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26/10/2015 11:41
 
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IL TESTO INTEGRALE E CONCLUSIVO DEL SINODO SULLA FAMIGLIA

- Relazione Finale del Sinodo dei Vescovi al Santo Padre Francesco (24 ottobre 2015)
Pubblichiamo di seguito il testo della Relazione finale del Sinodo dei Vescovi al Santo Padre Francesco, al termine della XIV Assemblea generale ordinaria (4-25 ottobre 2015) sul tema “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo”.
INTRODUZIONE
INDICE
I PARTE
LA CHIESA IN ASCOLTO DELLA FAMIGLIA
Capitolo I
La famiglia e il contesto antropologico-culturale
Il contesto socio-culturale
Il contesto religioso
Il cambiamento antropologico Le contraddizioni culturali Conflitti e tensioni
Fragilità e forza della famiglia
Capitolo II
La famiglia e il contesto socio-economico
La famiglia insostituibile risorsa della società Politiche in favore della famiglia
Solitudine e precarietà
Economia ed equità
Povertà ed esclusione Ecologia e famiglia
Capitolo III
Famiglia, inclusione e società
BOLLETTINO N. 0816 - 24.10.2015 2
La terza età
La vedovanza
L’ultima stagione della vita e il lutto in famiglia Persone con bisogni speciali
Le persone non sposate
Migranti, profughi, perseguitati
Alcune sfide peculiari
I bambini
La donna
L’uomo
I giovani
Capitolo IV
Famiglia, affettività e vita
La rilevanza della vita affettiva La formazione al dono di sé Fragilità e immaturità
Tecnica e procreazione umana La sfida per la pastorale
II PARTE
LA FAMIGLIA NEL PIANO DI DIO
Capitolo I
La famiglia nella storia della salvezza
La pedagogia divina
L’icona della Trinità nella famiglia La famiglia nella Sacra Scrittura Gesù e la famiglia
Capitolo II
La famiglia nel Magistero della Chiesa
L’insegnamento del Concilio Vaticano II Paolo VI
Giovanni Paolo II
Benedetto XVI
Francesco
Capitolo III
La famiglia nella dottrina cristiana
Matrimonio nell’ordine della creazione e pienezza sacramentale Indissolubilità e fecondità dell’unione sponsale
I beni della famiglia
Verità e bellezza della famiglia
Capitolo IV
Verso la pienezza ecclesiale della famiglia
L’intimo legame tra Chiesa e famiglia
La grazia della conversione e del compimento La misericordia nel cuore della rivelazione
Capitolo I
La formazione della famiglia
III PARTE
LA MISSIONE DELLA FAMIGLIA
BOLLETTINO N. 0816 - 24.10.2015 3
La preparazione al matrimonio
La celebrazione nuziale
I primi anni della vita familiare
La formazione dei presbiteri e di altri operatori pastorali
Capitolo II
Famiglia, generatività, educazione
La trasmissione della vita
La responsabilità generativa
Il valore della vita in tutte le sue fasi Adozione e affido
L’educazione dei figli
Capitolo III
Famiglia e accompagnamento pastorale
Situazioni complesse Accompagnamento in diverse situazioni Discernimento e integrazione
Capitolo IV
Famiglia ed evangelizzazione
La spiritualità familiare
La famiglia soggetto della pastorale
Il rapporto con le culture e con le istituzioni L’apertura alla missione
CONCLUSIONE
Preghiera alla Santa Famiglia SIGLE
AA Concilio Ecumenico Vaticano II, Decreto Apostolicam Actuositatem (18 novembre 1965) AG Concilio Ecumenico Vaticano II, Decreto Ad Gentes (7 dicembre 1965)
CCC Catechismo della Chiesa Cattolica (15 agosto 1997)
CiV Benedetto XVI, Lettera Enciclica Caritas in Veritate (29 giugno 2009)
DC Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, Istruzione Dignitas Connubii (25 gennaio 2005) DCE Benedetto XVI, Lettera Enciclica Deus Caritas Est (25 dicembre 2005)
DeV San Giovanni Paolo II, Lettera Enciclica Dominum et Vivificantem (18 maggio 1986)
