Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

IL PROBLEMA DEL MALE

Ultimo Aggiornamento: 08/05/2021 15:05
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
12/04/2011 21:36
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Se non si vuole leggere il testo che segue, è possibile ascoltare l'audio cliccando sul triangolino del Play

[Modificato da Credente 29/01/2019 17:43]
OFFLINE
12/04/2011 21:38
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

                                                        Perché tanti mali nel mondo ?

 

Nella cronaca quotidiana ci sono sempre tragedie che spengono la vita di tante persone, come le catastrofi che avvengono in natura, gli attacchi terroristici, o altri eventi disastrosi.

Nella storia passata e recente vi sono state innumerevoli guerre e distruzioni, i regimi totalitari hanno sterminato molte diecine di milioni di persone, e ai nostri giorni sono stati eliminati miliardi di esseri viventi con l’aborto volontario.

Al di là degli eventi collettivi, ognuno di noi a livello individuale soffre dolori, malattie fisiche o psicologiche, incidenti e morte. 

Non di rado accade di veder soffrire anche persone timorate di Dio e che si sforzano di servirlo, e di vedere al contempo persone che non si preoccupano affatto né di Dio né di osservare i suoi comandamenti, i quali appaiono felici nella loro spensieratezza ed opulenza, ostentata talora orgogliosamente e a volte a discapito di altri che vengono da essi sfruttati, maltrattati, e finanche uccisi.

E’ normale porsi la domanda: Perché Dio non interviene? Perché sembra non preoccuparsi di noi? Come si spiegano tanti mali e come si conciliano con un Dio che noi riteniamo onnisciente, onnipotente, amorevole e giusto? In una delle espressioni attribuite a Epicuro già queste domande venivano poste in modo sottile:

La divinità o vuol togliere i mali e non può; o può e non vuole; o né vuole né può, o infine, vuole e può. Se vuole e non può, è impotente; e la divinità non può esserlo. Se può e non vuole è invidiosa, e la divinità non può esserlo. Se non vuole e non può, è invidiosa e impotente e la divinità non può esserlo. Se vuole e può, che è la sola che le è conforme, donde viene l’esistenza dei mali e perché non li toglie?”

[Modificato da (Gino61) 27/08/2016 09:41]
OFFLINE
12/04/2011 21:40
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Coloro che non sono riusciti a trovare una risposta sensata a queste domande, e non hanno visto intervenire Dio per risolvere subito e positivamente le sofferenze umane, hanno concluso che Egli non esiste, o che se esiste gode nel farci soffrire oppure che ci ha abbandonati a noi stessi.



L’orientamento della nostra fede e della nostra vita, dipende molto dalla risposta a questa importante domanda che non è né semplice né scontata. Tuttavia facendo ricorso ai mezzi che abbiamo a disposizione, è anche ragionevole sperare di trovare una risposta valida.
Molti grandi pensatori cristiani hanno affrontato questo difficile argomento dal punto di vista filosofico e teologico: basti ricordare s.Agostino e s.Tommaso d’Aquino. Le loro stringenti argomentazioni restano tuttora fondamentali e portano a comprendere molti aspetti del problema del male. Basti qui ricordare alcune loro deduzioni basilari: se esistesse un Dio del male, assoluto e perfetto nel male, tenderebbe a distruggere anche se stesso, il che è assurdo; quindi solo il Bene assoluto, che è l’unico Dio ha una sussistenza eterna e permette che tutte le cose abbiano una origine, un ordine, un’armonia; il male quindi non è che una diminuzione, una deviazione o una deformazione del bene. L’allontanamento da questo Bene, porta al male. In sostanza anche il principale agente del male deve necessariamente essere stato creato con tutta la perfezione della sua natura, compresa quindi la libertà per mezzo della quale poteva decidere se allontanarsi dal sommo Bene.

[Modificato da (Gino61) 27/08/2016 09:46]
OFFLINE
12/04/2011 21:41
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

La riflessione che segue è fatta in modo semplice e si avvale della osservazione, della ragione e soprattutto della Rivelazione, che ci permette di conoscere, cercando tra le “carte” del principale “Indagato”, i motivi del suo agire.

Dalla osservazione possiamo rilevare che la natura possiede delle leggi di ordine fisico, chimico, dinamico o di altro genere, attraverso cui generalmente ciò che accade è l’effetto di una determinata causa.

Attraverso l’esplicarsi delle leggi inscritte nella creazione, ( la natura con i propri moti, e l’uomo con i propri atti positivi o negativi), si producono dei miglioramenti oppure dei danni che si possono ripercuotere su lui stesso, o sui propri simili, sia immediatamente che successivamente, anche sui propri stessi discendenti per la legge della ereditarietà. Ad esempio l’immissione nell’atmosfera, nei mari o nei terreni di tante sostanze nocive può causare malattie anche mortali a piante, animali ed uomini per molte generazioni. Altre volte i processi naturali sono indipendenti dall’azione dell’uomo e se non ben conosciuti, o possibilmente evitati, possono causare disastri come ad esempio le tempeste, le valanghe, i terremoti ecc

 

L’uomo, sfruttando la conoscenza delle leggi della natura può intervenire decidendo liberamente molte cose, sia individualmente che insieme ad altri uomini, i quali determinano in base alle loro decisioni degli effetti che saranno positivi o negativi costruttive o distruttive, per far vivere o far morire e questo ci permette di dedurre che l’uomo possiede la libertà di scegliere tra il bene e il male con innumerevoli sfumature che possono accentuare l’una o l’altra possibilità. Una decisione individuale o collettiva può determinare una serie di effetti che si ripercuoteranno su essi stessi o su altri individui interferendo con l’altrui libertà, limitandola o promuovendola. Tanto per fare un esempio, le statistiche ci confermano che quando aumenta l’uso del fumo, della droga o dell’alcol si ha un maggior numero di effetti negativi anche mortali e la responsabilità non può essere imputata a Dio ma a chi ne usa pur sapendo dei rischi che si corrono o si fanno correre ad altri indirettamente. Se poi pensiamo a tanti sfruttamenti, violenze, soprusi, eccidi che si perpetuano tra gli uomini possiamo dedurre che è possibile generalmente fare del male in aperto contrasto con i comandamenti di Dio, senza che Egli intervenga subito in modo straordinario per impedire né l’attuazione né le conseguenze di questo male. E’ chiaro però che la responsabilità di questi mali non è da imputare a Dio come talora si potrebbe a torto pensare. (cf. Mal.3,13 ss)

Se noi non fossimo liberi di scegliere tra il bene e il male, sia come responsabili di noi stessi, sia come responsabili della natura che è affidata alle nostre cure, saremmo semplicemente degli automi programmati a senso unico e quindi incapaci di sentimenti e decisioni autonome, di esprimere una nostra creatività, di coltivare un qualsiasi vero sentimento, né di amare sinceramente nessuno: in sostanza non saremmo affatto degli esseri a cui è stato fatto il dono prezioso della libertà, come elemento irrinunciabile della nostra perfezione originaria, ma solo dei sudditi programmati e costretti ad ubbidire. Anche per questo dovremmo far fruttare le nostre capacità facendo uso della nostra libertà nel rispetto delle leggi di Dio e della natura, al fine di realizzarci, senza attendere passivamente che le cose ci provengano solo dall’alto, anche se è certo che Dio aiuta gli uomini di buona volontà.

Possiamo ancora pensare che se Dio intervenisse nel modo che vorremmo noi, per impedire agli uomini di commettere un qualsiasi tipo di errore colpevole o meno, voluto o involontario, per quanto ci è dato di scoprire, si avrebbero comunque diversi problemi evidenti, quali ad esempio:

- un impedimento, una violazione costante dell’esercizio della libertà umana che invece per essere un vero bene deve essere rispettato.

- Dio sarebbe costretto a fare una serie continua di prodigi per affermare il Suo potere e limiterebbe la Sua libertà di intervenire solo quando e come lo ritenesse opportuno.

- violerebbe continuamente le leggi della natura che Egli ha creato dovendo provvedere a impedire il compiersi di ogni errore o di ogni danno conseguente.

- toglierebbe a tutti la possibilità e il merito di esercitare la Fede e le altre virtù, in quanto risulterebbe continuamente evidente e ingombrante la Sua presenza, avvertita come repressiva e oppressiva.

Un intervento costante di Dio per interferire, limitare o annullare la responsabile autorealizzazione dell’uomo e le sue libere decisioni, sarebbe perciò inopportuno. Tuttavia Dio non è mai né indifferente nè assente dalla scena umana lasciando che ognuno si arrangi o faccia tutto a proprio capriccio. Ha dato degli ordinamenti sia scritti che incisi nella coscienza individuale, che se tutti ne tenessero conto si avrebbe armonia sia nell’uomo stesso che nella natura, mentre invece tutto è stato stravolto (cf.Rom.8,22). Comunque Dio non manca di illuminare gli uomini per guidarli in ciò che Egli desidera per il nostro bene, di far sentire i suoi richiami amorevoli, di far annunciare la sua Parola che contiene tutto quanto all’uomo è necessario sapere, né manca di assisterlo in tanti modi, prevenendo, accompagnando e seguendo tutti; ma poi vuole che ognuno decida liberamente se corrispondere o meno ai suoi richiami che fa sentire nella coscienza. Purtroppo però molti seguono il richiamo materiale del piacere, del potere o del prevalere e tutto ciò comporta innumerevoli mali a sé e agli altri.

[Modificato da (Gino61) 27/08/2016 09:46]
OFFLINE
12/04/2011 21:42
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Paradossalmente in questo nostro mondo non sempre avviene ciò che Dio vuole ma spesso ciò che non vorrebbe, anche se noi credenti potremmo pensare che tutto è direttamente voluto e determinato da Dio. La prova più evidente di questo è che i Comandamenti, dati da Dio quale espressione del suo volere per il bene degli uomini, non sono quasi mai messi in pratica; e quindi ciò che accade in noi o intorno a noi è spesso il risultato non della compiacenza di Dio ma della Sua contristata sopportazione.


