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PECCATI e MISERICORDIA

Ultimo Aggiornamento: 07/04/2021 10:06
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04/05/2010 16:52
 
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V. La proliferazione del peccato

1865 Il peccato trascina al peccato; con la ripetizione dei medesimi atti genera il vizio. Ne derivano inclinazioni perverse che ottenebrano la coscienza e alterano la concreta valutazione del bene e del male. In tal modo il peccato tende a riprodursi e a rafforzarsi, ma non può distruggere il senso morale fino alla sua radice.

1866 I vizi possono essere catalogati in parallelo alle virtù alle quali si oppongono, oppure essere collegati ai peccati capitali che l'esperienza cristiana ha distinto, seguendo san Giovanni Cassiano 122 e san Gregorio Magno. 123 Sono chiamati capitali perché generano altri peccati, altri vizi. Sono la superbia, l'avarizia, l'invidia, l'ira, la lussuria, la golosità, la pigrizia o accidia.

1867 La tradizione catechistica ricorda pure che esistono « peccati che gridano verso il cielo ». Gridano verso il cielo: il sangue di Abele; 124 il peccato dei Sodomiti; 125 il lamento del popolo oppresso in Egitto; 126 il lamento del forestiero, della vedova e dell'orfano; 127 l'ingiustizia verso il salariato. 128

1868 Il peccato è un atto personale. Inoltre, abbiamo una responsabilità nei peccati commessi dagli altri, quando vi cooperiamo:

— prendendovi parte direttamente e volontariamente;
— comandandoli, consigliandoli, lodandoli o approvandoli;
— non denunciandoli o non impedendoli, quando si è tenuti a farlo;
— proteggendo coloro che commettono il male.

1869 Così il peccato rende gli uomini complici gli uni degli altri e fa regnare tra di loro la concupiscenza, la violenza e l'ingiustizia. I peccati sono all'origine di situazioni sociali e di istituzioni contrarie alla bontà divina. Le « strutture di peccato » sono espressione ed effetto dei peccati personali. Inducono le loro vittime a commettere, a loro volta, il male. In un senso analogico esse costituiscono un « peccato sociale ». 129

In sintesi

1870 « Dio [...] ha rinchiuso tutti nella disobbedienza per usare a tutti misericordia » (Rm 11,32).

1871 Il peccato è « una parola, un atto o un desiderio contrari alla Legge eterna ». 130 È un'offesa a Dio. Si erge contro Dio in una disobbedienza contraria all'obbedienza di Cristo.

1872 Il peccato è un atto contrario alla ragione. Ferisce la natura dell'uomo ed attenta alla solidarietà umana.

1873 La radice di tutti i peccati è nel cuore dell'uomo. Le loro specie e la loro gravità si misurano principalmente in base al loro oggetto.

1874 Scegliere deliberatamente, cioè sapendolo e volendolo, una cosa gravemente contraria alla Legge divina e al fine ultimo dell'uomo è commettere un peccato mortale. Esso distrugge in noi la carità, senza la quale la beatitudine eterna è impossibile. Se non ci si pente, conduce alla morte eterna.

1875 Il peccato veniale rappresenta un disordine morale riparabile per mezzo della carità che tale peccato lascia sussistere in noi.

1876 La ripetizione dei peccati, anche veniali, genera i vizi, tra i quali si distinguono i peccati capitali.


(106) Cf Lc 15.

(107) Sant'Agostino, Sermo 169, 11, 13: PL 38, 923.

(108) Giovanni Paolo II, Lett. enc. Dominum et vivificantem, 31: AAS 78 (1986) 843.

(109) Sant'Agostino, Contra Faustum manichaeum, 22, 27: CSEL 25, 621 (PL 42, 418); cf San Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, I-II, q. 71, a. 6: Ed. Leon. 7, 8-9.

(110) Sant'Agostino, De civitate Dei, 14, 28: CSEL 402, 56 (PL 41, 436).

(111) Cf Fil 2,6-9.

(112) Cf Gv 14,30.

(113) Cf Rm 1,28-32; 1 Cor 6,9-10; Ef 5,3-5; Col 3,5-9; 1 Tm 1,9-10; 2 Tm 3,2-5.

(114) Cf 1 Gv 5,16-17.

(115) San Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, I-II, q. 88, a. 2, c: Ed. Leon. 7, 135.

(116) Giovanni Paolo II, Esort. ap. Reconciliatio et paenitentia, 17: AAS 77 (1985) 221.

(117) Cf Mc 3,5-6; Lc 16,19-31.

(118) Giovanni Paolo II, Esort. ap. Reconciliatio et paenitentia, 17: AAS 77 (1985) 221.

(119) Sant'Agostino, In epistulam Iohannis ad Parthos tractatus, 1, 6: PL 35, 1982.

(120) Cf Mc 3,29; Lc 12,10.

(121) Cf Giovanni Paolo II, Lett. enc. Dominum et vivificantem, 46: AAS 78 (1986) 864-865.

(122) Cf San Giovanni Cassiano, Conlatio, 5, 2: CSEL 13, 121 (PL 49, 611).

(123) Cf San Gregorio Magno, Moralia in Iob, 31, 45, 87: CCL 143B, 1610 (PL 76, 621).

(124) Cf Gn 4,10.

(125) Cf Gn 18,20; 19,13.

(126) Cf Es 3,7-10.

(127) Cf Es 22,20-22.

(128) Cf Dt 24,14-15; Gc 5,4.

(129) Cf Giovanni Paolo II, Esort. ap. Reconciliatio et paenitentia, 16: AAS 77 (1985) 216.

(130) Sant'Agostino, Contra Faustum manichaeum, 22, 27: CSEL 25, 621 (PL 42, 418).

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