È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!
Nuova Discussione
Rispondi
 

ARTICOLI INTERESSANTI

Ultimo Aggiornamento: 01/07/2021 13:52
Autore
Stampa | Notifica email    
21/01/2015 18:04
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Il vizietto laicista di deridere i valori
e giustificarsi con la satira

Il ministro della giustizia francese, Christiane Taubiria ha affermato«siamo in grado di disegnare tutto, compreso un profeta, perché in Francia, il Paese di Voltaire e dell’irriverenza, abbiamo il diritto di prendere in giro tutte le religioni». A seguito di queste parole e delle nuove vignette di Charlie Hebdo contro musulmani e cattolici, il fanatismo religioso si è vendicato contro i cristiani del Medio Oriente bruciando diverse chiese e provocando dei morti. Voltaire, infatti, nel 1760 scriveva a D’Alembert che il cristianesimo è «un infame da schiacciare», sarà dunque contenta il ministro francese della vendetta sui cristiani a causa dell’irriverenza del settimanale laicista ispirato a Voltaire. Tutto torna, effettivamente.

Dopo aver solidarizzato con i vignettisti e i poliziotti in loro difesa, uccisi dal fanatismo religioso, occorre riflettere se esiste una illimitata libertà di stampa, oppure se tale libertà termina quando inizia la libertà e il diritto altrui a non essere offesi. Molti lo stanno facendo, ma la vera domanda da farse è: perché, per sussistere, il laicismo ha l’esigenza dell’irriverenza, dell’insultare e deridere chi ha una posizione di vita differente, chi ha fatto un incontro che lo ha aperto a nuovi valori e gli ha dato fondamenta su cui costruire la propria vita, la propria famiglia, la propria felicità? La religione crea valori, i valori sono divisivi, allora bisogna teorizzare una società priva di elementi divisivi e dunque vanno eliminate le religioni: questo è il ragionamento malato di “Charlie Hebdo”, del comico Daniele Luttazzi (secondo cui il credente «finché non dimostra Dio non ha il diritto di sentirsi offeso»ricevendo il commento di Giorgio Liverani: «i comici restano tali anche quando fanno pena») e del laicismo occidentale costituitosi nei secoli bui della ghigliottina illuminista. Ma siamo davvero sicuri che la soluzione sia lo Stato Ateocratico, come invoca Paolo Flores D’arcais, dimenticando che è già stato sperimentato, con risultati non proprio eccellenti per la libertà, nell’Unione Sovietica di Stalin e in tante altre dittature comuniste?

Anche Papa Francesco è intervenuto in merito in questi giorni: «Ognuno non solo ha la libertà, il diritto, ha anche l’obbligo di dire quello che pensa per aiutare il bene comune […]. Abbiamo l’obbligo di dire apertamente, avere questa libertà, ma senza offendere […]. Non si può provocare, non si può insultare la fede degli altri, non si può prendere in giro la fede. Papa Benedetto in un discorso – non ricordo bene dove – aveva parlato di questa mentalità post-positivista, della metafisica post-positivista, che portava alla fine a credere che le religioni o le espressioni religiose sono una sorta di sottocultura, che sono tollerate, ma sono poca cosa, non fanno parte della cultura illuminata. E questa è un’eredità dell’illuminismo. Tanta gente che sparla delle religioni, le prende in giro, diciamo “giocattolizza” la religione degli altri […]. C’è un limite. Ogni religione ha dignità, ogni religione che rispetti la vita umana, la persona umana. E io non posso prenderla in giro. E questo è un limite».

Parole chiare, decise contro questo vizietto laicista di esprimere il proprio odio giustificandosi con la satira. Anche perché poi, se un comico musulmano, Dieudonnéosa fare satira sui fatti di Parigi proclamando “Je suis Charlie Coulibaly” (mescolando il nome che sta sulla testata del giornale vittima con il cognome di uno dei carnefici), viene subito arrestato dalle autorità francesi per “apologia di terrorismo”. Libertà per tutti, dunque, a patto che tutti la pensino allo stesso modo: «la libertà di espressione è totale per quelle idee e opinioni che riflettono il pensiero dominante di una società nazionale in un determinato momento storico, più limitata quando offende lo stesso pensiero dominante»ha scritto il laico Sergio Romano. Ma Chalie Hebdo forse non istiga alla violenza, all’odio religioso e verso la religione? Certo, non bisogna giustificare l’attentato, ma certamente presentare l’Islam come una “merda” (si veda la vignetta qui sotto) non è certo un’espressione di tolleranza, non fa ridere e non è nemmeno satira. Come ha scritto il direttore francese de “La Croix”«Che cosa facciamo noi con i nostri scritti, con le nostre parole, con i nostri atti, per promuovere i valori di rispetto, di dignità, di fraternità?Contribuiamo alla pace sociale, alla serenità dei dibattiti, alla loro profondità? Riapriamo vecchie ferite o le curiamo? La libertà di stampa, che è anche un potere, impegna. E si merita».

