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LA RESURREZIONE negli scritti della Chiesa nascente

Ultimo Aggiornamento: 15/10/2016 15:14
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15/10/2016 15:05
 
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Molto significativi sono gli scritti dei primi cristiani per capire quale era il loro modo di concepire una realtà tanto importante come quella della RESURREZIONE.

In questa sezione raccogliamo i brani salienti:

Siamo alla ricerca di notizie esatte sul luogo dove fu sepolto. Fu una tomba costruita da mani d’uomo, forse come quelle dei re elevate da terra? Fu un sepolcro monumentale fatto con pietre collegate insieme, forse coronate nella parte superiore da un fastigio? E quale? Datecela voi la descrizione esatta di questo sepolcro, o profeti. Diteci in quale sepolcro fu deposto il suo corpo e come possiamo cercarlo.
Rispondono: "Guardate la solida roccia che avete tagliato, guardate e vedete". Corrisponde a quella di cui leggete nel Vangelo: "Nella tomba tagliata nella roccia" (Lc 23,53). Come era? Che apertura aveva? Ci risponde un altro profeta: "Mi hanno fatto perire chiuso in una fossa e hanno gettato su di me una pietra (Lam 3,53); per breve tempo mi hanno deposto dentro una pietra, eletta ma preziosa, pietra angolare ma d’inciampo per i giudei e roccia di salvezza per i credenti (1Pt 2,6-8); hanno piantato me, Albero della vita, nella terra perché essa, maledetta, fosse benedetta per mezzo mio e ne venissero liberati i morti".

CIRILLO DI GERUSALEMME, CATECHESI, 13, 35


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15/10/2016 15:06
 
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Quando, dopo la crocifissione, il Dio di Giuseppe fu deposto da Giuseppe nella tomba, egli che un giorno aveva salvato dalla cisterna Giuseppe, era custodito come un morto in modo visibile, ma misteriosamente faceva morire di terrore i suoi custodi. 
Una pietra era sul sepolcro, una roccia all'interno, e di pietra divennero le sentinelle alla vista dell'angelo che, seduto sulla pietra, diceva: "E' Risorto il Signore!"
Riuniti per i loro meschini raggiri, i giudici degli empi dicevano: "Ecco giace a terra colui che la terra fece tremare, ovunque noto, ovunque osannato. E' morto colui le cui opere facevano stupire la terra intera. Stiamo attenti perché l'ultimo inganno non sia peggiore del primo, e i suoi discepoli non possano sottrarre il corpo, né annuncino a tutti: "E' risorto il Signore!"
Chiederemo dunque a Pilato un corpo di guardia, e avremo a disposizione delle sentinelle. Perché, sia vivo o sia morto, Gesù mette paura; in vita ha abolito la legge del sabato, e se ora risusciterà dai morti avrà abolito la Legge stessa.
Giace morto, ma si spera in lui; si trova tra le bende dei trapassati, ma si attende che viva.
Perché i suoi discepoli vanno in giro a dire in coro: "Dopo tre giorni vedremo il Maestro e diremo: E' risorto il Signore?"

ROMANO IL MELODE, SECONDO INNO SULLA RESURREZIONE 2-


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15/10/2016 15:07
 
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Il motivo del mio stupore è questo: come abbia potuto un vergine nascere da una vergine, e come dopo la nascita del vergine la madre sia restata vergine. Sul fatto che le porte fossero chiuse non c'è nessun dubbio. Le porte erano chiuse e Gesù è entrato. Colui che entrò attraverso le porte chiuse non era un fantasma, non era uno spirito, era vero corpo. Così infatti si esprime: "Guardate, osservate: uno spirito non ha carne e ossa come vedete che io ho". Aveva carne e ossa, e le porte erano chiuse. In che modo la carne e le ossa hanno potuto entrare a porte chiuse? Le porte sono chiuse e tuttavia entra uno che noi non vediamo entrare. Da dove è entrato? Tutte le pareti sono chiuse, non esiste un passaggio per cui entrare, e tuttavia ci troviamo dentro uno che è entrato e noi non capiamo come sia entrato. Come sia avvenuto non lo sai, e lo attribuisci alla potenza di Dio. Attribuisci dunque alla potenza di Dio che uno sia nato da una vergine e che tuttavia quella vergine sia restata vergine anche dopo il parto. In Ezechiele, quando si parla della costruzione del Tempio, si legge: "Questa porta posta verso oriente, che guarda verso oriente, resterà sempre chiusa, e nessuno passerà attraverso di essa ad eccezione del pontefice". La porta è chiusa e nessuno vi passa ad eccezione del pontefice. Il sepolcro del Salvatore era stato scavato in una roccia durissima, una roccia compatta che non presentava nessun punto fragile; e sta scritto che in detto sepolcro nessuno vi era stato ancora deposto poiché si trattava di un sepolcro nuovo. (…)
State pure in guardia, farisei, state pure in guardia: Dio non si può tener chiuso, non è possibile tenere Dio chiuso in un sepolcro. Colui che ha creato cielo e terra, che tiene nel suo pugno e cielo e terra, colui che sostiene il mondo con tre dita non può essere contenuto in un sepolcro.