GS Concilio Ecumenico Vaticano II, Costituzione Pastorale Gaudium et Spes (7 dicembre 1965) EdE San Giovanni Paolo II, Lettera Enciclica Ecclesia de Eucharistia (17 aprile 2003)
EG Francesco, Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium (24 novembre 2013)
EN Beato Paolo VI, Esortazione Apostolica Evangelii Nuntiandi (8 dicembre 1975)
EV San Giovanni Paolo II, Lettera Enciclica Evangelium Vitae (25 marzo 1995)
FC San Giovanni Paolo II, Esortazione Apostolica Familiaris Consortio (22 novembre 1981) IL III Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi, Le sfide pastorali sulla
famiglia nel contesto dell’evangelizzazione, Instrumentum Laboris (24 giugno 2014)
LF Francesco, Lettera Enciclica Lumen Fidei (29 giugno 2013)
LG Concilio Ecumenico Vaticano II, Costituzione Dogmatica Lumen Gentium (21 novembre1964)
LS Francesco, Enciclica Laudato Si' (24 maggio 2015)
MV Francesco, Bolla Misericordiae Vultus (11 aprile 2015)
NA Concilio Ecumenico Vaticano II, Decreto Nostra Aetate (28 ottobre 1965)
NMI San Giovanni Paolo II, Lettera Apostolica Novo Millennio Ineunte (6 gennaio 2001) RM San Giovanni Paolo II, Lettera Enciclica Redemptoris Missio (7 dicembre 1990)
VS San Giovanni Paolo II, Lettera Enciclica Veritatis Splendor (6 agosto 1993)
INTRODUZIONE
BOLLETTINO N. 0816 - 24.10.2015 4
1. Noi Padri, riuniti in Sinodo intorno a Papa Francesco, Lo ringraziamo per averci convocato a riflettere con Lui, e sotto la Sua guida, sulla vocazione e la missione della famiglia oggi. A Lui offriamo il frutto del nostro lavoro con umiltà, nella consapevolezza dei limiti che esso presenta. Possiamo tuttavia affermare che abbiamo costantemente tenuto presenti le famiglie del mondo, con le loro gioie e speranze, con le loro tristezze e angosce. I discepoli di Cristo sanno che «nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore. La loro comunità, infatti, è composta di uomini i quali, riuniti insieme nel Cristo, sono guidati dallo Spirito Santo nel loro pellegrinaggio verso il Regno del Padre, ed hanno ricevuto un messaggio di salvezza da proporre a tutti. Perciò la comunità dei cristiani si sente realmente e intimamente solidale con il genere umano e con la sua storia» (GS, 1). Ringraziamo il Signore per la generosa fedeltà con cui tante famiglie cristiane rispondono alla loro vocazione e missione, anche dinanzi a ostacoli, incomprensioni e sofferenze. A queste famiglie va l’incoraggiamento di tutta la Chiesa che unita al suo Signore e sorretta dall’azione dello Spirito, sa di avere una parola di verità e di speranza da rivolgere a tutti gli uomini. Lo ha ricordato Papa Francesco nella celebrazione con cui si è aperta l’ultima tappa di questo cammino sinodale dedicato alla famiglia: «Dio non ha creato l’essere umano per vivere in tristezza o per stare solo, ma per la felicità, per condividere il suo cammino con un’altra persona che gli sia complementare [...]. È lo stesso disegno che Gesù [...] riassume con queste parole: “Dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne” (Mc 10,6-8; cf. Gen 1,27; 2,24)». Dio «unisce i cuori di un uomo e una donna che si amano e li unisce nell’unità e nell’indissolubilità. Ciò significa che l’obiettivo della vita coniugale non è solamente vivere insieme per sempre, ma amarsi per sempre! Gesù ristabilisce così l’ordine originario ed originante. [...] solo alla luce della follia della gratuità dell’amore pasquale di Gesù apparirà comprensibile la follia della gratuità di un amore coniugale unico e usque ad mortem» (Omelia della Messa di apertura del Sinodo, 4 ottobre 2015).
