Il problema dei 3 corpi: Attraverso continenti e decadi, cinque amici geniali fanno scoperte sconvolgenti mentre le leggi della scienza si sgretolano ed emerge una minaccia esistenziale. Vieni a parlarne su TopManga.
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La vita dei "Focolarini"

Ultimo Aggiornamento: 21/01/2019 20:34
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25/01/2010 18:49
 
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nella propria Chiesa

comunione tra movimenti ecclesiali e nuove comunità

Perché subito prima e soprattutto dopo il Vaticano II sono sorti nella Chiesa tanti Movimenti ecclesiali e nuove comunità?

Perché, mentre nella Chiesa del post-concilio c’era chi parlava di "inverno" invece che della annunciata "primavera", "lo Spirito Santo, per così dire, aveva chiesto di nuovo la parola. E in giovani uomini e in giovani donne risbocciava la fede, vissuta nella sua integralità come dono, come un regalo prezioso che fa vivere".
E’ questo quanto detto dal card. Joseph Ratzinger all’inizio della sua relazione teologica al Congresso dei fondatori o responsabili dei Movimenti ecclesiali, l’antivigilia di Pentecoste 1998.

Ma non si poteva prevederne lo sviluppo successivo, quando ha cominciato a realizzarsi la "comunione" tra essi, in risposta a Papa Giovanni Paolo II che al grande incontro della vigilia di Pentecoste ’98 indicava a Movimenti ecclesiali e nuove comunità una nuova tappa: dare alla Chiesa "frutti maturi di comunione".

Si è iniziato con gioia a mettere in pratica il comandamento dell’amore reciproco tra movimenti: "Ama il movimento altrui come il tuo proprio", sempre restando fedeli al proprio carisma. Questa comunione fa sentire, pur nella diversità di carismi e di finalità, fratelli, e perciò riconoscibili discepoli di Cristo.

Si è cominciato a pregare gli uni per gli altri e si è andati scoprendo la bellezza e l’utilità del carisma peculiare degli altri. Con l’arricchimento spirituale reciproco è cominciata una fattiva collaborazione, sia condividendo difficoltà e gioie nel testimoniare il Vangelo, sia offrendo insieme un contributo alla vita e alle strutture della Chiesa locale. Il cuore di ciascuno si è allargato maggiormente su tutta la Chiesa, per la quale ogni carisma è stato donato.

E' aumentato l'amore per il Papa, che ci ha così largamente benedetti e beneficati. Per l'amicizia che si è creata, nei singoli Movimenti si è avvertita come una rinata giovinezza.

La comunione tra movimenti nata a Roma si diffonde nel mondo

Questa comunione, sbocciata a Roma, si diffonde dunque con stupore in ogni parte del mondo. Per dare una idea della dimensione geografica della comunione tra Movimenti, possiamo dire che dal ’98 ad oggi si sono svolte, a imitazione del raduno dei Movimenti in Piazza San Pietro con Giovanni Paolo II, 306 "Giornate Pentecoste" in tutto il mondo, con la partecipazione di oltre mezzo milione di membri appartenenti a 331 Movimenti e Comunità ecclesiali.

L’incoraggiamento del Papa e dei Vescovi

Questa iniziativa è stata incoraggiata da Giovanni Paolo II, in una lettera autografa alla fondatrice dei Focolari:

"Il lavoro comune con altri Movimenti ecclesiali per trovare un punto d'unità, pur nella diversità dei vari carismi, ... è una notizia molto confortante ..., perché l'indispensabile collaborazione tra le varie realtà ecclesiali certamente porterà molti frutti".

Un vescovo così commenta, dopo una giornata vissuta in una riunione dei movimenti: "E’ tempo di unità dei carismi nella Chiesa, è l’ora della ecclesiologia di comunione come si viveva alle origini. E’ una novità che ha futuro. E’ il futuro della Chiesa!"

Moltissimi Vescovi diocesani hanno visto e favorito questa comunione che porta - hanno detto - nuova linfa evangelica nel popolo. Per citare uno dei tanti esempi di reciproca collaborazione, in Belgio, il Card. Daneels ha invitato tutti i movimenti della diocesi di Bruxelles alla preparazione dell’incontro "Bruxelles 2006", un progetto di nuova evangelizzazione delle grandi metropoli.

 

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25/01/2010 18:52
 
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tra le Chiese


Ecumenismo. Un cammino difficile,
ma guidato dallo Spirito Santo
che, dopo secoli di divisioni, spinge le Chiese a riconciliarsi
e a dare al mondo, lacerato da conflitti,
la testimonianza dell’unità cristiana.

Nel clima di fraternità che sta maturando tra i cristiani,
cresce l'esigenza di spiritualità, come via privilegiata
per accelerare il cammino verso la piena comunione visibile.

