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RICERCA SU GESU' NELLA STORIA e STORICITA' DEI VANGELI

Ultimo Aggiornamento: 26/02/2024 17:25
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05/01/2016 23:09
 
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Qualche libro del NT fu scritto negli anni ’40 e ’50, utilizzando fonti degli anni ’30 (praticamente subito dopo la morte e resurrezione di Gesù)


Conoscendo la datazione dei documenti di Luca, non c’è alcun dubbio, anche per i teologi più concordisti, che Paolo scrisse la sua prima lettera alla chiesa di Corinto, tra il 55 e il 56 d.C.


La cosa fondamentale di questa lettera è che contiene la testimonianza meglio autenticata e più recente relativa ai fatti della Resurrezione. Nel 15° capitolo della prima lettera ai Corinzi, Paolo dice di riferire una testimonianza che egli ricevette da altre persone e che la testimonianza fu confermata quando Gesù apparve a lui stesso. Ecco il passo: “Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici. In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto.” (1 Cor. 15:3-8).


Da dove Paolo prese ciò che ricevette? Probabilmente Paolo ricevette tale testimonianza da Pietro e Giacomo quando li visitò a Gerusalemme tre anni dopo la sua conversione (Gal. 1:18). Se fosse così allora Paolo ricevette questa testimonianza solo 5 anni dopo la morte di Gesù. Anche altre teorie sul quando Paolo ricevette questa attestazione variano poco la data della venuta a conoscenza di tale passo da parte di Paolo.


Perché questo passo è importante? Come spiega lo storico Gary Habermas, questo passo era una preghiera che le persone imparavano a memoria, proprio come il Credo di Nicea (per motivi di spazio verrà spiegheremo in futuro il motivo per il quale giunge a questa conclusione). Adesso, assumendo che ciò che abbia ricevuto, fosse esistito prima che egli lo ricevesse, possiamo concludere che abbiamo una fonte che precede uno dei primi documenti del Nuovo Testamento, la prima lettera ai Corinzi appunto.


Sapendo quindi che Paolo ricevette un credo trasmesso in forma orale in soli 5 anni dalla morte e resurrezione di Gesù, abbiamo un’attestazione dei fatti talmente recente, che credere ad una leggenda diventa impossibile. Se infatti c’era un posto in cui la leggenda non poteva crearsi era in Gerusalemme, poiché ebrei e romani avrebbero smentito subito tale leggenda mostrando il corpo di Gesù morto e quindi non risorto. Questo è noto come il “Jerusalem Factor” e tratteremo questo punto quando scriveremo delle prove storiche della resurrezione di Gesù.


In più, a conferma che questo credo orale non fosse una sua invenzione, notiamo che Paolo cita ben 14 testimoni oculari, i cui nomi sono noti, come i dodici apostoli, Giacomo, Cefa (termine aramaico per Pietro) ed infine, in modo collettivo facendo riferimento a ben 500 persone. Citando così tante persone che potevano verificare e confermare ciò che Paolo aveva scritto, Paolo stava sfidando le persone dei Corinto a verificare ciò che aveva detto. Se la resurrezione non fosse mai avvenuta, perché Paolo avrebbe dovuto mettersi in una posizione così vulnerabile e testabile. Avrebbe infatti perso subito credibilità nei confronti dei lettori corinzi.


Oltre a questo, altri documenti del NT sono datati dagli accademici intorno agli anni ‘50 come Galati nel 48, 1 Tessalonicesi nel 50-54, e Romani nel 57-58 (in futuro spiegheremo il perché di queste precise date).


Queste evidenze, assieme ad altre non riportate, hanno costretto anche i teologi e storici più liberali e secolarizzati ad ammettere la prossimità di redazione dei documenti del NT ai fatti, come ad esempio John A.T. Robinson e William F. Albright.


 


TRE OBIEZIONI ATEE A QUESTE DATAZIONI:


