Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 2 | Pagina successiva

RACCONTI BIBLICI PER RAGAZZI (Testo e immagini)

Ultimo Aggiornamento: 08/06/2017 15:33
Autore
Stampa | Notifica email    
17/01/2017 22:39
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota



  25
PAOLO INVIATO IN EUROPA Atti 16
Terminato il viaggio con Barnaba, Paolo ripartì con un altro discepolo, Sila, per annunciare la parola di Dio. A Listra Paolo conobbe Timo­teo, un giovane cristiano, e lo prese con sé. Con lui Paolo portò il van­gelo in molte città. Quando giunse­ro a Troade, Paolo ebbe una visio­ne. Una notte egli vide un abitante della Macedonia, che è una regione situata a nord della Grecia, che lo supplicava: «Vieni ad aiutarci!» La visione veniva dal Signore, e Paolo subito si imbarcò con i disce­poli, giungendo in Europa.





 
26
LIDIA, LA COMMERCIANTE DI PORPORA Atti 16
Nel suo secondo viaggio missiona­rio l'apostolo Paolo era accompa­gnato da Timoteo e da altri disce­poli. Tra essi era Luca, un giovane medico che in seguito scrisse uno dei Vangeli e il libro degli Atti degli Apostoli in cui si narrano anche i viaggi di Paolo, cui Luca partecipò. Dopo la visione che esortava Paolo a passare dall'Asia in Europa, la comitiva si imbarcò su una nave che li portò a Neàpoli, in Macedo­nia. Da qui proseguirono a piedi per l'importante città di Filippi. Il sabato, come al solito, essi an­nunciavano il vangelo agli Ebrei. Saputo che essi si riunivano lungo il fiume, fuori città, vi si recarono. Lungo il fiume erano riunite un gruppo di donne. Paolo e i discepo­li sedettero e incominciarono a par­lare loro. Ad ascoltarli c'era una donna di nome Lidia, commercian­te di porpora. Il Signore aprì il cuore a Lidia, perché credesse alle parole di Pao­lo. Ella si convertì, e fu battezzata insieme con la sua famiglia. Poi in­vitò Paolo e i compagni a casa sua: «Se siete convinti che ho accolto sinceramente il Signore, venite nella mia casa». E insistette finché Paolo e i discepoli accettarono.
 
 
27
PAOLO INCARCERATO A FILIPPI Atti 16
Nella città di Filippi, situata nella pro­vincia romana della Macedonia, Paolo formò una comunità di Cristia­ni. Alcuni cittadini però si opposero a lui, e un giorno lo presero insieme con il suo discepolo Sila, e trascinaro­no entrambi nella piazza principale della città, davanti ai giudici. Qui li accusarono: «Questi uomini mettono disordine nella nostra città. Sono Ebrei, e predicano usanze contrarie alle nostre». A queste parole la folla si scagliò contro di loro, e i giudici li fecero ba­stonare e gettare in prigione.






28
UN TERREMOTO A FILIPPI Atti 16
Paolo e Sila erano stati incarcerati a Filippi. Nel corso della notte, men­tre stavano pregando e cantando inni al Signore, un forte terremoto scosse le fondamenta della prigio­ne, aprì le porte e spezzò le catene dei prigionieri. Vedendo le porte aperte, il carce­riere pensò che i prigionieri fossero fuggiti. Egli ne sarebbe stato consi­derato responsabile: perciò estrasse la spada per uccidersi. Ma Paolo gli gridò forte: «Non farti del male, sia­mo ancora tutti qui!» Il carceriere stentava a crederlo: prese una lanterna, si precipitò nella cella di Paolo e Sila e, quando vide che c'erano davvero, si sentì molto sollevato. Li condusse fuori e disse loro: «Vedo che voi siete uomini mi­gliori degli altri. Dunque anche la fede che annunciate dev'essere buona. Che devo fare?» «Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato» rispose Paolo, il quale poi gli spiegò chi è Gesù e che cosa comporta credere in lui. Il carceriere di Filippi accolse la fede, e subito fu battezzato. Poi si prese cura di Paolo e di Sila, lavò le loro piaghe, li invitò in casa sua e offrì loro da mangiare, tutto pieno di gioia per avere creduto in Dio.
  
