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17/01/2017 19:08 | |
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ZACCARIA RINGRAZIA IL SIGNORE Luca 1
Quando nacque il suo bambino Giovanni, il padre Zaccaria innalzò un canto di lode al Signore per le meraviglie che si andavano compiendo. «Benedetto il Signore Dio d'Israele, perché ha fatto visita e ha liberato il suo popolo. Tra i discendenti di Davide ha fatto nascere un Salvatore, come aveva promesso per bocca dei santi profeti. Egli è stato misericordioso. Ora possiamo servirlo senza paura, fedeli a lui per tutta la vita. E tu, figlio mio, diventerai profeta dell'Altissimo Dio: camminerai davanti al Signore a preparargli la strada. Annuncerai al suo popolo che Dio lo salva nella sua bontà e perdona tutti i suoi peccati. Il Signore brillerà per noi come il sole nelle tenebre e guiderà i nostri passi sulla strada della pace». E così fu: Giovanni, il bambino che era nato, crebbe nel corpo e nello spirito preparandosi alla missione che lo attendeva. Egli sarebbe stato l'ultimo dei profeti, incaricato di indicare che Gesù, il Messia, era arrivato tra gli uomini.
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UN BAMBINO E’ NATO PER NOI Isaia 9; 11; 35; 62
Il bambino nato a Betlemme era il Messia, cioè il Salvatore tanto atteso dai profeti e dal popolo di Israele. Così il profeta Isaia aveva annunciato la sua venuta: «Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce. «Un bambino è nato per noi! Sulle sue spalle egli porta gli emblemi del Re. «Grande sarà il suo dominio e la pace non avrà fine, nel regno che egli viene a rendere saldo e forte: nel suo regno tutti faranno ciò che è buono e giusto davanti a Dio. «Egli, discendente di Davide, porterà con sé lo Spirito di Dio. Non giudicherà secondo le apparenze, ma con giustizia, senza riguardo per i potenti e i violenti. «Nel suo regno, il lupo dimorerà con l’agnello, la pantera si sdraierà accanto al capretto; il vitellino e il leone pascoleranno assieme, e basterà un fanciullo a guidarli. Insieme al pascolo andranno anche la mucca e l'orsa, con i loro piccoli. Il leone si ciberà di paglia, senza uccidere più; il bimbo giocherà senza pericolo con i serpenti. «In tutto il regno di Dio nessuno più si comporterà male; tutti vivranno in armonia e in pace. «Ecco: arriva il Salvatore».
L’angelo del Signore aveva detto a Maria: «Quando nascerà il tuo bambino, il Figlio dell'Altissimo Dio, tu gli metterai nome Gesù». Quel bambino nacque nella grotta di Betlemme, e secondo l'uso ebraico il nome gli fu imposto otto giorni dopo. Il nome fu naturalmente quello indicato dall'angelo: Gesù, che significa "Dio è Salvatore". Infatti, per mezzo di quel bambino Dio interveniva a salvare il suo popolo. I profeti l'avevano predetto secoli prima: un giorno Dio avrebbe mandato un salvatore, e lo chiamavano Messia, cioè "Consacrato dal Signore. Dire Messia è come dire Cristo: ecco perché Gesù fu poi chiamato anche Cristo. Gesù era il primo figlio di Maria, e la legge ebraica diceva che il primo figlio apparteneva al Signore, e bisognava in un certo senso comperarlo da lui, offrendogli in cambio due tortore o due giovani colombi. Per questo, quaranta giorni dopo la nascita, Maria e il suo sposo Giuseppe portarono Gesù nel tempio del Signore, a Gerusalemme, e portarono anche due tortorelle da offrire al Signore. Nel tempio incontrarono un uomo, di nome Simeone. Era