2. Grembo di gioie e di prove, la famiglia è la prima e fondamentale “scuola di umanità” (cf. GS, 52). Nonostante i segnali di crisi dell’istituto familiare, nei vari contesti, il desiderio di famiglia resta vivo nelle giovani generazioni. La Chiesa, esperta in umanità e fedele alla sua missione, annuncia con convinzione profonda il “Vangelo della famiglia”: ricevuto con la Rivelazione di Gesù Cristo e ininterrottamente insegnato dai Padri, dai Maestri della spiritualità e dal Magistero della Chiesa. La famiglia assume per il cammino della Chiesa un’importanza speciale: «Tanto era l’amore che [Dio] ha incominciato a camminare con l’umanità, ha incominciato a camminare con il suo popolo, finché giunse il momento maturo e diede il segno più grande del suo amore: il suo Figlio. E suo Figlio dove lo ha mandato? In un palazzo? In una città? A fare un’impresa? L’ha mandato in una famiglia. Dio è entrato nel mondo in una famiglia. E ha potuto farlo perché quella famiglia era una famiglia che aveva il cuore aperto all’amore, aveva le porta aperte» (Francesco, Discorso alla Festa delle Famiglie, Philadelphia, 27 settembre 2015). Le famiglie di oggi sono inviate come “discepoli missionari” (cf. EG, 120). In questo senso è necessario che la famiglia si riscopra come soggetto imprescindibile per l’evangelizzazione.
3. Sulla realtà della famiglia, il Papa ha chiamato a riflettere il Sinodo dei Vescovi. «Già il convenire in unum attorno al Vescovo di Roma è evento di grazia, nel quale la collegialità episcopale si manifesta in un cammino di discernimento spirituale e pastorale» (Francesco, Discorso in occasione della Veglia di preghiera in preparazione al Sinodo Straordinario sulla famiglia, 4 ottobre 2014). Nell’arco di due anni si sono svolte l’Assemblea Generale Straordinaria (2014) e l’Assemblea Generale Ordinaria (2015), che hanno assunto il compito di ascolto dei segni di Dio e della storia degli uomini, nella fedeltà al Vangelo. Il frutto del primo appuntamento sinodale, al quale il Popolo di Dio ha dato il suo importante contributo, è confluito nella Relatio Synodi. Il nostro dialogo e la nostra riflessione sono stati ispirati da un triplice atteggiamento. L’ascolto della realtà della famiglia oggi, nella prospettiva della fede, con la complessità delle sue luci e delle sue ombre. Lo sguardo sul Cristo, per ripensare con rinnovata freschezza ed entusiasmo la rivelazione, trasmessa nella fede della Chiesa. Il confronto nello Spirito Santo, per discernere le vie con cui rinnovare la Chiesa e la società nel loro impegno per la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna. L’annuncio cristiano che riguarda la famiglia è davvero una buona notizia. La famiglia, oltre che sollecitata a rispondere alle problematiche odierne, è soprattutto chiamata da Dio a prendere sempre nuova coscienza della propria identità missionaria. L’Assemblea sinodale è stata arricchita dalla presenza di coppie e di famiglie all’interno di un dibattito che le riguarda direttamente. Conservando il prezioso frutto dell’Assemblea precedente, dedicato alle sfide sulla famiglia, abbiamo rivolto lo sguardo alla sua vocazione e missione nella Chiesa e nel mondo contemporaneo.
BOLLETTINO N. 0816 - 24.10.2015
I PARTE
LA CHIESA IN ASCOLTO DELLA FAMIGLIA
4. Il mistero della creazione della vita sulla terra ci riempie di incanto e stupore. La famiglia basata sul matrimonio dell’uomo e della donna è il luogo magnifico e insostituibile dell’amore personale che trasmette la vita. L’amore non si riduce all’illusione del momento, l’amore non è fine a se stesso, l’amore cerca l’affidabilità di un “tu” personale. Nella promessa reciproca di amore, nella buona e nella cattiva sorte, l’amore vuole continuità di vita, fino alla morte. Il desiderio fondamentale di formare la rete amorevole, solida ed intergenerazionale della famiglia si presenta significativamente costante, al di là dei confini culturali e religiosi e dei cambiamenti sociali. Nella libertà del “sì” scambiato dall’uomo e dalla donna per tutta la vita, si fa presente e si sperimenta l’amore di Dio. Per la fede cattolica il matrimonio è segno sacro in cui diventa efficace l’amore di Dio per la sua Chiesa. La famiglia cristiana pertanto è parte della Chiesa vissuta: una “Chiesa domestica”.