Quando Gesù dice che non cade a terra un passero senza la volontà del Padre, intende dire che tutto accade per permissione di Dio, ma non che tutto gli è gradito. Dio è la causa prima di tutte le cose e non si potrebbe far nulla se Lui non avesse dato inizio alla creazione e non permettesse ciò che noi decidiamo liberamente di fare, ma non è direttamente responsabile delle cause seconde e cioè degli effetti conseguenti ai nostri continui errori, anche se li tollera o li permette in vista di motivazioni che cercheremo di individuare nella Scrittura.


Quando diciamo: “Sia fatta la tua volontà” oltre a chiedere che tutto si svolga secondo i progetti di Dio, dovremmo anche intendere “sia fatta da noi la Tua volontà” oppure “sia fatta la tua volontà come rimedio ai nostri errori”.


La libera volontà di Dio, per quanto possiamo dedurre, interagisce con la libera volontà dell’uomo e spesso è conseguente ad essa. Ad esempio Cristo non sarebbe stato costretto ad incarnarsi, a soffrire e morire se l’uomo non avesse deciso superbamente di diventare come Dio sostituendosi a Lui. Dio non avrebbe mandato il diluvio se gli uomini non fossero stati tanto malvagi. Prima di distruggere Sodoma e Gomorra, Dio avrebbe voluto che vi fosse almeno un manipolo di giusti per risparmiare tali città, ma non ne trovò che uno solo. Cambiò la sua volontà decisa di distruggere Ninive quando i suoi malvagi abitanti si pentirono, risparmiando la città. Così pure in tante manifestazioni della volontà divina, troviamo che il più delle volte Egli opera in modo da servirsi di taluni mali per riportare l’armonia nelle creature, analogamente a quanto fa per esempio un chirurgo che per ottenere la guarigione di un organo malato deve usare metodi e strumenti che fanno male durante l’uso ma sono finalizzati alla salute finale. Dio quindi, quando non ottiene che noi compiamo ciò che direttamente desidera e cioè la sua reale volontà, mette provvidenzialmente in atto la volontà di poter comunque trovare un rimedio, cercando di raddrizzare, restaurare o migliorare ciò che noi andiamo man mano distorcendo o distruggendo, analogamente a quanto fa un premuroso padre di famiglia che cerca di rimediare alle cadute e agli errori dei figli.


Siccome non è estraneo ai nostri mali, né incapace di risolverli, Dio sa come trovare la soluzione agli errori, alle colpe e ai danni prodotti dall’uomo che non ha né desiderati né predeterminati Lui, altrimenti sarebbe andato contro se stesso, ma che essendo onnisciente sapeva in anticipo che si sarebbero concretizzati.


Prima ancora che l’uomo decidesse di rovinare il meraviglioso disegno originario, Dio sapeva come avrebbe dovuto porvi rimedio (cf Gen.3,15). E allo stesso modo Dio sa già come rimediare ai mali provocati da ogni uomo, facendo in modo che non venga lesa la libertà umana che Egli stesso ha donato, che le leggi della natura trovino la loro attuazione, che non venga meno la Sua stessa libertà, che l’uomo non debba credere per forza alla Sua esistenza e non si debba piegare coercitivamente e immediatamente alla Sua volontà.

Vi sono ancora altri fattori di cui Dio deve tener conto, che risultano dalla Scrittura e in determinati casi anche dall’osservazione: quelli legati all’azione degli angeli ribelli, la cui libertà viene anch’essa rispettata da Dio. Essi spingono l’uomo al male e provocano il male essi stessi. Se Dio impedisse loro di esercitare la libera attività, potrebbe risultare che Egli rinunci a mostrare anche ad essi la sua pazienza, di non saper accettare le loro sfide concedendo loro di mettere alla prova la fedeltà umana. (cf. libro di Giobbe e Luca 21,31). Ma anche la loro azione non sfugge alla prescienza e alla provvidenza divina che ha posto ad essi dei limiti. Se gli operatori del male non avessero delle restrizioni avrebbero già distrutto tutto il creato. (cf Sal.123,1-8). Infatti nel mondo vi sono, oltre a tanti mali, anche tanti esempi e operatori del bene, compresa l’opera costante e benefica degli angeli fedeli a Dio. Infatti nonostante tutte le atrocità, l’umanità non si è ancora estinta e la Chiesa nonostante tutti gli attacchi dall’interno e dall’esterno, continua la sua missione (cf.Mt,16,18). Dio sostiene ancora tutto il creato, perché, se togliesse il Suo sostegno, esso non esisterebbe più. (cf. Col. 1,16-17) E’ comunque da ricordare che il male dispiegherà il massimo della sua potenza di inganno e di crudeltà nel tempo finale, relativamente breve per divina disposizione, in cui i credenti saranno sottoposti a una prova eccezionale. (cf.2Tess.2,3 e Matt.24,12-22 cf.Catechismo art.675)

Di fronte a tale quantità e complessità di fattori, Dio procede in modo da interagire con l’uomo e con gli altri esseri invisibili, tutti da Lui dotati di libertà e di dignità, nonché con le leggi della natura da Lui creata, con la massima discrezione, saggezza, giustizia e soprattutto con il Suo Amore anche quando non vediamo il suo operare.

Egli può tuttavia sospendere, o diversamente orientare qualsiasi evento della natura o qualsiasi decisione degli esseri creati con un intervento soprannaturale, come supremo ordinatore, sommamente libero e onnipotente, quando lo ritiene necessario per un suo imperscrutabile disegno.

Stando a quanto ci riferisce non solo la Scrittura ma anche la narrazione di tante vicende umane apprendiamo che ci sono stati molti interventi soprannaturali ma, almeno secondo la nostra osservazione, è più frequente vedere il normale svolgimento dell’ordine naturale delle cose.

Dalla Scrittura si evince che questi eventi straordinari hanno il fine di risolvere non tanto il problema contingente ma di essere un segno manifesto (cf.Gv.6,26) per offrire a noi la prova che Dio non è lontano dall’uomo, non è indifferente, non gli è nemico ma innamorato di lui, e che è in grado di risolvere qualsiasi problema anche se evidentemente ritiene necessario non risolvere tutto come vorremmo noi (cf.Mt 24,6). In sostanza tutto è possibile a Dio ma non tutto è conveniente che faccia, tutto possiamo anche chiedergli ma non tutto ci gioverebbe (cf.Giac.4,3).

Tali interventi divini non rispondono a delle regole fisse che gli uomini possano padroneggiare. Infatti non è scontato che la Fede e la preghiera e neppure l’essere osservanti dei comandamenti, producano automaticamente un determinato risultato così come ce lo aspetteremmo. (cf. Ger.15,10-21 e Sal. 9,22ss) Permise che venissero decapitati Giovanni Battista e Giacomo apostolo ma fece liberare Pietro dal carcere in modo soprannaturale da un angelo.

Ogni tentativo di forzare le decisioni divine sconfinerebbe nella superstizione o peggio nella magia che è uno dei più gravi mali che gli uomini possano fare, in quanto anziché piegare la volontà di Dio, pur di ottenere ciò che si pretende, si rischia di essere asserviti ai demoni che disponendo di talune facoltà potrebbe sembrare che arrechino qualche beneficio.

Gesù pur implorando di essere risparmiato dal bere il calice amaro della passione non ottenne quel risultato, ma accolse il volere del Padre. Paolo pur pregando ripetutamente per essere affrancato da quella che definiva “la spina nella carne”, non ottenne ciò che avrebbe desiderato lui ma ciò che il Signore riteneva strettamente necessario (cf 2Cor.12,7 ss); accade invece talora che ottenga un miracolo chi non se lo aspetta o chi addirittura non crede. Paolo era persecutore dei Cristiani quando ottenne per Grazia straordinaria di essere chiamato a diventare il più grande promotore del cristianesimo. Dio non ha debiti con nessuno e anche gli eventuali meriti umani sono da attribuire alla sua Grazia e ai suoi doni, nulla infatti potremmo fare senza di Lui: quindi non possiamo far valere diritti, anche se Lui saprà ricompensare ciascuno secondo il proprio operato al momento opportuno, e comunque certamente nel giorno del giudizio. (cf Rom 2,6) La Fede, la carità e la preghiera, avvicinano al Bene e permettono che si riduca il male. Dio si serve anche dei suoi fedeli per ridurre il male nel mondo e soccorrere tanti che soffrono. Quando apparentemente non ci ascolta è perché sta operando in un modo che recherà vantaggi diversamente ma più opportunamente di come ce lo aspettiamo e non solo a noi stessi. La Passione e morte di Cristo se fosse stata evitata, come egli aveva umanamente implorato in quel momento, non avrebbe prodotto il massimo beneficio possibile all’umanità.

Dio in realtà sempre ascolta le preghiere esaudendole nel modo più conveniente e per questo Gesù assicura che se la sua parola resta in noi, il Padre concederà ciò che chiediamo (cf.Gv.15,7): ma questo presuppone l’uniformarsi alla sua volontà (cf.1Gv 5,14); inoltre non si precisa né come né quando lo concederà: questo dobbiamo lasciarlo decidere a Lui. Nell’immediato potrebbe concedere di essere fortificati per fronteggiare la situazione emergente, per resistere nelle prove, per avere le ispirazioni opportune e agire con la prudenza del caso evitando mali maggiori, per agire convenientemente in quelle cose che competono a noi; in ogni caso la preghiera è il mezzo ordinario per chiedere umilmente ed ottenere anche grazie straordinarie se Dio lo desidera. Però se non vediamo il risultato delle nostre preghiere, dobbiamo essere certi che Dio opera continuamente come ci assicura Gesù, “il Padre mio opera sempre, e anch’io opero” (Gv.5,17) “nel segreto” (cf.Mt 6,6) cercando di condurre tutto e tutti alla salvezza nel rispetto di ciascuno e donando comunque la grazia attuale strettamente indispensabile. (cf.2Cor.12,9)

Possiamo supporre, esaminando diversi testi della Scrittura, che Dio abbia cercato di adottare pazientemente una serie di misure nei confronti degli uomini facendoli maturare progressivamente in un clima di reciproco rispetto.

