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QUANTO E' PROBABILE CHE ESISTA UN CREATORE ?

Ultimo Aggiornamento: 27/11/2023 14:07
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30/03/2010 11:49
 
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La legge delle probabilità enunciata da Borei asserisce che quello che capita per puro caso, non capita se la probabilità è estremamente scarsa. Egli dice: « Possiamo calcolare che 10 50 è il livello di probabilità minimale. Quando la probabilità è inferiore, l'opposto può essere anticipato con certezza, nonostante il numero di occasioni che si presentano nell'intero universo ».

È stato stimato che il numero totale di molecole di proteine mai esistite sulla terra non avrebbe superato il 10 52. Se la loro grandezza media fosse uguale a quello della proteina media nell'essere vivente più semplice, esisterebbe soltanto una possibilità su 10 71 che una sola molecola di proteine, avente tutti gli aminoacidi del tipo a sinistra, si sarebbe formata per caso. Ammettendo che la più semplice sostanza capace di vivere richiederebbe soltanto 239 proteine (che è probabilmente troppo poco) la probabilità di trovare questo numero di proteine con aminoacidi del tipo a sinistra tutti nello stesso posto allo stesso tempo è una su 10 293345.

Per aiutarci a capire la grandezza dei numeri di cui abbiamo parlato, Coppedge ci da l'illustrazione di un'ameba che si muove così lentamente da spostarsi soltanto di 2,5 cn.. all'anno. A questa velocità, le ci vorrebbero 10 28 anni per attraversare l'universo. Perché essa non perda il suo tempo, noi le diamo un lavoro da fare: deve portare con sé un atomo, e poi tornare per prenderne un altro. A questa velocità, potrebbe portare tutti gli atomi nell'universo, attraverso l'intera sua lunghezza, in 10 107 anni. Wald ci scrive in un modo tipico degli evoluzionisti di come la vita iniziò. Egli dice: « Malgrado quanto possa sembrare impossibile l'origine della vita, o qualsiasi passo necessario per essa, dato sufficiente tempo, quasi certamente capiterà...

« Il tempo è infatti l'eroe della storia. Il tempo a disposizione è due miliardi (2 x 10 9) di anni. Quello che a noi sembra impossibile non significa più niente. Data una tale quantità di tempo, l'impossibile diventa possibile, il possibile probabile, e il probabile quasi certo. Dobbiamo soltanto aspettale. Il tempo stesso fa miracoli »8.

Il breve accenno che abbiamo appena fatto della probabilità statistica di uno solo dei molti passi necessari all'origine della vita dimostra chiaramente quanto è ingenua questa posizione.

Se fosse poi capitato l'impossibile e le proteine neces-sarie per produrre la vita si fossero formate spontaneamente, allo stesso modo non avrebbero dato alcun risultato. Torniamo al nostro ipotetico aereo e immaginiamo che tutti i pezzi si siano formati e poi ammucchiati spontaneamente. Avremmo per questo un aereo? No, di certo? Qualcuno potrebbe obiettare: « Ma se li buttassimo tutti in un grande recipiente e li rigirassimo per un certo tempo, potrebbe capitare qualche cosa! ». Anche qui la ragione ci dice che, così facendo, si finirebbe soltanto col consumare i pezzi. Occorre invece un'intelligenza che li sappia mettere ognuno al proprio posto!

Per l'apparecchio, comunque, il problema sarebbe fantasticamente semplificato, perché è tanto facile da costruirsi che persino la tecnica di 50 anni fa ci è riuscita. La cellula invece è talmente complicata, che, anche se costruissimo il più grande laboratorio del mondo e lo facessimo dirigere dai migliori scienziati, non saremmo ancora capaci di fare quello che l'evoluzione richiede dalla cellula.

Adesso che abbiamo posto le fondamenta, possiamo considerare i problemi più seri circa l'evoluzione della vita. Se il primo aereoplano si fosse formato per caso e fosse stato in grado di funzionare, sarebbe durato soltanto per un certo periodo, poi si sarebbe consumato ed eventualmente decomposto. Per la cellula, generatasi spontaneamente, si sarebbe posto lo stesso problema, e di nuovo il mondo si sarebbe trovato senza vita. Quello formatosi per caso allora, non sarebbe dovuto essere un semplice aereoplano, ma un apparecchio che contenesse dentro di sé una piccola fabbrica capace di costruirne altri identici!

Anche se questo fosse accaduto, le difficoltà dell'evoluzionista non sarebbero ancora superate. La cellula capace di riprodursi, indubbiamente si consumerebbe e morirebbe insieme alle cellule da essa prodotte.

La prima cellula allora non dovrebbe essere stata capace di produrre soltanto nuove cellule per permettere la continuazione della vita, ma avrebbe dovuto anche saper passare alle sue progenie le istruzioni necessarie per poter continuare il processo di riproduzione.

[Modificato da Credente 02/05/2012 22:58]
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