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INVITARE I POVERI Luca 14
Gesù era stato invitato a pranzo e intorno a lui sedevano ricchi ospiti. Disse Gesù al padrone di casa: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, o i tuoi parenti, o i tuoi vicini, allo scopo che poi essi ti invitino e tu abbia la tua ricompensa. «Al contrario, quando offri un banchetto, invita i poveri, gli storpi, gli zoppi, i ciechi. Essi non hanno la possibilità di ricambiare il tuo invito. Ma tu rallegrati di questo, perché riceverai la tua ricompensa da Dio nella vita eterna».
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DUE UOMINI AL TEMPIO Luca 18
Due uomini salirono al tempio a pregare. Il primo, in piedi, disse: «O Dio, ti ringrazio perché io non sono un peccatore, come questo tale che è entrato con me. Io digiuno e osservo tutte le più piccole regole della tua legge». L'altro, invece, si era fermato in distanza. Non osava neppure alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: «O Dio, abbi pietà di me peccatore». Dio perdonò il secondo e non il primo, perché chi si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato.
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LA PARABOLA DEL FIGLIO PRODIGO Luca 15
Gesù raccontò questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Un giorno il minore disse al padre: "Dammi la parte di beni che mi spetta". Il padre gliela diede ed egli parti per un paese lontano, dove sperperò tutti i soldi vivendo in modo cattivo. «Era ormai ridotto in miseria, e per vivere si ridusse a fare il guardiano di porci: ma anche così pativa la fame. Allora pensò: "Quanti servi in casa di mio padre mangiano in abbondanza! Tornerò da mio padre e gli dirò: "Padre, ho peccato contro Dio e ti ho dato un grande dolore. Non sono più degno di essere tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi servi". Si mise subito in cammino e ritornò verso casa. «Era ancora lontano, quando il padre lo vide e si commosse. Gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio cominciò il discorso che si era preparato, ma il padre non lo lasciò neppure finire. Chiamò i servi e disse loro: "Presto, portate il vestito più bello e fateglielo indossare. Mettetegli i sandali ai piedi e un anello al dito. Preparate un grande banchetto e facciamo festa!" «Il figlio maggiore si trovava nei campi. Tornando a casa, sentì da lontano rumore di festa; chiamò un servo e gli chiese che cosa stesse accadendo. Quando lo seppe, si arrabbiò e non volle entrare in casa. «Il padre allora uscì e cercava di farlo partecipare alla gioia generale. Ma il figlio maggiore gli disse: "Io lavoro ogni giorno da tanti anni, e per me non si è mai fatto festa. Ed ecco che torna questo tuo figlio senza cervello, che ha sperperato tutto, e tu gli imbandisci un banchetto!" Rispose il padre: "Figlio mio, tu sei sempre con me e tutto quello che è mio è anche tuo. Ma bisogna far festa e stare allegri, perché tuo fratello era come morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato!"»
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LA CASA SULLA ROCCIA Matteo 7
Un giorno Gesù disse: «Chi ascolta le mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sopra la roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti su quella casa, ma essa non cadde, perché aveva le sue fondamenta sopra la roccia. «Invece, chi ascolta le mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo sciocco che ha costruito la sua casa sopra la sabbia: pioggia, fiumi e vento si abbatterono su quella casa, ed essa crollò».
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GESU’ GUARISCE DIECI LEBBROSI Luca 17
Gesù era in cammino verso Gerusalemme quando, prima di entrare in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi. La lebbra era una malattia grave e contagiosa. Chi ne era colpito non poteva abitare in mezzo agli altri e doveva stare fuori dai villaggi, tenendosi lontano da chi non ne era colpito. Per questo i dieci lebbrosi si tennero a distanza, e si rivolsero a Gesù gridando: «Gesù, Maestro, abbi pietà di noi!» Gesù rispose: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». La legge, infatti, prescriveva che i lebbrosi guariti dovevano presentarsi ai sacerdoti perché ne verificassero la guarigione. Dando ai dieci lebbrosi quella risposta, Gesù li invitava a credere che egli li avrebbe risanati. E infatti così avvenne: mentre erano in cammino furono tutti guariti. Uno di loro allora, uno straniero della Samaria, tornò indietro a ringraziare Gesù. Allora Gesù osservò: «Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono? Soltanto questo straniero è tornato a glorificare Dio!» Poi Gesù disse al samaritano: «Alzati e va': la tua fede ti ha salvato».
