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RACCONTI BIBLICI PER RAGAZZI (Testo e immagini)

Ultimo Aggiornamento: 08/06/2017 15:33
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17/01/2017 19:08
 
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ZACCARIA RINGRAZIA IL SIGNORE Luca 1
Quando nacque il suo bambino Giovanni, il padre Zaccaria innalzò un canto di lode al Signore per le meraviglie che si andavano com­piendo. «Benedetto il Signore Dio d'Israele, perché ha fatto visita e ha liberato il suo popolo. Tra i discendenti di Davide ha fatto nascere un Salvatore, come aveva promesso per bocca dei santi profeti. Egli è stato misericordioso. Ora possiamo servirlo senza paura, fedeli a lui per tutta la vita. E tu, figlio mio, diventerai profeta dell'Altissimo Dio: camminerai davanti al Signore a preparargli la strada. Annuncerai al suo popolo che Dio lo salva nella sua bontà e perdona tutti i suoi peccati. Il Signore brillerà per noi come il sole nelle tenebre e guiderà i nostri passi sulla strada della pace». E così fu: Giovanni, il bambino che era nato, crebbe nel corpo e nello spirito preparandosi alla mis­sione che lo attendeva. Egli sarebbe stato l'ultimo dei profeti, incaricato di indicare che Gesù, il Messia, era arrivato tra gli uomini.





  
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UN BAMBINO E’ NATO PER NOI Isaia 9; 11; 35; 62
Il bambino nato a Betlemme era il Messia, cioè il Salvatore tanto atte­so dai profeti e dal popolo di Israe­le. Così il profeta Isaia aveva an­nunciato la sua venuta: «Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce. «Un bambino è nato per noi! Sul­le sue spalle egli porta gli emblemi del Re. «Grande sarà il suo dominio e la pace non avrà fine, nel regno che egli viene a rendere saldo e forte: nel suo regno tutti faranno ciò che è buono e giusto davanti a Dio. «Egli, discendente di Davide, por­terà con sé lo Spirito di Dio. Non giudicherà secondo le apparenze, ma con giustizia, senza ri­guardo per i potenti e i violenti. «Nel suo regno, il lupo dimorerà con l’agnello, la pantera si sdraierà accanto al capretto; il vitellino e il leone pascoleranno assieme, e ba­sterà un fanciullo a guidarli. Insieme al pascolo andranno anche la muc­ca e l'orsa, con i loro piccoli. Il leo­ne si ciberà di paglia, senza uccide­re più; il bimbo giocherà senza peri­colo con i serpenti. «In tutto il regno di Dio nessuno più si comporterà male; tutti vivran­no in armonia e in pace. «Ecco: arriva il Salvatore».










 
 
