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14/02/2011 10:15 | |
La carità si consegue e si custodisce con l’umiltà.
Contro la superbia, madre dell’invidia, principalmente lotta tutta l’ascesi cristiana. Questa insegna l’umiltà, con la quale si consegue e si custodisce la carità, di cui sta scritto: La carità non è invidiosa. E, come se gli andassimo a chiedere il motivo per cui non è invidiosa, subito aggiunge: La carità non si gonfia. (1Cor 13, 4) È come se dicesse: Non è invidiosa perché non è superba. Il Maestro dell’umiltà, Cristo, cominciò con l’annientare se stesso prendendo la forma di schiavo, diventando simile agli uomini e, quanto all’aspetto esterno, riscontrato effettivamente come un uomo. Umiliò se stesso, facendosi obbediente fino alla morte, e morte di croce. (Fil 2, 7-8) Quanto poi alla sua dottrina, chi potrà spiegare con linguaggio semplice con quanta solerzia ci inculchi l’umiltà e come insista fortemente nel comandarla? E chi riuscirà a raccogliere tutte le testimonianze che illustrano questo argomento? Per portare a termine una tale impresa o solo per provarci, occorrerebbe scrivere un libro a parte proprio sull’umiltà. Mentre l’argomento di quest’opera è un altro: e dell’umiltà ci si occupa solo perché da un bene così grande deve, con ogni cura, essere tenuta lontana la superbia.
(De s. virginitate 31.31) |