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Serbava queste cose, meditandole... (Lc.2,19)

Ultimo Aggiornamento: 19/04/2024 08:15
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11/08/2020 08:31
 
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«Il Padre vostro celeste non vuole che si perda neanche uno solo di questi piccoli»

Rev. D. Valentí ALONSO i Roig
(Barcelona, Spagna)

Oggi, il Vangelo ci svela nuovamente il cuore di Dio. Ci fa capire con quali sentimenti il Padre del cielo attua in relazione ai suoi figli. Il richiamo più fervoroso è per i più piccoli, quelli ai quali nessuno presta attenzione, quelli che non giungono al luogo dove tutti arrivano. Sapevamo che il Padre, come Padre nella sua bontà, ha predilezione per i figli più piccoli, ma oggi ci rendiamo conto di un’altro desiderio del Padre, che si converte in un obbligo per noi: «se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel Regno dei Cieli» (Mt 18,3).

Quindi, ci rendiamo conto che il Padre valuta non tanto “essere piccoli”, ma “farsi piccoli”. «Chiunque diventerà piccolo (...), sarà il più grande nel Regno dei Cieli» (Mt 18,4). Per questo, possiamo capire qual’è la nostra responsabilità in quest’azione di impiccolirsi. Non si tratta tanto del fatto di essere stato creato piccolo o semplice, con più o meno limitazioni o con più o meno capacità, come di saper prescindere dell’eventuale grandezza di ognuno di noi per rimanere all’altezza dei più umili e semplici. La vera importanza per ognuno di noi risiede nel rassomigliarsi ad uno di questi piccoli che Gesù stesso presenta in tutta la sua sembianza.

Finalmente, il Vangelo rafforza ancora di più la lezione di oggi. Ci sono, e molto vicino a noi!, dei “piccoli” che con frequenza vediamo più abbandonati di altri: quelli che sono come pecore smarrite; il Padre li cerca e, quando li trova, si compiace perché può farli rientrare “all’ovile” per non perderli più. Forse, se identificassimo questi “piccoli” che ci circondano come pecore che il Padre cerca e ricupera, piuttosto che come pecore smarrite, saremmo preparati per vedere più frequentemente e più da vicino il volto di Dio. Come dice san Asterio di Amasea: «La parabola della pecora smarrita ed il pastore, ci insegna che non dobbiamo diffidare frettolosamente degli uomini, ne venir meno nell’aiutare quelli che si trovano in rischio».
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