Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Era una prescrizione molto seria quella di non raccogliere spighe dai campi di sabato, giorno del Signore per gli ebrei, giorno di riposo. I poveri potevano raccogliere le spighe dai campi anche da altre proprietà, quando erano affamati, ma mai di sabato.
Così è scritto nel Libro del Deuteronomio 23,26: “Se passi tra la messe del tuo prossimo, potrai coglierne spighe con la mano, ma non mettere la falce nella messe del tuo prossimo”. Mangiavano i chicchi, dopo averli stropicciati con le mani, ed era un cibo ricercato.
Chi veniva colto mentre lavorava di sabato, anche raccogliendo le spighe, riceveva inizialmente un’ammonizione e l’impegno di compiere un sacrificio come riparazione. Se si ripeteva questa trasgressione, addirittura la pena era la lapidazione. La pena di morte. E se moriva di fame a causa della mancanza di spighe di grano?
L’esaltazione religiosa diventava fanatismo, lo stesso accade oggi tra i musulmani: obbligano l’osservanza di una norma esteriore in qualsiasi situazione e condizione. Non valutano lo stato psico-fisico della persona, le necessità spirituali, la dignità dell’essere umano.
I farisei erano scrupolosi nel condannare gli altri, la loro missione stava nel condannare chi trasgrediva appena appena un rito esteriore, quindi, cose non determinanti per la propria fede. Se uno si lavava le mani ma non i gomiti, strillavano impazziti, infatti loro non mangiavano se non si erano lavati le mani fino al gomito.
Ci troviamo dinanzi a persone che esagerano, diventando esaltati.
Anche nella Chiesa di oggi possiamo trovare questo comportamento, però nei due eccessi: ci sono quelli che condannano chi non segue il modernismo fatto di teorie di uomini invasati e fanatici; altri all’opposto condannano chi non è eccessivamente spirituale e non dice di avere visioni e rivelazioni. In tutti e due i casi si tratta di fanatismo stravagante.
I farisei trovano il modo di richiamare Gesù, il pretesto è dato dai suoi discepoli che mangiavano i chicchi di grano di sabato, dopo averlo raccolto e stropicciato, quindi, avevano lavorato. E di sabato non si poteva. Che assurdità!
Il problema non era tanto il sabato, era il pretesto per ammonire Gesù per poi chiederne la lapidazione. Un progetto spirituale per questi personaggi che parlavano di Dio ma nel cuore lasciavano covare satana.
Gesù diede una risposta scioccante, non potevano aspettarsi una citazione dell’Antico Testamento in cui proprio il re Davide aveva infranto questa legge, ritenuta tipicamente un rito esteriore. Se Davide che era molto venerato ha trasgredito la norma perché non possono farlo anche gli altri? Anzi, la gravità stava nella trasgressione di Davide.
Vediamo di fare una proiezione delle opere di Gesù compiute di sabato.
“C'era un uomo che aveva una mano inaridita, ed essi chiesero a Gesù: È permesso curare di sabato? Dicevano ciò per accusarlo. Ed egli disse loro: Chi tra voi, avendo una pecora, se questa gli cade di sabato in una fossa, non l'afferra e la tira fuori? Ora, quanto è più prezioso un uomo di una pecora! Perciò è permesso fare del bene anche di sabato” (Mt 12,10-12).
“Discese a Cafarnao, una città della Galilea, e al sabato ammaestrava la gente” (Lc 4,31).
“Un altro sabato egli entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. Ora c'era là un uomo, che aveva la mano destra inaridita. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva di sabato, allo scopo di trovare un capo di accusa contro di lui. Poi Gesù disse loro: Domando a voi: È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o perderla?” (Lc 6,6-7.9).
“Una volta stava insegnando in una sinagoga il giorno di sabato. Il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, rivolgendosi alla folla disse: Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi curare e non in giorno di sabato. Il Signore replicò: Ipocriti, non scioglie forse, di sabato, ciascuno di voi il bue o l'asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che satana ha tenuto legata diciott'anni, non doveva essere sciolta da questo legame in giorno di sabato?” (Lc 13,10.14-16).