Questa ipotesi trova riscontro ad esempio nella vicenda del popolo eletto che viene liberato dalla schiavitù attraverso numerosi e grandiosi interventi divini, ma anche attraverso lunghi e penosi silenzi. Trascorsero ben 430 anni di schiavitù degli ebrei in Egitto, quando Dio decise di provvedere alla loro liberazione (cf Gal.3,17), annunciando a Mosè: “ho veduto l’afflizione del mio popolo e sono sceso per liberarlo” (Esodo 3,7) . Ci vollero poi altri 40 anni di tribolazioni nel deserto prima di arrivare alla terra promessa, che però Mosè vide solo da lontano, e molti ebrei infedeli non videro affatto. Abramo dovette attendere di essere centenario prima di avere Isacco quale unico figlio, che oltretutto gli fu anche chiesto in sacrificio rischiando quindi di non poter mai vedere realizzata la promessa di avere una discendenza numerosa come le stelle del firmamento. Ma Abramo ebbe fede e gli fu concessa la discendenza promessa, che però nella vita terrena intravide soltanto. La vita terrena di Gesù fu una pena continua e un grande apparente fallimento. Avendo tanti esempi come questi, dobbiamo fare solo un atto di FIDUCIA in Dio e rimanergli FEDELI. E’ questa la Fede che ci è chiesta. Dobbiamo credere che quando vi è qualcosa di ingiusto, doloroso e insopportabile, il Padre attraverso il Figlio soffre con noi ma non rimane inerte e sa già come operare per trovarne la soluzione, anzi, tiene conto di tutti i fattori in gioco per portare tutto a compimento nei tempi necessari. Anche quando una vicenda si concludesse definitivamente e negativamente con la sconfitta e con la morte, che presto o tardi, più o meno dolorosamente si verifica per tutti, il maggior male potrà essere in realtà risolto definitivamente e positivamente nella gioia del Suo Regno che a noi non è ancora dato sperimentare né misurare. Gesù infatti assicura che i capelli dei suoi fedeli son tutti contati (Luca 12,7) e li invita a non temere la morte del corpo, ma solo la morte dell’anima (cf Mt 10,28), per evitare la quale, Egli ha restituito al Padre il frutto che era stato con superbia tolto, offrendo se stesso con estrema umiliazione come frutto a Lui gradito e perfetto, sull’albero della Croce, al fine di risolvere alla radice il vero male che è il peccato e la morte spirituale che ne è l’ultima conseguenza. L’astuzia del serpente ha sempre cercato di corrompere il bene per conseguire il male, mentre la sapienza del Creatore si propone di far concorrere anche i mali, al bene di coloro che sperano in Lui, finché un giorno tutto sarà risolto, secondo giustizia e misericordia. (cf.Isaia 42,14 e 65,17-18 Rom.8,28 2Pietro 3,13 Matt.5,1 ss) . Sta ora a noi e alla nostra libertà accettare questo dono gratuito di salvezza.

 

[Modificato da (Gino61) 27/08/2016 09:56]
OFFLINE
12/04/2011 21:45
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Dalla Scrittura si possono ricavare molte ragioni che spiegano l’esistenza del male sulla terra.

Quelle elencate qui di seguito sono tra le più evidenti:

Per un atto libero di ribellione di Lucifero che ha trascinato altri nella sua insensata decisione:

Is14,12 Come mai sei caduto dal cielo, Lucifero, figlio dell'aurora? Come mai sei stato steso a terra, signore di popoli? 13 Eppure tu pensavi: Salirò in cielo, sulle stelle di Dio innalzerò il trono, dimorerò sul monte dell'assemblea, nelle parti più remote del settentrione. 14 Salirò sulle regioni superiori delle nubi, mi farò uguale all'Altissimo. 15 E invece sei stato precipitato negli inferi, nelle profondità dell'abisso!...

Per la conseguenza del peccato originale commesso liberamente dai progenitori:

Ro 5,18 …per la colpa di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna,….

Per il rispetto di Dio della libertà individuale e collettiva che spesso sceglie il male:

De 30,19 Prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra: io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza…

Ap 3,20 Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me.

 

Per l’esplicarsi delle leggi di una natura stravolta dal peccato, che l’uomo a volte subisce e con cui deve cercare di interagire:

 

Ro 8,22 Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; 23 essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo

 

Mat 7,26 Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. 27 Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande».

Lu 13,4 O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? 5 No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».

2Co 11,24 …tre volte ho fatto naufragio, ho trascorso un giorno e una notte in balìa delle onde. 26 Viaggi innumerevoli, pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella città, pericoli nel deserto, pericoli sul mare, pericoli da parte di falsi fratelli; 27 fatica e travaglio, veglie senza numero, fame e sete, frequenti digiuni, freddo e nudità…

 

 

Per effetto o conseguenza di qualche colpa

 

Mat 9,2 Ed ecco, gli portarono un paralitico steso su un letto. Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati».

Ger 14,10 Così dice il Signore di questo popolo: «Piace loro andare vagando, non fermano i loro passi». Per questo il Signore non li gradisce. Ora egli ricorda la loro iniquità e punisce i loro peccati.

 

Per correggere e condurre al ravvedimento:

 

Ebrei 12,5-7. “-Figlio mio, non disprezzare la disciplina del Signore, e non ti perdere d’animo quando sei da Lui ripreso; perche il Signore corregge quelli che Egli ama, e punisce tutti coloro che riconosce come figli.- Sopportate queste cose per la vostra correzione. Dio vi tratta come figli; infatti qual è il figlio che il padre non corregga?”

Ebrei 12,11 “E’ vero che qualunque correzione sul momento non sembra recar gioia, ma tristezza: in seguito, tuttavia, produce un frutto di pace e di giustizia in coloro che sono stati addestrati per mezzo di essa”

2Macc 6,12 Io prego coloro che avranno in mano questo libro di non turbarsi per queste disgrazie e di considerare che i castighi non vengono per la distruzione ma per la correzione del nostro popolo.

1Cor 5,5 questo individuo sia dato in balìa di satana per la rovina della sua carne, affinché il suo spirito possa ottenere la salvezza nel giorno del Signore…

 

Sap 12,2 Per questo tu castighi poco alla volta i colpevoli e li ammonisci ricordando loro i propri peccati, perché, rinnegata la malvagità, credano in te, Signore.

Le 26,23 Se nonostante questi castighi, non vorrete correggervi per tornare a me, ma vi opporrete a me, anch'io mi opporrò a voi.

Sal 118,71 Bene per me se sono stato umiliato, perché impari ad obbedirti.

 

      Per far maturare e acquisire delle virtù:

 

Ro 5,3 … noi ci vantiamo anche nelle tribolazioni, ben sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata 4 e la virtù provata la speranza.

 

Per prevenire che si radichi o si sviluppi qualche vizio:

 

2Cor.12,7 Perché non montassi in superbia per la grandezza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia. 8 A causa di questo per ben tre volte ho pregato il Signore che l'allontanasse da me. 9 Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza». Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. 10 Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte.

 

Per mettere alla prova la fedeltà dei credenti:

 

Giob 1,9 Satana rispose al Signore e disse: «Forse che Giobbe teme Dio per nulla? 10 Non hai forse messo una siepe intorno a lui e alla sua casa e a tutto quanto è suo? Tu hai benedetto il lavoro delle sue mani e il suo bestiame abbonda di terra. 11 Ma stendi un poco la mano e tocca quanto ha e vedrai come ti benedirà in faccia!». 12 Il Signore disse a satana: «Ecco, quanto possiede è in tuo potere, ma non stender la mano su di lui»...

 

2Cor 8,1 Vogliamo poi farvi nota, fratelli, la grazia di Dio concessa alle Chiese della Macedonia: 2 nonostante la lunga prova della tribolazione, la loro grande gioia e la loro estrema povertà si sono tramutate nella ricchezza della loro generosità.

Giac 1,12 Beato l'uomo che sopporta la tentazione, perché una volta superata la prova riceverà la corona della vita che il Signore ha promesso a quelli che lo amano.

1Pt 1,7 … perché il valore della vostra fede, molto più preziosa dell'oro, che, pur destinato a perire, tuttavia si prova col fuoco, torni a vostra lode, gloria e onore nella manifestazione di Gesù Cristo:

2Pt 2,9 Il Signore sa liberare i pii dalla prova e serbare gli empi per il castigo nel giorno del giudizio…

Lu 22,31 Simone, Simone, ecco satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano; 32 ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede;

Ap 2,10 Non temere ciò che stai per soffrire: ecco, il diavolo sta per gettare alcuni di voi in carcere, per mettervi alla prova e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e ti darò la corona della vita.

Ap 3,10 Poiché hai osservato con costanza la mia parola, anch'io ti preserverò nell'ora della tentazione che sta per venire sul mondo intero, per mettere alla prova gli abitanti della terra.

 

Per purificare e perfezionare i credenti:

 

Sal 25,2 Scrutami, Signore, e mettimi alla prova, raffinami al fuoco il cuore e la mente.

Mal 3,3 Siederà per fondere e purificare; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un'oblazione secondo giustizia.

At 14,22 rianimando i discepoli ed esortandoli a restare saldi nella fede poiché, dicevano, è necessario attraversare molte tribolazioni per entrare nel regno di Dio.

Giov 16,33 Vi ho detto queste cose perché abbiate pace in me. Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!».

 

 

per conseguire un fine provvidenziale di bene per molti:

 

Gen 50,20 “Io sono Giuseppe, il vostro fratello, che voi avete venduto per l’Egitto. Ma non vi rattristate e non vi crucciate per avermi venduto quaggiù, perché Dio mi ha mandato qui prima di voi per conservarvi la vita”

Gen 45,4-5 “Se voi avevate pensato del male contro di me, Dio ha pensato di farlo servire a un bene, per compiere quello che oggi si avvera: far vivere un popolo numeroso”.

