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UOMINI DI SCIENZA CREDENTI (O EX NON CREDENTI)

Ultimo Aggiornamento: 29/07/2021 20:51
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30/06/2012 21:54
 
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Beato Niccolò Stenone,  padre della geologia

 Niels Stensen (1638-1686) è stato un naturalista, geologo, anatomista e vescovo cattolico danese nonchè scopritore del dotto parotideo, della funzione ghiandolare e della distinzione tra ghiandole secernenti e linfonodi, della funzione delle ovaie e delle tube uterine. Dimostrò anche che il cuore era un muscolo, ed enunciò la prima legge della cristallografia. Per i suoi studi è considerato il padre indiscusso della geologia e della stratigrafia. Originariamente luterano, si convertì al Cattolicesimo e fu ordinato dapprima presbitero e poi vescovo. Abbracciata la fede cattolica, desideroso di servire Dio a difesa della Verità, divenne sacerdote e, ordinato poi vescovo, si dedicò con zelo all’evangelizzazione dell’Europa settentrionale. E' stato beatificato da Giovanni Paolo II il 23 ottobre 1988. 

 

Cenni biografici

 

Nato in Danimarca nel 1638, Niels Stensen si formò a Copenhagen studiando lingue, matematica, anatomia e medicina. Viaggiò molto, destando ammirazione e stima nelle maggiori università europee. In Toscana, Niels Stensen arrivò per la prima volta nel 1666, ospite di Ferdinando II de' Medici nella residenza invernale di Pisa. A Firenze il Granduca, appassionato scienziato egli stesso, offrì a Nicolò Stenone - così 'ribattezzato' secondo l'uso nostrano di toscanizzare i nomi stranieri - un appartamento in Palazzo Vecchio e la carica di anatomista all'ospedale di Santa Maria Nuova. Stenone viaggiò molto per il granducato, e dalle sue osservazioni sui reperti geologici e sulla struttura del paesaggio toscano - soprattutto della zona di Volterra - nacque il trattato 'De solido', pietra miliare della geologia moderna, contenente intuizioni fondamentali per la paleontologia e la cristallografia. Nel frattempo, nel novembre 1667, Stenone si era convertito dal luteranesimo al cattolicesimo, e qualche anno dopo, il giorno di Pasqua del 1675, avrebbe addirittura ricevuto l'ordinazione sacerdotale. Chiamato nel nord Europa per assolvere alla sua vocazione, Stenone ebbe incariche importanti come quello di Vicario Apostolico, ma continuò ad operare come un umile pastore di anime. Si recò a piedi da Roma ad Hannover, e il suo agire da vescovo cattolico in terra di Riforma è oggi considerato uno splendido preannuncio ecumenico, con la chiarezza sui princìpi e l'apertura limpida alle persone. Il vescovo-scienziato fa a piedi molte visite pastorali, umilmente; ma dice "no" se un principe cattolico carpisce illecitamente un vescovado. E accetta di farsi semplice missionario a Schwerin, benché sfiancato dalle crisi renali. Aggravatosi, e non essendoci in quella terra luterana un prete cattolico nei paraggi per confessarlo nell'agonia, allora lui si confessa in pubblico, elencando a viva voce i suoi peccati. Così muore Niels Stensen, stroncato sul finire del 1686 da una malattia renale. Il granduca Cosimo III ne rivolle la salma a Firenze, e Nicolò Stenone riposa ora in un sarcofago romano nella cripta della basilica di San Lorenzo, vicino ai suoi benefattori. 

