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Interventi del Papa su temi di attualità

Ultimo Aggiornamento: 19/03/2021 11:30
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20/11/2014 22:49
 
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Il Papa denuncia: «Ci sono i soldi per le guerre,
ma non per il lavoro?»

Papa Francesco
Videomessaggio per l'apertura del quarto Festival della Dottrina sociale della Chiesa; davanti alla crisi, non cadere nella trappola di «leccarsi le ferite»

 Il vero problema non è il denaro, sono le persone. Serve una «nuova coscienza sociale». È il monito che il Papa ha affidato alla IV edizione del Festival della Dottrina Sociale della Chiesa, in corso a Verona per iniziativa della Fondazione Toniolo. In un videomessaggio, Bergoglio ha riflettuto sul concetto di andare oltre. «Oggi anche in ambito economico è urgente prendere l'iniziativa, perché il sistema tende ad omologare tutto e il denaro la fa da padrone», ha detto il Pontefice. E questo è sbagliato, perché «il sistema –ha spiegato- ti porta a questa globalizzazione non buona che omologa tutto. E il padrone di questa omologazione chi è? È il denaro».

 Secondo il Pontefice, «prendere l'iniziativa in questi ambiti significa avere il coraggio di non lasciarsi imprigionare dal denaro e dai risultati a breve termine diventandone schiavi. Occorre un modo nuovo di vedere le cose!». «Il vero problema –ha ribadito Bergoglio- non sono i soldi, ma le persone: non possiamo chiedere ai soldi quello che solo le persone possono fare o creare». «I soldi da soli non creano sviluppo –ha aggiunto-, per creare sviluppo occorrono persone che hanno il coraggio di prendere l'iniziativa».

 «La situazione di crisi sociale ed economica nella quale ci troviamo può spaventarci, disorientarci o farci pensare che la situazione è così pesante da concludere che noi non possiamo farci niente». La grande tentazione in questo contesto, è quella di «fermarsi a curare le proprie ferite e trovare in questo una scusa per non sentire il grido dei poveri e la sofferenza di chi ha perso la dignità di portare a casa il pane perché ha perso il lavoro». «E quelli che cercano soltanto di curare le proprie ferite –ha spiegato Papa Francesco–, finiscono truccandosi. Questa è la trappola».

 Secondo Francesco, «il rischio è che l'indifferenza ci renda ciechi, sordi e muti, presenti solo a noi stessi, con lo specchio davanti, per cui tutto avviene nella nostra estraneità. Uomini e donne chiusi in sé stessi. C'era qualcuno così che si chiamava Narciso... Quella strada, no».

 «Oggi si dice che tante cose non si possono fare perché manca il denaro», ha detto il Papa, secondo cui «si sottolineano molto i soldi che mancano per creare lavoro». Ma, ha denunciato fortemente, «il denaro per acquistare armi si trova, per fare le guerre, per operazioni finanziarie senza scrupoli, si trova». «Di questo solitamente si tace –ha aggiunto-; si sottolineano molto i soldi che mancano per creare lavoro, per investire in conoscenza, nei talenti, per progettare un nuovo welfare, per salvaguardare l'ambiente».

 «I soldi da soli non creano sviluppo», ed è per questo motivo che occorrono persone che abbiano il coraggio di prendere l'iniziativa, «magari sviluppando un'impresa capace di innovazione non solo tecnologica». Ma, per Papa Francesco, è necessario rinnovare anche le relazioni di lavoro «sperimentando nuove forme di partecipazione e di responsabilità dei lavoratori, inventando nuove formule di ingresso nel mondo del lavoro, creando un rapporto solidale tra impresa e territorio».

 Ѐ pure necessario, ha aggiunto Bergoglio, superare l'assistenzialismo. Il Papa ha esemplificato, al riguardo, con la storia del padre di un ragazzo down che dopo aver assicurato i servizi di protezione al figlio, «si è inventato una cooperativa costituita da ragazzi down, ha studiato un lavoro adatto a loro, ha fatto una convenzione con un'azienda profit per la vendita dei loro prodotti; insomma, ha creato le premesse lavorative con le quali suo figlio può costruirsi il suo futuro e la sua sana autonomia».

 

Nel videomessaggio indirizzato al Festival della Dottrina Sociale di Verona, il Pontefice ha anche ricordato «la percentuale di giovani, oggi, disoccupati e senza lavoro», chiedendosi: «Questo significa andare oltre, o andare indietro?».


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