E' lo stesso Spirito che in questo tempo
ha suscitato nelle diverse Chiese
nuovi carismi, nuove correnti spirituali
attraverso movimenti, comunità, associazioni, gruppi,
per rinnovare la vita cristiana.

E’ proprio a livello della spiritualità e del "dialogo della vita", del "dialogo del popolo" che si esprime uno dei contributi specifici dei Focolari alla causa ecumenica.

Una spiritualità ecumenica

Fra i cristiani si ravvivano la consapevolezza e la coscienza che siamo chiamati a vivere quel comandamento che Gesù dice "mio" e "nuovo": "amatevi l’un l’altro come Io ho amato voi", e a contribuire così alla realizzazione del Testamento di Gesù: "che tutti siano uno" (cfr Gv 17,21).

Dialogo della vita, "dialogo del popolo"

La spiritualità dell’unità, vissuta nel quotidiano, fa dunque crollare pregiudizi di secoli, e suscita un "dialogo della vita".

Come ha detto Chiara Lubich al Consiglio Ecumenico delle Chiese (CEC), "per esso noi ci sentiamo già una famiglia: sentiamo di comporre fra noi tutti, di diverse Chiese, un popolo cristiano che interessa laici, ma non solo, sacerdoti, pastori, vescovi. Anche se c'è ancora da comporre la piena e visibile comunione fra le nostre Chiese. Non è un dialogo che si contrappone o giustappone a quello dei cosiddetti vertici o responsabili di Chiesa, ma un dialogo al quale i cristiani possono partecipare. E questo popolo cristiano è come un lievito nel Movimento ecumenico. Anzi vogliamo sperare che altre forme di dialogo, come quelle della carità, del servizio comune, della preghiera, quello teologico, possano venire potenziate dal "dialogo della vita". Non solo: speriamo pure che il perenne problema di come la gente possa recepire i progressi dei dialoghi teologici ufficiali, possa essere superato da un popolo ecumenicamente preparato".

Un Centro per il dialogo ecumenico

Nel 1961 nasce a Roma il "Centro Uno" per coordinare l'attività ecumenica dei Focolari. Lo dirige, sino alla sua scomparsa, nel 1980, Igino Giordani, pioniere ecumenico italiano.
La sede, dal 1961 al 1990 era a Roma, vicino a Piazza Navona. Dal 1990 si trova a Grottaferrata (Roma).

Il "Centro Uno" coordina iniziative e attività ecumeniche del Movimento dei Focolari nei 182 Paesi in cui questo è diffuso, mantenendo contatti con gli incaricati per questo dialogo nei continenti.

Dal 1962 ad ora, sono stati tenuti 57 incontri ecumenici, con un totale di più di 10.000 partecipanti di varie Chiese e vari Paesi, e oltre 15 Scuole di formazione.

 

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25/01/2010 18:54
 
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tra le religioni

per la fraternità tra i popoli


Nell’attuale profonda trasformazione mondiale verso una società sempre più multiculturale e multireligiosa
, con l’insorgenza di nuovi fenomeni di xenofobia e intolleranza religiosa e il paventato scontro di civiltà, il Movimento è impegnato a promuovere il dialogo tra le religioni perché il pluralismo religioso dell’umanità non sia causa di divisioni e di guerre, ma contribuisca a ricomporre nella fraternità l’unità della famiglia umana.

E' a livello della spiritualità che il dialogo si mostra particolarmente fecondo. Una convinzione rafforzatasi in questi decenni di dialogo è che ciò che si aspettano da noi cristiani i seguaci di altre religioni è soprattutto una testimonianza concreta dell’amore attinto dal Vangelo. Non a caso è comune ad ogni religione la regola d’oro: "Non fare agli altri ciò che non vorresti fatto a te". Nel clima di amore reciproco che l’attuazione della 'Regola d’oro' suscita, si può stabilire così il dialogo. Esige "farsi uno", cioè "vivere l’altro". Non è un atteggiamento di pura benevolenza, apertura e stima, ma una pratica che esige il "vuoto" completo di noi per immedesimarci con gli altri, per 'entrare nella pelle dell'altro' e penetrare nel senso che ha per l'altro essere musulmano, indù, buddista.

Duplice è l’effetto: aiuta noi ad inculturarci, venendo così a conoscere la religione, il linguaggio dell’altro, e predispone gli altri all’ascolto.

Possiamo passare così al "rispettoso annuncio" nel quale, per lealtà verso Dio e se stessi, e anche per sincerità davanti al prossimo, diciamo quanto la nostra fede afferma sull’argomento di cui si parla, senza con ciò imporre nulla all’altro, senza ombra di proselitismo, ma per amore. Si cresce così nella conoscenza reciproca.