29
LE ARMI DEL CRISTIANO Efesini 6
Quando era in carcere, Paolo pote­va osservare da vicino i soldati di guardia. L'armatura che essi porta­vano gli diede l'idea che ogni cri­stiano è come un soldato, impegna­to a vincere il male con le armi che Dio gli dà. Così dice Paolo: «Fratelli, vostra cintura è la verità. Vostra corazza sono le opere buo­ne. I sandali ai vostri piedi sono la prontezza nell'annunciare a tutti il vangelo. Vostro scudo è la fede. Vostro elmo è la salvezza che ci ha portato il Signore Gesù. Vostra spa­da sia la parola di Dio!»





 
30
PAOLO CITTADINO ROMANO Atti 16
A Filippi i giudici avevano fatto ba­stonare l'apostolo Paolo e il suo di­scepolo Sila e li avevano fatti mette­re in carcere. Il giorno dopo diedero ordine di liberarli. Ma Paolo disse alle guardie: «Prima ci hanno basto­nato e incarcerato senza processo, noi che siamo cittadini romani. E ora vorrebbero farci uscire di nasco­sto? No: devono venire di persona a farci uscire, riconoscendo così da­vanti a tutti che noi non abbiamo fatto nulla di male». Le guardie riferirono queste pa­role ai giudici, i quali si spaventarono al sentire che Paolo e Sila erano cittadini romani. Infatti la legge romana era molto severa, e proibiva che chiunque avesse il titolo di citta­dino di Roma fosse bastonato. Allora i giudici si recarono alla prigione, a scusarsi con Paolo e Sila per quanto era accaduto il giorno prima, e dichiararono davanti a tutti che erano liberi. L'apostolo e Sila lasciarono la prigione e andarono a casa di Lidia, la commerciante di porpora che li ospitava. Qui incontrarono gli altri Cristiani della città di Filippi, li incoraggiaro­no a mantenersi fedeli al Signore, poi partirono.
 
31
COME GLI ATLETI… 1Corinzi 9
Quando parlava, Paolo faceva spesso degli esempi che i suoi ascoltatori potessero capire, come questo, preso dalla vita sportiva. «Fratelli, sapete che nelle gare di corsa allo stadio molti partecipano, ma uno solo ottiene il premio. An­che voi correte in modo da ottenere il premio che dà il Signore! «Sapete anche che gli atleti fatica­no molto negli allenamenti per otte­nere in premio una corona che pre­sto appassisce. Noi invece lo faccia­mo per avere una corona che dura per sempre, il premio del Signore!»
 
 
 
