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I MISTERIOSI PASSAGGI NEL RACCONTO DELLE NOZZE DI CANA

Ultimo Aggiornamento: 17/05/2020 11:38
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16/05/2020 10:41
 
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Quello delle NOZZE DI CANA è uno dei brani più difficili di tutto il Vangelo. Perché il più difficile? Perché è quello in cui Gesù diventa il Cristo, quello cioè in cui inizia la sua vita pubblica come Salvatore. Finora non aveva ancora predicato né compiuto miracoli. La sua missione inizia da qui. Quindi un brano delicatissimo e importantissimo. E nel quale invece sembrano accadere diversi “incidenti diplomatici”: Gesù che sgrida la madre? La madre che disobbedisce al figlio? Come può essere? Si sono scritti fiumi di inchiostro su questo brano, soprattutto per quella misteriosa frase di Gesù: “ Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora” che ha suscitato negli studiosi tantissime domande come queste:

Perché Gesù chiama donna sua madre, cosa che non aveva mai fatto prima?

Perché risponde così duramente “che ho da fare con te”?

Perché sembra non volere iniziare i miracoli?

Perché se la sua ora non è giunta, allora poi li inizia?

Perché Maria si dimostra importuna e inopportuna, lei che sempre era stata umile?

Perché alla secca risposta del figlio DISOBBEDISCE ordinando ai servi di procedere?

Come si permette di forzare la mano a Cristo?

Ecco perché ho affermato che questo brano è molto difficile, e non è detto che ci sia per forza una risposta a tutte le domande. I protestanti per esempio usano questo brano per svalutare la figura di Maria, mentre molti cattolici lo usano per dimostrare che Maria riesce a strappare a Cristo le grazie tutte le volte che vuole.

Ho letto nel Forum tutte le discussioni su questo argomento e cerco di fornirne qui una sintesi. Il primo problema è che ci troviamo davanti ad una traduzione dal greco, che a sua volta ha tradotto dall'aramaico. E non ci rendiamo conto che non tutte le espressioni possono essere tradotte. Alcune frasi o concetti NON HANNO TRADUZIONE in altre lingue. Ma qualcosa possiamo dire. Innanzitutto possiamo dire che il termine “Donna” a quel tempo non era dispregiativo, ma veniva dato con rispetto. Certo rimane il fatto che Gesù non la chiama più madre. Perché? Perché ora non è più Gesù, il figlio naturale di Maria, ora è il Cristo, che entra in una logica salvifica universale che supera il legame naturale a favore del più grande legame con chi l'aveva mandato, con il Padre. Ora egli è (anche all'evidenza di quanto sta per compiere) Dio.

Sant'Agostino scrive che Gesù non ricusava di fare il miracolo in quell'ora bensì solo di chiarire a Maria che quello che stava per fare non dipendeva dal vincolo di sangue che la legava a lei, bensì dipendeva dalla sua divinità e che a Maria non apparteneva.

Alcuni sostengono che Gesù abbia detto che “non è ancora giunta la mia ora” derivi dal fatto che Gesù non volesse ancora dimostrare con miracoli l'autorità della propria missione perché il precursore Giovanni stava ancora svolgendo la sua. Ma se fosse così, perché poi invece la sua missione la inizia? E quando Maria dice “non hanno più vino”, nascondeva l'invito a compiere un miracolo? Gesù ha davvero bisogno di essere sollecitato?

Tutto sta a tradurre bene quel fastidioso “che ho a che fare con te?”

In realtà, analizzando altri testi antichi che contengono questa stessa espressione scopriamo che essa non veniva usata per mostrare disprezzo o arroganza.

Uno dei motivi per cui le traduzioni destano sempre problemi non è solo l'aspetto linguistico, ma il fatto che NON CONOSCIAMO IL TONO con cui viene detta una frase. Anche noi che oggi per comunicare usiamo messaggi al cellulare, sappiamo benissimo che uno stesso messaggio può essere letto in tono scherzoso od in tono offensivo. Non poche volte ci siamo causati dei malintesi. E allora cerchiamo di rimediare con gli smile, cioè mettiamo per esempio una faccina sorridente alla fine della frase come per dire: guarda che sto scherzando.

Nei manoscritti greci, ahimé, mancavano ….gli smile!

Gesù sorrideva nel dire quella frase? Alcuni dicono di no e traducono: “r iguarda forse me e te?” Ma sarebbe come dire “Che ce ne frega che il vino è finito: problema loro!”. Traduzione poco fedele non solo ai sentimenti di Gesù ma anche al contesto: una festa di loro parenti! Ecco perché preferisco le traduzioni con lo smile sorridente tipo: “ La mia preoccupazione non è forse la tua ?”. Come per dire: Per­ché mi fai questo discorso? Allora sai che posso compiere questo miracolo e che voglio farlo!

Rimane però da chiarire perché Gesù dica “Non è arrivata la mia ora” e poi invece dimostra il contrario. Questo perché, a parer mio, oltre a mancare gli smile, nella lingua greca mancava anche la punteggiatura. Per esempio mancava il punto interrogativo. A me piace molto pertanto la traduzione interrogativa della frase: “Non è forse arrivata la mia ora?”

Questa può certo sembrare un'interpretazione personale, ma rimane rispettosa della traduzione lineare.
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