La coppia e la vita nel matrimonio non sono realtà astratte, rimangono imperfette e vulnerabili. Per questo è sempre necessaria la volontà di convertirsi, di perdonare e di ricominciare. Nella nostra responsabilità, come Pastori, ci preoccupiamo per la vita delle famiglie. Desideriamo prestare ascolto alla loro realtà di vita e alle loro sfide, ed accompagnarli con lo sguardo amorevole del Vangelo. Desideriamo dare loro forza ed aiutarle a cogliere la loro missione oggi. Desideriamo accompagnarle con cuore grande anche nelle loro preoccupazioni, dando loro coraggio e speranza a partire dalla misericordia di Dio.
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80. Le famiglie monoparentali hanno origini diverse: madri o padri biologici che non hanno voluto mai integrarsi nella vita familiare, situazioni di violenza da cui un genitore è dovuto fuggire con i figli, morte di uno dei genitori, abbandono della famiglia da parte di uno dei genitori, e altre situazioni. Qualunque sia la causa, il genitore che abita con il bambino deve trovare sostegno e conforto presso le altre famiglie che formano la comunità cristiana, così come presso gli organismi pastorali parrocchiali. Queste famiglie sono spesso ulteriormente afflitte dalla gravità dei problemi economici, dall’incertezza di un lavoro precario, dalla difficoltà per il mantenimento dei figli, dalla mancanza di una casa. La stessa sollecitudine pastorale dovrà essere manifestata nei riguardi delle persone vedove, delle ragazze madri e dei loro bambini.
81. Quando gli sposi sperimentano problemi nelle loro relazioni, devono poter contare sull’aiuto e l’accompagnamento della Chiesa. L’esperienza mostra che con un aiuto adeguato e con l’azione di riconciliazione della grazia dello Spirito Santo una grande percentuale di crisi matrimoniali si superano in maniera soddisfacente. Saper perdonare e sentirsi perdonati è un’esperienza fondamentale nella vita familiare. Il perdono tra gli sposi permette di riscoprire la verità di un amore che è per sempre e non passa mai (cf. 1 Cor 13,8). Nell’ambito delle relazioni familiari la necessità della riconciliazione è praticamente quotidiana. Le incomprensioni dovute alle relazioni con le famiglie di origine, il conflitto tra abitudini culturali e religiose diverse, la divergenza circa l’educazione dei figli, l’ansia per le difficoltà economiche, la tensione che sorge a seguito di dipendenze e della perdita del lavoro. Sono alcuni dei motivi ricorrenti di tensioni e conflitti. La faticosa arte della riconciliazione, che necessita del sostegno della grazia, ha bisogno della generosa collaborazione di parenti ed amici, e talvolta anche di un aiuto esterno e professionale. Nei casi più dolorosi, come quello dell’infedeltà coniugale, è necessaria una vera e propria opera di riparazione alla quale rendersi disponibili. Un patto ferito può essere risanato: a questa speranza occorre educarsi fin dalla preparazione al matrimonio. È fondamentale l’azione dello Spirito Santo nella cura delle persone e delle famiglie ferite, la recezione del sacramento della Riconciliazione e la necessità di cammini spirituali accompagnati da ministri esperti.
82. Per tanti fedeli che hanno vissuto un’esperienza matrimoniale infelice, la verifica dell’invalidità del matrimonio rappresenta una via da percorrere. I recenti Motu Proprio Mitis Iudex Dominus Iesus e Mitis et Misericors Iesus hanno condotto ad una semplificazione delle procedure per la eventuale dichiarazione di nullità matrimoniale. Con questi testi, il Santo Padre ha voluto anche «rendere evidente che il Vescovo stesso nella sua Chiesa, di cui è costituito pastore e capo, è per ciò stesso giudice tra i fedeli a lui affidati» (MI, preambolo, III). L’attuazione di questi documenti costituisce dunque una grande responsabilità per gli Ordinari diocesani, chiamati a giudicare loro stessi alcune cause e, in ogni modo, ad assicurare un accesso più facile dei fedeli alla giustizia. Ciò implica la preparazione di un personale sufficiente, composto di chierici e laici, che si consacri in modo prioritario a questo servizio ecclesiale. Sarà pertanto necessario mettere a disposizione delle persone separate o delle coppie in crisi, un servizio d’informazione, di consiglio e di mediazione, legato alla pastorale familiare, che potrà pure accogliere le persone in vista dell’indagine preliminare al processo matrimoniale (cf. MI, Art. 2-3).