 

La beatificazione 

 

E' stato beatificato da Giovanni Paolo II il 23 ottobre 1988. In occasione della sua beatificazione il Papa, rivolgendosi ai fedeli fiorentini, disse di Niccolò Stenone:

 

« Firenze fu infatti come una seconda patria per il beato Stenone, le cui spoglie sono custodite nella Basilica di san Lorenzo. Nella vostra città egli maturò quelle decisioni fondamentali di carattere religioso che dovevano dare un indirizzo nuovo a tutto il resto della sua vita, arricchendo la sua personalità, già tanto dotata sul piano culturale, con l’apporto di una nuova e più alta professione di vita, quella del ministro di Cristo, che allarga il cuore di un uomo ad orizzonti ben più vasti e profondi di quelli che possa assicurare la semplice scienza umana, per quanto nobile essa sia.

Nella maturazione spirituale del nostro beato molto influirono i contatti con ambienti fiorentini nei quali l’amore per la scienza si sposava armoniosamente con le convinzioni di fede e con la pratica della carità: egli si rese conto che il cattolicesimo non solo non avviliva, ma esaltava quella ardente sete di verità e di conoscenza che negli anni precedenti aveva portato la sua acuta intelligenza a notevoli traguardi nel campo degli studi e delle scoperte scientifiche. Nello stesso tempo, egli rivisse e ripensò queste esperienze umane in una forma del tutto personale, e quindi profondamente libera e responsabile, come è testimoniato da quella famosa illuminazione del due novembre del 1667, con la quale, fugando ogni residua incertezza approdò alla pienezza della fede ed entrò nella Chiesa cattolica. Questa sua decisione, che rivoluzionò in qualche modo la sua anima non gli fece però dimenticare i correligionari di un tempo. Tutt’altro! Divenuto Vescovo e vicario apostolico dell’Europa settentrionale, dette prova, nei numerosi contatti con le altre confessioni cristiane, di grande carità e delicatezza conquistandosi così presso di loro una stima universale e divenendo uno dei precursori del movimento ecumenico. Per questo lo invochiamo perché la sua intercessione conduca tutti i discepoli di Cristo all’unità della fede, per la quale il Signore ha pregato: “Ut omnes unum sint” (Gv 17, 11).

L’esempio che ci offre il Vescovo Stenone è importante, in particolare, per tutti i pastori della Chiesa: in lui rifulgeva un generoso spirito di servizio che lo rendeva sempre pronto ad andare là dov’era chiamato, anche se l’incarico era difficile ed impegnativo. In ogni occasione egli seppe dar prova di zelo fervente e di instancabile spirito apostolico, conducendo una vita mortificata e povera ».

 

Attività scientifica

 

Come anatomista Stenone scoprì il dotto parotideo (o dotto di Stenone); a lui spetta anche il merito della corretta interpretazione della funzione ghiandolare e della distinzione tra ghiandole secernenti e linfonodi. Dimostrò che il cuore è un muscolo, e non la fonte del calore o la sede dell'anima. Interpretò correttamente le circonvoluzioni cerebrali come sede delle funzioni cognitive superiori, ponendosi in contrasto con le allora dominanti teorie cartesiane. Scoprì la funzione delle ovaie e delle tube uterine. In campo paleontologico Stenone si pose in un modo sostanzialmente nuovo il problema della classificazione dei fossili, e della ricostruzione della storia geologica in base al modo in cui questi, e altre rocce, sono contenuti all'interno di rocce più grandi; da questa ricerca sistematica prende il titolo il suo De solido (ossia Prodromo a una dissertazione su un solido naturalmente contenuto in un altro solido). Stenone interpreta correttamente la natura dei fossili come resti di animali vissuti precedentemente. Il caso rimasto più famoso è quello da cui egli era effettivamente partito, quello delle glossopetre, identificate come denti di squali.

