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RACCONTI BIBLICI PER RAGAZZI (Testo e immagini)

Ultimo Aggiornamento: 08/06/2017 15:33
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17/01/2017 19:53
 
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LA PARABOLA DEL FICO Matteo 24
Quando Gesù parlò del suo ritorno, disse che in quel giorno questo mondo finirà e un nuovo mondo comincerà. Ma quando sarà quel giorno? «Nessuno lo sa» disse Gesù «tranne Dio». Per questo è necessa­rio essere sempre pronti a rendere conto delle proprie azioni. «Dalla pianta del fico e dalle altre piante imparate questa parabola» disse Gesù. «Quando i suoi rami di­ventano teneri e spuntano le prime foglie, voi capite che l'estate è vici­na. Così dovrete fare voi: tenervi pronti e desti per il regno di Dio».





 
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SI DECIDE LA MORTE DI GESU’ Giovanni 11
I capi del popolo d'Israele si riuniro­no per prendere una decisione defi­nitiva a proposito di Gesù. Dicevano: «Egli fa numerosi mira­coli e la gente lo segue. Avete nota­to che l'hanno accolto come un trionfatore, quando è venuto in cit­tà? Se non interveniamo, andrà a fi­nire che lo proclameranno re. Ma l'imperatore di Roma che ci gover­na non permette a noi di avere un nostro re; allora manderà i suoi sol­dati a distruggere il tempio e forse a ucciderci tutti». Per questo decisero di farlo morire, e si accordarono con uno degli apostoli, Giuda Iscariota. In cambio di trenta denari egli promise loro che li avrebbe condotti dove pote­vano catturano. Gesù sapeva che lo volevano cat­turare e mettere a morte. Lo sape­va: proprio per questo lui, il Figlio di Dio, si era fatto uomo! Volle però che la sua morte avvenisse quando decideva lui, in coincidenza con la festa di Pasqua. Con quella festa di aprile gli Ebrei ricordavano l'allean­za stipulata da Dio con il suo popo­lo, mediante Mosè. Mediante Gesù, morto e risorto, Dio stipulava un'al­leanza nuova, non solo con gli Ebrei ma con tutti gli uomini.






 
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L'ULTIMA CENA DI GESU’ Marco 14; Giovanni 6; 13
Prima di lasciarsi catturare Gesù volle riunirsi con i suoi apostoli a consumare la cena di Pasqua: e fu quello un incontro colmo di avveni­menti straordinari. A quei tempi, prima di mettersi a tavola, il padrone di casa ordinava ai servi di lavare i piedi degli ospiti. Ma quella sera Gesù stesso riempì l'acqua di un bacile e passò a lavare i piedi degli apostoli. Poi spiegò loro il significato di quello che aveva fat­to. Disse: «Voi mi chiamate Signore e Maestro, e fate bene perché lo sono. Se dunque io, il vostro Signo­re e Maestro, ho compiuto questo gesto di amore per voi, tanto più voi dovrete compiere gesti di amore gli uni per gli altri». Diede poi agli apostoli un annun­cio: «Uno di voi mi tradirà». Tutti rimasero sbalorditi e quasi non volevano credere. Ma era vero: Giuda Iscariota per trenta denari aveva promesso ai capi del popolo di fare catturare Gesù. Giuda, visto­si scoperto, usci nella notte. La cena proseguiva secondo le regole della cena di Pasqua, con l'agnello arrostito, il pane senza lie­vito e le erbe amare. Ma a un certo punto Gesù introdusse una scon­volgente novità: prese il pane, lo spezzò e lo diede agli apostoli di­cendo: «Prendete e mangiatene tut­ti. Questo è il mio corpo, che io do in sacrificio per voi». Allo stesso modo prese il calice del vino e lo fece passare dicendo: «Prendete e bevetene tutti. Questo vino è il mio sangue, versato per voi e per tutti. E il sangue con il quale Dio stabilisce una nuova al­leanza con gli uomini e perdona i peccati». Questo comando viene rispettato ogni volta che si celebra la Messa. Gesù ha realizzato così la promessa fatta nella sinagoga di Cafarnao: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna».
  
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L'ORTO DEGLI ULIVI Marco 14
Conclusa la cena di Pasqua, Gesù e gli undici apostoli rimasti uscirono dalla casa dove si erano riuniti e si avviarono al monte degli Ulivi, ap­pena fuori città. Ai piedi del monte vi era un uli­veto chiamato Getsemani. Esso ap­parteneva a certi amici di Gesù, i quali gli permettevano di andare a trascorrervi la notte. Anche quella notte Gesù vi si recò. Quando vi giunse disse agli apostoli di sedersi mentre egli si al­lontanava a pregare accompagnato da Pietro, Giacomo e Giovanni. Gesù era il figlio di Dio, e perciò sapeva a quante sofferenze stava per andare incontro. Però era an­che uomo, e come tutti gli uomini temeva la sofferenza. Per questo cercava forza, chiedendola nella preghiera a Dio suo Padre. Disse Gesù: «Padre, se ti è possi­bile, allontana da me questi dolori. Però sia fatto non come voglio io, ma come vuoi tu». Era tanto grande la sofferenza di Gesù, che egli sudò sangue. Dopo aver pregato Gesù si avvi­cinò ai tre apostoli, e vide che si erano addormentati. Li svegliò e disse: «Non avete saputo stare sve­gli un'ora sola con me? Ecco, colui che mi tradisce è vicino».