Ro 8,28 Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno.

Lu 24,25 Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! 26 Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?».

Eb 2,10 Ed era ben giusto che colui, per il quale e del quale sono tutte le cose, volendo portare molti figli alla gloria, rendesse perfetto mediante la sofferenza il capo che li ha guidati alla salvezza.

 

Per rendere partecipi delle sofferenze di Cristo a beneficio del Suo Corpo mistico:

 

Col 1,24 Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa.

 

Tanti motivi sono sufficienti per rispondere alla domanda: “Perché Dio, se può e vuole, non toglie tanti mali dal mondo? In sintesi la risposta è che Egli li toglierà al momento opportuno dopo che anche i mali saranno serviti a far maturare noi o altri o a farci dare un contributo per il Suo disegno di salvezza.

 

[Modificato da (Gino61) 27/08/2016 10:04]
OFFLINE
12/04/2011 22:00
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

RIASSUMENDO:

Vi sono molte forme di male che colpiscono il creato e secondo la Rivelazione, sintetizzando al massimo, si possono manifestare sostanzialmente per i seguenti motivi:

1) Per il peccato di origine con cui l'uomo ha scelto l'indipendenza da Dio decidendo di fare da sè. Rom 5,18
2) Per l'azione nefasta del nemico di Dio che ha guadagnato potere sull'umanità a seguito di questa tragica libera scelta dell'uomo. Is 14,12
3) Per il rispetto di Dio della libertà individuale e collettiva che spesso sceglie il male, danneggiando se stesso e gli altri: De 30,19
4) Per l’esplicarsi delle leggi di una natura stravolta dal peccato, e dalle scelte sconsiderate Rom 8,22
5) Per effetto o conseguenza di qualche colpa. Mat 9,2
6) Per correggere e condurre al ravvedimento: Ebrei 12,5-7.
7) Per far maturare e far acquisire delle virtù: Rom 5,3
8) Per prevenire che si radichi o si sviluppi qualche vizio: 2Cor.12,7
9) Per mettere alla prova la fedeltà dei credenti: Giob 1,9
10 )Per purificare e perfezionare le sue creature: Sal 25,2
11) Per conseguire un fine provvidenziale di bene per molti, sia pur attraverso una vicenda dolorosa: Gen 50,20
12) Per rendere partecipi delle sofferenze di Cristo a beneficio del Suo Corpo mistico:Col 1,24

Ognuno di questi motivi serve a spiegare che Dio permette il dolore sempre finalizzato alla salvezza delle sue creature, che sono rimaste impigliate nella rete del male, e che Egli stesso ha provveduto a dipanare accettando di condividere con l'umanità il carico più grande di sofferenza.
OFFLINE
30/03/2014 22:09
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Vedere il dolore innocente
e credere in Dio

Passione di CristoIl problema del male è la principale obiezione per molti uomini all’esistenza di un Dio buono e onnipotente, per questo occorre saltuariamente tornarci sopra provando a darvi una risposta, provando a spiegare perché l’esistenza del dolore e del male non è per noi cristiani un ostacolo. L’obiezione è formulata in modo abbastanza semplice e si basa su una deduzione: se Dio è buono e onnipotente allora non ci dovrebbe essere alcun male o sofferenza. La riflessione di Joe Manzari dell’University of California ha il pregio di offrire una delle migliori sintesi sulla questione. Da essa prenderemo spunto ampliandola laddove non ci sembra pienamente soddisfacente.

Occorre premettere che esistono due tipi di problemi riguardo al male. Il primo è ilmale causato dagli uomini (argomento deduttivo) e si basa su una sequenza apparentemente logica:
(1) Dio esiste.
(2) Dio è onnipotente.
(3) Dio è onnisciente.
(4) Dio è omni-benevolo.
(5) Esiste il male.
(6) Un Essere buono elimina sempre il male, per quanto possibile.
(7) Non ci sono limiti a ciò che un Essere onnipotente può fare.

Il problema sono gli assunti 6 e 7. La premessa 6 è falsa in quanto per eliminare il male commesso dagli uomini, Dio dovrebbe eliminare il loro libero arbitrio, la quale è una soluzione enormemente più malvagia. G.W. Leibniz ha risposto infatti a questo dilemma spiegando che Dio, valorizzando la libertà dell’uomo, ha deciso di fornire a lui la libertà di scegliere il bene sul male, piuttosto che costringerlo alla Sua volontà. Anche la premessa 7 è falsa, ad esempio non può compiere cose contraddittorie, perché -seppur appaia contraddittorio- ci sono limiti all’agire di un Essere onnipotente: Egli non può contraddirsi, non può creare un cerchio quadrato come non può (non vuole, si pone un limite cioè) costringere creature libere a fare la Sua volontà.

Il male causato dall’uomo, come omicidi, sofferenza delle persone e tanti cataclismi naturali (per mancanza di cura verso il creato), non è dunque imputabile a Dio ma piuttosto alla libertà dell’uomo di compiere il male, non ascoltando con onestà la legge morale che abita in lui.

 

Esiste una seconda versione del problema del male (argomento induttivo), molto più profonda e complessa ed è quella che è stata al centro della riflessione di miliardi di uomini nella storia. Anch’essa si basa su una sequenza di assunti:
(1) Se Dio esiste, il male gratuito non esiste.
(2) Il male gratuito esiste.
(3) Pertanto, Dio non esiste.

Oltre al male causato dall’uomo, dipendente dal suo libero arbitrio e non da Dio, esiste un male che non è il risultato dell’azione umana. E’ il caso di molte malattie, della sofferenza innocente e delle grandi ingiustizie della vita umana. Il fulcro dell’attenzione si deve rivolgere alla premessa (2): la pretesa è che esista un male veramente gratuito. Ma è un’affermazione indimostrabile e nessuno può escludere che ciò che appare superficialmente un male potrebbe essere la circostanza per trarre un bene maggiore.

Questa spiegazione è possibile darla soltanto all’interno del cristianesimo, comeabbiamo già fatto notare, perché in essa esiste già un precedente significativo: l’ingiusta passione e sofferenza di Cristo, mezzo necessario per la Sua resurrezione. Ecco dunque il male come via per il bene, un esempio palese davanti a noi che ci permette di stare davanti al dolore più tragico senza scandalizzarsi ma confidando che, come per Gesù, anche per tutti noi sia la croce da portare per un bene maggiore.  Non è un caso che Francesco d’Assisi chiamava la morte e la sofferenza, addirittura,  ”sorella”.

Dal male innocente commesso contro Suo figlio, Dio ha tratto un bene più grande. Questo ci autorizza a credere che sia sempre così e il male innocente risponda ad un disegno più grande che si realizza in una redenzione finale, incomprensibile per noi ora come era incomprensibile per gli apostoli vedere il loro Messia morire in croce come un ladro o un assassino. Ma «non vi è male da cui Dio non possa trarre un bene più grande»ha scritto Giovanni Paolo II, «non c’è sofferenza che egli non sappia trasformare in strada che conduce a lui». Il male, come è stato ben spiegato, non è un castigo e non è una fatalità, ma il mezzo attraverso cui Dio trae misteriosamente un bene più grande.

A volte capita di osservare i frutti già ora: quante persone, infatti, si convertono dopo una grave sofferenza o una terribile malattia? Grazie alla sofferenza patita arrivano a sperimentare la presenza di Dio dando finalmente un senso compiuto alla vita, così che se potessero tornare indietro vorrebbero nuovamente passare dalla croce patita per risorgere personalmente. Questi casi sono un esempio, in tanti altri casi non si vede apparentemente alcun bene e l’attenzione deve andare alla croce di Cristo: la sua non è stata una sofferenza gratuita ma una condizione inevitabile per la Resurrezione e la salvezza degli uomini. Così è per la sofferenza degli uomini, per tutti i mali che viviamo. La nostra fede in Dio è sfidata, non a caso Papa Francesco ha risposto così: «Davanti a un bambino sofferente, l’unica preghiera che a me viene è la preghiera del perché. Signore perché? Lui non mi spiega niente. Ma sento che mi guarda. E così posso dire: Tu sai il perché, io non lo so e Tu non me lo dici, ma mi guardi e io mi fido di Te, Signore, mi fido del tuo sguardo».


OFFLINE
10/07/2018 22:49
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

A volte si potrebbe pensare che Dio sia ingiusto perchè permette delle tragedie, o la morte di innocenti, o anche di bimbi che non c'entrano nulla con quanto capita loro.

Dobbiamo ricordare che noi uomini, nel momento in cui i nostri progenitori hanno abbandonato Dio, quale Vita che li avrebbe sempre sostenuti, essi, con i loro discendenti hanno allontanato quello Spirito divino che rendeva vitale e immortale il loro spirito che ne animava anche il corpo e si sono avvicinati invece alla natura animale, assoggettata con il resto della creazione alla caducità (Rom.8,20).
Sia che la morte intervenga prima o dopo, da piccoli o da vecchi, in condizioni più o meno brutte, la gravità del fatto è la morte stessa a cui tutti siamo soggetti, e non vi è motivo di vedere in alcune morti una punizione, giusta o ingiusta e in altre no. Perchè tutte le morti sono l'effetto di quella scelta originaria che ha condizionato il genere umano.

Gesù in Lu 13,2 disse: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? 3 No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. 4 O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? 5 No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».

Con queste osservazione Gesù ci fa capire che prima o poi tutti saremmo soggetti a una situazione tragica che va oltre le modalità con cui avviene la morte stessa, indipendentemente dalle circostanze in cui questo si verificherà. Ci fa capire inoltre che quindi quelle morti non erano determinate dalla loro personale condotta, ma da un concorso di fattori indipendenti da responsabilità soggettive. Ciò ci fa concludere che Dio non interviene selettivamente determinando ogni singolo evento in maniera diretta, come erroneamente a volte siamo portati a pensare, ma Egli normalmente lascia che si esplichino le leggi da Lui stesso impresse nella natura, e interviene miracolosamente, sospendendo tali leggi solo in determinati casi e secondo le sue imperscrutabili decisioni. Gesù comunque prospetta anche la possibilità di sfuggire non tanto alla morte fisica, a cui egli stesso ha voluto assoggettarsi, quanto di evitare quella sorte tragica che attende chi non avrà accettato il cammino da Lui tracciato per invertire la rotta, da quella che ci ha legati alla corruttibilità a ciò che ci libera verso la incorruttibilità.

