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COME "NON" TI CELEBRO LA "COMMEMORAZIONE"

Ultimo Aggiornamento: 14/03/2018 14:11
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14/03/2018 14:10
 
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Un po' di letteratura della Watch Tower Society:




"Commemoriamo la morte di Cristo: Ancora per quanto?


Ma per la prima volta nella Torre di Guardia (inglese) del 15 febbraio 1938, leggiamo questo invito:




". . . Dopo le 18 del 15 aprile ogni compagnia degli unti si raduni e celebri la Commemorazione, essendo presenti anche i loro compagni, i Gionadab. Gli emblemi siano pane non lievitato e vero vino rosso". — Pag. 50, al sottotitolo "Commemorazione".




Le "altre pecore", che non sono dello stesso "ovile" del "piccolo gregge", assistevano alla Commemorazione come osservatori, non come partecipanti. — Giov. 10:16; Luca 12:32. — Vedi La Torre di Guardia (inglese) del 1° marzo 1938, pag. 75, paragrafi 50-52.


D’allora in poi le "altre pecore", diventate ora una "grande folla", hanno assistito alla Commemorazione annuale della morte di Cristo. E perché no? Anche se non bevono il calice che simboleggia il sangue di Cristo, Rivelazione 7:14 dice che "hanno lavato le loro lunghe vesti e le han rese bianche nel sangue dell’Agnello". Rivelazione 7:9, 10 indica inoltre che attribuiscono la salvezza a Dio e all’Agnello Gesù Cristo.


Perciò quest’anno 1979, l’11 aprile, dopo il tramonto, tutti i dedicati, battezzati che fanno parte delle "altre pecore" si raduneranno insieme al rimanente del "piccolo gregge" per celebrare il pasto serale del Signore. Poiché s’avvicina il tempo in cui il glorificato Signore Gesù accoglierà il rimanente nella loro dimora celeste, la "grande folla" delle "altre pecore" non avrà occasione di far questo ancora per molto tempo." (La Torre di Guardia 15-3-1979-  pp. 11-12).



[L'aspetto più terribile e aberrante della "teologia" della Torre di Guardia è sintetizzata in questa affermazione: "Anche se non bevono il calice che simboleggia il sangue di Cristo, Rivelazione 7:14 dice che "hanno lavato le loro lunghe vesti e le han rese bianche nel sangue dell’Agnello". Rivelazione 7:9, 10 indica inoltre che attribuiscono la salvezza a Dio e all’Agnello Gesù Cristo." Perché alla "grande folla" i meriti del sacrificio -dice la Società- non sono applicati. Questo, purtroppo e contrariamente a quello che credono, li esclude irrimediabilmente dalla salvezza poiché non c'è un altro modo di "lavare le loro lunghe vesti" -il loro carattere- dal peccato, se si rinuncia ai meriti del  sacrificio di Cristo].


"Celebriamo la morte del più grande Uomo mai vissuto sulla terra


Dalla Commemorazione tenuta nella primavera del 1936, i membri della "grande folla" hanno partecipato liberamente alla celebrazione del Pasto Serale del Signore, pur non prendendo il pane e il vino emblematici. Da che furono identificati (il 31 maggio 1935, al congresso tenuto dai testimoni di Geova a Washington, District of Columbia, U.S.A.), i componenti della grande folla di Rivelazione 7:9-17 sono stati specialmente invitati dall’unto rimanente ad assistere in veste di osservatori al Pasto Serale. Vi assistono perché provano sincero apprezzamento per il sacrificio di riscatto del Signore Gesù Cristo. Il fatto di non partecipare agli emblemi non è un’artificiosa limitazione imposta loro da uomini, ma è in armonia con la Parola di Dio.


Perché? Perché l’Istitutore della celebrazione ne stabilì l’osservanza per quelli con i quali fece un patto per il regno celeste. Anche se dedicati e battezzati, quelli della "grande folla" riconoscono di non essere inclusi in quel patto per il Regno. Non sono israeliti spirituali, in quanto non sono stati introdotti nel "nuovo patto", il quale è stipulato con gli israeliti spirituali tramite il Mediatore Gesù Cristo. Non sono stati generati con lo spirito santo che cominciò a essere versato sui 120 discepoli riuniti a Gerusalemme il giorno della Pentecoste del 33 E.V. Simbolicamente parlando, non sono ‘morti insieme a Cristo’ rinunciando a qualsiasi futura prospettiva di vita terrena in una terra paradisiaca sotto il regno di Dio. Non si aspettano di essere "seppelliti" con Cristo, per poter essere risuscitati a "somiglianza della sua risurrezione". Se quindi prendessero anch’essi il pane e il vino che simboleggiano essenzialmente il corpo fisico e il sangue di Gesù Cristo, smentirebbero il fatto che non sono inclusi in tali disposizioni con Gesù Cristo, l’Agnello di Dio. Per tale motivo si astengono dal prendere gli emblemi con l’unto rimanente. Tuttavia, il fatto che non li prendano non significa che non possano ricevere la vita eterna, poiché questa si ottiene riponendo fede in Gesù Cristo e nel provvedimento del sacrificio di riscatto. — Rom. 6:4, 5; Col. 2:12, 20; I Giov. 2:1, 2.(La Torre di Guardia 15-3-1981 pp. 27-28).




Tutto questo è biblico? Assolutamente no! E' frutto di una mente che si è dimostrata non rigenerata da Dio, di una decisione presa da un uomo pieno di animosità nei confronti di quella che chiamava con disprezzo "cristianità" e che aveva profeticamente votato alla distruzione di Armaghedon di cui aveva preannunciato un paio di volte la data.


La maggioranza dei testimoni di Geova non sta seguendo l'insegnamento biblico sulla "commemorazione", ma quelli di un uomo che ha dimostrato d'essere tutt'altro che guidato da Dio. Il risultato? Dalle stesse affermazioni rese pubbliche dalla letteratura della Società, i testimoni di Geova non beneficiano del riscatto pagato col sangue di Gesù Cristo sulla croce. La conseguenza? Non c'è salvezza senza i meriti del sangue di Cristo.


Oggi i testimoni di Geova fanno di quella che era -e dovrebbe essere ancora oggi-  una cerimonia "privata", quasi intima fra gli stretti seguaci di Cristo,  un fatto pubblico, un'occasione per invitare a "partecipare" tutti, credenti e non. Quasi una manifestazione propagandistica, un'occasione per mostrarsi pubblicamente.


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Poi dissero: «Venite, costruiamoci una città e una TORRE, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un NOME...Gen 11,4
 
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