“Un sabato era entrato in casa di uno dei capi dei farisei per pranzare e la gente stava ad osservarlo. Rivolgendosi ai dottori della legge e ai farisei, Gesù disse: È lecito o no curare di sabato? Poi disse: Chi di voi, se un asino o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà subito fuori in giorno di sabato?” (Lc 1-3.5).
“Si trovava là un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù vedendolo disteso e, sapendo che da molto tempo stava così, gli disse: Vuoi guarire? Gli rispose il malato: Signore, io non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l'acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, qualche altro scende prima di me. Gesù gli disse: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina. E sull'istante quell'uomo guarì e, preso il suo lettuccio, cominciò a camminare. Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all'uomo guarito: È sabato e non ti è lecito prender su il tuo lettuccio. Ma egli rispose loro: Colui che mi ha guarito mi ha detto: Prendi il tuo lettuccio e cammina. Gli chiesero allora: Chi è stato a dirti: Prendi il tuo lettuccio e cammina?” (Gv 5,5-12).
“Per questo i Giudei cominciarono a perseguitare Gesù, perché faceva tali cose di sabato” (Gv 5,16).
“Proprio per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo: perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio” (Gv 5,18).
“Mosè vi ha dato la circoncisione non che essa venga da Mosè, ma dai patriarchi e voi circoncidete un uomo anche di sabato. Ora se un uomo riceve la circoncisione di sabato perché non sia trasgredita la Legge di Mosè, voi vi sdegnate contro di me perché ho guarito interamente un uomo di sabato?” (Gv 7,22-23).
“Era sabato il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Allora alcuni dei farisei dicevano: Quest'uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato. Altri dicevano: Come può un peccatore compiere tali prodigi? E c'era dissenso tra di loro” (Gv 9,14.16).
Dio ha affidato a Israele il sabato perché lo rispetti in segno dell'Alleanza perenne. Il sabato è per il Signore, santamente riservato alla lode di Dio, della sua opera creatrice e delle sue azioni salvifiche in favore di Israele.
Lodare Dio di sabato doveva essere soprattutto un riposo per pensare di più a Lui e alle cose del Cielo, come è scritto nel 3° Comandamento. Il riposo assoluto indicato nel Libro dell’Esodo (31,15), è l’obbligo a non fare il lavoro che si compie negli altri sei giorni, ma bisognava cucinare e pulire gli ortaggi, lavare, pulire la casa. Non dovevano mangiare? E cosa cambia rispetto ai chicchi di grano che mangiavano i discepoli di Gesù perché avevano fame?
Il giorno del Signore diventa la domenica dopo la sua Risurrezione, è in questo giorno che i cristiani devono osservare il riposo assoluto, ma ci sono faccende che si è obbligati a compiere.
Invece, preoccupa l’azione degli anticlericali, presenti in ogni settore della vita sociale, che cercano in tutti i modi di distogliere i cristiani dalla Santa Messa e dal riposo nel Cuore di Dio.
Guardate come è stato spalmato il calcio durante la settimana, mentre la domenica le partite si svolgono in tre o quattro orari diversi. Chi potrà staccare i tifosi dalle poltrone di casa e gli altri dal viaggiare per andare allo stadio e seguire la propria squadra?
Il problema non è quello di vedere il calcio, ma quando si diventa fanatici e si considera un idolo. Hanno scritto che in Italia il calcio è entrato ovunque, la tecnologia avvolge l’interesse e suscita adoratori.
E i tifosi non ne possono fare a meno, tralasciando la Santa Messa, la cura e l’armonia della famiglia, il riposo domenicale per ritemprarsi e fortificare lo spirito. Non c’è più tempo per la preghiera personale, la lettura di libri spirituali e le opere di misericordia corporale.