OFFLINE
07/07/2020 09:07
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Allego un contributo di Stefano Biavaschi, per una maggior comprensione di questo argomento.

Esistono due tipi di male:
1) il male provocato dagli uomini
2) il male NON provocato dagli uomini (inondazioni, terremoti, virus...)
Il secondo tipo di male è in realtà rarissimo, perché anche quando c'è un terremoto o un'inondazione, il danno che ne deriva è quasi sempre provocato dagli uomini stessi. Non è quasi mai il terremoto ad uccidere, ma il cattivo modo di costruire le case in una zona sismica. Non è quasi mai un'inondazione a uccidere, ma la speculazione edilizia che costruisce dove non si dovrebbe costruire. Lo stesso vale per molti virus se sono stati prodotti in laboratorio. Quindi il secondo tipo di male è QUASI SEMPRE riconducibile agli uomini stessi. Questo ovviamente non esclude, talvolta, cause del tutto naturali, che appartengono (più che alla diretta volontà di Dio) all'autonomia stessa delle leggi naturali, alle normali legge di causa ed effetto della fisica o della biologia, che Dio ha conferito al creato. Ovviamente immagino la tua successiva domanda: perché Dio non interviene in quel momento per salvare? La risposta data dalla nostra fede è che quello in cui viviamo non è più il paradiso terrestre governato dagli angeli, ma un mondo terreno ove il male ed il peccato degli uomini hanno introdotto la nostra sottomissione alle leggi fisiche e naturali. Ovviamente ci sono eccezioni e rimedi a questo, come la preghiera, che apre un gran numero di ombrelli che ci riparano senza che ce ne avvediamo da un gran numero di eventi negativi. E talvolta ci sono perfino miracoli, per esempio i miracoli di guarigione. Ma la vera, totale, e permanente guarigione l'avremo solo con l'ingresso nella vita eterna, nella quale Dio ci vuole salvi per sempre ed immuni da ogni male. Noi vediamo il danno di qua, ma dietro quella porta che è la morte c'è quella giustizia e quell'amore che tu auspichi, e di cui i miracoli sulla terra sono solo un pallido ma necessario segno.
Per quanto riguarda invece il punto 1 (e cioè il male compiuto dagli uomini) che è poi il 99 per cento del male che ci può capitare (guerre, omicidi, atti di violenza, malattie prodotte in laboratorio, forme di cancro dovute ad inquinamento ambientale od alimentare, ecc...) torna a farsi viva la tua domanda: perché Dio non interviene. In parte la risposta è già stata data, ma qui c'è da aggiungere il grosso tema del LIBERO ARBITRIO per cui Dio nel creare gli uomini non ha inteso fare dei burattini a suo comando, ma delle creature libere. La libertà però comporta la possibilità di scegliere il male. Posso dare uno schiaffo o una carezza, ma Dio non viene a fermarmi la mano quando do uno schiaffo, perché non viene a ledere la mia libertà dopo avermi creato libero. Ovviamente poi ne pago il prezzo in rimorso ed infelicità. Nemmeno quando Dio si è fatto uomo in Gesù ha fermato la mano dei suoi carnefici. Tuttavia è riuscito col suo sacrificio in croce a donarci un percorso di salvezza che conduce alla conversione dei peccatori e al dono della grazia per i giusti che hanno sofferto. I credenti non giudicano pertanto Dio per tre motivi:
1) perché non lo conosciamo nelle sue altezze infinite, e non possiamo sapere i suoi disegni
2) perché ha sofferto come noi
3) perché ci ha salvato, e ci ha dischiuso la vita eterna alla luce della quale ogni male sulla terra è un granello di sabbia nell'oceano.
OFFLINE
08/05/2021 15:00
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

PERCHE'  C'E' IL MALE

La morte e la sofferenza sono ovunque!

‘Terremoto in India! 10.000 morti!’ ‘Migliaia i morti per un diluvio, a Bangladesh’. Nella cronaca quotidiana ci sono sempre tragedie, inclusi i grandi e ‘assurdi’ disastri che spengnono la vita di migliaia di persone, come gli attacchi terroristici alle torri del World Trade Center di New York.

E le tragedie non sono solo confinate ai giorni nostri. Nella storia recente un sistema politico sterminò 6 milioni Ebrei, e tanti altri ancora. Al di sopra degli eventi, ‘titoli’ della notizia, ognuno di noi soffre dolori di quando in quando—malattie, mal di testa, incidenti e morte. Non è sorprendente allora, quando i pesi di queste sofferenze diventano troppo grandi, che la gente grida a Dio con angoscia : ‘Perché non fai niente ? perché non ti preoccupi di noi ?’

Se Dio è potente e buono, come mai permette la sofferenza ?

Dopo lo ‘choc’ di ogni evento traumatico, la gente comincia a chiedersi perché succedono tali cose. Leggendo la storia di guerre passate, oppure visitando i monumenti commemorativi come il museo dell’olocausto di Washington, spontaneamente ed inevitabilmente, sorge in noi sempre la stessa domanda, ‘Come è possibile che un Dio benevolo, che controlla l’universo, possa permettere la morte e la sofferenza se davvero tiene a cuore la nostra sorte?’

Può darsi che la diffusione della sofferenza sia lo strumento, più efficace, che gli atei usano per contestare il quadro biblico di un Dio di amore. Gli atei protestano in una maniera che sembra ragionevole, ‘Se Dio esiste ed è benevolo e onnipotente, perché non esercita il suo potere per fermare la malvagità, la sofferenza, l’afflizione e la morte?’

Tanti hanno rifiutato Dio a causa della sofferenza.

Purtroppo tanta gente, cristiani inclusi, non hanno una risposta alla questione della morte e della sofferenza nel mondo. E siccome credono che la terra abbia milioni o miliardi di anni , hanno difficoltà nel trovare un motivo dietro la crudeltà apparente che li circonda.

Charles Darwin rinunciò al cristianesimo, dopo la morte di sua figlia.

‘La morte crudele di Annie, distrusse le tracce della fede che Charles aveva in un suo universo di moralità e giustizia. Egli direbbe che questo periodo segnò l’ora funebre del suo cristianesimo,’ dice una biografia recente di Charles Darwin. ‘…Oramai Charles prese una posizione da incredulo.’1

Darwin è solo uno, fra migliaia di personaggi famosi della storia, che hanno lottato con questo dilemma, provando a riconciliare il credere in Dio con la morte e la sofferenza che osservava dappertutto, le quali egli credeva, fossero esistite da milioni di anni. La lotta di Darwin raggiunse l’epilogo con la morte di sua figlia Annie.2

Quando Charles Darwin scrisse il suo libro più famoso, L’origine della specie, in esso descriveva essenzialmente la storia della sofferenza e della morte. Nella conclusione del capitolo intitolato Delle imperfezioni del ricordo geologico, Darwin disse che il mondo moderno sorgeva ‘dalla guerra della natura, dalla carestia e dalla morte.’3 Basato sulla sua prospettiva evolutiva, Darwin considerava che la morte fosse una componente permanente nel mondo.

Il famoso miliardario dei mass media, Ted Turner, dice che ha perso la fede dopo la morte di sua sorella.

Il New York Times ha pubblicato solenne articolo dicendo, ‘Turner è un dichiarato non credente, che perse la sua fede dopo che sua sorella…morì a causa di una malattia dolorosa. … ‘Mi hanno insegnato che Dio è un Dio di amore e che Dio è potente’ disse Turner, ‘e non sono riuscito a capire come mai qualcuno così innocente avesse sofferto così.’4

Un’evangelista famosa rinunciò al cristianesimo, in parte anche a causa della sofferenza che vedeva intorno a se.

Un’evangelista assai conosciuto in tempi addietro, il defunto Charles Templeton, pubblicò Farewell to God (Arrivederci Dio) nel 1996, 5, 6 nel quale descrive la sua caduta nello scetticismo e la sua rinuncia al cristianesimo. Una volta egli era considerato,dall’Associazione Nazionale Evangelica, fra quei strumenti ‘più usati da Dio,’7 Templeton elencò alcuni ‘motivi per cui rifiutare la fede cristiana,’ come ad esempio:

I genetisti considerano ‘assurdo’ credere che il peccato sia la ragione del crimine, della povertà, della sofferenza e della malvagità nel mondo.8

La ‘severa ed inevitabile realtà’ è che tutta la vita è basata sulla morte. Ogni creatura carnivora deve per sopravvivere uccidere e divorare un’altra creatura. Non potrebbe fare altrimenti.’9

Templeton, come Charles Darwin, si pose un grande problema nel cercare di capire come riconciliare una terra piena di morte, malattie e sofferenza, col Dio amoroso della Bibbia. Templeton chiese :

‘Perché sono necessari nel gran disegno di Dio le creature con denti disegnati per schiacciare colonne vertebrali e strappare la carne, artigli formati per catturare e lacerare, veleno che paralizza, bocche che succhiano sangue, spire che strangolano e soffocano—addirittura mascelle che si espandono per inghiottire interamente la preda viva ?… La natura è , come nella cruda frase di Tennyson, ‘rossa [di sangue] sul dente e sull’artiglio.’10

Templeton conclude dicendo : ‘Com’è possibile che un Dio tenero ed onnipotente creasse tali orrori, così come noi li stiamo contemplando?’11

Templeton non è il primo a parlare così. Spesso quando si parla di un Dio d’amore che ha creato il mondo, la gente, amareggiata, risponde spesso : ‘Ma, non vedo nessun Dio d’amore. Vedo bambini che soffrono e muoiono. Vedo gente che ammazza e ruba. Vedo malattie e morte dappertutto. La natura è ‘rossa sul dente e sull’artiglio.’ È un mondo orribile. Non vedo il tuo Dio d’amore. Se infatti esiste, deve essere un orco sadico.’