GIROLAMO, OMELIA SUL VANGELO DI GIOVANNI I


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15/10/2016 15:08
 
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 Noi dobbiamo quindi impararlo: tutto ciò che il Cristo ha subito, Lui l’ha sopportato per noi e per la nostra salvezza, realmente e non in apparenza; e noi allora diventiamo partecipi delle sue sofferenze. Di qui la giustissima dichiarazione di Paolo (Rom 6,5): "Se noi siamo divenuti una stessa pianta con il Cristo, tramite la somiglianza con la Sua morte, noi lo saremo anche per la somiglianza con la Sua Resurrezione." Allo stesso modo è efficace l'espressione "una stessa pianta". Poiché di fatto qui è stata piantata una vigna, e anche noi, con la partecipazione al battesimo della sua morte, siamo divenuti "una stessa pianta con Lui." Applica il tuo spirito con molta attenzione alle parole dell'apostolo. Egli non dice: "Noi siamo divenuti una stessa pianta tramite la morte", ma "tramite la somiglianza con la morte".


In realtà, infatti, una morte vera ha toccato il Cristo, la Sua anima è stata separata dal Suo corpo e reale fu anche la sua sepoltura, poiché il suo santo corpo fu avvolto in un lenzuolo puro, e tutto in lui è giunto a verità. Per noi questa è la somiglianza con la morte e con le sofferenze; ma quando si tratta della salvezza non è una somiglianza ma la realtà.


CIRILLO D'ALESSANDRIA, CATECHESI MISTAGOGICHE II, 7


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15/10/2016 15:09
 
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Anche la sua sepoltura ha qualcosa di mirabile. Infatti, sebbene fosse stato unto da Giuseppe e posto nel sepolcro, con un’azione davvero nuova, egli stesso, sebbene morto, dischiudeva il sepolcro dei morti. Il suo corpo giaceva nella tomba, ma egli, libero tra i morti, distrutta le legge della morte, donava il perdono a coloro che stavano nell’inferno. Dunque la sua carne era nel sepolcro, ma la sua potenza operava dal cielo. Si mostrava a tutti attraverso la realtà del suo corpo perché la carne non era il Verbo, ma era la carne del Verbo.


AMBROGIO. IL MISTERO DELL’INCARNAZIONE, 40


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15/10/2016 15:09
 
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Cristo, luce del mondo dei ciechi, purificazione dalla lebbra, udito per i sordi, riposo agli affaticati, piede degli zoppi, lingua dei muti, redentore del mondo e vera salvezza del popolo schiavo, benché immortale sopportò l'angustia della comune sepoltura e rimane eterno colui che un sepolcro rinchiuse. Era immortale: morì ed ora vive; egli che prima era Dio è uomo; ora come Dio dall'umanità sale al cielo accolto nella sacra dimora; come eterno Signore è, era e verrà.


PAOLINO DA NOLA, CARME III 217-225


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15/10/2016 15:10
 
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Se tu vedi colui che ti guida a operare miracoli e ricevere la gloria, guarda, gioisci, rendi grazie a Dio di aver trovato un tale maestro, ma non ti scandalizzare di vederlo disonorato dagli uomini, vederlo schiaffeggiato e trascinato a terra: con l’ardore di un nuovo Pietro afferra la tua spada, stendi la mano, taglia non soltanto il lobo dell’orecchio, ma la mano e la lingua di colui che osa parlare contro tuo padre. E allo stesso modo se, come Pietro, tu capisci i suoi rimproveri, in ogni caso riceverai ancora di più per il tuo grande amore e la tua fede. E ugualmente se, da uomo quale sei, nel tuo spavento tu dirai : "Non conosco questo uomo", piangi non meno, piangi amaramente su di lui, ma non farti sommergere dalla disperazione. Io confido che Lui, il Primo, ti ricondurrà a sé. Se tu lo vedi messo in croce come un criminale, sofferente dalla parte dei criminali, se lo puoi, muori con Lui: altrimenti non ti unire al malvagio e al traditore, non condividere con loro il sangue innocente, ma dopo aver abbandonato un momento il tuo pastore, come uno stolto e un pusillanime, conserva la fede in Lui. Se Lui è liberato dai suoi lacci, ritorna presso di Lui e, come un martire, veneralo di più: ma se Lui soccombe ai tormenti, prendi il tuo coraggio, reclama il suo corpo e rendigli i più grandi onori. Stringilo a te, ricoprilo di profumi e seppelliscilo sontuosamente: di fatto, anche se non è il terzo giorno, nientemeno l’ultimo giorno resusciterà. Credilo, Lui si avvicina a Dio in tutta libertà, anche se tu hai deposto il suo corpo dentro la tomba: invoca senza esitare la sua intercessione, Lui ti soccorrerà quaggiù, ti guarderà da tutte le avversità, ti accoglierà all’uscire dal tuo corpo e ti preparerà una dimora eterna.