E’ da queste riflessioni che nasce lo slogan “Io non sono Charlie”«tutti noi “liberi occidentali” ci censuriamo quotidianamente e spesso senza neppure pensarci, per ragioni di prudenza e di buon senso»,ha spiegato Alfonso Berardinelli«Un’imprudente coglioneria può provocare tragedie e non per questo diventa in sé tragica, né più accettabile, più seria e sacrosanta. A ridere sempre, come vorrebbero i satirici di professione, si diventa noiosi. E non si può ridere di tutto». Non esiste alcuna libertà di offendere«La libertà di stampa è inviolabile, ma l’aggressività, il dileggio e lo sputtanamento dei valori degli altri è cosa inammissibile»ha commentato Gianfranco Morra«Criticare, ironizzare, demitizzare sono certo cose lecite. Ma quando l’umorismo esce dai binari e diviene oltraggio e denigrazione dei valori più alti dell’uomo, l’apparente libertà di espressione diventa libertà di offendere. Di certo questo confine era toccato e anche oltrepassato da “Charlie Hebdo”. Si dirà che un giornale satirico non può fare altro. È vero, ma solo sino a un certo punto, oltre il quale la satira diviene contumelia».

Tanto che le più prestigiose testate internazionali, dal “Financial Times” al “New York Times”non hannopubblicato le vignette per rispetto ai credenti. Il docente emerito all’Ecole des hautes étudesFranco Cardiniha commentato«C’è un attacco ai valori occidentali, ma mi domando: i valori occidentali erano quelli rappresentati da Charlie Hebdo? Il sottotitolo del Charlie era: journal (istes) irresponsable, giornale irresponsabile. Io non sono d’accordo, la libertà per me è responsabile, finisce quando iniziano i diritti altrui. Se certe vignette sono blasfeme e offendono chi non considera la libertà come una questione prioritaria, se me la prendo con tutte le religioni, sbeffeggio i santi, la Madonna, beh, questa non è libertà, mi devo fermare un passo prima».

Delfeil de Ton, uno dei fondatori di Charlie Hebdoha rivelato che gli stessi vignettisti capivano che la loro non era satira ma pura provocazione violenta, incolpando Charb di essere il responsabile della morte sua e del resto della redazione. Occorre ricordare che metà dei francesi è contro alla pubblicazione delle vignette e che, prima dell’attentato, Charlie Hebdo era un giornaletto-spazzatura che nessuno si filava, le copie vendute bastavano a malapena a coprire i costi, l’immensa reazione internazionale è spiegabile non perché è stato violato il diritto di satira ma quello della vita. Come ha spiegato il sociologoSalvatore Abruzzese«il problema non è affatto politico (la libertà di stampa) ma morale (il ricorso all’assassinio come espressione del proprio sdegno). La posta in gioco non è affatto quella della legittimità del diritto a ridicolizzare e spesso ad offendere pesantemente tutto e tutti, ma quella dell’intolleranza omicida. La nostra civilizzazione ha il suo cuore nel rispetto della persona, della sua integrità e dei suoi diritti, per la quale il valore della vita è un valore assoluto, uno dei pochi valori assoluti che, in epoca di relativismo culturale, può pretendere il rispetto, l’osservanza dogmatica, il rifiuto di qualsiasi distinguo». Per questo le vignette di Charlie Hebdo sono contro la nostra stessa civiltà europea e occidentale.

La satira è utile se fa riflettere, ma se è usata come canale di sfogo verso chi ha valori che non si condivide, allora è pura violenza che genera altra violenza. E, almeno noi crediamo, questo odio verso i credenti è motivato dall’insopprimibile invidia verso chi ha una roccia su cui appoggiarsi e costruire, una serenità, un orizzonte di senso verso cui incanalare la propria vita.


Nuova Discussione
Rispondi
LUNA ATTUALE
--Clicca sotto e ascolta >> RADIO MARIA<< =============

Santo del giorno

san francesco d'assisi pastore e martire

Cerca in BIBBIA CEI
PER VERSETTO
(es. Mt 28,1-20):
PER PAROLA:

 
*****************************************
Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra | Regolamento | Privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 16:26. Versione: Stampabile | Mobile - © 2000-2024 www.freeforumzone.com