L’ateo ha una pretesa fondata ?

Spesso è utile chiedere a chi ti interroga, come giustifica la validità della sua domanda secondo le sue proprie convinzioni. Se l’ateo si lamenta che il Dio cristiano è maligno, deve anche esprimere quale concetto di bene e di male, usa per giudicare Dio. Ma, se noi esseri umani, siamo solamente il prodotto dell’evoluzione di uno sottilissimo strato di impurita’,che galleggiava su un laghetto primordiale (così come sostiene il classico ateo), dove troviamo uno ‘standard’ oggettivo di bene e di male?

Le nostre idee di bene e male, secondo il sistema evolutivo, sono semplicemente il risultato di processi chimici che si svolgono nel nostro cervello, e che casualmente ci hanno conferito qualche vantaggio di sopravvivenza sui nostri cosiddetti antenati uomo-scimmia. Eppure le nozioni del cervello di Hitler hanno ubbidito alle stesse leggi chimiche di quelle del cervello di Madre Teresa di Calcutta…quindi, su quale base possiamo affermare che le azioni di lei sono migliori delle azioni di lui ? Inoltre, perché diciamo, per ipotesi, che l’attacco terroristico che ha massacrato migliaia di persone a New York sia peggiore di una rana che ammazza migliaia di mosche?

Un vero Cristiano, però, crede che c’è uno ‘standard’oggettivo di moralità che è al di sopra dell’individuo umano, perché è stabilito per mezzo di un Legislatore morale, oggettivo e trascendente che è anche il nostro Creatore. L’ateo che ragiona contro Dio, a causa di un male oggettivo, involontariamente concorda proprio con quel punto contro il quale si sta accanendo!

continua

dal sito: answersingenesis.org/it/risposte/perch%C3%A9-dio-permette-la-morte-e-la-sof...


OFFLINE
08/05/2021 15:02
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

continuazione dal post precedente

Tali questioni , che riguardano Dio, sono il risultato di una prospettiva storica sbagliata.

Credere nell’evoluzione e/o in milioni di anni di storia, rende necessario che la morte abbia avuto una parte nella storia stessa fin da quando la vita comparve su questo pianeta. Se uno crede che gli strati rocciosi della crosta terrestre (che contengono miliardi di fossili e specie morte) rappresentino la storia della vita terrestre, nel suo cammino di milioni di anni, è difatti un ricordo bruttissimo, pieno di morte, malattia e sofferenza.

‘Tempo e morte’

Il defunto scienziato evoluzionista Carl Sagan descriveva il punto di vista di Darwin sulla morte così : ‘I segreti dell’evoluzione sono il tempo e la morte.’12 Questa, insomma, sarà oggi la più diffusa ed accettata storia della morte in questo mondo. Secondo questo punto di vista, (1) morte, sofferenza e malattie attraverso milioni di anni, e fin dalla comparsa l’uomo, ci sono sempre state ; (2) morte, sofferenza e malattie esistono nel mondo attuale ; e (3) morte, sofferenza e malattie continueranno ad esistere nel futuro ignoto. La morte ha una ruolo permanente nella storia, e infatti è il nostro alleato nel processo di ‘creazione’ della vita.

Accettando questo punto di vista della storia, ecco ciò che di conseguenza dobbiamo necessariamente accettare al riguardo della sofferenza.

Se uno crede in una storia fatta da milioni di anni, allora il mondo è sempre stato un luogo pericoloso e mortale. Naturalmente ci chiediamo, ‘Chi ha causato il cancro, le malattie e la violenza, talvolta testimoniati anche dai fossili ritrovati ?’ Eppure i cristiani, che credono anch’essi in milioni di anni di storia, hanno un problema più grave : La Bibbia dice chiaramente che Dio è Creatore, e che Egli ha dichiarato molto buono tutto quello che creò dall’inizio fino ad Adamo ed Eva compresi, ma non dopo la loro caduta nel peccato (Genesi 1, 31).

Appena i cristiani tengono conto dell’esistenza della morte, della sofferenza e delle malattie già prima del peccato di Adamo (le quali devono accettare per forza se credono in una storia di milioni di anni), fanno sorgere una grave contraddizione riguardante il loro messaggio evangelico (il Vangelo) : Cosa ha instaurato il peccato nel mondo ? Secondo l’insegnamento cristiano la morte è la pena del peccato (Epistola ai Romani 6, 23) e questo fatto sarebbe la base del messaggio del Vangelo! Inoltre, come sarà possibile ‘riscattare’ tutto, in uno status senza morte, dolori o lacrime future (Apocalisse 21, 4) se non è mai esistito un tempo privo di morte e di sofferenza ? L’intero messaggio del Vangelo crolla se mantieni questa prospettiva nella storia. Ciò vorrebbe dire che la morte è anche una colpa di Dio.

La Bibbia ci da la giusta prospettiva della storia e di Dio.

Per fortuna, Dio ci ha dato un resoconto diverso della storia e della morte, che è ricordato dalla Sua parola, la Bibbia. Questo documento storico risponde alle vere questioni della vita, e spiega interamente il perché degli avvenimenti orribili. Infatti la parola di Dio ha tanto da dire sulla morte.

‘Il peccato e la morte’

Questa frase comprende la vera storia della morte ricordata nella Genesi, il primo libro della Bibbia. All’inizio Dio creò un mondo perfetto, definito da Dio come ‘molto buono’ (Genesi 1, 31). Sia l’uomo che gli animali mangiavano piante, invece di nutrirsi l’un dell’altro (Genesi 1, 29-30). Non esistevano né violenza né dolore, in questo mondo ‘molto buono.’

Però questo mondo buono, privo del peccato, fu rovinato a causa della ribellione del primo uomo, Adamo. Il suo peccato ha fatto entrare un’intruso nel mondo, cioè la morte. Con quale Dio giudicò il peccato , proprio perché aveva già ammonito Adamo prima di commetterlo. (Genesi 2, 17; cf 3, 19). In verità, Dio provocò apparentemente la prima morte nel mondo—sacrificando un’animale per farne dei vestiti per coprire Adamo ed Eva (Genesi 3, 21). Dio, da allora in poi, come risultato del Suo giudizio sul mondo, ci ha dato un assaggio della vita priva di se stesso, quindi oggi vediamo un mondo che si esaurisce, pieno di morte e sofferenza. Come si narra nell’Epistole ai Romani 8, 22, ‘Infatti noi sappiamo che fino ad ora tutto il mondo creato geme insieme ed è in travaglio,’ perché Dio stesso ha sottoposto tutta la creazione al processo di decadimento (v. 20).

Se consideri coerente ed attendibile la storia da questo punto di vista, cosa ci suggerisce essa al riguardo della sofferenza?

Come possiamo trovare un Dio d’amore tra il travaglio e la sofferenza di questo mondo? Leggendo il racconto della Genesi riguardante la caduta dell’uomo, sappiamo che viviamo in un mondo peccaminoso e maledetto. Dalla prospettiva storica biblica, la morte è un nemico, non un’alleato. Nella prima lettera ai Corinzi 15, 26, l’apostolo Paolo descrive la morte come ‘l’ultimo nemico.’ La morte non faceva parte della creazione originale di Dio, che veramente fu ‘molto buono.’

Morte e sofferenza sono la pena al peccato. Quando Adamo si ribellò a Dio, in effetti dichiarava che voleva vivere la sua vita senza Dio. Voleva decidere sulla verità autonomamente e indipendentemente da Dio. Allora, la Bibbia ci dice che Adamo fu il capo della razza umana, e che egli fu il rappresentante di ognuno di noi, poiché noi siamo i suoi discendenti. Paolo dice nell’Epistola ai Romani 5, 12-19 che noi pecchiamo ‘in Adamo,’ cioè nello stesso modo con il quale egli peccò. In altre parole, noi abbiamo lo stesso problema che ebbe Adamo . Quando egli ribellò contro Dio, tutti gli esseri umani, rappresentati da Adamo, dicevano effettivamente che volevano vivere la propria vita senza Dio.

Di conseguenza Dio dovette giudicare e punire il peccato di Adamo con la morte. Aveva già ammonito Adamo che, se avesse peccato sarebbe morto sicuramente. Dopo la caduta di Adamo, egli e tutti i suoi discendenti persero il diritto alla vita. Alla fin fine, Dio è il Creatore della vita. La morte è la pena naturale della scelta di vivere senza Dio, senza colui che dà la vita. Eppure, siccome il Signore è santo e giusto, ci doveva essere una pena per questa ribellione.

La Bibbia chiarisce il fatto che la morte è la pena per il nostro peccato ,e non solo per quello di Adamo. Se accettiamo il racconto storico della Bibbia, allora i nostri stessi peccati, e non solo sempre i peccati degli altri, sono la causa della morte e della sofferenza nel mondo! In altre parole, in realtà è colpa nostra se il mondo è così com’è. Nessuno è veramente innocente.

Dio ha negato temporaneamente il Suo sostegno.

Nello stesso momento che Dio giudicò il peccato con la morte, ritirò temporaneamente anche il Suo sostegno. L’Epistola ai Romani 8, 22 ci dice che la creazione intera geme ed è in travaglio. Tutto si consuma e si esaurisce a causa del peccato. Dio ci ha dato un’assaggio della vita senza Lui—un mondo pieno di violenza, morte, sofferenza e malattia. Se Dio ritirasse definitivamente tutto il Suo sostegno, la creazione non esisterebbe più.

Colossesi 1, 16-17 ci dice che tutte le cose sussistono per mezzo della potenza del Creatore, il Signore Gesù Cristo. Però in un senso non funziona perfettamente, perché per la Sua volontà ha lasciato tutto cadere in pezzi per darci un’assaggio di una vita priva di Dio. Cioè Dio ci permette di sperimentare ciò che abbiamo voluto—la vita senza di Lui (cf Epistola ai Romani 1, 18-32).