17
L’OFFERTA DELLA VEDOVA Luca 21
Gesù si trovava un giorno con i suoi discepoli nel tempio di Gerusalemme, e insegnava non lontano dal luogo dove si infilavano le monete date come offerta. Alzando gli occhi, Gesù vide alcuni ricchi che davano offerte abbondanti. Venne poi una povera vedova, che infilò due monetine di rame. Gesù disse allora: «Davanti a Dio quella povera vedova ha offerto più di tutti. Gli altri, infatti, hanno dato un po' del loro superfluo. Ella invece ha donato tutto quanto aveva per vivere. »
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GESU’ ALLA FESTA DELLE CAPANNE Giovanni 7
Si avvicinava la festa delle Capanne, quella che si celebrava per ricordare i quarant'anni vissuti dal popolo di Dio nel deserto. Anche Gesù si recò a Gerusalemme. In città si faceva un gran parlare di lui. C'era chi ammirava i suoi insegnamenti. Chi era stupito di fronte ai suoi miracoli. Altri si chiedevano: «Come mai egli conosce la sacra scrittura, senza avere studiato?» E Gesù rispondeva: «Io insegno cose non mie, ma di Colui che mi ha mandato». Alcuni poi gli erano ostili e spargevano la voce che egli volesse ingannare la gente. Per mettere fine a tutte quelle voci i capi del popolo mandarono ad arrestare Gesù. Ma le guardie tornarono a mani vuote. I capi del popolo chiesero loro: «Perché non l'avete preso?» E le guardie risposero: «Mai un uomo ha parlato come lui!» L'ultimo giorno della festa davanti alla folla Gesù si levò in piedi nel tempio e disse: «Chi ha sete, venga a me e beva!» Con quelle parole Gesù annunciò una promessa: chi crede in lui riceve in dono lo Spirito Santo. Egli soddisfa ogni sete, cioè il desiderio di ciò che è più importante per ogni uomo: essere amico di Dio.
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LA PARABOLA DI LAZZARO E DEL RICCO CATTIVO Luca 16
Disse Gesù ai suoi discepoli: «C'era un uomo ricco che indossava abiti lussuosi e faceva festa con grandi banchetti. Alla sua porta sedeva un mendicante, di nome Lazzaro, coperto di piaghe e affamato. «Un giorno Lazzaro morì, e fu portato in paradiso accanto ad Abramo. Morì anche il ricco, e finì all'inferno. Quando alzò gli occhi e vide Lazzaro accanto ad Abramo, il ricco gridò: "Padre, abbi pietà di me! Manda Lazzaro a mettere un dito nell'acqua, perché mi bagni la lingua. Questo fuoco mi tortura!" «Abramo rispose: "Figlio, nella vita terrena tu hai ricevuto tanti beni, mentre Lazzaro ha sofferto tanto. Per di più, tra noi e voi c’è un abisso invalicabile!" «Il ricco disse allora: "Mandalo almeno a casa mia, dai miei cinque fratelli, per invitarli a cambiare vita affinché non finiscano anch'essi in questo luogo di tormenti". Ma Abramo rispose: "Hanno la parola di Dio: l'ascoltino!" «Il ricco insistette: "Ma se uno dai morti andrà da loro, allora sì che cambieranno vita". Rispose Abramo: "Se non ascoltano la parola di Dio, non si convinceranno neppure se uno resuscitasse dai morti!"»
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GESU’ E’ IL BUON PASTORE Giovanni 10
Gesù cercava in vari modi di far capire a chi lo ascoltava chi era e che cosa era venuto a fare sulla terra. Per questo prendeva esempio da ciò che i suoi ascoltatori conoscevano bene. Un giorno Gesù parlò delle pecore e dei pastori, e della differenza tra i pastori che sono proprietari delle pecore, e i pastori che sono dei guardiani pagati per badare alle pecore degli altri. Disse Gesù: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le sue pecore. Il guardiano che è pagato, invece, quando vede venire il lupo abbandona le pecore e fugge, perché le pecore non sono sue. Così il lupo le rapisce e le disperde, e fa strage nel gregge». «Le belve sono come i ladri» disse ancora Gesù. «Non vengono se non per rubare, uccidere e distruggere. Io invece sono venuto perché le mie pecorelle abbiano la vita, e l'abbiano in abbondanza.» «Io sono il buon pastore» diceva Gesù. I suoi ascoltatori probabilmente ricordavano il salmo: "Il Signore è il mio pastore". Dunque Gesù era il Signore Dio! Ecco perché le sue pecorelle, cioè i suoi amici, ricevevano da lui la vita in abbondanza, la vita senza fine.