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RACCONTI BIBLICI PER RAGAZZI (Testo e immagini)

Ultimo Aggiornamento: 08/06/2017 15:33
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17/01/2017 19:47
 
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INVITARE I POVERI Luca 14

Gesù era stato invitato a pranzo e intorno a lui sedevano ricchi ospiti. Disse Gesù al padrone di casa: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, o i tuoi parenti, o i tuoi vicini, allo sco­po che poi essi ti invitino e tu abbia la tua ricompensa. «Al contrario, quando offri un banchetto, invita i poveri, gli storpi, gli zoppi, i ciechi. Essi non hanno la possibilità di ricambiare il tuo invito. Ma tu rallegrati di questo, perché ri­ceverai la tua ricompensa da Dio nella vita eterna».







 
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DUE UOMINI AL TEMPIO Luca 18
Due uomini salirono al tempio a pregare. Il primo, in piedi, disse: «O Dio, ti ringrazio perché io non sono un peccatore, come questo tale che è entrato con me. Io digiuno e os­servo tutte le più piccole regole della tua legge». L'altro, invece, si era fermato in distanza. Non osava neppure alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: «O Dio, abbi pietà di me peccatore». Dio perdonò il secondo e non il primo, perché chi si esalta sarà umi­liato, e chi si umilia sarà esaltato.






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LA PARABOLA DEL FIGLIO PRODIGO Luca 15
Gesù raccontò questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Un gior­no il minore disse al padre: "Dam­mi la parte di beni che mi spetta". Il padre gliela diede ed egli parti per un paese lontano, dove sperperò tutti i soldi vivendo in modo cattivo. «Era ormai ridotto in miseria, e per vivere si ridusse a fare il guar­diano di porci: ma anche così pativa la fame. Allora pensò: "Quanti servi in casa di mio padre mangiano in abbondanza! Tornerò da mio padre e gli dirò: "Padre, ho peccato con­tro Dio e ti ho dato un grande dolore. Non sono più degno di essere tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi servi". Si mise subito in cammi­no e ritornò verso casa. «Era ancora lontano, quando il padre lo vide e si commosse. Gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio cominciò il discorso che si era preparato, ma il padre non lo lasciò neppure finire. Chia­mò i servi e disse loro: "Presto, por­tate il vestito più bello e fateglielo indossare. Mettetegli i sandali ai pie­di e un anello al dito. Preparate un grande banchetto e facciamo festa!" «Il figlio maggiore si trovava nei campi. Tornando a casa, sentì da lontano rumore di festa; chiamò un servo e gli chiese che cosa stesse accadendo. Quando lo seppe, si ar­rabbiò e non volle entrare in casa. «Il padre allora uscì e cercava di farlo partecipare alla gioia generale. Ma il figlio maggiore gli disse: "Io lavoro ogni giorno da tanti anni, e per me non si è mai fatto festa. Ed ecco che torna questo tuo figlio senza cervello, che ha sperperato tutto, e tu gli imbandisci un ban­chetto!" Rispose il padre: "Figlio mio, tu sei sempre con me e tutto quello che è mio è anche tuo. Ma bisogna far festa e stare allegri, per­ché tuo fratello era come morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato!"»
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LA CASA SULLA ROCCIA Matteo 7
Un giorno Gesù disse: «Chi ascolta le mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sopra la roccia. Cadde la pioggia, strariparo­no i fiumi, soffiarono i venti su quel­la casa, ma essa non cadde, perché aveva le sue fondamenta sopra la roccia. «Invece, chi ascolta le mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo sciocco che ha costruito la sua casa sopra la sabbia: pioggia, fiumi e vento si abbatterono su quella casa, ed essa crollò».






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GESU’ GUARISCE DIECI LEBBROSI Luca 17
Gesù era in cammino verso Geru­salemme quando, prima di entrare in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi. La lebbra era una malattia grave e contagiosa. Chi ne era colpito non poteva abitare in mezzo agli al­tri e doveva stare fuori dai villaggi, tenendosi lontano da chi non ne era colpito. Per questo i dieci lebbrosi si ten­nero a distanza, e si rivolsero a Gesù gridando: «Gesù, Maestro, abbi pietà di noi!» Gesù rispose: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». La legge, infatti, prescriveva che i lebbrosi guariti do­vevano presentarsi ai sacerdoti per­ché ne verificassero la guarigione. Dando ai dieci lebbrosi quella rispo­sta, Gesù li invitava a credere che egli li avrebbe risanati. E infatti così avvenne: mentre erano in cammino furono tutti guariti. Uno di loro allora, uno straniero della Samaria, tornò indietro a rin­graziare Gesù. Allora Gesù osservò: «Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono? Soltanto questo straniero è tornato a glorifi­care Dio!» Poi Gesù disse al samaritano: «Al­zati e va': la tua fede ti ha salvato». 



