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26/09/2017 13:38 | |
Dal commento di Ricciotti ai Vangeli
La riva raggiunta da Gesù fu certamente quella orientale del lago, circa dirimpetto a Cafarnao o a Magdala, ma il suo nome varia presso i Sinottici; Matteo la chiama regione dei Gadareni, Marco dei Geraseni, Luca dei Gergeseni o piu' probabilmente dei Geraseni.
Gli appellativi da prendersi in considerazione, dei Gadareni e dei Geraseni, si riferiscono rispettivamente alle due città di Gadara e di Gerasa, che appartenevano ambedue alla Decapoli di là dal Giordano; tuttavia ambedue erano situate a sud del lago e, specialmente Gerasa, assai lontane da esso, cosicché è difficile che i rispettivi territori s'estendessero fin sulla sponda del lago dandole il proprio nome. Limitandosi pertanto agli appellativi derivati da Gadara e da Gerasa, non è impossibile che i rivieraschi a occidente del lago designassero le opposte rive col nome delle città piu' celebri nella cui direzione essi guardavano: questi appellativi geografici di direzione non sono rari negli usi paesani.
Tuttavia la spiegazione dell'apparente incongruenza può forse esser suggerita dal terzo appellativo dei Gergeseni, meno autorevole sotto l'aspetto documentario ma più raccomandato dai riscontri archeologici .
Giunto pertanto Gesù col suo seguito a oriente del lago, uno dei giorni seguenti alla notte dell'approdo, avvenne un fatto che è narrato da tutti e tre i Sinottici, nella maniera più breve da Matteo, nella più ampia da Marco: tuttavia il riassunto di Matteo fornisce una particolarità non trasmessa dagli altri due Sinottici, cioè che del fatto furono attori due indemoniati, e non già uno solo come risulterebbe da Marco e da Luca.
La presenza di un branco di porci conferma che si era fuori del territorio giudaico, perché nella vera Palestina per le note prescrizioni della Legge non si allevavano quegli animali impuri: i quali perciò qui appaiono come asilo ricercato dagli spiriti impuri, costretti ad uscire dall'uomo.
Certamente il fatto è il medesimo, e questa differente maniera di narrarlo è un bell'esempio della mancanza di servilismo letterario presso gli evangelisti e della loro particolare maniera di trattare gli argomenti: Marco e Luca si accentrano sull'attore principale e neppure ricordano quello secondario; Matteo, sebbene più ristretto, li ricorda ambedue.
Particolari di queste minime divergenze tra gli evangelisti fanno anche comprendere come questi racconti evangelici siano stati messi per iscritto dopo vari anni di predicazione orale a seconda di quanto ciascun apostolo riusciva a ricordare delle parole e dei fatti. Ciò conferma anche che gli apostoli non si misero a tavolino ad elaborare una storia artefatta e concordata da presentare al mondo, ma ciò che raccontavano, sia pure con qualche incongruenza spazio-temporale-numerico era comunque il frutto di quanto avevano vissuto.
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