83. La testimonianza di coloro che anche in condizioni difficili non intraprendono una nuova unione, rimanendo fedeli al vincolo sacramentale, merita l’apprezzamento e il sostegno da parte della Chiesa. Essa vuole mostrare loro il volto di un Dio fedele al suo amore e sempre capace di ridonare forza e speranza. Le persone separate o divorziate ma non risposate, che spesso sono testimoni della fedeltà matrimoniale, vanno incoraggiate a trovare nell’Eucaristia il cibo che le sostenga nel loro stato.
Discernimento e integrazione
84. I battezzati che sono divorziati e risposati civilmente devono essere più integrati nelle comunità cristiane nei diversi modi possibili, evitando ogni occasione di scandalo. La logica dell’integrazione è la chiave del loro accompagnamento pastorale, perché non soltanto sappiano che appartengono al Corpo di Cristo che è la Chiesa, ma ne possano avere una gioiosa e feconda esperienza. Sono battezzati, sono fratelli e sorelle, lo Spirito Santo riversa in loro doni e carismi per il bene di tutti. La loro partecipazione può esprimersi in diversi servizi ecclesiali: occorre perciò discernere quali delle diverse forme di esclusione attualmente praticate in ambito liturgico, pastorale, educativo e istituzionale possano essere superate. Essi non solo non devono sentirsi scomunicati, ma possono vivere e maturare come membra vive della Chiesa, sentendola come una madre che li accoglie sempre, si prende cura di loro con affetto e li incoraggia nel cammino della vita e del Vangelo. Quest’integrazione è necessaria pure per la cura e l’educazione cristiana dei loro figli, che debbono essere considerati i più importanti. Per la comunità cristiana, prendersi cura di
BOLLETTINO N. 0816 - 24.10.2015 29
queste persone non è un indebolimento della propria fede e della testimonianza circa l’indissolubilità matrimoniale: anzi, la Chiesa esprime proprio in questa cura la sua carità.
85. San Giovanni Paolo II ha offerto un criterio complessivo, che rimane la base per la valutazione di queste situazioni: «Sappiano i pastori che, per amore della verità, sono obbligati a ben discernere le situazioni. C’è infatti differenza tra quanti sinceramente si sono sforzati di salvare il primo matrimonio e sono stati abbandonati del tutto ingiustamente, e quanti per loro grave colpa hanno distrutto un matrimonio canonicamente valido. Ci sono infine coloro che hanno contratto una seconda unione in vista dell’educazione dei figli, e talvolta sono soggettivamente certi in coscienza che il precedente matrimonio, irreparabilmente distrutto, non era mai stato valido» (FC, 84). È quindi compito dei presbiteri accompagnare le persone interessate sulla via del discernimento secondo l’insegnamento della Chiesa e gli orientamenti del Vescovo. In questo processo sarà utile fare un esame di coscienza, tramite momenti di riflessione e di pentimento. I divorziati risposati dovrebbero chiedersi come si sono comportati verso i loro figli quando l’unione coniugale è entrata in crisi; se ci sono stati tentativi di riconciliazione; come è la situazione del partner abbandonato; quali conseguenze ha la nuova relazione sul resto della famiglia e la comunità dei fedeli; quale esempio essa offre ai giovani che si devono preparare al matrimonio. Una sincera riflessione può rafforzare la fiducia nella misericordia di Dio che non viene negata a nessuno.
Inoltre, non si può negare che in alcune circostanze «l’imputabilità e la responsabilità di un’azione possono essere sminuite o annullate» (CCC, 1735) a causa di diversi condizionamenti. Di conseguenza, il giudizio su una situazione oggettiva non deve portare ad un giudizio sulla «imputabilità soggettiva» (Pontificio Consiglio per i testi legislativi, Dichiarazione del 24 giugno 2000, 2a). In determinate circostanze le persone trovano grandi difficoltà ad agire in modo diverso. Perciò, pur sostenendo una norma generale, è necessario riconoscere che la responsabilità rispetto a determinate azioni o decisioni non è la medesima in tutti i casi. Il discernimento pastorale, pure tenendo conto della coscienza rettamente formata delle persone, deve farsi carico di queste situazioni. Anche le conseguenze degli atti compiuti non sono necessariamente le stesse in tutti i casi.....
....

Per poter leggere tutta la relazione conclusiva del Sinodo cliccare sul seguente link:


CONCLUSIONI DEL SINODO
[Modificato da Credente 26/10/2015 11:50]
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