        
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L’OFFERTA DELLA VEDOVA Luca 21
Gesù si trovava un giorno con i suoi discepoli nel tempio di Gerusalemme, e insegnava non lontano dal luogo dove si infilavano le monete date come offerta. Alzando gli oc­chi, Gesù vide alcuni ricchi che davano offerte abbondanti. Venne poi una povera vedova, che infilò due monetine di rame. Gesù disse allora: «Davanti a Dio quella povera vedova ha offerto più di tutti. Gli altri, infatti, hanno dato un po' del loro superfluo. Ella inve­ce ha donato tutto quanto aveva per vivere. »





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GESU’ ALLA FESTA DELLE CAPANNE Giovanni 7
Si avvicinava la festa delle Capan­ne, quella che si celebrava per ri­cordare i quarant'anni vissuti dal popolo di Dio nel deserto. Anche Gesù si recò a Gerusalemme. In città si faceva un gran parlare di lui. C'era chi ammirava i suoi in­segnamenti. Chi era stupito di fron­te ai suoi miracoli. Altri si chiedevano: «Come mai egli conosce la sa­cra scrittura, senza avere studiato?» E Gesù rispondeva: «Io insegno cose non mie, ma di Colui che mi ha mandato». Alcuni poi gli erano ostili e spar­gevano la voce che egli volesse in­gannare la gente. Per mettere fine a tutte quelle voci i capi del popolo mandarono ad arrestare Gesù. Ma le guardie tornarono a mani vuote. I capi del popolo chiesero loro: «Perché non l'avete preso?» E le guardie risposero: «Mai un uomo ha parlato come lui!» L'ultimo giorno della festa davan­ti alla folla Gesù si levò in piedi nel tempio e disse: «Chi ha sete, venga a me e beva!» Con quelle parole Gesù annun­ciò una promessa: chi crede in lui riceve in dono lo Spirito Santo. Egli soddisfa ogni sete, cioè il desiderio di ciò che è più importante per ogni uomo: essere amico di Dio.











  19
LA PARABOLA DI LAZZARO E DEL RICCO CATTIVO Luca 16
Disse Gesù ai suoi discepoli: «C'era un uomo ricco che indossava abiti lussuosi e faceva festa con grandi banchetti. Alla sua porta sedeva un mendicante, di nome Lazzaro, co­perto di piaghe e affamato. «Un giorno Lazzaro morì, e fu portato in paradiso accanto ad Abramo. Morì anche il ricco, e finì all'inferno. Quando alzò gli occhi e vide Lazzaro accanto ad Abramo, il ricco gridò: "Padre, abbi pietà di me! Manda Lazzaro a mettere un dito nell'acqua, perché mi bagni la lingua. Questo fuoco mi tortura!" «Abramo rispose: "Figlio, nella vita terrena tu hai ricevuto tanti beni, mentre Lazzaro ha sofferto tanto. Per di più, tra noi e voi c’è un abisso invalicabile!" «Il ricco disse allora: "Mandalo al­meno a casa mia, dai miei cinque fratelli, per invitarli a cambiare vita affinché non finiscano anch'essi in questo luogo di tormenti". Ma Abramo rispose: "Hanno la parola di Dio: l'ascoltino!" «Il ricco insistette: "Ma se uno dai morti andrà da loro, allora sì che cambieranno vita". Rispose Abra­mo: "Se non ascoltano la parola di Dio, non si convinceranno neppure se uno resuscitasse dai morti!"»



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GESU’ E’ IL BUON PASTORE Giovanni 10
Gesù cercava in vari modi di far ca­pire a chi lo ascoltava chi era e che cosa era venuto a fare sulla terra. Per questo prendeva esempio da ciò che i suoi ascoltatori conosceva­no bene. Un giorno Gesù parlò delle peco­re e dei pastori, e della differenza tra i pastori che sono proprietari delle pecore, e i pastori che sono dei guardiani pagati per badare alle pecore degli altri. Disse Gesù: «Io sono il buon pa­store. Il buon pastore offre la vita per le sue pecore. Il guardiano che è pagato, invece, quando vede ve­nire il lupo abbandona le pecore e fugge, perché le pecore non sono sue. Così il lupo le rapisce e le di­sperde, e fa strage nel gregge». «Le belve sono come i ladri» dis­se ancora Gesù. «Non vengono se non per rubare, uccidere e distrug­gere. Io invece sono venuto perché le mie pecorelle abbiano la vita, e l'abbiano in abbondanza.» «Io sono il buon pastore» diceva Gesù. I suoi ascoltatori probabil­mente ricordavano il salmo: "Il Si­gnore è il mio pastore". Dunque  Gesù era il Signore Dio! Ecco per­ché le sue pecorelle, cioè i suoi ami­ci, ricevevano da lui la vita in ab­bondanza, la vita senza fine. 

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