un uomo buono, che in tutta la sua vita aveva sempre cercato di comportarsi come piace al Signore. Simeone ricordava le parole dei profeti, e aspettava con ansia il giorno in cui il Signore avrebbe mandato il Messia. E il Signore gli aveva promesso che prima di morire egli avrebbe avuto la gioia di vederlo, il Messia tanto atteso. Il giorno in cui Maria e Giuseppe portarono Gesù al tempio, Simeone aveva avuto l'ispirazione di recarsi anche lui nella casa del Signore. Quando egli vide quel bambino, Dio gli fece capire che quello era il Messia. Allora Simeone lo prese tra le braccia, e ringraziò il Signore con tutto il cuore. Disse: «Ora, Signore, lascia pure che io, tuo servo, vada in pace, come tu hai promesso, perché i miei occhi hanno visto il Salvatore che tu hai mandato. Tu l'hai messo davanti a tutti i popoli della terra, come una luce che illumina tutte le nazioni e dà gloria al tuo popolo, Israele». Maria e Giuseppe erano meravigliati al sentire quelle Simeone li benedisse, e parlò loro alla madre del bambino, Maria, dicendo: «Questo bambino sarà la causa della rovina o della salvezza di uomini del popolo d'Israele. Sarà un segno di Dio, che metterà in chiaro le intenzioni di molti, intenzioni che essi tengono nascoste nel cuore. E a te, Maria, una spada trafiggerà l'anima». Con quelle misteriose parole Simeone voleva dire che Gesù, in futuro, sarebbe stato accolto da una parte del popolo ebraico, mentre un'altra parte lo avrebbe rifiutato. Coloro che lo accolgono, cioè credono in lui e lo amano, si salvano perché andranno in paradiso, mentre per chi lo rifiuta sarà la rovina. Quanto a Maria, ella avrebbe molto sofferto a vedere il suo figlio rifiutato: avrebbe sofferto come se una spada l'avesse trafitta. Nel tempio, quel giorno, Maria e Giuseppe incontrarono anche una donna, di nome Anna. Ella era molto vecchia, aveva ottantaquattro anni, e da molti anni, da quando era rimasta vedova, si era dedicata totalmente a Dio; viveva nel tempio, e notte e giorno dimostrava a Dio tutto il suo amore per lui, con sacrifici e preghiere. Quando vide il bambino, anche Anna comprese di chi si trattava; allora, come Simeone, si mise a lodare Dio, e parlava del bambino a tutti coloro che aspettavano la venuta del Messia. Non fu quella l'unica volta che i suoi genitori portarono Gesù nel tempio di Gerusalemme. Tutti gli anni Giuseppe e Maria sua sposa si recavano a Gerusalemme per la festa di Pasqua, e portavano con sé anche Gesù. Quando egli ebbe dodici anni, accadde che, trascorsi i giorni della festa, mentre Giuseppe e Maria si avviarono verso casa, Gesù rimase a Gerusalemme. Giuseppe e Maria viaggiavano con numerosi altri pellegrini, gli uomini separati dalle donne, come si usava. Il primo giorno di cammino essi non si accorsero che mancava Gesù: Giuseppe pensava che fosse con Maria, e Maria pensava che fosse nel gruppo degli uomini. Soltanto alla sera si accorsero della sua assenza: allora subito, lasciato il gruppo, tornarono a Gerusalemme. Dopo tre giorni di ansiose ricerche lo trovarono nel tempio, intento a discutere con gli anziani e i maestri, i quali si meravigliavano della sua intelligenza e delle tante cose che sapeva. Sua madre allora gli disse: «Quanto ci hai fatto stare in pensiero!» Ma Gesù rispose: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?» Il fanciullo Gesù sapeva che il padre suo non era Giuseppe, come gli altri pensavano, ma Dio!