L’angelo del Signore aveva detto a Maria: «Quando nascerà il tuo bambino, il Figlio dell'Altissimo Dio, tu gli met­terai nome Gesù». Quel bambino nacque nella grotta di Betlemme, e secondo l'uso ebrai­co il nome gli fu imposto otto giorni dopo. Il nome fu naturalmente quel­lo indicato dall'angelo: Gesù, che si­gnifica "Dio è Salvatore". Infatti, per mezzo di quel bambino Dio interve­niva a salvare il suo popolo. I profeti l'avevano predetto secoli prima: un giorno Dio avrebbe man­dato un salvatore, e lo chiamavano Messia, cioè "Consacrato dal Si­gnore. Dire Messia è come dire Cristo: ecco perché Gesù fu poi chiamato anche Cristo. Gesù era il primo figlio di Maria, e la legge ebraica diceva che il pri­mo figlio apparteneva al Signore, e bisognava in un certo senso compe­rarlo da lui, offrendogli in cambio due tortore o due giovani colombi. Per questo, quaranta giorni dopo la nascita, Maria e il suo sposo Giu­seppe portarono Gesù nel tempio del Signore, a Gerusalemme, e por­tarono anche due tortorelle da offri­re al Signore. Nel tempio incontrarono un uomo, di nome Simeone. Era un uomo buono, che in tutta la sua vita aveva sempre cercato di com­portarsi come piace al Signore. Simeone ricordava le parole dei pro­feti, e aspettava con ansia il giorno in cui il Signore avrebbe mandato il Messia. E il Signore gli aveva pro­messo che prima di morire egli avrebbe avuto la gioia di vederlo, il Messia tanto atteso. Il giorno in cui Maria e Giuseppe portarono Gesù al tempio, Simeone aveva avuto l'ispirazione di recarsi anche lui nella casa del Signore. Quando egli vide quel bambino, Dio gli fece capire che quello era il Messia. Allora Simeone lo prese tra le braccia, e ringraziò il Signore con tutto il cuore. Disse: «Ora, Signore, lascia pure che io, tuo servo, vada in pace, come tu hai promesso, perché i miei occhi hanno visto il Salvatore che tu hai mandato. Tu l'hai messo davanti a tutti i popoli della terra, come una luce che illumina tutte le nazioni e dà gloria al tuo popolo, Israele». Maria e Giuseppe erano meravigliati al sentire quelle Simeone li benedisse, e parlò loro alla madre del bambino, Maria, dicendo: «Questo bambino sarà la causa della rovina o della salvezza di uomini del popolo d'Israele. Sarà un segno di Dio, che metterà in chiaro le intenzioni di molti, intenzioni che essi tengono nascoste nel cuore. E a te, Maria, una spada trafiggerà l'anima». Con quelle misteriose parole Si­meone voleva dire che Gesù, in futuro, sarebbe stato accolto da una parte del popolo ebraico, mentre un'altra parte lo avrebbe rifiutato. Coloro che lo accolgono, cioè cre­dono in lui e lo amano, si salvano perché andranno in paradiso, men­tre per chi lo rifiuta sarà la rovina. Quanto a Maria, ella avrebbe molto sofferto a vedere il suo figlio rifiuta­to: avrebbe sofferto come se una spada l'avesse trafitta. Nel tempio, quel giorno, Maria e Giuseppe incontrarono anche una donna, di nome Anna. Ella era mol­to vecchia, aveva ottantaquattro anni, e da molti anni, da quando era rimasta vedova, si era dedicata totalmente a Dio; viveva nel tem­pio, e notte e giorno dimostrava a Dio tutto il suo amore per lui, con sacrifici e preghiere. Quando vide il bambino, anche Anna comprese di chi si trattava; al­lora, come Simeone, si mise a loda­re Dio, e parlava del bambino a tut­ti coloro che aspettavano la venuta del Messia. Non fu quella l'unica volta che i suoi genitori portarono Gesù nel tempio di Gerusalemme. Tutti gli anni Giuseppe e Maria sua sposa si recavano a Gerusalem­me per la festa di Pasqua, e porta­vano con sé anche Gesù. Quando egli ebbe dodici anni, accadde che, trascorsi i giorni della festa, mentre Giuseppe e Maria si avviarono verso casa, Gesù rimase a Gerusalemme. Giuseppe e Maria viaggiavano con numerosi altri pellegrini, gli uo­mini separati dalle donne, come si usava. Il primo giorno di cammino essi non si accorsero che mancava Gesù: Giuseppe pensava che fosse con Maria, e Maria pensava che fosse nel gruppo degli uomini. Sol­tanto alla sera si accorsero della sua assenza: allora subito, lasciato il gruppo, tornarono a Gerusalemme. Dopo tre giorni di ansiose ricer­che lo trovarono nel tempio, intento a discutere con gli anziani e i mae­stri, i quali si meravigliavano della sua intelligenza e delle tante cose che sapeva. Sua madre allora gli disse: «Quanto ci hai fatto stare in pensie­ro!» Ma Gesù rispose: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Pa­dre mio?» Il fanciullo Gesù sapeva che il pa­dre suo non era Giuseppe, come gli altri pensavano, ma Dio!
Luca 2
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I MAGI D’ORIENTE Matteo 2
Nella notte in cui nacque Gesù, il Signore non solo mandò l'angelo a dare il gioioso annuncio ai pastori, ma mandò anche un messaggio ad alcuni Magi, cioè uomini saggi e sa­pienti, che abitavano in un lontano paese d'Oriente. Questo messaggio era una nuova stella che all'improv­viso prese a brillare nel cielo. Vedendola, in base ai loro studi, i Magi pensarono: «Questa stella se­gna la nascita di una persona molto importante, di un re, il re dei Giu­dei. Dobbiamo seguirla, trovare il bambino che è nato e adorarlo! »






