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ALBERT EINSTEIN ERA CREDENTE?

Ultimo Aggiornamento: 15/06/2023 19:06
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27/07/2018 10:38
 
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Albert Einstein  era credente? 



Le citazioni e gli aforismi di Einstein vanno alla grande sul web, evidentemente è stato un personaggio la cui fama è arrivata ben oltre il campo scientifico. Certamente è stato mitizzato e ancora oggi vi sono diatribe sul suo pensiero religioso.


L’esistenza di una moltitudine di opinioni sulla visione metafisica del celebre fisico è dovuta anche al fatto che il suo pensiero non fu sempre coerente e chiaro ma, anzi, scostante, non lineare e incoerente. Come quello di gran parte degli esseri umani. Tuttavia è possibile tracciarne una sintesi, seguendo il percorso che lui stesso fece. Il nuovo dossier di UCCR è proprio incentrato su questo.


Ci siamo basati solo su biografie ufficiali e attendibili, come quelle di Max Jammer, Walter Isaacson e Abraham Pais, prendendo ampio spunto dall’ottimo lavoro italiano realizzato dal saggista Francesco Agnoli: Filosofia, religione e politica in Albert Einstein (Edizioni Studio Domenicano 2015).


Ne è emerso un cammino, da parte del padre della teoria della relatività, che passa dal panteismo di Spinoza alla riscoperta dei valori biblici e cristiani, in particolare dopo l’ascesa del Nazismo e in coincidenza con la sua fase più matura. Le costanti nel suo pensiero sono il rifiuto dell’ateismo, del materialismo, del positivismo e del nazionalsocialismo. Molto spesso ha respinto anche l’idea di un Dio “personale” o “antropomorfico”, come quello cristiano, anche se con varie eccezioni.


Sopratutto dopo il 1933, in opposizione alla «divinizzazione di una nazione, di una classe, e meno che mai di un individuo», Einstein riscopre e richiama la necessità dei «più alti principi su cui si fondano le nostre aspirazioni e i nostri giudizi», i quali «ci vengono dalla tradizione religiosa giudaico-cristiana» (A. Einstein, Pensieri, idee, opinioni, Newton 2004, p. 26). In questa fase matura della sua vita si allontanerà anche dal pacifismo militante e dall’antimilitarismo, mentre coltiverà l’amicizia con i frati francescani di Fiesole (Toscana), in particolare con l’organista padre Odorico Caramelli.


Sintetizzando, quello che Einstein professò era un Dio sovrapersonale, una Intelligenza ordinatrice del cosmo, muovendosi in modo altalenante tra il Dio di Spinosa, il deismo ed il Dio biblico. Cinque anni prima di morire, come abbiamo mostrato, scriverà di Dio in modo inedito, come di un “Lui” (“Him”): «C’è una cosa che ho imparato nel corso della lunga vita: è diabolicamente difficile avvicinarsi a “Lui”, se non si vuole rimanere in superficie» (A. Einstein, Lettera a Michele Besso, 15/04/1955).


 


 



[Modificato da Credente 27/07/2018 10:39]
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