“Nella soggettività dei mondi qui rappresentati ci piace affermare che la simpatia che si è creata, l’amicizia che si è determinata costituiscono un segno dei tempi che non può non essere apprezzato”. Lo ha affermato Salvatore Martinez, presidente del Polo di eccellenza della promozione umana e della solidarietà “Mario e Luigi Sturzo”, aprendo la riunione plenaria tenutasi ieri presso l’Istituto “Luigi Sturzo” in Roma, a cui hanno preso parte i protagonisti del Convegno internazionale sturziano, svoltosi dal 14 al 16 giugno a Caltagirone in occasione del centenario dell’Appello ai Liberi e Forti. “Da questo momento in avanti – ha aggiunto – vogliamo trovare gli interlocutori adatti che, dei dodici punti programmatici dell’Appello, possono farsi attuatori. Non vorremmo che questa esperienza si sciogliesse: è la nostra gente che lo chiede, cercando nuove interlocuzioni culturali, sociali e politiche per una ‘rifertilizzazione’ del tessuto delle nostre comunità”. Prima dell’intervento dei relatori presenti, incentrati sui termini chiave, quali “pensiero e comunicazione, crisi antropologica e fragilità”, hanno preso poi parola gli altri membri del Comitato promotore e scientifico del convegno, composto anche da Nicola Antonetti, presidente dell’Istituto “Luigi Sturzo”, e Gaspare Sturzo, presidente del “Centro internazionale studi Luigi Sturzo” . Rilancia lo “spirito di disponibilità e passione con cui è stato avviato questo processo iniziale”, Matteo Truffelli, presidente nazionale dell’Azione Cattolica, mentre Lorenzo Ornaghi, presidente del Comitato scientifico della Fondazione “De Gasperi”, indica come via “la ricucitura della società attraverso una nuova e diversa partecipazione dei cattolici alla vita politica”. Per Francesco Bonini, rettore della Lumsa, “occorre sviluppare il percorso intrapreso a partire dai soggetti e dalle idee. Siamo figli di una grande storia ecclesiale ed è nella soluzione di continuità che si devono posizionare i soggetti di ispirazione cattolica. Il tutto in un contesto ecclesiale in cui il nostro Pontefice esorta, ciascuno, alla propria responsabilità. Pertanto – ha concluso Bonini – dobbiamo partire da qui, da qualcosa di nuovo rispetto alla precedente stagione. Elaborando delle idee per rispondere, ognuno secondo il proprio ruolo, all’irrilevanza crescente dei cattolici nella dimensione attuale”. E come prima proposta, frutto dei tavoli condivisi a Caltagirone, c’è un invito rivolto ai giovani, per il prossimo novembre in occasione del Festival della Dottrina sociale della Chiesa in programma a Verona. L’obiettivo , a partire dai contributi scaturiti dal Convegno sturziano, è quello di creare un osservatorio permanente, un vero e proprio “e-laboratorio” affidato alle competenze delle future generazioni.