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PROBLEMATICHE DI ESCATOLOGIA: SIGNIFICATO E SPIEGAZIONI

Ultimo Aggiornamento: 24/09/2021 16:06
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24/09/2021 16:05
 
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8 - Purificazione dell'anima per l'incontro con Cristo glorioso

8.1. Quando il magistero della Chiesa afferma che le anime dei santi immediatamente dopo la morte godono della visione beatifica di Dio e della comunione perfetta con Cristo, presuppone sempre che si tratti delle anime che si trovano purificate. Perciò, sebbene si riferiscano al santuario terreno, le parole del Salmo 14 [15], 1-2 hanno anche un profondo significato per la vita dopo la morte: «Signore, chi abiterà nella tua tenda? Chi dimorerà sul tuo santo monte? Colui che cammina senza colpa». Nulla di macchiato può essere introdotto alla presenza del Signore. Con queste parole viene espressa la coscienza di una realtà tanto fondamentale che in moltissime grandi religioni storiche, in una forma o in un'altra, esiste un certo barlume di necessità di una purificazione dopo la morte. Anche la Chiesa confessa che qualsiasi macchia è d'impedimento all'incontro intimo con Dio e con Cristo. Questo principio va inteso non solo a proposito delle macchie che rompono e distruggono l'amicizia con Dio e che perciò, se rimangono nella morte, rendono l'incontro con Dio definitivamente impossibile (peccati mortali), ma pure a proposito delle macchie che oscurano quest'amicizia e devono essere previamente purificate perché tale incontro sia possibile. Ad esse appartengono i cosiddetti «peccati quotidiani» o veniali e le reliquie dei peccati, le quali possono pure rimanere nell'uomo giustificato dopo la remissione della colpa, per la quale si esclude la pena eterna. Il sacramento dell'unzione degli infermi ha come scopo la purificazione delle reliquie dei peccati prima della morte. Solo se diventiamo conformi a Cristo, possiamo essere in comunione con Dio (cf. Rm 8,29).

Per questo siamo invitati alla purificazione. Perfino colui che si è lavato deve liberarsi della polvere dei piedi (cf. Gv 13,10). Per coloro che non lo hanno fatto sufficientemente sulla terra con la penitenza, la Chiesa crede che esista uno stato di purificazione dopo la morte, ossia «una purificazione precedente alla visione di Dio». Poiché tale purificazione avviene dopo la morte e prima della risurrezione finale, questo stato appartiene allo stadio escatologico intermedio; più ancora, l'esistenza di questo stato mostra l'esistenza di una escatologia intermedia. La fede della Chiesa circa questo stato implicitamente si esprimeva già nelle preghiere per i defunti, delle quali esistono numerose testimonianze molto antiche nelle catacombe e che, alla fine, si fondano sulla testimonianza di 2Mac 12,46. In queste preghiere si presuppone che i defunti possano essere aiutati a conseguire la loro purificazione dalle orazioni dei fedeli. La teologia relativa a questo stato cominciò a svilupparsi nel III secolo a proposito di coloro che furono riammessi nella pace con la Chiesa senza aver compiuto la penitenza completa prima della loro morte. È assolutamente necessario conservare la pratica della preghiera per i defunti. In essa è contenuta una professione di fede nell'esistenza di questo stato di purificazione. Questo è il senso della liturgia esequiale che non va oscurato: l'uomo giustificato può aver bisogno di un'ulteriore purificazione. Nella liturgia bizantina viene presentata magnificamente l'anima stessa del defunto che grida al Signore: «Rimango immagine della tua gloria ineffabile, anche se ferita dal peccato».

8.2. La Chiesa crede che esiste uno stato di condanna definitiva per coloro che muoiono gravati di peccato grave. Si deve evitare assolutamente d'intendere lo stato di purificazione per l'incontro con Dio, in modo troppo simile a quello della condanna, come se la differenza tra i due consistesse solo nel fatto che l'uno sarebbe eterno e l'altro temporaneo; la purificazione dopo la morte è «del tutto diversa dal castigo dei condannati». In realtà uno stato il cui centro è l'amore e l'altro il cui centro è l'odio non possono essere posti a confronto. Il giustificato vive nell'amore di Cristo. Il suo amore diventa più cosciente con la morte. L'amore che viene ritardato dal possedere la persona amata soffre e col dolore si purifica. San Giovanni della Croce spiega che lo Spirito Santo, come «fiamma viva d'amore», purifica l'anima perché giunga all'amore perfetto di Dio, tanto qui sulla terra come dopo la morte, se fosse necessario; in questo senso stabilisce un certo parallelismo tra la purificazione che avviene nelle cosiddette «notti» e la purificazione passiva del purgatorio. Nella storia di questo dogma, una noncuranza nel mostrare tale profonda differenza tra lo stato di purificazione e lo stato di condanna ha creato gravi difficoltà nella conduzione del dialogo con i cristiani orientali.