 
2
PORTERANNO ORO E INCENSO Genesi 49; 2Samuele 7; Isaia 60
La nascita di Gesù dapprima fu un avvenimento conosciuto da poche persone. In seguito, quando nel po­polo d'Israele furono in molti a sa­perlo, molti si accorsero anche che essa realizzava le parole dei profeti. Giacobbe, per esempio, nel be­nedire i suoi figli previde che Giuda avrebbe regnato per sempre. Il profeta Natan aveva annuncia­to a Davide, della tribù di Giuda, che a regnare per sempre sarebbe stato un suo discendente. Tutto questo si realizzava in Gesù: egli era un uomo, appartenente alla tribù di Giuda e discen­dente di Davide. Ed era Dio: un re che regna per sempre, perché non muore mai! C'era dunque di che rallegrarsi, come aveva detto il profeta Isaia: «Alzati, Gerusalemme, vestiti di luce, perché risplende su dite e ti illumina la gloria del Signore! «Ecco: le tenebre ricoprono la terra, ma su di te risplende il Signore! «Allora verso la tua luce si incammi­neranno i popoli. I loro re saranno attratti da Colui che ti illumina. «Gli stranieri ti porteranno i loro te­sori; uno stuolo di cammelli ti inva­derà: porteranno oro e incenso, e verranno a lodare il Signore!»









3
I VIAGGIO DEI MAGI Matteo 2
Una nuova stella, grande e lumino­sa, era apparsa all'improvviso nel cielo, a significare che un nuovo re dei Giudei era nato, e i Magi d'Oriente avevano deciso di seguirla. Essi fecero preparare una carovana di cammelli, cercarono i doni adatti per il nuovo nato e partirono. Dopo un lungo viaggio, sempre guidati dalla stella, i Magi giunsero a Gerusalemme. «Dov'è il re dei Giudei che è nato?» domandavano i Magi. «Ab­biamo visto sorgere la sua stella e siamo venuti per adorarlo!»







 
4
ERODE RE DEI GIUDEI Matteo 2
Al tempo in cui Gesù nacque a Be­tlemme, regnava sulla Giudea Ero­de, un re crudele e sanguinario. Egli era salito al trono con l'ap­poggio dei Romani, che avevano conquistato l'intero territorio della Palestina, ma che avevano conces­so il regno a Erode per governare meglio su quel paese. Erode regnò fino a qualche anno dopo la nascita di Gesù. La gelosia e il sospetto lo condussero a fare uccidere parecchi membri della sua famiglia. La gelo­sia e il sospetto lo indussero anche a perseguitare il piccolo Gesù.






 
  5
IL RE ERODE E I MAGI Matteo 2
Era credenza comune tra gli orien­tali che l'apparizione di un nuovo astro nel cielo significasse la nascita di un grande personaggio. Così il re Erode, quando venne a sapere che i Magi erano arrivati a Gerusalem­me seguendo la stella e che cerca­vano il nuovo re dei Giudei, si tur­bò e si impaurì. Egli era pieno di so­spetto verso questo nuovo re dei Giudei, che avrebbe potuto insidiar­gli il trono. Che fare? Erode, dunque, convocò i capi dei sacerdoti e chiese loro dove sa­rebbe dovuto nascere il Messia, di cui da secoli parlavano i profeti. Gli fu risposto: «A Betlemme, perché il profeta Michea l'ha detto chiara­mente con queste parole: "E tu, Betlemme, non sei certo l'ultima delle città della Giudea, perché in te nascerà un capo che guiderà il mio popolo, Israele!"». Questo fu il piano di Erode: egli chiamò segretamente i Magi, si fece dire con esattezza quando era com­parsa la grande e nuova stella nel cielo e li invitò a recarsi a Betlemme con queste false parole: «Andate a Betlemme e cercate con cura il bam­bino. E quando l'avrete trovato, tor­nate da me a dirmelo, perché an­ch'io possa andare a rendergli omaggio e ad adorarlo!»

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