Gli effetti del dialogo

Effetto del dialogo in questo spirito di unità, non è il sincretismo, ma la riscoperta delle proprie radici religiose, di ciò che ci unisce, l’esperienza viva della fraternità: si rafforza, infatti, il comune impegno ad essere fautori di unità e di pace specie là dove la violenza e l'intolleranza razziale e religiosa cercano di scavare un abisso fra le componenti della società. Fioriscono anche significative realizzazioni umanitarie comuni.

Si attua quanto auspicato da Papa Benedetto XVI e da vari leaders religiosi:

"Se insieme riusciremo ad estirpare dai  cuori il sentimento di rancore, a contrastare ogni forma di intolleranza e ad opporci ad ogni manifestazione di violenza, freneremo l’ondata di fanatismo crudele che mette a repentaglio la vita di tante persone, ostacolando il progresso della pace nel mondo. Il compito è arduo, ma non impossibile. Il credente infatti sa di poter contare, nonostante la propria fragilità, sulla forza spirituale della preghiera" (Benedetto XVI, Colonia, incontro comunità musulmane, 20 agosto 2005)

Un evento fondante

Nel 1977, Chiara Lubich è a Londra per ricevere, nella Guild Hall, il Premio Templeton per "il progresso della religione". Narra la sua esperienza di fronte a personalità di diverse religioni. Imprevedibile l’immediato vivo interesse espresso da personalità di diverse religioni presenti in quella sala.

Da allora il dialogo interreligioso è diventato parte integrante degli scopi del Movimento: "Subito - dice Chiara - ho avvertito che tutto questo ci indicava "una svolta" che dovevamo dare al nostro Movimento. Capii che dovevamo rivolgerci verso le persone di altre religioni, lasciando che lo Spirito Santo ci indicasse che cosa e come fare".

Dal 1994 Chiara Lubich è tra i presidenti onorari della Conferenza Mondiale delle Religioni per la Pace (WCRP). Dal 1979 rappresentanti del Movimento partecipano alle Assemblee mondiali della WCRP e ad incontri ed iniziative locali.

Formazione al dialogo

Una scuola permanente per il dialogo interreligioso ha sede nella cittadella di Tagaytay (Manila Filippine), centro d'incontro per l'irradiazione della spiritualità per l'Asia. Un’altra scuola per il dialogo ha sede  nella cittadella Luminosa degli Stati Uniti; per favorire la conoscenza reciproca poi ogni anno viene indetto il "Premio Luminosa", assegnato a personalità delle diverse religioni impegnate nel dialogo per la pace.

Diffusione

Per l’espansione universale del Movimento, il dialogo è oggi aperto con tutte le principali religioni del mondo, non solo con singoli seguaci o leader religiosi, ma anche con leader e seguaci di vasti movimenti: come il Movimento laico buddista, Rissho Kosei-kai, che conta 6 milioni di aderenti; l’American Society of Muslims (USA) con oltre 2 milioni; la Swadhyaya Family (India) che abbraccia 8 milioni di aderenti, per la maggior parte indù.

Sono oltre 30.000  i seguaci di altre religioni che vivono, per quanto possibile, lo spirito del Movimento e si impegnano collaborando ai suoi scopi.

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25/01/2010 18:56
 
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con persone di convinzioni non religiose


"Penso  che il dialogo supera di gran lunga la tolleranza;
anche se non la disprezzerei del tutto la tolleranza,
in quanto in certi posti conviene che ci sia, perché almeno, per essa,
non c'è la lite, la lotta.
Però il dialogo è tutta un'altra cosa:
è un arricchimento reciproco, è un volersi bene, è un sentirsi già fratelli,
è un creare una fraternità universale già su questa terra.

Naturalmente il dialogo è vero se è animato dall'amore vero.
Ora l'amore è vero se è disinteressato; se no non è amore. E' egoismo.
In tal caso sarebbe un dialogo costruito senza l'amore;
quindi non sarebbe un dialogo, ma un'altra cosa: proselitismo, ad esempio.

Il proselitismo deve restare fuori da questa porta, non può esserci, perché altrimenti non c'è dialogo.
Dialogo significa amare, donare quello che abbiamo dentro di noi per amore dell'altro, e anche ricevere e arricchirsi”. 

Chiara Lubich (da un messaggio del 1998)


Lo scopo del dialogo
tra persone credenti e persone senza un riferimento a una fede religiosa è quello di collaborare per concorrere a comporre nella fraternità la famiglia umana.

Già negli anni '40, attorno alla prima comunità del Movimento, a Trento, c'erano persone delle più diverse estrazioni sociali e culturali, anche senza una fede religiosa, attirate dalla comunione dei beni attuata nel movimento nascente a favore dei più poveri.

