II-III Giovanni

Giacomo

Giuda

 

 

Il Pastore di Erma

Apocalisse di Pietro

Lettera di Barnaba

Didaché

Apocalisse di Giovanni (?)

Vangelo secondo gli Ebrei

 

 

Il primo elenco completo dei 27 libri del Nuovo Testamento si deve a Atanasio di Alessandria, il quale, nella lettera 39 del 367, stila un elenco dei libri canonici sia dell’Antico sia del Nuovo Testamento.  Egli distingue tra libri canonizzati (kanonizòmena), libri che si possono leggere (anaghinoskòmena) e libri apocrifi (apòkrypha).

Tra le fine del IV e l’inizio del V registriamo le prime decisioni conciliari sul canone biblico: si tratta dei concili di Ippona (393) e di Cartagine (397 e 419) cui prese parte Agostino. Gli atti del concilio di Ippona sono perduti, ma abbiamo il suo sommario che venne letto ed approvato a Cartagine (397):

 

Oltre alle Scritture canoniche nulla dev’essere letto sotto il nome di divine Scritture. E le scritture canoniche sono: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio; Giosuè, Giudici, Ruth, i quattro dei Re, i due dei Paralipomeni, Giobbe, Salterio di David, cinque libri di Salomone [Proverbi, Ecclesiaste, Cantico dei Cantici, Sapienza, Ecclesiastico], i dodici Profeti [i minori: Osea, Gioele, Amos, Abdia, Giona, Michea, Naum, Abacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria, Malachia], Isaia, Geremia, Daniele, Ezechiele, Tobia, Giuditta, Ester, i due di Esdra [Neemia ed Esdra], i due dei Maccabei. Del Nuovo Testamento quattro libri di Evangeli, un libro di Atti degli Apostoli, tredici lettere di Paolo apostolo, una del medesimo agli Ebrei, due di Pietro, tre di Giovanni, una di Giacomo, una di Giuda, l’Apocalisse di Giovanni.

 

Per quanto riguarda la chiesa cattolica, il canone biblico viene dogmaticamente stabilito l’8 aprile 1546 dal decreto De canonicis Scripturis del Concilio di Trento, il quale non fa altro che riprendere l’elenco dei libri canonici contenuto nel Decretum pro Iacobitis del Concilio di Firenze (4 febbraio 1441).

Per quanto riguarda invece le chiese protestanti, c’è da registrare la posizione di Lutero, il quale propone di collocare le lettere agli Ebrei, di Giacomo, di Giuda e l’Apocalisse dopo gli altri libri ritenuti «i veri libri del Nuovo Testamento». Tuttavia, a partire dal XVII sec., anche le chiese protestanti accettano il canone tradizionale.

 

Una tabella riassuntiva sulle varie proposte di canone

 

 

Vangeli

e Atti

Lettere di Paolo

Lettere e Apocal.

Controversi

Narcione

Lc

Rm, 1-2Cor, Gal, Ef, Fil, Col, 1-2 Tess, Filem

 

 

Muratori

Mt, Mc,

Lc, Gv,

At

Cor, Gal, Rm, Ef, Fil, Col, Tess, Tt, 1-2Tim, Fm

 

 

Gd, 1-2Gv, Ap

 

 

Origene

Mt, Mc,

Lc, Gv,

At

Rm, 1-2Cor, Gal, Ef, Fil, Col, 1-2Tess, 1-2Tm, Tt, Fm

 

1Pt, 1Gv, Ap

 

 

2 Pt, 2 Gv, Eb, Gc, Gd

 

Esusebio

Mt, Mc,

Lc, Gv,

At

Rm, 1-2Cor, Gal, Ef, Fil, Col, 1-2Tess, 1-2Tm, Tt, Fm, Eb

 

1Pt, 1Gv, Ap

 

 

2Pt, 2-3Gv, Gc, Gd

 

 

Atanasio

Mt, Mc,

Lc, Gv,

At

Rm, 1-2Cor, Gal, Ef, Fil, Col, 1-2Tess, 1-2Tm, Tt, Fm, Eb

 

Gc, 1-2Pt, 1-3Gv, Gd, Ap

 

 

Lutero

Mt, Mc,

Lc, Gv,

At

Rm, 1-2Cor, Gal, Ef, Fil, Col, 1-2Tess, 1-2Tm, Tt, Fm

 

1-2Pt, 1-3Gv

 

 

Eb, Gc, Gd, Ap

 

 

Concilio Trento

Mt, Mc,

Lc, Gv,

At

Rm, 1-2Cor, Gal, Ef, Fil, Col, 1-2Tess, 1-2Tm, Tt, Fm, Eb

 

Gc, 1-2Pt, 1-3Gv, Gd, Ap

 

 

 

Per approfondire, cfr. Bruce M. Metzger, Il canone del Nuovo Testamento. Origine, sviluppo e significato, Paideia, Brescia 1997 e http://www.ntcanon.org/index.shtml.

 
[Modificato da Credente 19/08/2011 17:31]
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