Luca 2
1
I MAGI D’ORIENTE Matteo 2
Nella notte in cui nacque Gesù, il Signore non solo mandò l'angelo a dare il gioioso annuncio ai pastori, ma mandò anche un messaggio ad alcuni Magi, cioè uomini saggi e sapienti, che abitavano in un lontano paese d'Oriente. Questo messaggio era una nuova stella che all'improvviso prese a brillare nel cielo. Vedendola, in base ai loro studi, i Magi pensarono: «Questa stella segna la nascita di una persona molto importante, di un re, il re dei Giudei. Dobbiamo seguirla, trovare il bambino che è nato e adorarlo! »
2
PORTERANNO ORO E INCENSO Genesi 49; 2Samuele 7; Isaia 60
La nascita di Gesù dapprima fu un avvenimento conosciuto da poche persone. In seguito, quando nel popolo d'Israele furono in molti a saperlo, molti si accorsero anche che essa realizzava le parole dei profeti. Giacobbe, per esempio, nel benedire i suoi figli previde che Giuda avrebbe regnato per sempre. Il profeta Natan aveva annunciato a Davide, della tribù di Giuda, che a regnare per sempre sarebbe stato un suo discendente. Tutto questo si realizzava in Gesù: egli era un uomo, appartenente alla tribù di Giuda e discendente di Davide. Ed era Dio: un re che regna per sempre, perché non muore mai! C'era dunque di che rallegrarsi, come aveva detto il profeta Isaia: «Alzati, Gerusalemme, vestiti di luce, perché risplende su dite e ti illumina la gloria del Signore! «Ecco: le tenebre ricoprono la terra, ma su di te risplende il Signore! «Allora verso la tua luce si incammineranno i popoli. I loro re saranno attratti da Colui che ti illumina. «Gli stranieri ti porteranno i loro tesori; uno stuolo di cammelli ti invaderà: porteranno oro e incenso, e verranno a lodare il Signore!»
3
I VIAGGIO DEI MAGI Matteo 2
Una nuova stella, grande e luminosa, era apparsa all'improvviso nel cielo, a significare che un nuovo re dei Giudei era nato, e i Magi d'Oriente avevano deciso di seguirla. Essi fecero preparare una carovana di cammelli, cercarono i doni adatti per il nuovo nato e partirono. Dopo un lungo viaggio, sempre guidati dalla stella, i Magi giunsero a Gerusalemme. «Dov'è il re dei Giudei che è nato?» domandavano i Magi. «Abbiamo visto sorgere la sua stella e siamo venuti per adorarlo!»
4
ERODE RE DEI GIUDEI Matteo 2
Al tempo in cui Gesù nacque a Betlemme, regnava sulla Giudea Erode, un re crudele e sanguinario. Egli era salito al trono con l'appoggio dei Romani, che avevano conquistato l'intero territorio della Palestina, ma che avevano concesso il regno a Erode per governare meglio su quel paese. Erode regnò fino a qualche anno dopo la nascita di Gesù. La gelosia e il sospetto lo condussero a fare uccidere parecchi membri della sua famiglia. La gelosia e il sospetto lo indussero anche a perseguitare il piccolo Gesù.
5
IL RE ERODE E I MAGI Matteo 2
Era credenza comune tra gli orientali che l'apparizione di un nuovo astro nel cielo significasse la nascita di un grande personaggio. Così il re Erode, quando venne a sapere che i Magi erano arrivati a Gerusalemme seguendo la stella e che cercavano il nuovo re dei Giudei, si turbò e si impaurì. Egli era pieno di sospetto verso questo nuovo re dei Giudei, che avrebbe potuto insidiargli il trono. Che fare? Erode, dunque, convocò i capi dei sacerdoti e chiese loro dove sarebbe dovuto nascere il Messia, di cui da secoli parlavano i profeti. Gli fu risposto: «A Betlemme, perché il profeta Michea l'ha detto chiaramente con queste parole: "E tu, Betlemme, non sei certo l'ultima delle città della Giudea, perché in te nascerà un capo che guiderà il mio popolo, Israele!"». Questo fu il piano di Erode: egli chiamò segretamente i Magi, si fece dire con esattezza quando era comparsa la grande e nuova stella nel cielo e li invitò a recarsi a Betlemme con queste false parole: «Andate a Betlemme e cercate con cura il bambino. E quando l'avrete trovato, tornate da me a dirmelo, perché anch'io possa andare a rendergli omaggio e ad adorarlo!»
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