Ma sarà soprattutto alla fine degli anni '70, con la diffusione del Movimento, che l'apertura verso persone senza una fede religiosa, come agnostici, indifferenti, atei, matura al punto di esprimersi in un dialogo con una sua propria fisionomia. Nel 1978 nasce il Centro internazionale per il dialogo con persone di convinzioni non religiose. Nel 1992 ha luogo, al Centro Mariapoli di Castelgandolfo (Roma), il primo dei Convegni internazionali che avranno cadenza periodica.

Come si attua

Dall'esperienza vissuta in questi anni, si profilano alcuni punti che caratterizzano il dialogo:

si cerca di mettere in luce il positivo di ciascuno e di scoprire i valori comuni a tutti;

ognuno rimane fedele alla sua identità;

insieme ci si impegna a vivere i valori comuni, quali: la solidarietà, l'uguaglianza, la pace, la fratellanza;

ognuno cerca di donare all'altro il meglio di sé, nella fedeltà esplicita alle proprie convinzioni, e accoglie l'altro, sapendo che ognuno ha ricchezze della propria cultura da dare;

in quest'impegno non c'è spazio per il proselitismo: si comunica un pensiero per creare un rapporto con l'altro, non per conquistarlo alle proprie idee;

il dialogo è fondato sul rispetto profondo dell'altro e sull'agire secondo la propria coscienza che ognuno si sforza di seguire con coerenza;

si costruisce soprattutto nel concreto, cercando di agire insieme, in azioni di solidarietà;

il gruppo non rimane chiuso in sé, ma impegna ognuno dei suoi membri, qualsiasi sia la sua cultura, a lavorare per rinnovare il proprio ambiente;

obiettivo comune è costruire insieme un mondo più unito, costruendo tra credenti e non credenti una fraternità tale da essere di testimonianza per gli altri.

Gruppi

Dopo i vari Convegni tenuti a Castelgandolfo, si sono formati gruppi di dialogo in Italia, in Europa e nell’America del sud.

Alcuni gruppi approfondiscono temi di interesse comune, ad esempio "laicità e fede" o argomenti di attualità. Altri, per allargare il dialogo, animano varie iniziative sociali e culturali, e altri gruppi ancora si impegnano in azioni di solidarietà.

Azioni di solidarietà

Vengono promosse insieme varie iniziative sociali nell’Est europeo (Croazia, Serbia, Albania), a Gerusalemme, in Ecuador, Camerun, Nigeria e Brasile. Nascono anche piccole aziende con finalità sociali e attività di servizio ai cittadini.

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25/01/2010 18:58
 
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L’Associazione “Levántate y Anda” e l’AMU, ONG del Movimento dei Focolari, hanno lavorato insieme in un progetto di cooperazione ad Igbariam in Nigeria, per contribuire all’installazione del rifornimento elettrico sotterraneo.

La popolazione del villaggio di Igbariam (40 Km da Onitsha) è composta da circa 8.500 abitanti di etnia Igbo, nella stragrande maggioranza dedita all’agricoltura di sussistenza.

Il villaggio è sprovvisto delle più elementari infrastrutture quali elettricità, telefono, acqua potabile ed è collegato ad una strada statale da una pista di 9 km che durante la stagione delle piogge è praticabile solo da mezzi fuoristrada. Esiste un solo dispensario senza personale specializzato e manca quasi sempre delle più elementari medicine. Per migliorare stabilmente le condizioni di vita della popolazione rurale ed offrire una qualità di vita degna e sostenibile, si è pensato di rendere più efficiente l’utilizzo dell’energia elettrica anche nell’ottica di migliorare la produzione presso i vari laboratori.

Per finanziare il progetto di solidarietà per Igbariam, e in memoria di  Miguel Angel, focolarino di Madrid, vissuto 10 anni in Nigeria, dove è morto in un incidente, il presidente dell’ Associazione, appassionato di fotografia, ha scattato foto del giardino botanico di Madrid, organizzando poi con la moglie la mostra “Le quattro stagioni nel giardino botanico reale di Madrid”. Con le foto è stato realizzato un ‘calendario di solidarietà’ che ha avuto presto una rapida diffusione in tutta la Spagna, coinvolgendo anche altre associazioni e gruppi.
Finora (maggio 2008) sono stai raccolti € 10.000, e l’azione è ancora in corso (€15.800 è il costo totale del progetto).

Così racconta Jesus: “Tanti mesi di lavoro, tanti fatti significativi, nuove persone entrate nei nostri cuori e la gioia di sapere che è stato costruito qualcosa, anche piccola, per cambiare il mondo. A dispetto degli indifferenti e di quelli che pensano che niente possa cambiare, abbiamo visto che tutto cambia nel nostro ambiente se noi cambiamo, ed insieme possiamo far sì che un mondo migliore sia possibile”.

Per informazioni scrivere a:
alevantateyanda@yahoo.es 
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21/01/2019 20:34
 
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