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COME ESSERE SANTI

Ultimo Aggiornamento: 27/05/2016 22:07
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27/05/2016 22:05
 
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3. Santità non vuol dire pregare e digiunare oltre il limite della ragionevolezza


3©Stefan Kunze/unsplash.com

Bene, lasciatemi dire questa cosa come si deve! Certo, tutta la nostra vita può essere un’offerta a Dio, possiamo pregare mentre affrontiamo le nostre giornate ed essere con Dio in ogni momento. I venerdì e la Quaresima rappresentano anche un momento speciale per digiunare. È importante digiunare e vivere dei periodi di sobrietà, ci aiutano a concentrarci di più su Dio, a lasciare le distrazioni e a rallegrarci di più quando arriva il momento di celebrare. Ma la santità non è una gara a chi prega e digiuna di più. Dobbiamo vivere la nostra vita quotidiana e fare quelle cose che ci sono richieste (lavorare, studiare, prenderci cura della nostra famiglia…). Come detto da S. Teresa d’Avila, “Dio cammina tra le pentole e padelle”, non lo si può trovare soltanto spendendo ore in una cappella. Il Salmo 126:2 è un verso meraviglioso: “Invano vi alzate di buon mattino, tardi andate a riposare e mangiate pane di sudore: il Signore ne darà ai suoi amici nel sonno”.


Sì, la fede richiedere certamente lavoro e perseveranza, ma c’è un significato anche nel riposo. È Dio che l’ha dato. Non ci chiede di affaticarci per ore con lo scopo di provare ad arrivare a un livello irraggiungibile di santità. Quello che ci chiede è di essere, di permettere a Lui di amarci e di trovare Lui in noi, e noi in Lui.


La santità è vivere vite di equilibrio e coerenza. È camminare nell’amicizia di Dio.




4. La santità non è giudicare le altre persone


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©Edu Lauton/StockSnap.io

Il comandamento di “non giudicare” provoca molte polemiche. Il Signore ci sta forse dando carta bianca per permettere alle persone attorno a noi di fare tutto ciò che vogliono senza neanche un minimo controllo? Significa che non possiamo mai parlare contro le cose sbagliate, soprattutto se strettamente collegate ai comportamenti e alle azioni di un’altra persona? No. Ci devono essere dei momenti in cui correggiamo gli altri, in cui proviamo a istruire il prossimo, in cui gridiamo contro le ingiustizie e in cui prendiamo posizione contro le situazioni inique. Giudicare però è un’altra cosa. È l’atteggiamento che ci porta a dire “Ah, ma io non farei mai una cosa del genere!”. Come facciamo a saperlo? In altre circostanze, con un minor sostegno e con un’educazione diversa forse la faremmo, eccome! Non sappiamo mai quanto siamo deboli fino al momento in cui affrontiamo una tentazione, che a volte può giungere all’improvviso. La tentazione ci può sorprendere dalla sua totale indifferenza per quanto ci riteniamo buoni. Avendo questo in mente, la santità non è uno stato in cui non abbiamo difficoltà a sentirci migliori degli altri. Non è neanche un luogo in cui possiamo sbattere le nostre verità in faccia al prossimo senza alcuna compassione. Tutti soffriamo e abbiamo difficoltà. Dobbiamo tendere la mano al prossimo essendo genuinamente consapevoli dei nostri peccati e di ciò che il Signore ha fatto per noi.

La santità è camminare a fianco agli altri, sapendo che stiamo tutti lottando per percorrere il sentiero che ci porta in cielo.


LEGGI ANCHE: L’importanza di non giudicare


5. La santità non è provare a essere qualcuno che ammiriamo

5©aleph.oto/flickr.com

Questo è un po’ più complesso del semplice dire “sii te stesso”. E se pensassi che quel “te stesso” non è abbastanza santo? Certo, è necessario e fantastico avere dei modelli, delle persone a cui guardare, qualcuno che ci dia consigli. Il problema sorge quando cambiamo modo di essere stravolgendo la nostra personalità. Se sei una persone di natura gregaria ed energetica, non provare a essere in silenzio perché qualcun altro – che tu pensi sia una persona santa – agisce in quel modo. Se invece sei tu quello silenzioso e pacato, non pensare di dover necessariamente condividere la tua fede in modo urlato e focoso. Dio ha bisogno di tutti i tipi di personalità, e non è ostacolato né dal nostro modo di essere, né dalle nostre lotte. Dopotutto è stato Lui ad averci creati in questo modo. È difficile risalire alla fonte di questa citazione (e se qualcuno sa chi ha detto queste parole, può scriverlo nei commenti), ma resta comunque una grande frase: “Quando andrai in cielo Dio non ti chiederà perché non sei stato di più come Madre Teresa. Ti chiederà perché non sei stato di più come te stesso”.

La santità è essere davvero te stesso.


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Questa è la vita: che conoscano Te, solo vero Dio, e Colui che hai mandato, Gesù Cristo. Gv.17,3
 
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