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Serbava queste cose, meditandole... (Lc.2,19)

Ultimo Aggiornamento: 19/04/2024 08:15
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28/10/2020 09:46
 
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«Gesù se ne andò sul monte a pregare»

+ Rev. D. Albert TAULÉ i Viñas
(Barcelona, Spagna)
Oggi contempliamo un intero giorno della vita di Gesù. Una vita con due aspetti molto chiari: la preghiera e l’azione. Se la vita del cristiano deve imitare quella di Gesù, non possiamo prescindere da entrambe le dimensioni. Tutti i cristiani, anche quelli che si sono consacrati alla vita contemplativa, devono dedicare dei momenti alla preghiera e altri all’azione, anche se può variare il tempo che vi dedichiamo. Perfino i monaci e le monache di clausura dedicano parecchio tempo della loro giornata al lavoro. Come contropartita, noi che siamo più “secolari” se desideriamo imitare Gesù, non dovremmo impegnarci in un’azione sfrenata senza consacrarla con la preghiera. Ci insegna san Girolamo: «Anche se l’Apostolo ci comandò di pregare sempre, (...) perciò è conveniente dedicare delle ore determinate a questo esercizio».

Aveva bisogno Gesù di questi lunghi momenti di preghiera da solo mentre tutti dormivano? I teologi studiano quale fosse la psicologia dell’uomo Gesù: fino a che punto aveva un accesso diretto con la divinità, e fino a che punto era «egli stesso messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato» (Eb 4,15). A misura che lo consideriamo più vicino, la sua “pratica” di preghiera sarà un esempio evidente per noi.

Assicurata già la preghiera, solo ci rimane imitarlo nell’azione. Nel frammento di oggi, lo vediamo mentre “organizza la Chiesa”, ossia mentre sceglie coloro che saranno i futuri evangelizzatori, chiamati a continuare la sua missione nel mondo. «Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli» (Lc 6,13). Poi lo incontriamo mentre cura ogni tipo di malattia. «Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti» (Lc 6,19), ci dice l’evangelista. Perché la nostra identificazione con Lui sia totale, solo manca che anche da noi esca una forza che guarisca tutti e ciò sarà possibile se, come i tralci nella vite, rimaniamo in Lui, per poter dare molto frutto. (cf. Gv 15,4).
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