Paolo, il persecutore dei Cri­stiani, aveva avuto un dram­matico incontro sulla via di Damasco con Gesù risorto, e da al­lora era diventato instancabile nel­l'annunciare la parola di Dio. Da solo o in compagnia di alcuni disce­poli egli compì lunghi e difficili viag­gi in Asia e in Europa, e riuscì a convertire molte persone alla fede di Dio. Egli viaggiava a piedi o per nave, di solito in compagnia di altri Cri­stiani, come Barnaba, Timoteo, Marco e Luca, che scrissero due dei quattro Vangeli, Sila, Tito e altri. La sua predicazione avveniva in questo modo. Quando giungeva in una città, si recava al sabato nella sinagoga a parlare di Gesù con gli Ebrei. Alcuni si facevano seguaci di Gesù, ma la maggior parte lo osta­colava e gli diventava nemica. Allo­ra Paolo si rivolgeva ai pagani. Quando Paolo giunse ad Atene, la più importante città greca, gli ca­pitò una strana avventura. La città era piena di divinità e di magnifici templi ad esse dedicati. Paolo fre­meva dentro di sé nel vedere tutti quegli idoli. Andava poi nella piazza principale e si metteva a discutere con i filosofi, che ad Atene erano molti e molto stimati. Alcuni diceva­no: «Che cosa è venuto ad inse­gnarci questo ciarlatano?» Ma altri dicevano: «E’ venuto a parlarci di divinità straniere». E poiché ad Atene il passatempo più gradito era ascol­tare e raccontare le ultime notizie, Paolo fu invitato a parlare di fronte al Consiglio della città, che si chia­mava Aeropago. Di fronte ai più importanti perso­naggi della città Paolo incominciò a dire: «Cittadini di Atene, vedo che voi siete gente molto religiosa. Ho attraversato la vostra città e ho visto che avete innalzato meravigliosi templi a molti dei. Passando per una piazza ho anche visto un altare con questa scritta: "Al Dio Scono­sciuto". Bene: quel dio che voi ado­rate e che non conoscete ancora, io sono venuto a rivelarvelo». I cittadini di Atene rimasero me­ravigliati a quelle parole, ma Paolo proseguì: «Questo Dio è colui che ha creato il mondo e tutto ciò che esso contiene. Egli è il Signore del cielo e della terra, e per la verità non abita nei templi costruiti dagli uomini. Non ha bisogno, infatti, che gli uomini lo servano, ma al contra­rio e lui che dà a tutti la vita, e non solo la vita, ma tutte le altre cose. Egli creò il primo uomo, e da lui ha fatto discendere tutti gli altri uomini e tutti i popoli che abitano la terra. Poiché egli, dunque, ci ha creato si­mili a lui, non dobbiamo pensare che sia fatto d'oro, o d'argento, o di marmo. Non dobbiamo pensare, cioè, che le statue che gli uomini in­nalzano agli dèi siano il vero dio. Paolo stava ora per spiegare agli Ateniesi il punto più delicato della sua predicazione e lo fece con que­ste parole: «Dio ora ha deciso di non tenere più conto dei tempi pas­sati, quando gli uomini vivevano nell'ignoranza. Dio ha mandato tra gli uomini suo Figlio Gesù, che tutti ci giudicherà con giustizia nel giorno stabilito da Dio, quando tutti gli uo­mini risusciteranno dai morti, pro­prio come ha fatto Gesù, che era morto ed è risuscitato… » Nell'ascoltare questa spiegazione di Paolo, però, alcuni Ateniesi inco­minciarono a ridere, altri lo presero in giro con parole scherzose. «Su questo punto ti sentiremo un'altra volta!» dissero quegli increduli, e molti incominciarono ad andarsene via. Altri, invece, credettero alle paro­le di Paolo e si fecero Cristiani. Quella di Paolo fu davvero una vita straordinaria. Dopo il suo terzo viaggio, l'apostolo fu arrestato, te­nuto a lungo prigioniero in Palesti­na e poi fu trasferito a Roma. Ven­ne però liberato, e compì ancora al­tri viaggi, preoccupato sempre di portare dovunque possibile la paro­la del Signore. In una lettera ai Cristiani di Co­rinto, Paolo fece questo racconto: «Cinque volte ho ricevuto la pena ebraica delle trentanove frustate. Tre volte la pena romana della bastonatura. Una volta sono stato feri­to a colpi di pietre». E ancora aggiunse: «Tre volte ho fatto naufragio. Una volta ho passa­to un giorno e una notte in balìa delle onde. Ho viaggiato molto ed ho affrontato ogni specie di pericoli: pericoli nei fiumi, pericoli nelle città, nei deserti e per mare. Pericoli dei briganti, pericoli da parte di chi non è cristiano e da chi fa solo finta di esserlo. Ho sopportato lavori pe­santi. Ho passato intere notti senza dormire. Ho sofferto la fame e la sete. Spesso non ho mangiato e spesso sono rimasto al freddo per­ché non avevo nulla con cui coprir­mi. Oltre a tutto questo, ogni giorno ho avuto preoccupazioni per tutte le comunità cristiane. Se qualcuno è in difficoltà, io ne soffro. Se qualcu­no è debole nella sua fede, io me ne tormento». Ma dove trovava Paolo la forza per affrontare tutto ciò? Lui stesso ce lo ha rivelato: «Quattordici anni fa fui portato in paradiso. Lassù ho udito parole meravigliose che per un uomo è impossibile ripetere». Dio, dunque, gli aveva concesso un anti­cipo di quella gioia che certamente gli ha dato al termine delle sue fati­che, sopportate per amore suo. Atti 17; 2Corinzi 11-12

Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 2 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
Cerca nel forum
Tag discussione
Discussioni Simili   [vedi tutte]
 
*****************************************
Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra | Regolamento | Privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 16:40. Versione: Stampabile | Mobile - © 2000-2024 www.freeforumzone.com