Un altro principio introdotto da Stenone fu quello della formazione a stampo (così chiamato da Gould nello scritto segnalato in bibliografia). Esso stabilisce che, quando un solido naturale è racchiuso in un altro, è possibile dedurre quale dei due si sia indurito per primo osservando l'impronta dell'uno sull'altro. Si può, ad esempio, dedurre che le conchiglie fossili erano solide prima degli strati che le hanno ricoperte, poiché esse lasciarono l'impronta in questi ultimi. All'opposto, le rocce circostanti erano solide prima delle vene di calcite che corrono al loro interno, poiché esse riempiono interstizi. Sulla base di questi principi Stenone riuscì a fornire una scala cronologica relativa di una parte non indifferente di popolazione di rocce e fossili. Per quanto essi sembrino oggi semplici, è importante comprendere che l'adozione sistematica che di essi mise in pratica Stenone portava a conclusioni in grado di rivoluzionare le idee sulla formazione e l'evoluzione della Terra. Basti pensare a quanto è lontana dall'intuizione la presenza di denti di pesci all'interno di rocce, o di fossili marini in alta montagna. In entrambi i casi si giunge a conclusioni di portata assoluta, ossia che sono esistiti moltissimi animali vissuti prima della formazione delle attuali rocce e che i mari i fiumi e i laghi possono cambiare posizione nel tempo. Stenone enunciò anche, di sfuggita, la prima legge della cristallografia, ovvero il fatto che gli angoli diedri di cristalli dello stesso tipo sono indipendenti dalle dimensioni assolute dei cristalli stessi.

 

Citazioni di Niccolò Stenone

 

"Dio vede e provvede. Ogni cosa proviene da Lui ed è per la gloria del Suo nome".

 

"Affidiamo tutto alla provvidenza di Dio, non preoccupiamoci del domani, non diffidiamo del Suo aiuto. Evitiamo la superstizione e guadagnamoci con il lavoro l'alimento per noi e per i poveri. Accogliamo i doni di Dio senza farne cattivo uso".

 

"Peccano contro la maestà di Dio coloro che non intendono studiare le opere della natura, ma si accontentano di leggere le opere altrui; in tale modo formano per sé nozioni immaginarie e, non solo si privano della gioia di guardare le meraviglie di Dio, ma pure perdono il loro tempo che dovrebbe essere speso per le necessità e a beneficio del prossimo, e affermano molte cose indegne di Dio. D'ora in poi spenderò il mio tempo non in speculazioni, ma esclusivamente nell'investigazione, in esperimenti."

 

"Questo è il vero scopo dell'anatomia, che attraverso l'ingegnosa struttura del corpo gli spettatori siano portati a cogliere la dignità dell'anima e di conseguenza attraverso le meraviglie del corpo e dell'anima, imparino a conoscere ed amare il Creatore. Pertanto la ragione è sollevata dalla contemplazione delle singole parti e dal confronto di queste tra loro, a cercare il Creatore di così grandi meraviglie".

 

"Se un singolo tratto del viso umano è già così bello, e attira tanto l'osservatore, quale bellezza non vedremmo, quale gioia non proveremmo se potessimo osservare a fondo la meravigliosa costruzione del corpo e di lì arrivare all'anima..."

 

"Conducimi, o Signore, per la gloria del tuo nome. Dammi di poter fare qualcosa di buono con ordine e costanza Dio mio, concedimi la forza di astenermi da ogni peccato, soprattutto da ogni giudizio troppo affrettato e sconsiderato, e da affermazioni su cose a me sconosciute o non perfettamente note".

 

"Oggi ho fatto ben poco di buono. Perdona, o Dio... Fa' che abbia sempre davanti agli occhi l'idea della morte, e sulle labbra le parole: memento mori». E ancora: «Sii presente, Gesù, con la tua grazia!"

 

 "Tu, senza il cui cenno non cade capello dal capo, foglia dall'albero, uccello dall'aria, né viene un pensiero alla mente, una parola alla lingua, un movimento alla mano, Tu mi hai condotto finora su vie a me sconosciute. Guidami ora, veggente o cieco, sul sentiero della Grazia. A Te è certamente più facile accompagnarmi là, dove Tu vuoi che io vada, che a me tenermi lontano da ciò, cui il mio ardente desiderio mi sospinge".

[Modificato da Credente 30/06/2012 21:56]
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