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Ultimo Aggiornamento: 01/07/2021 13:52
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16/03/2015 11:00
 
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«Sì all’uso della forza per fermare il genocidio dei cristiani voluto dall'Is»













Militanti dell'Is
(©Afp)

(©Afp) Militanti dell'Is

L'arcivescovo Silvano Tomasi, rappresentante del Vaticano all'Onu a Ginevra, lo ha detto in un'intervista rilasciata ad una rivista cattolica statunitense
Mauro Pianta
Roma




Quello che l’Isis sta mettendo in atto contro i cristiani e le altre minoranze in Medio Oriente è un vero e proprio «genocidio». E dunque, giunti a questo punto, serve «una protezione più coordinata, che preveda l'uso della forza per fermare le mani dell'aggressore». Parole pronunciate dall'arcivescovo Silvano Tomasi, rappresentante del Vaticano all'Onu a Ginevra, in un'intervista rilasciata alla rivista cattolica statunitense «Crux».





«Dobbiamo fermare questo tipo di genocidio - ammonisce Tomasi - Altrimenti in futuro ci lamenteremo, chiedendoci perché non abbiamo fatto nulla, perché abbiamo permesso che accadesse una simile tragedia». L'arcivescovo - le cui parole riecheggiano quelle pronunciate nelle settimane scorse da Papa Francesco, secondo cui «l'uso della forza è legittimo per fermare un aggressore ingiusto - sottolinea quindi che «sta alle Nazioni Unite ed ai suoi Paesi membri, specialmente quelli del Consiglio di sicurezza, determinare la forma esatta dell'intervento, ma la responsabilità (di agire) è chiara».





Ancora, il nunzio spiega che qualsiasi coalizione contro l'Is deve comprendere i Paesi musulmani del Medio Oriente, perché non può avere «un approccio occidentale», e operare sotto l'egida dell'Onu.





Tomasi insiste anche su un altro punto: il problema non è l’appartenenza religiosa delle vittime: ad essere in pericolo sono la vita e la dignità di numerosi esseri umani. «Cristiani , yazidi, sciiti, alawiti: sono tutti esseri umani che meritano di essere protetti», ha detto.





Tomasi ha rilasciato l'intervista a Crux lo stesso giorno, venerdì, in cui ha presentato a Ginevra una dichiarazione intitolata «Sostenere i diritti umani dei cristiani e delle altre comunità, in particolare in Medio Oriente», preparata insieme alla Russia ed al Libano. La sua speranza è che gli altri Paesi del mondo forniscano aiuti umanitari ai cristiani e agli altri gruppi che soffrono a causa dell'Is, «in modo che possano sopravvivere e lottare per i loro diritti».



Il nunzio ha quindi elogiato l'iniziativa della Francia di convocare una riunione speciale del Consiglio di sicurezza dell'Onu nei prossimi giorni per discutere della situazione dei cristiani in Medio Oriente.



«Non dobbaimo mai dimenticare – ha concluso il nunzio - di pregare per questi fratelli perseguitati, con i quali dobbiamo praticare una comunione spirituale».
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