Nell’antico testamento vediamo di sfuggita com’era quando Dio sosteneva il mondo al cento per cento. In Deuteronomio 29,5 e Neemia 9,21 si racconta come gli israeliti vagarono nel deserto per 40 anni, eppure i loro vestiti né le loro scarpe si logorarono, né si gonfiarono i loro piedi. Ovviamente Dio sosteneva i loro vestiti, le loro scarpe e i loro piedi, miracolosamente, affinché non si deteriorassero come il resto della creazione. Si può immaginare come sarebbe il mondo se Dio sostenesse ogni dettaglio nella stessa maniera…

Nel libro di Daniele capitolo 3 c’è un secondo esempio di quando Shadrak, Meshak ed Abednego entrarono in una fornace ardente, eppure uscirono intatti senza nemmeno l’odore di fumo sui vestiti. Quando il Signore Gesù Cristo, creatore dell’universo, sostenne i loro corpi e i loro vestiti anche in mezzo al fuoco (v 25) niente poteva subire danni o distruzione.

Questi esempi ci aiutano a capire un pò come sarebbe se Dio sostenesse ogni aspetto della creazione—cioè niente si consumerebbe.

Attualmente viviamo in un universo in cui tutto si disintegra. Intorno a noi vediamo morte, sofferenza e malattie, tutto ciò è il risultato del giudizio di Dio al peccato e del ritiro di una parte del Suo sostegno, per darci così ciò che volevamo, cioè un assaggio della vita priva di Dio. Quindi, guardando attraverso ‘lenti Bibliche’ osserviamo ‘una veduta panoramica,’ cioè la prospettiva dell’effetto che il nostro peccato ‘in Adamo’ ha avuto in eventi tragici come nelle azioni terroristiche. Senz’altro, però, le azioni malvagie dei terroristi sono state causate del peccato dell’individuo. La sofferenza causata dal terremoto in India, invece, non è la colpa del peccato di un’individuo oggi, ma è la conseguenza del peccato in generale (su questo diremo di più fra poco).

In antitesi all’idea che, la morte e la sofferenza sono esistite per milioni di anni, il punto di vista biblico della storia dà una bella prospettiva sul futuro. Un giorno il mondo verrà rinfrancato (Atti degli Apostoli 3,21) ad uno stato in cui di nuovo non ci saranno né violenza né morte. Secondo Isaia 11, 6-9, volpi ed agnelli, leopardi e capre, leoni e vitelli, serpenti e bambini, dimoreranno insieme in pace. Chiaramente questo stato futuro riflette il paradiso ormai scomparso, e non una terra ‘qualsiasi’ e immaginaria che non è mai esistita.

continua


OFFLINE
08/05/2021 15:03
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

continuazione dal post precedente

Bene. La caduta di Adamo spiega il cordoglio in generale, ma come spiega casi specifici di sofferenza ‘priva di senso’?

La Bibbia ci insegna che la sofferenza fa parte della ‘vista panoramica’ che coinvolge il peccato, però i casi individuali di sofferenza non sono sempre in correlazione con i peccati particolari degli individui. Ad esempio :

Dio ha permesso la sofferenza del giusto Giobbe.

Un uomo chiamato Giobbe, che a suo tempo fu l’uomo più giusto sulla terra, soffrì intensamente. Perse tutti i figli, servi e beni in un giorno solo; poi fu colpito con una malattia ripugnante e fastidiosa. Il Signore non ha mai rivelato le ragioni specifiche per la sua sofferenza, però Dio permette che ognuno che legga il libro di Giobbe sia testimone degli eventi straordinari ‘dietro le scene’ in cielo, i quali Giobbe non vide mai. Il Signore permise la sofferenza di Giobbe per un motivo ben chiaro a noi, ma non rivelò mai quei motivi a Giobbe, ed inoltre non permise a Giobbe di sindacare le decisioni del suo Creatore.

Chiesero a Gesù perché un uomo fosse nato cieco.

Quando Gesù e i suoi discepoli passarono al fianco di un cieco, i discepoli gli chiesero se fosse cieco dalla nascita a causa del proprio peccato oppure del peccato dei suoi genitori. Gesù spiegò che non era né l’uno né l’altro, ma nacque cieco affinché Dio potesse dimostrare la Sua potenza, guarendolo (Giovanni 9, 1-7).

Gesù spiegò perché 18 ebrei morirono tragicamente nel crollo della torre di Siloe.

Gesù disse qualcosa che è applicabile anche alle tragedie moderne, come gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001 al World Trade Center e al Pentagono. Le Sue parole sono ricordati in Luca 13, 4 : ‘Oppure pensate voi che quei diciotto, sui quali cadde la torre in Siloe e li uccise, fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico!’ La sofferenza individuale non è sempre collegata col peccato personale.

Da notare, però, è il fatto che Gesù disse dopo, ‘ma se non vi ravvedete, perirete tutti allo stesso modo.’ Benché si riferisse alla morte fisica avvenuta nel crollo di Gerusalemme, alla base però dimostra che nessuno è innocente. Siamo tutti peccatori e quindi condannati a morire. Migliaia di persone hanno perso la vita nella strage del World Trade Center, così come anche i miliardi di persone che hanno saputo della strage, un giorno moriranno. Anzi, migliaia fra loro muoiono ogni giorno, perché tutti gli esseri umani sono sotto la pena di morte a causa del peccato.

Il racconto dell’uomo ricco e di Lazzaro, è una chiave per la comprensione della sofferenza.

La Bibbia non si vergogna ad affrontare la questione della sofferenza. Nel passato i giudizi di Dio hanno incluso quasi ogni tipo di sofferenza immaginabile, e afferma spesso che Egli solo ha l’autorità e il potere assoluto sulla vita degli uomini. Eppure fra gli insegnamenti più memorabili di Cristo (Luca 16, 19-31) il Figlio di Dio ci dà la chiave per comprendere le evidenti ingiustizie nel mondo.

Un uomo maligno viveva con splendore, mentre un mendicante fedele di nome Lazzaro sedeva al portone del ricco, tutto ricoperto di ulcere e mangiando briciole. Ma la storia non finisce là. C’è un mondo eterno nell’avvenire, nel quale Dio aggiusterà tutto. La speranza della resurrezione dai morti è la chiave alla comprensione della nostra sofferenza.13

Una volta il filosofo ateo Bertrand Russel affermò che nessuno poteva mai sedersi accanto il letto di un bambino che soffriva una malattia incurabile e allo stesso tempo credere ancora in un Dio amoroso. Però un pastore che aveva infatti avuto esperienza con bambini moribondi (tutto diverso da Russell, che non si era mai ‘sporcato le manì con tali cose “pratiche”’) sfidò Russell a spiegare invece che cosa lui avesse da offrire ai bambini. Un’ateo potrebbe dire solo, ‘Mi dispiace ragazzi, ma avete perso, e adesso siete alla fine di tutto.’ Ma il cristiano ha la speranza che questa vita non è la fine.

L’apostolo Paolo trovò motivi per ‘gloriarmi…delle mie debolezze’.

Il ‘riassunto della sofferenza’ dell’apostolo Paolo include la tortura, il bastonamento , la carcerazione, la lapidazione, il naufragio, le rapine, le malattie, l’esaurimento, la fame, la sete e il freddo. È evidente dalle sue lettere che la resurrezione di Cristo dette un senso alle sue sofferenze. Senza la resurrezione ‘è dunque vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede…[e] siamo i più miserabili di tutti gli uomini’ (1 Corinzi 15,14 e 19).

Benchè qualche volta non capiamo, in questa vita, le ragioni per ogni caso di sofferenza, le lettere di Paolo contengono ragioni pratiche che spiegano la sofferenza dei figli di Dio, anche quando non hanno fatto niente di male. Ad esempio:

  1. La sofferenza può perfezionarci e farci maturare ad immagine di Cristo. (Giobbe 23, 10 ; Epistola agli Ebrei 5, 8-9).
  2. La sofferenza può portare una persona a Cristo.
  3. La nostra sofferenza ci rende capaci di confortare gli altri che soffrono.

Cosa fa Dio al riguardo della morte e della sofferenza?

Quelli che accusano Dio di non far niente, non hanno afferrato una grande verità: in realtà Dio ha già fatto tutto ciò che vorremmo che un Dio d’amore faccia—anzi ha fatto infinitamente di più!

Il Figlio di Dio diventò uomo e poi subì sia la sofferenza sia una morte orribile a favore degli uomini.

Il peccato di Adamo ha lasciato gli uomini in un imbroglio. Benché i nostri corpi muoiano, siamo fatti ad immagine di Dio, quindi abbiamo anime immortali. Il nostro ‘essere cosciente’ vivrà per sempre. Se Dio non fosse intervenuto, a causa del peccato di Adamo avremmo dovuto passare l’eternità soffrendo, separati da Lui.

L’unica via di restaurare il rapporto con Dio e di venire a Lui avendo già pagato la pena del peccato. Levitico 17, 11 ci aiuta a capire come è possibile farlo. Dice, ‘la vita della carne è nel sangue.’ Cioè, il sangue rappresenta la vita. Poi il Nuovo Testamento spiega che ‘senza spargimento di sangue non c'è perdono dei peccati’ (Epistola agli Ebrei 9, 22). Dio chiarisce che, siccome siamo creature fatte di carne e sangue, l’unica via di pagare la pena dei nostri peccati è quella di spargere il nostro sangue per portare via i nostri peccati.

Nel giardino dell’Eden, Dio uccise un’animale per vestire Adamo ed Eva, illustrando così, simbolicamente, la copertura dei nostri peccati. Era necessario lo spargimento di quel sangue come sacrificio a causa dei nostri peccati. Gli israeliti sacrificarono ripetutamente animali; però siccome il sangue di Adamo non circola anche nel corpo degli animali, il sangue animale benché potesse coprire temporaneamente i nostri peccati, non avrebbe mai potuto toglierli del tutto. Infatti la parola che si traduce in ‘redenzione’ ha origine dall’ebraica kafar che vuol dire ‘coprire.’