9 - Irripetibilità e unicità della vita umana. I problemi della reincarnazione

9.1. Con la parola reincarnazione (o anche con altre equivalenti come i termini greci metempsychôsis o metemsômatôsis) viene denominata una dottrina la quale sostiene che l'anima umana dopo la morte assume un altro corpo e, in tal modo, s'incarna di nuovo. Si tratta di una concezione nata nel paganesimo, la quale, poiché contraddice completamente la sacra Scrittura e la tradizione della Chiesa, è stata sempre rifiutata dalla fede e dalla teologia cristiane. La «reincarnazione» si diffonde oggi ampiamente nel mondo, anche in quello occidentale, e tra moltissimi che si autodefiniscono cristiani. La proclamano molti mezzi di comunicazione di massa. Inoltre ogni giorno diventa più forte l'influsso delle religioni e delle filosofie orientali che sostengono la reincarnazione; a tale influsso pare che si debba attribuire l'aumento di una mentalità sincretista. La facilità con cui molti accettano la reincarnazione forse si deve in parte a una reazione spontanea e istintiva contro il montante materialismo. Nel modo di pensare di molti uomini del nostro tempo, questa vita terrena è percepita come troppo breve per poter porre in atto tutte le possibilità di un uomo o perché possano essere superate o corrette le mancanze commesse in essa. La fede cattolica offre una risposta piena a questo modo di pensare. È vero che la vita è troppo breve perché vengano superate o corrette le mancanze commesse in essa; ma la purificazione escatologica sarà perfetta. Nemmeno è possibile porre in atto tutte le possibilità di un uomo nel tempo così breve di una sola vita terrena; ma la risurrezione finale nella gloria condurrà l'uomo a uno stato che supera ogni suo desiderio.

9.2. Senza che sia possibile esporre qui dettagliatamente tutti gli aspetti con i quali i diversi reincarnazionisti espongono il loro sistema, la tendenza al reincarnazionismo, oggi prevalente nel mondo occidentale, può essere ridotta sinteticamente a quattro punti.

9.2.1. Le esistenze terrene sono molte. La nostra vita attuale non è né la nostra prima esistenza corporale né sarà l'ultima. Siamo già vissuti prima e vivremo ancora ripetutamente in corpi materiali sempre nuovi.

9.2.2. C'è una legge in natura che spinge a un continuo progresso fino alla perfezione. Questa stessa legge conduce le anime a vite sempre nuove e non permette alcun ritorno e neppure un arresto definitivo. A fortiori viene escluso uno stato definitivo di condanna senza fine. Dopo molti o pochi secoli, tutti giungeranno alla perfezione finale di un puro spirito (negazione dell'inferno).

9.2.3. La meta finale si raggiunge per i propri meriti; in ogni nuova esistenza l'anima progredisce in proporzione ai propri sforzi. Tutto il male commesso sarà riparato con espiazioni personali, che il proprio spirito patisce in incarnazioni nuove e difficili (negazione della redenzione).

9.2.4. Nella proporzione in cui l'anima progredisce verso la perfezione finale, assumerà nelle sue nuove incarnazioni un corpo ogni volta meno materiale. In tal senso l'anima ha la tendenza verso una definitiva indipendenza dal corpo. Con questo cammino l'anima giungerà a uno stato definitivo, nel quale finalmente vivrà sempre libera dal corpo e indipendente dalla materia (negazione della risurrezione).

9.3. Questi quattro elementi, che costituiscono l'antropologia reincarnazionista, contraddicono le affermazioni centrali della rivelazione cristiana. Non occorre insistere ulteriormente sulla sua diversità nei confronti dell'antropologia caratteristicamente cristiana. Il cristianesimo difende una dualità, la reincarnazione un dualismo, in cui il corpo è un mero strumento dell'anima, che viene abbandonato dopo ogni esistenza terrena, per prenderne un altro del tutto diverso. Nel campo escatologico, il reincarnazionismo rifiuta la possibilità di una condanna eterna e l'idea della risurrezione della carne. Ma il suo errore principale consiste nella negazione della soteriologia cristiana. L'anima si salva attraverso il proprio sforzo. In questo modo sostiene una soteriologia autoredentrice, del tutto opposta alla soteriologia eteroredentrice cristiana. Ebbene, se si sopprime l'eteroredenzione, non si può più parlare in nessun modo di Cristo Redentore.

Il nucleo della soteriologia del Nuovo Testamento è contenuto in queste parole: «E questo a lode e gloria della sua grazia che [Dio] ci ha dato nel suo Figlio diletto; nel quale abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, la remissione dei peccati secondo la ricchezza della sua grazia» (Ef 1,6-8). Con questo punto centrale sta in piedi o cade tutta la dottrina sulla Chiesa, i sacramenti e la grazia. Così è evidente la gravità delle dottrine implicate in questo problema e si comprende che il magistero della Chiesa abbia rifiutato tale sistema con il nome di teosofismo. Riguardo al punto specifico, affermato dai reincarnazionisti, della ripetibilità della vita umana, è nota l'affermazione della Lettera agli ebrei 9,27: «È stabilito che gli uomini muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio». Il concilio Vaticano II citava questo testo per insegnare che il corso della nostra vita terrena è unico. Nel fenomeno del reincarnazionismo forse si manifestano certe aspirazioni a liberarsi dal materialismo. Ciò nonostante, questa dimensione di movimento «spiritualista» non permette in alcun modo di nascondere quanto il reincarnazionismo contraddica il messaggio evangelico.

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Questa è la vita: che conoscano Te, solo vero Dio, e Colui che hai mandato, Gesù Cristo. Gv.17,3
 
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