 
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GESU’ ARRESTATO Matteo 26
Giuda Iscariota, il traditore, sapeva che Gesù si ritirava a passare la not­te nell'uliveto del Getsemani. Alla testa di un gruppo di guardie armate di spade e bastoni egli si stava avvicinando, e aveva dato loro un segno perché non si confondessero nel buio con gli altri apostoli e arre­stassero proprio Gesù. Aveva detto: «E’ quello che io bacerò». Giuda entrò nel Getsemani con le guardie, si avvicinò a Gesù e lo baciò dicendo: «Salve, Maestro». Gesù gli ripose: «Amico, con un bacio mi tradisci?» Le guardie si precipitarono per prendere Gesù. Pietro voleva impe­dirlo: estrasse la spada e colpì una guardia di nome Malco, staccandogli un orecchio. Ma Gesù lo rimpro­verò: «Metti via la spada» gli disse. «Chi di spada ferisce, di spada peri­sce.» Poi toccò l'orecchio di Malco e lo guarì. Disse poi a Pietro: «Che cosa cre­di? Se lo chiedessi, il Padre mi manderebbe un esercito di angeli a condurmi in salvo. Ma deve com­piersi quello che i profeti avevano annunciato». Mentre le guardie portavano via Gesù, gli apostoli si fecero prendere dalla paura e fuggirono.






 
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PIETRO RINNEGA GESU’ Luca 22
Quando Gesù era stato arrestato e trascinato via dalle guardie, gli apo­stoli erano fuggiti. Pietro però gli era andato dietro di nascosto, per vedere dove lo portavano. Lo con­siderava un impegno cui non pote­va venir meno. Infatti, durante l'ultima cena, Pie­tro aveva promesso a Gesù: «Se anche tutti ti abbandonassero, io non ti abbandonerei mai!» «Davvero?» gli aveva risposto Gesù. «E invece questa notte stessa, prima che il gallo canti, dichiarerai tre volte che non mi conosci!» Ora Pietro voleva dimostrare di essere coraggioso e fedele. Per questo di lontano seguì Gesù, e giunse fino al cortile della casa di Caifa, il sommo sacerdote. Ma quando sep­pe che Gesù veniva percosso e che era stato condannato a morte, co­minciò a avere paura. Pietro si avvicinò ad un gruppo di persone riunite intorno al fuoco in mezzo al cortile per scaldarsi: la not­te era piuttosto fredda. Una serva di Caifa lo osservò un poco, poi gli disse: «Tu stavi con quell'uomo di Nazaret, non è vero?» Pietro fu preso dalla paura di fare la stessa fine di Gesù, e rispose: «Non so neppure chi è». Si allontanò dal gruppo, ma una guardia lo riconobbe e gli disse: «Non eri con lui nel podere degli Ulivi?» «No» ribatté Pietro. «Non è vero!» Altri allora si raggrupparono in­torno a lui e osservarono: «Ma sì, sei uno dei suoi! Si capisce anche dall'accento che sei delle sue parti». E Pietro ripeté: «Non è vero. Vi dico che non lo conosco!» E in quel momento un gallo can­tò. Pietro si ricordò di quello che il Signore Gesù gli aveva detto: «Questa notte stessa, prima che il gallo canti, dichiarerai tre volte che non mi conosci». Pietro allora uscì fuori e pianse amaramente.
 
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GESU’ PROCESSATO DA CAIFA Marco 14
Gesù fu portato a casa del sommo sacerdote Caifa per essere proces­sato. Vi erano anche gli altri capi del popolo, e tutti avevano pagato dei testimoni perché accusassero falsamente Gesù. Caifa chiese a Gesù: «Se sei il Figlio di Dio, dillo!» E Gesù rispose: «Sì, lo sono!» A queste parole Caifa esclamò: «Ha bestemmiato! Non abbiamo più bisogno di testimoni: voi tutti l'avete sentito. Merita la morte!» Allora molti si misero a insultare Gesù, a colpirlo con pugni e schiaf­fi. Qualcuno gli sputò in faccia.





 
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GESU’ DAVANTI A PONZIO PILATO Luca 23
I capi del popolo non potevano mettere a morte Gesù senza il per­messo del governatore Ponzio Pila­to, che comandava in Palestina per conto dell'imperatore di Roma. Per questo lo portarono davanti a lui, e per convincerlo a condannarlo gli dissero che Gesù si era proclamato re, e quindi era rivale dell'imperato­re romano. Pilato capi che i capi del popolo volevano condannare Gesù per altre ragioni, quindi gli chiese: «Tu sei re?» «Sì, lo sono» rispose Gesù. «Ma il mio regno non è di questo mondo.»





 
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GESU’ TORTURATO Luca 23
Per liberarsi di Gesù, Pilato lo man­dò da Erode Antipa, re della Gali­lea, che in quei giorni si trovava a Gerusalemme. Erode lo interrogò, ma Gesù non rispose. Fu così che lo rimandò da Pilato. I capi del popolo avevano radu­nato una gran folla davanti al palaz­zo di Pilato, e l'avevano pagata per­ché gridasse che Gesù doveva esse­re condannato a morte. Pilato tentò di placare la folla. Ordinò ai soldati di frustare Gesù. Ed essi si divertiro­no a torturarlo fingendo che fosse un re: gli misero un manto rosso sulle spalle, una canna come scettro e una corona di spine in testa. Gesù era tutto sanguinante quan­do Pilato lo presentò alla folla di­cendo: «Ecco l'uomo».. Ma dalla fol­la di nuovo gridarono: «A morte! Crocifiggilo! Crocifiggilo!» Pilato fece un ultimo tentativo. Disse: «Per Pasqua è usanza che io liberi un prigioniero. Volete che li­beri Barabba, o questo Gesù?» Barabba era un assassino. Ma la folla gridò: «Barabba! Barabba!» «Ma che male ha fatto quest'uo­mo?» insistette Pilato. «Io non trovo nessuna colpa in questo Gesù!» Ma la folla mandata dai capi ripe­té: «Crocifiggelo! Crocifiggelo!»

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