La soluzione nel piano di Dio fu quella di mandare la seconda persona della trinità, suo figlio Gesù Cristo, che diventò uomo—anzi, uomo perfetto— a sacrificarsi per abolire il nostro peccato. Nella persona di Gesù Cristo, il nostro Dio Creatore entrò fisicamente nella storia (Giovanni 1, 1-14) diventando discendente fisico di Adamo, e difatti fu chiamato‘l’ultimo Adamo’ (1 Corinzi 15, 45), nato da una vergine. Poiché lo Spirito Santo venne sulla madre (Luca 1, 35) Egli fu uomo perfetto, senza peccato, nonostante che fu sottoposto alle tentazioni in ogni modo,così come noi (Epistola agli Ebrei 4, 15) e perciò ha potuto spargere il Suo sangue sulla croce, per i nostri peccati.

Siccome il primo rappresentante e ‘capo’ degli uomini, Adamo, fu colpevole di portare il peccato e la morte nel mondo, la razza umana oramai condannata, ebbe un nuovo rappresentante—‘l’ultimo Adamo’—il quale pagò per tutti la pena del peccato. Un peccatore non può pagare per i peccati degli altri, ma questo ultimo Adamo, Gesù Cristo, fu invece un’uomo perfetto. Dio incarnato fu capace di caricare su Se i peccati e dolori del mondo.

Il Figlio di Dio è risorto dalla morte per dare la vita eterna a chiunque creda in Lui (Giovanni 3, 16).

Dopo la sofferenza Cristo, è risorto dalla morte, dimostrando che possedeva il massimo potere, cioè il dominio della morte e della vita. Cosicché ora può dare la vita eterna a chiunque voglia riceverla per fede (Giovanni 1, 12 ; Efesini 2 : 8,9). La Bibbia ci insegna che quelli che credono nel Signore Gesù Cristo, che credono che Dio Lo abbia resuscitato dai morti, e che Lo ricevono come Signore e Salvatore, vivranno per l’eternità al cospetto di Dio (1 Corinzi 15, 1-4).

Il Figlio di Dio partecipa alle nostre afflizioni.

La sofferenza e morte di Cristo vogliono dire che Dio stesso è capace di identificarsi con la nostra sofferenza, perché la ha personalmente sperimentata. I Suoi seguaci hanno un Sommo Sacerdote—Gesù—che ‘può simpatizzare con le nostre infermità…Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, affinché possiamo ottenere misericordia e trovare grazia e ricevere aiuto al momento opportuno’ (Epistola agli Ebrei 4, 15-16).

Quanto tempo ancora dovremo sopportare la sofferenza e la morte.

Quelli che si lamentano della sofferenza su questa terra devono cercare di capire il ‘tempo’ dal punto di vista di Dio. Dio dimora nell’eternità, e sta preparando il Suo popolo in un modo affettuoso, affinché possa passare l’eternità con Lui. Come disse l’apostolo Paolo, ‘Io ritengo infatti che le sofferenze del tempo presente non sono affatto da eguagliarsi alla gloria che sarà manifestata in noi’ (Epistola ai Romani 8, 18). L’Epistola agli Ebrei dice che è Gesù stesso, ‘il quale, per la gioia che gli era posta davanti, soffrì la croce disprezzando il vituperio e si è posto a sedere alla destra del trono di Dio’ (Epistola agli Ebrei 12, 2). Anche se la nostra sofferenza presente sembri intensa, è comunque di nessun conto in una prospettiva eterna, tanto che non si può confrontarla con la gloria dell’avvenire.


OFFLINE
08/05/2021 15:05
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

continuazione dal post precedente

Dio ci ha preparato una dimora eterna dove non ci saranno né morte né sofferenza.

Quelli che hanno fiducia in Cristo come Salvatore hanno una speranza meravigliosa—possono passare l’eternità in un luogo in cui la morte non esisterà più. ‘E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, e non ci sarà più la morte né cordoglio né grido né fatica, perché le cose di prima son passate’ (Apocalisse di Giovanni 21, 4).

Infatti, sarà la morte che ci porterà in questo luogo meraviglioso chiamato cielo. Se potessimo vivere per sempre, invece, non avremmo l’opportunità di toglierci da questo stato peccaminoso. Ma Dio vuole darci un nuovo corpo affinchè possiamo dimorare con Lui per sempre. Infatti la Bibbia dice che ‘è preziosa agli occhi dell'Eterno la morte dei suoi santi’ (Salmi 116, 15). La morte è ‘preziosa’ perché quei peccatori che hanno posto fiducia in Cristo saranno alla presenza del Creatore, in un luogo in cui dimora solo la rettitudine.

Però esiste anche un luogo di separazione eterna da Dio.

La Bibbia ammonisce che quelli che rifiutano Cristo gusteranno la seconda morte—separazione eterna da Dio (Apocalisse di Giovanni 21, 8).

La maggior parte di noi abbiamo sentito che l’inferno è un luogo di tormento. Addirittura Gesù Cristo ci fece degli ammonimenti riguardanti l’inferno, e parlò più spesso di quest’ultimo che del Cielo. Gesù chiarì anche che il tormento degli empi sarà tanto eterno (dal greco aionios) quanto la vita dei benedetti (Matteo 25, 46). Dio non si diletta con la morte dell’empio. ‘Com'è vero che io vivo’, dice il Signore, l'Eterno, ‘io non mi compiaccio della morte dell'empio, ma solo del fatto che l'empio si converta dalla sua strada e viva; convertitevi, convertitevi dalle vostre vie malvagie. Perché mai dovreste morire, o casa d'Israele?’ (Ezechiele 33, 11). Dio non ha piacere delle afflizioni né nelle calamità della gente. È un Dio d’amore e misericordia—è colpa nostra se l’uomo si trova nelle attuali circostanze di sofferenza e morte.

Quando affrontiamo una sofferenza orribile, come la tragedia del World Trade Center, ciò ci fa ricordare che la causa principale di tali calamità è il nostro peccato, cioè la nostra ribellione a Dio. Nonostante la nostra colpevolezza, il nostro Dio affettuoso vuole che trascorriamo l’eternità con Lui. I veri Cristiani devono abbracciare e confortare quelli che hanno bisogno di sostegno durante i tempi duri. Loro possono trovare forza nelle braccia di un Creatore tenero che odia la morte—quella nemica che un giorno verrà gettata nello stagno di fuoco (Apocalisse di Giovanni 20, 14).

Non sono in contrasto le affermazioni che ‘Dio è onnipotente e affettuoso’ e ‘il mondo è pieno di sofferenza e malvagità.’ Se Dio volesse abolire la malvagità dal mondo, per forza dovrebbe sbarazzarsi anche dell’uomo. Invece, Dio desidera salvarci dalla Sua ira . Un bel giorno Dio libererà la terra dalla malvagità.

Noi abbiamo due alternativi: essere liberati dal peccato per mezzo di fiducia in Cristo, e dimorare con Dio per sempre; oppure aggrapparci ai nostri peccati, in tal caso Dio soddisferà il nostro desiderio, separandoci da Lui per l’eternità. Perciò Gesù dice agli empi nel giorno del giudizio: ‘…Allontanatevi da me…’ (Matteo 7, 23; Luca 13, 27).

Quando riusciamo a comprendere l’origine della morte e il Vangelo di Gesù così com’è proclamato nella Bibbia, allora capiamo perché il mondo è così, e come può esistere un Dio amoroso nel mezzo di tragedia, violenza, sofferenza e morte. A quale punto di vista aderisci tu? Che Dio è un’orco responsabile per milioni di anni di morte, malattie, e sofferenza ? Oppure che noi siamo colpevoli a causa del nostro peccato, e Dio è infatti un’amorevole, misericordioso Salvatore che ha pianto per la città di Gerusalemme, che ha pianto per Suo amico Lazzaro, e che piange anche per noi?

Footnotes

  1. Desmond, A. e Moore, J., Darwin: The Life of a Tormented Evolutionist, W. W. Norton & Company, New York, 1991, p. 387
  2. Desmond e Moore, p. 387
  3. Darwin, C., On the Origin of Species, Harvard University Press, Cambridge, Massachusetts, 1964 (1859), p. 490
  4. Associated Press, 'Ted Turner voleva suicidarsi dopo la separazione,' www.nytimes.com/aponline/arts/AP-People-Turner.html, 16 aprile 2001
  5. Templeton, C., Farewell to God, McClelland & Stewart, Inc., Toronto, Canada, 1996
  6. Per una confutazione del discorso di Templeton, vedi Ham, K. e Byers, S., 'The Slippery Slide to Unbelief: A famous evangelist goes from hope to hopelessness,' nella rivista Creation 22:3:8-13, giugno-agosto 2000
  7. Martin, W., A Prophet with Honor: The Billy Graham Story, William Morrow and Company, Inc., New York, 1991, p. 110
  8. Templeton, C., Rif. 5, p. 30
  9. Templeton, C., Rif. 5, p. 198
  10. Templeton, C., Rif. 5, pp 198-199
  11. Templeton, C., Rif. 5, p. 201
  12. Sagan, C., Cosmos Part 2: One Voice in the Cosmic Fugue, prodotto dal Public Broadcasting Company a Los Angeles insieme al KCET-TV, trasmesso originale nel 1980 sulle stazioni PBS in tutta l'USA
  13. Wilder-Smith, A. E., Is This a God of Love?, TWFT Publishers, Costa Mesa, California, 1991, pp 43-46
fonte:
https://answersingenesis.org/it/risposte/perch%C3%A9-dio-permette-la-morte-e-la-sofferenza/


Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
 
*****************************************
Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra | Regolamento | Privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 07:56. Versione: Stampabile | Mobile - © 2000-2024 www.freeforumzone.com