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Questa NDE ci ricorda una regola essenziale, compresa e intrapresa vigorosamente dalla protagonista dopo la sua esperienza extracorporea .
E cioè che il nostro compito qui sulla terra è innanzitutto quello di amare Dio nel prossimo. Una cosa semplice, ma impegnativa, a cui però viene prospettato un epilogo di eterna felicità. A conti fatti, penso che Dio non desideri altro da noi e noi non dovremmo desiderare altro opponendo un incomprensibile rifiuto.
In questa NDE vi sono molti tratti simili ad altre come ad esempio il senso di "fusione" con tutte le cose, percepite come un progetto divino per tutti noi. Ma di singolare vi è anche l'incontro con delle creature tristi in un ambiente poco accogliente, che chiedevano l'aiuto del protagonista, consapevole di non poterli aiutare. Fa pensare a uno stato di purificazione di cui troviamo traccia in 1 Cor.3,15 o anche in Luca 12,46-47
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Il protagonista aveva smarrito la fede a seguito di dolorose vicende, e durante la sua NDE si ritrova in mezzo ad esseri tenebrosi e spenti. In lontananza vede una barca con dentro Gesù che lo circonda di Luce e di Amore, che gli prospetta l'incontro con una persona che lo avrebbe aiutato nel cammino spirituale e che sarebbe stato utile per lui. Ovviamente non sarebbe stato necessario se in precedenza avesse accettato la prova che aveva vissuto.