SIMEONE NUOVO TEOLOGO, CATECHESI XX, 130-160


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15/10/2016 15:11
 
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"Gesù viene deposto in un sepolcro nuovo e in un lenzuolo intatto e non sta tra i morti più di quattro giorni. Per questo egli era "libero tra i morti"; e si desta nel (giorno) numero tre, il numero libero e santo. In esso egli santifica anche noi con il lavacro dell'acqua, dicendo che noi dovevamo essere battezzati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo"


ORIGENE, COMMENTO AL VANGELO DI GIOVANNI (FRAMMENTI LXXIX)


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15/10/2016 15:12
 
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(I magi) offrirono anche la mirra, penso, a indicare attraverso questo dono il patimento della morte. Osserva come anche i magi riconobbero che rimase Dio e divenne uomo, accettando la morte. Divenne come me per innalzare la nostra natura alla sua dignità. L'unione indissolubile realizza questa realtà, nel momento in cui unisce ad uno ciò che è proprio dell'altro. Perciò, pur essendo Dio, divenne uomo, affinché anche l'uomo divenisse Dio, elevato da questa unione alla gloria divina, poiché era uno e il medesimo ad essere glorificato come Dio e a soffrire la realtà umana.


TEODOTO DI ANCIRA, OMELIA II, 5


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15/10/2016 15:13
 
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Questo è il crocifisso che Giuseppe e Nicodemo, l'angelo e l'amico, depongono e ungono con una mistura di mirra e aloe, affinché colui che non ha amato la corruzione nel sepolcro non senta dall'inferno i vermi che non muoiono mai. Senza alcun dubbio Lui avrà, alla testa e ai piedi, angeli che guarderanno la sua entrata e lo condurranno fino al riposo.


PIERO DELLA CELLA, LA SCUOLA DEL CHIOSTRO, 7, 98 - 102


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15/10/2016 15:14
 
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Una notte, siccome il crocifisso che lei aveva vicino al letto, inclinato su di lei, sembrava sul punto di cadere, lei lo raddrizzò e gli rivolse queste dolci parole "o mio dolcissimo piccolo Gesù, perché ti inclini così?" Le fu subito risposto:" L’amore del mio cuore mi attira verso di te" Allora, preso il crocifisso, lei lo strinse dolcemente al suo cuore, lo avvolse di carezze e lo coprì di baci dicendo "Il mio amato è per me come mirra profumata" E subito il Signore aggiunse, come togliendole la parola per continuare: "Riposa qui sul mio seno".


Con questo le fece comprendere che tutti gli uomini dovranno avvolgere tutte le loro pene e le loro avversità, tanto dell’anima come del corpo, nella Santissima passione del Signore come uno stelo secco in un mazzo di fiori.


GERTRUDE D’HELFTA, OPERE SPIRITUALI, XLII, 1-13


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15/10/2016 15:14
 
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Guarda come avvolge il corpo e serra le sue braccia sul suo petto. Quel sant' uomo poteva ben dire: "Mio bene amato, riposa sul mio petto come un sacchetto di mirra" (Cant 1,12). Sii allora il tesoro più prezioso del mondo e reggi i piedi oppure sostieni le braccia e le mani, o ancora raccogli gelosamente le gocce di questo sangue prezioso che vengano a cadere, e posa le tue labbra sulla polvere dei suoi piedi. Guarda anche il beato Nicodemo: con quella cura affettuosa lui toccò con le sue dita quelle membra così sante e le cosparse d'unguento; come, con il venerabile Giuseppe, lo avvolse nel lenzuolo e lo depose nella tomba.


AELRED DE RIEVAULX, LA VITA DEL RECLUSO 31


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