1) I documenti non sono scritti abbastanza vicini ai fatti accaduti: Alcuni scettici possono credere che un lasso di 15-40 anni tra la morte e resurrezione di Cristo e i documenti sia troppo tempo per credere nella validità di questi documenti, ma si sbagliano.Pensate ad un documento relativo a fatti avvenuti dai 15 e i 40 anni fa. Quando gli storici parlano di questi eventi, noi non diciamo: “Oh, ma questo è impossibile! Nessuno si può ricordare eventi di così tato tempo fa!” Tale scetticismo è palesemente infondato. Gli storici di oggi accuratamente descrivono eventi degli anni ’80, 90’ e 2000 consultando a) le proprie memorie, b) le memorie di altri testimoni e c) fonti scritte di quel tempo. Come vedremo in futuro, il NT è composto di documenti (a) di persone che hanno visto, o (b) di persone che hanno chiesto a coloro che hanno visto o (c) di persone che hanno studiato ciò che è stato scritto da coloro che hanno visto. Infatti, in breve, per esempio, vediamo come Luca, da bravo storico e cronista, intervistò i testimoni oculari della vita di Gesù, rientrando quindi tra le fonti del gruppo (b).Gli autori del NT che invece hanno scritto ciò che hanno visto (a) erano perfettamente in grado di ricordarsi cosa fosse successo 15-40 prima. Infatti gli eventi che hanno avuto un forte impatto emotivo, possono facilmente essere ricordati per tutta la vita. E’ noto a molti come le persone anziane si ricordino bene la loro giovinezza, mentre invece non riescono a ricordare ciò che avviene pochi minuti prima. Diventa per questo molto plausibile credere che così come i cittadini di New York che hanno visto le Torri Gemelle cadere se ne ricorderanno anche dopo 15 anni da quel giorno, gli autori del NT fossero in grado di scrivere e ricordare, anche dopo molti anni, gli eventi come la resurrezione di Gesù.Per di più, se i documenti del NT sono resoconti di testimoni oculari scritti entro la seconda generazione dagli eventi in questione, questi scritti non possono essere una leggenda. Perché? Perché la ricerca storica ci indica che un mito, o meglio una modificazione e distorsione dei fatti realmente accaduti, non può avvenire se i testimoni oculari di quegli eventi sono ancora vivi. Per questo motivo lo storico A.N. Sherwin-White definisce la visione mitica del Nuovo Testamento “non credibile” (Roman society and Roman Law in the New Testament, Sherwin-White, 189).Infatti entro le prime due generazioni, i testimoni oculari sono ancora presenti ed in grado di correggere gli errori dei revisionisti storici. Lo stesso motivo per il quale quelli che negano l’olocausto hanno poco successo perché esistono ancora testimoni ebrei ancora vivi, è applicabile al NT.


2) Perché non prima? A questo punto lo scettico potrebbe dire: “Perché non hanno scritto ciò che hanno visto subito, che bisogno c’era di aspettare 20 anni?”Ecco i seguenti motivi: Primo, gli autori del NT sono vissuti in una cultura in cui la maggioranza delle persone era analfabeta, e quindi non c’era nessun motivo urgente per scrivere subito ciò che avevano visto”. Infatti, gli esperti del mondo antico ci dicono che gli abitanti del primo secolo della Palestina, si basavano sulla trasmissione orale e la memorizzazione. Come dice W.L. Craig: “In una cultura come quella della Palestina del primo secolo, la capacità di memorizzare e trattenere grandi parti di tradizioni orali era un’abilità grandemente incentivata e sviluppata. […] I discepoli avrebbero messo in atto una simile attenzione con gli insegnamenti di Gesù” (W.L.Craig, The Evidence for Jesus).C’è anche evidenza che tali attente trasmissioni orali siano avvenute, come abbiamo visto analizzando 1 Cor 15:3-8. Infatti, lo storico Gary Habermas, individua nel 7° capitolo del suo libro “The Historical Jesus”, ben 41 piccole sezioni del NT che appaino in forma di credi/preghiere orali, finalizzati alla ripetizionemnemonica.Non importa infatti a quanto datano questi documenti del NT, ma bensì a quanto datano le fonti che questi autori, per redigere i loro documenti, hanno utilizzato.Secondo, è possibile che non sentissero il bisogno di scrivere subito in quanto si aspettavano un rapido ritorno di Gesù. Invecchiando è possibile che avessero iniziato a sentire l’esigenza di mettere per iscritto iltutto.Terzo, la messa per iscritto sarebbe potuto essere attuata solo come un’esigenza dovuta alla vastissima espansione del cristianesimo. E’ quindi possibile che non fosse un’intenzione originaria degli autori.Quarto, è plausibile oltretutto che almeno un Vangelo sia stato scritto subito. Infatti è probabile che il frammento dei Manoscritti del Mar Morto appartenesse al Vangelo di Marco. Se infatti tale frammento è stato datato al 50 d.C., e sappiamo che è una copia dell’originale, per forza l’originale sarà stato scritto prima del 50 d.C.Quinto, è molto probabile che autori del NT utilizzarono altre fonti scritte per confermare e corroborare ciò che scrivevano. Ad esempio si vede come Luca, nei primi quattro versi del suo Vangelo, dica come aveva analizzato altre fonti scritte: “Poiché molti han posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti successi tra di noi” Luca 1:1. Quindi come detto nel punto 1, non importa a quanto datano questi documenti del NT, ma bensì a quanto datano le fonti che questi autori, per redigere i loro documenti, hanno utilizzato.Sesto, in ogni caso, anche se non fossero stati scritti subito, la storicità dei documenti non varierebbe. Infatti, come vedremo nei prossimi articoli, gli autori erano effettivamente i testimoni oculari, o persone che conoscevano i testimoni oculari.


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