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TESTIMONIANZE DI PERSONE SPECIALI

Ultimo Aggiornamento: 02/03/2023 19:58
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08/02/2020 20:50
 
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...Ora  apre la sua casa a chi vuole incontrare l’abbraccio di Gesù





 


 


 






La conversione inaspettata di Rosaria Butterfield, uno scontro frontale con Dio che non le ha fatto semplicemente cambiare opionione o cambiare identità sessuale. L’ha messa da capo e senza schemi ideologici di fronte alla domanda: chi sono?



«La parola Gesù era come una zanna di elefante piantata in gola. Per quanto soffocassi, non potevo tirarla via» – Rosaria Butterfield


I titoli devono attirare l’attenzione e gridare la parte «succosa» di un contenuto. Oggi mi trovo a dover subito puntare il dito contro il titolo che ho scelto. Non è scorretto, perché mette sul tavolo i dati reali della faccenda; eppure la storia di Rosaria Butterfield parla di una donna che ha capito che la via peggiore per la conoscenza di sé sia identificarsi in etichette come «atea» e «lesbica». Lei stessa se le appuntava al petto con fierezza, finché un treno in corsa – chiamato conversione – non le ha spalancato l’ipotesi che l’io sia qualcosa di così grande che solo Dio può abbracciarlo senza ridurlo.


Quando il tema sul tavolo tocca le questioni dell’identità sessuale, sappiamo bene che ci si arrocca in fazioni contrapposte: la religione cristiana è contro gli omosessuali, il mondo LGBT è contro i cristiani. Questo è lo schema falso e fin troppo ripetuto; sia che stiamo da una parte o dall’altra della barricata, spesso vogliamo proprio chiuderci nel nostro recinto e gettare invettive al nemico.


L’unica alternativa alle barricate è la categoria dell’incontro: si può essere autentici fin nel midollo, contestare fieramente le idee altrui, testimoniare il proprio vissuto senza censure … e farlo senza considerarsi nemici. Questa non è la storia di una persona che da una trincea è passata a quella opposta, non è una pedina vinta da un giocatore e persa dall’avversario: è una donna che si è scrollata di dosso la zavorra di un pregiudizio e sta prendendo sul serio la domanda profonda sulla propria felicità e sul proprio destino. Dovremmo riconoscere, onestamente, che questo è il campo da gioco su cui siamo tutti.


fonte ALETEIA





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